Moneta parallela, diritto sovrano

di Nicoletta Forcheri

Una moneta parallela non denominata in euro, chiamata “buono”, emessa da Tesoro ed enti pubblici, oppure da CDP, dalle Poste – che già emettono i « valori bollati » – o da banche cooperative pubbliche, non a corso legale ma facoltativa, emessa seguendo determinati criteri precisi che rientrino nell’ambito degli aiuti sociali e/o di emergenze d’integrità territoriale, che serva come strumento di pagamento, oltre che di beni e servizi per: la sanità, le multe, il canone, i servizi dello Stato e o dei Comuni laddove ci sia ancora un servizio pubblico e altre tasse che non siano nel circuito per il pagamento del debito pubblico.
Distribuita agli indigenti, per integrare il reddito pro capite fino a 1050 euro al mese – come del resto è previsto (l’esborso ma non la disponibilità!) sul nostro territorio per i candidati all’asilo secondo le Convenzioni internazionali e il rispetto dei diritti dell’uomo che prevedono il vitto, l’alloggio e la sanità per tutti, e conformemente ai principi enunciati dalla Costituzione (artt. 2, 3, 32, 42) che prevedono pari dignità per tutti, uguali davanti alla legge.
Distribuita per le opere pubbliche di messa in sicurezza e di ricostruzione post-terremoti, e le altre calamità, che sono emergenza nazionale, che rientrano nell’integrità territoriale e nella sicurezza nazionale di ogni singolo Stato, contemplate dai Trattati UE per i casi di calamità naturale in cui il trattato UE prevede la solidarietà degli altri Stati membri e il rispetto delle funzioni essenziali dello Stato (mantenimento dell’ordine pubblico, salvaguardia dell’integrità territoriale, tutela della sicurezza nazionale), contabilizzata come diciamo noi (cfr. Moneta far-falla, N. Forcheri).
Ebbene a moneta siffatta, non chiamata moneta ma “buono di acquisto”, NESSUNO IN EUROPA CI POTRA’ DIRE NIENTE.
Tale buono di acquisto naturalmente potrà essere digitalmente creato dal “nulla”, come quello delle banche; oppure su carta, come i biglietti di Stato, o meglio su carta di pagamento, ma sarà sempre calibrato a determinati scopi, esattamente come i buoni di acquisto dei supermercati calibrati su una percentuale dei loro prodotti in vendita, basta che sin dall’inizio nella contabilità si veda che tali buoni, prima dell’emissione:
siano di proprietà dei cittadini (quindi nella colonna dell’Avere dello stato patrimoniale dell’ente emittente, nella forma di debito nei confronti dei cittadini a cui sono destinati); siano non titolo non debito, quindi valori di cassa (res patrimoniali fungibili), quindi nella colonna del Dare dello stato patrimoniale alla voce 10 « Cassa e disponibilità liquide » e spesi successivamente in aiuto agli indigenti (per integrare il reddito di tutti a 1050 euro al mese), ricostruzione post-terremoto (messa in sicurezza, ricostruzione e costruzione case) e per tutte le emergenze del paese: scuola, sanità, PMI ecc.
A chi dichiara che le due misure essenziali da effettuare siano la separazione tra banche d’affari e commerciali, nazionalizzazione di Banca d’Italia rispondo che non sono le due uniche misure per uscire dallo stallo economico, benché essenziali, poiché secondo la mia opinione, e come indicato persino da KPMG Islanda in Money Issuance di Settembre 2016, la misura fondamentale è la separazione tra funzione monetaria e funzione creditizia. Peccato però che la soluzione proposta da KPMG lasci del tutto impregiudicato l’impianto truffaldino del sistema monetario mondiale che attraverso una contabilità non fedele alla realtà non farebbe altro che trasferire il potere monetario intatto alle BC e a chi le controlla.
La vera soluzione per uscire dal DEBITO plurisecolare che attanaglia l’umanità e dal marasma economico attuale che ci porta alla guerra è separare la funzione monetaria – pubblica – dalla la funzione creditizia, nella contabilità, definendo la moneta “cassa” – cash e non cambiale – IOU- , e segnarla come proprietà dei cittadini, all’emissione, e del portatore, nella fattispecie. Ciò presuppone le seguenti cose:

  1. la separazione contabile dell’atto di creazione monetaria dall’atto creditizio o di altra transazione, segnando nella cassa la moneta creata e come flusso di cassa in entrata nel rendiconto finanziario, proveniente dai cittadini, creatori del valore monetario. Ogni essere umano con la sua vita è colui a partire dal quale nasce il valore, e verso il quale va questo valore d’uso monetario, in quanto ne è il legittimo fruitore e dovrebbe essere il titolare del diritto di proprietà patrimoniale che esso comporta, per convenzione;
  2. la segregazione dei depositi dal bilancio bancario, non più segnati al passivo dello stato patrimoniale della banca, ma facendoli fuoriuscire VERAMENTE dalla cassa, segnati come le cassette di sicurezza fuori dal bilancio della banca e all’attivo di cassa del cliente. Ciò eviterebbe l’attuazione dell’articolo 1834 del codice civile che attribuisce la proprietà dei depositi alla banca.
    Ho spiegato tutto questo nella mia relazione Far-falla, mentre sopra ho indicato come, appunto per uscire dalla morsa della finanza, tale moneta parallela sia più auspicabile denominarla in unità immaginaria che non in euro, rendendola accettabile per quegli introiti fiscali e quei servizi IN HOUSE, ancora in mano a e gestiti dagli enti pubblici e segnando tale moneta, come non titolo e come dovuta ai cittadini, senza alcuna perdita né guadagno per l’ente pubblico se non l’aiuto ai suoi cittadini.
    Tale moneta, FACOLTATIVA, si chiamerebbe BUONO sulla falsariga della normativa che consente ai supermercati di emettere assegni di acquisto dei loro prodotti (da approfondire), ma sarebbe non in euro – sia pur con un valore iniziale 1 a 1 all’emissione – alla stregua della normativa inesistente sulle monete private bitcoin e criptovalute.
    Non sarebbe coperta da euro né sarebbe convertibile in euro. Un giro diverso e SEPARATO, dalla cattiva moneta euro. Sarebbe denominata in una moneta immaginaria di esclusiva proprietà del paese Italia, del suo popolo e del suo Tesoro/cassa delegato dai cittadini sovrani ad emetterla. Ciò consentirebbe di creare un GIRO alternativo alla moneta euro, senza apparentemente intaccare il GIRO EURO, e non offrirebbe alcuna sponda, o meno sponde, per gli appigli della speculazione finanziaria.
    Del resto approvo la moneta fiscale di Stefano Sylos Labini e di Marco Cattaneo, Massimo Costa e Biagio Bossone, sconto fiscale in euro, che nel sistema attuale, nell’attuale paradigma, rimane il migliore progetto in circolazione, ma la nostra analisi del sistema monetario attuale, ci porta in realtà a dovere immettere nel dibattito intellettuale e politico il virus del cambio di paradigma, da moneta-liability (passività) a moneta “res” diritto reale di proprietà – conformemente alla concezione implicita nel Codice civile, derivante dal diritto romano. O moneta cassa.
    Se fossimo davvero sovrani o se pensassimo di contare qualcosa nei consessi geopolitici, beh non avremmo neanche accettato le IAS – le norme contabili internazionali che ci sono da qualche anno imposte senza alcun dibattito parlamentare – in quanto incompatibili con il concetto di moneta del Codice Civile.
    Non siamo noi ad avere inventato la carta moneta, la banconota-e la partita doppia? Cosa aspettiamo per ritirare fuori i nostri geni?
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8 Commenti

  1. Scritto in modo chiaro; complimenti. Da incorniciare quel “ Ogni essere umano con la sua vita è colui a partire dal quale nasce il valore, e verso il quale va questo valore d’uso monetario, in quanto ne è il legittimo fruitore e dovrebbe essere il titolare del diritto di proprietà patrimoniale che esso comporta, per convenzione;”

    • Penso che la sovranità popolare sia indispensabile. Casalinga da 45 anni non ho mai percepito uno stipendio.

      • Ciao Marisa grazie per il tuo contributo. Il senso di “sfruttamento casalingo” è concreto è necessario parlarne ancora ma principalmente ti invitiamo a fare delle proposte. Storie di Sovranità Popolare sono certamente la “rubrica” se vogliamo chiamarla così e siamo certi che esistono, tante persone provano magari falliscono ma poi riprendono il loro cammino. Questa è la voglia e la ricerca di Sovranità. Molti non se ne rendono conto ma la possiamo trovare in tante storie e tante aree del nostro Paese.

    • Ciao Marisa, da millenni questo riconoscimento viene negato concordiamo con la tua riflessione

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