Lo Stato italiano contro la democrazia ed i diritti fondamentali

La polizia attacca il presidio dei lavoratori in sciopero ai cantieri di Trieste

Assalto dello Stato non democratico ai lavoratori di Trieste

di redazione

Anche questa settimana, cittadini in piazza mai così numerosi come in questi giorni.

Udine, Roma, Trieste, Firenze, elenco non esaustivo, a Milano diecimila persone e in diversi momenti la violenza dello Stato non democratico, ha prevaricato è questo il corollario quotidiano che prevale in tutto il paese.

La stampa la tv e i giornali, soliti noti, preparano il terreno per agevolare poi l’intervento dello Stato non democratico, gruppi, movimenti, stampa indipendente e libero pensiero sembra essere il nemico numero uno della Stato non democratico.

La carta verde, la patente per vivere, criticata dalla stampa estera ma allo Stato non democratico questo non basta e tira dritto per i suoi obiettivi, zittire, umiliare, cancellare ogni dissenso indebolirlo, per non avere ulteriori ostacoli per quella politica affarista, corrotta e al soldo del capitalismo “arraffatutto”

Mentre in alcune città i cittadini regalano fiori ai poliziotti, cercando di avere un dialogo con l’umano dietro la divisa, donando parole di solidarietà e fiori profumati e colorati, durante la notte, alcuni uomini, “insospettabili” pianificavano la guerra ai lavoratori in sciopero nel porto di Trieste. Sul tavolo, gli strumenti di repressione, carte stradali e uomini fidati.

Alle prime luci di questo nuovo lunedì, circa 150 celerini, armati di scudo, manganelli e con il casco in testa, si sono schierati sul piazzale presidiato da cittadini e lavoratori.

La città di Trieste blindata, non era possibile raggiungerla dalle strade principali e quando tutto lo spiegamento di forze era posizionato nei punti nevralgici, dalla stanza dei bottoni, uomini “insospettabili” hanno dato l’ordine ai poliziotti, quelli senza i fiori” di attaccare il presidio utilizzando idranti, gas lacrimogeno ma l’ordine è chiaro, provocare una reazione e attaccare con qualsiasi strumento e porre fine al presidio, oggi, lo hanno chiesto forse i proprietari tedeschi del porto e chi guida lo Stato non democratico.

E’ stata un’azione lenta, ripetuta più volte, per provocare la reazione ma i lavoratori ed i cittadini non hanno reagito hanno solo subito violenza, brutalità e terrore, alla forza violenta, lavoratori e cittadini hanno ripiegato verso l’area verde ai lati dell’ingresso al porto di Trieste.

Non erano molti i celerini ma al presidio non c’erano violenti ma solo cittadini armati di pazienza nel tentativo di spiegare la democrazia a chi ha scelto di non rappresentarla mai.

Il presidio è stato sciolto, definitivamente? Trieste è stata liberata?

 

 

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