È una inaccettabile follia. La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra è una autentica follia.
Tutti i responsabili della politica internazionale sono chiamati ad agire con determinazione per impedire che la crisi sfoci in una nuova guerra che avrebbe conseguenze devastanti per tutto il mondo. Sarebbe una pericolosissima regressione storica.
Abbiamo bisogno di una parola chiara: mai più guerra e si agisca di conseguenza.
Non c’è alcuna possibilità di difendere i diritti umani o di risolvere le crisi muovendo carri armati, soldati, navi e aerei di guerra.
Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!
Con la guerra si scaricherebbe su noi tutti una catastrofe umanitaria, una crisi energetica ed economica di enormi e incontrollabili proporzioni.
Con la guerra tutto andrà perduto. Con la pace tutto è ancora possibile.
Nessun processo di allargamento politico o militare può avvenire a spese della vita e della pace. Noi cittadini dobbiamo affrontare alla radice tutti i problemi che da lungo tempo attraversano e colpiscono l’Ucraina, la Russia e loro confini. L’obiettivo principale deve essere la paziente e tenace costruzione della pace e della sicurezza in tutto il mondo anche attraverso un reale processo di disarmo.
Allo stesso tempo, è necessario riconoscere che l’escalation ai confini NATO-RUSSIA è espressione del grave prolungato deterioramento delle relazioni internazionali e dell’altrettanto serio indebolimento delle Istituzioni internazionali. Dobbiamo cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione e il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono. Come è possibile solo pensarlo, come è possibile suggerirlo come obiettivo degli Stati lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite se non eliminiamo la follia della guerra. Non è più ammissibile che la sicurezza degli stati continui a prevalere sulla sicurezza umana.
Il Diritto internazionale dei diritti umani è la bussola per la soluzione del conflitto in Ucraina e non solo.
Le guerre costituiscono una criminale sequela che ha le caratteristiche del circolo vizioso: guerra chiama guerra. Perché il cerchio si spezzi occorre che vengano meno gli attributi militari degli stati-nazione; si affermino strutture democratiche di governo mondiale; si metta in funzione il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite. Il Trattato di Lisbona, stabilisce espressamente che “l’Unione promuove soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell’ambito delle Nazioni Unite. …L’Unione opera per assicurare un elevato livello di cooperazione in tutti i settori delle relazioni internazionali al fine di: … preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, …” (art. 21).
Se i nostri politici non ricordano queste parole, se non le rispettano siamo veramente giunti ad un punto di non ritorno. Dove dobbiamo guardare per trovare solidarietà e umanità?
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