Musica&Parole Un Sud Italia ricco di Meraviglie

Musica e parole

di Alessio Felicetti

La storica Banda “Antonio De Bartolo” ospita il Calabria Evolutions, l’evento culturale calabrese più importante. L’Arte musicale e le sue tradizioni: da sempre un vanto culturale a livello mondiale                                                                                            Intervista al maestro Domenico di Vasto

L’Italia è una Nazione spettacolare. Piccola, ma che ha dato a tutto il mondo qualcosa di se. Quando si parla di arte, cultura, tradizioni, territorio, paesaggi e tutto il resto, il mondo non può fare a meno che osservare con estremo stupore. Il Sud di questa penisola ha da sempre una storia importante, non solo significativa per la Nazione, ma per il Mondo intero, basti pensare alla grande Napoli. Con solo un po’ di attenzione si comprende che servirebbe valorizzare maggiormente questo territorio ricco di cultura ed arte. Un territorio che fiorisce sempre più, grazie a quel popolo che generazione dopo generazione da dimostrazione di essere una grande risorsa per l’umanità, soprattutto grazie ai geni giovanili, menti fresche che bramano lasciare un segno del proprio passaggio sulla terra. Parliamo di Sud che ha dato i Natali a grandi uomini e donne, persone che hanno calcato un’importante traccia nella storia umana.

La Calabria è una regione di questo Sud. Terra che possiede una ricca cultura storica, ricche tradizioni artistiche, poco valorizzate dalle Istituzioni locali e Nazionali.

Oggi parliamo di una Città specifica, di grande fascino e ricca di meraviglie: Corigliano-Rossano. Corigliano è una città della provincia di Cosenza. Molti non sanno che le sue origini sono molto antiche e non si parla di un origine prima dell’unione d’Italia, nemmeno prima del Regno di Napoli, ma le radici sono collocate addirittura nell’Età antica e Alto Medioevo. Fu un territorio ambito da grandi civiltà e conquistatori, basti pensare che già in epoca Romana il suo porto, del tutto naturale, era un punto di riferimento per gli scambi commerciali dell’impero. Nel X secolo ci furono i Saraceni ad occupare il territorio, ad esempio, ma fu anche una terra molto ammirata da Federico II di Svevia e, ultimo evento memorabile da citare, è la tentata invasione del famoso Pirata saraceno Barbarossa nel 1538, il quale fallì poiché la città difese con gli artigli i propri beni. Divenne poi una provincia del regno di Napoli. Insomma, è una città con un grande passato e tradizioni le cui radici calcano epoche storiche importanti. Oggi è una città che, ignara, possiede ancora una grande cultura e un’arte gigantesca, oltre che storia monumentale. Una fra tutte è la sua banda storica.

La Banda musicale De Bartolo Città di Corigliano è una delle bande più antiche, conosciute e prestigiose di tutta la Calabria, vanta infatti circa 150 anni di storia senza mai aver interrotto la propria attività. Dopo il susseguirsi di diversi maestri provenienti da diverse zone del sud Italia, la banda viene affidata al Compianto Maestro Antonio De Bartolo che dapprima entra come semplice componente negli anni 50 e successivamente ne prende le redini. Proprio a quest’ultimo il nostro complesso bandistico è oggi dedicato. Nel dopo De Bartolo si sono alternati vari maestri Coriglianesi e dal 2014 la direzione artistica dell’associazione è affidata alle abili cure del Maestro Domenico Di Vasto che si occupa della preparazione delle nuove leve e della direzione e concertazione della Banda. Il Maestro Di Vasto, si è Diplomato in clarinetto nel 2007 sotto la guida del Maestro Vincenzo Buonomano presso il conservatorio di Cosenza, si è specializzato in Musicoterapia nel 2013 presso il conservatorio de l’Aquila, si è abilitato all’insegnamento nel 2016, ha frequentato con successo il corso annuale di direzione per Banda e Orchestra di Fiati organizzato da A.M.A. Calabria nel 2018 sotto la guida del Maestro Maurizio Managò, svolgendo incontri e masterclass con Direttori di fama internazionale del calibro di Fulvio Creux, Jan Van der Rost, Jacob De Hann e altri ancora. Dal 2019 è docente di ruolo presso l’Istituto Comprensivo di Cariati.

Maestro, la cultura bandistica è spesso “sconosciuta” o, peggio, sottovalutata. Entrambi sappiamo, invece, quanto sia fondamentale questa realtà culturale in Italia, una nazione che fin dall’epoca romana se non prima, ha un’importanza artistica, culturale, che ha ispirato il mondo intero per secoli. E’ una cultura, quella bandistica, fondamentale per tutta la società, specialmente al Sud. Specialmente per i giovani.

Per anni fin da quando ero bambino ed ho intrapreso questo cammino, ho sentito dire più e più volte che la banda, favorisce atteggiamenti positivi di socializzazione e sposta dalle devianze sociali che soprattutto (purtroppo) al sud sono presenti. Ovviamente anche oggi giorno è così, ma credo che oggi come oggi fra i giovani siano sorti anche altri tipi di problematiche, uno fra tutti la mancanza di socializzazione “dal vivo”, oggi sempre più difficile con l’avvento dell’era digitale. Addirittura oggi si gioca a distanza con i propri amici, ognuno a casa propria, chiusi in cameretta con le cuffie che ti isolano dal mondo esterno. Ecco, a mio parere uno degli aspetti molto positivi del nostro tipo di associazionismo, contestualizzati nel nostro tempo è proprio quello di avere una cosa che prima era scontata e oggi forse non lo è più, rapporti sociali con i propri coetanei e anche e soprattutto con persone più grandi che ti guardano con empatia aiutandoti non solo nella crescita musicale ma anche e soprattutto in quella umana. Per non parlare dell’importanza a livello psicofisico che concerne lo studio di uno strumento musicale, che oggi è riconosciuta a livello scientifico in tutto il mondo.

Sono stati due anni difficili, se prima quest’arte era un po’ trascurata, oggi lo è ancor di più. Lei che è direttore e compositore del mondo bandistico, com’è stato vivere questa pandemia e soprattutto com’è sta avvenendo la ripresa?

E’ stato un disastro per la cultura in generale e per il mondo bandistico. Le prime necessità sono state considerate altre, soprattutto nei primi mesi nulla o quasi è stato fatto per salvaguardare il nostro mondo. Ma siamo così sicuri che l’arte non sia un bene così necessario per lo spirito? Guarda caso dopo qualche settimana dallo scoppio della pandemia abbiamo sentito tutti il bisogno di affacciarsi alla finestra e cantare, suonare o mettere la musica ad alto volume. Perché l’arte è una vitamina fondamentale per noi, quindi, bisogno di prima necessità. Poi ovviamente oltre al fattore spirituale c’è anche un discorso economico, faccio l’esempio delle cosiddette “bande da giro”, bande che girano da aprile fino ad ottobre per tutte le piazze soprattutto del sud, formate da musicisti che spesso fanno solo questa attività e si sono trovati di colpo senza lavoro e senza nessuna tutela.

In che senso lei ritiene fondamentale la realtà bandistica, in particolare al sud e ponendo una particolare attenzione sui giovani?

Ho parlato prima dell’importanza a livello sociale e spirituale della banda, ma altresì importante è che spesso dalle bande nascono nuove professionalità. Io stesso ho cominciato il mio percorso nella banda musicale del mio paese, Castrovillari e ne ho fatto diventare un lavoro seguendo gli studi presso il conservatorio. Ma potrei fare centinaia di esempi a riguardo.

Lei è direttore stabile di una storica banda, anche molto conosciuta ed importante, non solo nella regione Calabria: la Banda “Antonio De Bartolo” di Corigliano-Rossano. Una realtà che lei ha rivoluzionato, ha ottenendo molti successi, soddisfazioni e non solo in aria casalinga: sappiamo che ha portato la banda a suonare in diversi concorsi oltre che nei giardini Vaticani, ad esempio. Ma soprattutto, facendo riferimento a quell’importanza per la società, sappiamo che ha attratto l’attenzione, negli anni, di tantissimi giovani, talenti che oggi ne fanno parte, uniti ai componenti storici, e che, per la maggior parte, studiano in conservatorio. Ci può raccontare di questa grande famiglia bandistica?

Ha detto bene, famiglia. Infatti per tutti noi componenti, ragazzi, direttivo è così che ci consideriamo.

Riguardo ai ragazzi che studiano in conservatorio per me è veramente un grande orgoglio. Insegnare le prime nozioni a bambini di sette, otto anni e vederli crescere negli anni come uomini/donne e come musicisti è un qualcosa di emozionante che però io considero debba essere la normalità nelle nostre associazioni. È assolutamente sbagliato considerare la banda solo come il passatempo della prova settimanale che si riduce poi nell’ andare a fare la processione o il concertino, ma va considerata la banda musicale come una vera e propria scuola fatta fra le altre cose, di figure professionali che seguono i ragazzi negli anni. Poi ovviamente l’amatorialità di base rimane sempre, ma amatoriale non deve essere sinonimo di scadente.

Quest’anno Corigliano ospiterà un incredibile evento: Calabria Evolutions e, quindi, la “De Bartolo” sarà padrona di casa che ospiterà altre realtà. In generale, di cosa si tratta?

Calabria evolutions è un campus per giovani musicisti della durata di quattro giorni, arrivata ormai alla settima edizione che in collaborazione con la scuola di musica di Crosia “Euphonia” e grazie alla possibilità che ci ha dato A.M.A. Calabria, siamo lieti di portare anche nel nostro territorio.

Che importanza ha per ogni componente della sua banda, da adulti a ragazzi, quest’evento?

Calabria Evolutions è cultura, valorizzazione del nostro territorio, aggregazione e socializzazione. Inoltre offre ai giovani momenti di alta qualità musicale poiché si da la possibilità di fare lezioni individuali, masterclass, prove di sezione e prove d’orchestra, attività formative che avranno la possibilità di curare con direttori d’orchestra e musicisti di grande prestigio. Si formerà pertanto, una maestosa orchestra che avrà il privilegio, di poter fare musica con uno straordinario testimonial della grande musica internazionale.

Infine, quest’evento può, secondo lei, essere un chiaro messaggio alle istituzioni? Non solo di ripartenza, ma può essere un messaggio alle istituzioni nazionali per chiedere maggiore attenzione nei confronti di questa grande cultura bandistica e un messaggio alle istituzioni locali per chiedere la giusta valorizzazione della “De Bartolo”?

Io penso che di eventi per dimostrare l’importanza della nostra cultura musicale ne siano stati organizzati tanti da noi e non solo. L’A.M.A. Calabria da questo punto di vista è un fiore all’occhiello del sud Italia. Ma spesso i politici chiudono occhi e orecchie.

Per fortuna gli amministratori di Corigliano Rossano ci stanno vicini e ci supportano come possono, ma ovviamente per crescere sempre di più c’è bisogno di una mano da parte di tutti ancora più forte.

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