L’articolo di Bini Smaghi sul MES una contro analisi

di Guido Grossi.

In questo recente articolo Bini Smaghi invia ai lettori un messaggio chiarissimo, che merita un commento:
“il MES conviene all’Italia, e chi lo nega in realtà vuole uscire dall’Europa”.

C’è una premessa non detta nell’articolo, cheperò traspare nel contenuto: l’Italia NON PUO’ FARE A MENO DI PRESTITI ESTERI.

Il che, quantomeno, è da dimostrare.

Vorrei invece far osservare, attraverso una accurata lettura dei dati,che in Italia esiste ricchezza finanziaria sufficiente a coprire tutti inostri bisogni. Ricchezza che, per di più, è usata malissimo (ed è a rischio): in buona parte sta infatti finanziando i mercati speculativi internazionali, che poi pretendono di prestarci i nostri soldi, alle loro condizioni.

Ma procediamo con ordine. L’alternativa proposta nell’articolo viene ridotta a una triste possibilità di scelta fra :

– un prestito dal MES allo 0,40 %

oppure

– un prestito “sui mercati” all’1,8 %

È chiaro a tutti che – SE NON ESISTESSERO ALTRE CONDIZIONI – converrebbe il MES.

Ma le condizioni esistono, eccome.

Premesso che lo 0,40 è tutto da verificare (decide il MES, a porte chiuse), a quel numero di devono comunque aggiungere “le commissioni”. N.B. : vengono menzionate, nell’articolo, ma non c’è alcun accenno all’ordine di grandezza. Eppure, basta vedere un qualunque fascicolo giudiziario delle migliaia di cause sull’usura bancaria per scoprire che è prassi diffusissima quella di mettere nelle commissioni e nelle clausole accessorie quella parte di guadagno del creditore che, se fosse esplicitata nel tasso nominale, farebbe scattare il superamento della soglia di usura.

Teniamo anche presente che nel trattato del MES è stabilito che “LA REMUNERAZIONE DEIPRESTITIDEVE ESSERE CONGRUA” : cioè, allineata al mercato. Così come è anche chiaramente scritto che le “condizionalità” sono un presupposto necessario del prestito.

Avete mai letto un contratto di prestiti internazionali?Clausole fitte, fitte… Ebbene, nel gergo della finanza si definiscono spudoratamente “PoisonPills” (pillole di veleno!)quelle clausole inserite nei contratti per offrire vantaggi ingiustificabiliai creditori. Sono scritte in maniera tale da non essere facilmente capite!

La finanza internazionale è pericolosa, e cinica! Qualcuno, veramente, ne dubita? Per piacere, non parlateci di solidarietà, quando parlate di prestiti internazionali.

Ora, il punto centrale : l’Italia ha davvero bisogno di prestiti esteri?Mettiamo due numeri in croce, per verificare.

Dati Banca d’Italia e Istat (i più aggiornati).

Ci sono tre settori che compongono il quadro della ricchezzanazionale italiana: Stato, Famiglie, Aziende.

Lo Stato ha un attivo patrimoniale (il patrimonio pubblico) di almeno 1.000 miliardi. Ma ha anche un debito pubblico di 2.400.

Lo Stato ha quindi una posizione netta negativa di 1.400 mld.

Ma lo Stato è composto da noi. Debiti e crediti dello Stato sono debiti e crediti nostri.

Noi abbiamo anche la nostra ricchezza privata, che si somma alla posizione dello Stato. Vediamo dunque quale è la situazione finanziaria nel settore privato, fatto di famiglie e aziende. 

Dati in miliardi di euro.

Famiglie.

– Attivo patrimoniale :totale 10.500

            (6.200 immobili)

            (4.300 ricchezza finanziaria);

– debiti :  900;

Ricchezza netta : 9.600

Aziende.

– Attivo patrimoniale: totale 4.900

            (3.000 immobili )

            (1.900 ricchezza finanziaria)

– debiti : 6.000

– indebitamento netto : 1.100

Totale attività: 15.400
Totale passività: 6.900

Famiglie e aziende hanno una ricchezza netta positiva di8.500 mld

Mettendo insieme Stato e cittadini, emerge che :

Attività : 16.400
passività : 9.300


La nazione italiana ha una ricchezza netta positiva di 7.100 miliardi.

Difficile sostenere che ci manchino i mezzi, non vi pare? I numeri dicono che i mezzi nazionali ci avanzano per 7.100 mld. E, di fatto, guarda caso, succede che buona parte delle nostre disponibilità finanziarie sia investita sui mercati internazionali… Siamo noi che stiamo finanziando l’estero!

Bene.

Ora zoomiamo per scrupolo la parte “finanziaria” di questa ricchezza(depositi, titoli) perchéper spendere i soldi ora necessari (3-400 mld) non è che si può liquidare rapidamente il patrimonio immobiliare.

Famiglie. attività finanziarie : 4.300 mld

passività : 900 mld

Ricchezza finanziaria netta: 3.400

Aziende :  attività : 1.900 mld

passività : 3.900 mld

Passività finanziaria netta : 2.000

Totale attività finanziarie : 6.200

Totale passività finanziarie : 4.800

Ricchezza finanziaria netta del settore privato: 1.400 mld


Quella cifra coincide con il dato rilevato a fine 2019 del saldo dei conti bancari privati: 1.450 mld.Il grosso rappresenta le disponibilità finanziarie liquide delle famiglie, una parte minore delle aziende.

Quanto sono consapevoli gli italiani della circostanza che le loro disponibilità finanziarie, depositate presso il sistema bancario, sono “prestate” alla speculazione internazionale?

Quanto sono consapevoli che le banche in Italia sono oramai quasi tutte private e straniere ?

Quanti sono consapevoli della circostanza che il sistema finanziario privato e internazionale preferisce (1.000 a 1)indirizzare quelle risorse per fare soldi con i soldi nel mondo della speculazione, piuttosto che finanziare le aziende e le famiglie che producono e scambiano beni, o gli enti pubblici che erogano servizi?

Torniamo ai numeri: NULLA impedisce di coprire il fabbisogno nazionale con la ricchezza nazionale, senza dover affatto ricorrere a prestiti esteri.

Nulla. I numeri lo dicono chiaramente: manca solo la volontà politica. E, sinceramente, spetta ai politici farci capire per quale ravanello di motivo preferiscono farsi prestare soldi dalla speculazione internazionale, piuttosto che dalle famiglie italiane.

A proposito di volontà politica… l’articolo sostiene una tesi ardita: il vero scopo dei detrattori del MES è quello di uscire dall’Unione europea.

Attento, Bini Smaghi, chi la fa la pensa… potrebbe anche essere vero il contrario: ci si arrampica sugli specchi per difendere l’indifendibile (il MES) solo per sostenere l’Unione europea. Il che, di certo, non contribuisce a farcela apprezzare.

Sarebbe migliore, l’Europa, se non fosse governata da burocrati dediti a tutelare gli interessi della speculazione mondiale. Forse dovremmo arrenderci all’idea che l’umanità non è ancora capace di gestire in maniera democratica ed efficiente le Istituzioni politiche. Troppo lontane. E più sono grandi e lontane e più aumenta la difficoltà. Ma questa è filosofia.

Restiamo ai fatti.

L’autore s’è anche scordato di dire che il MES, comunque, ci presta i soldi… nostri: siamo noi, infatti, che lo capitalizziamo con decine di miliardi. Decine che nelle intenzioni dei sostenitori di questo mostro, diventano centinaia.

Perché mostro? Beh… una Istituzione Finanziaria Internazionale che per scopo statutario deve salvare la stabilità del sistema finanziario (cioè le banche private internazionali) usando soldi dei cittadini, composto da burocrati selezionati con metodi non democratici, coperto da inviolabilità della sede, segreto, immunità e impunibilità di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria… come altro lo vogliamo definire?

Sarebbe carino, piuttosto, ricevere un commento di Bini Smaghi al Piano di Salvezza Nazionale, che è concepito apposta per proteggere il risparmio nazionale e indirizzarlo nella nostra economia reale. Fuori dalla speculazione. Senza ricorrere a prestiti esteri.

https://pianodisalvezzanazionale.it/

Ulteriori dettagli Banca D’Italia la ricchezza delle famiglie Link

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3 Commenti

  1. Dott. Grossi l’ammiro per la passione e la responsabilità con cui sta conducendo questa campagna per uscire da questa crisi, spendendosi non poco, prima con le divulgate su alcune Tv private poi con la petizione su Charge.org. e per ultimo con questo articolo eccellente per la sua chiarezza ma che se fossi stato in lei avrei chiesto alla stessa testata che ha ospitato Bini Smighi di replicargli ed in caso di un rifiuto di chiedere ad un altro giornale l’opportunità di farlo. Raggiungere la diffusione del Piano a livello nazionale per un dibattito serio, proprio come lo svolge lei, meritevolmente senza ancoraggi politici (almeno questa è l’idea che mi sono fatta io ), è in questo momento il traguardo da raggiungere. Ma a ciò possiamo contribuire, volendo, ognuno di noi chiedendo a giornali e Tv di avviare un dibattito che allo stato, specie nei media dominanti, è completamente assente, essendo ridotta esclusivamente alla semplicistica contrapposizione fra chi vuole stare dentro l’Europa e chi vuole uscirne. Oggi la diffusione dei social è tale che tutti i membri del governo come pure giornalisti, conduttori di televisioni hanno un blog, sono su Fb per cui quale migliore opportunità per far pervenire loro domande in tal senso. Richieste semplici, civili, senza esagitazioni, da parte di persone che chiedono educatamente che al centro dell’informazione ci sia questo tema affrontato e dibattuto con serietà e responsabilità, chissà, forse qualcosa smuoverà.
    PS = Mi scusi ma ripassando i dati da lei riportati circa le passività finanziare delle aziende senza conteggiare gli immobili mi trovo 4100 (6000-1900) anziché 3900 da cui la ricchezza finanziaria complessiva del settore privato è 1200 Mld (anziché 1400)

  2. Occorre agire, occorre pragmatismo; ma resta difficile ,in questo momento ,individuare gli strumenti adatti per riportare la politica al servizio di noi cittadini.Il tempo scorre , la consapevolezza del popolo è lenta a farsi strada;le trasformazioni della società avvengono grazie o a causa di crisi improvvise ,associate a metodi coercitivi.Forse è giunto il momento di avere coraggio.

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