Tre domande della Cina agli USA

La censura di Google arriva dopo sei anni cancellato film di Oliver Stone "Ukraine on Fire"

Ukraine of fire film di Oliver Stone 2016

La Cina attraverso canali ufficiali ha inviato tre domande agli USA sui laboratori biologici in Ucraina: Washington potrebbe dimostrare e chiarire al mondo intero la sua innocenza, rispondendo direttamente e onestamente a tre domande.
1. Che cosa cercava di nascondere l’Ambasciata degli Stati Uniti a Kiev rimuovendo in fretta i documenti dal suo sito web?
2. Perché per 20 anni gli Stati Uniti hanno ostacolato unilateralmente il protocollo di verifica della Convenzione sul divieto delle armi biologiche?
3. Cosa impedisce agli Stati Uniti di aprire i loro laboratori biologici all’estero e Fort Detrick per un’ispezione internazionale indipendente?

Nota del Ministero della Difesa russo: “i nazionalisti ucraini hanno fatto saltare in aria un edificio dell’Istituto di fisica e di tecnologia di Kharkov, potrebbe essere il tentativo di nascondere le ricerche sul nucleare. I primi soccorsi stimano 50 vittime.
Nota da Kiev: è vietato ai sindaci delle città qualsiasi contatto sulle questioni umanitarie con la Russia, “chi non è d’accordo viene fucilato”.

Guerra digitale

YouTube ha censurato, eliminato “Ukraine on Fire” il documentario co-prodotto da Oliver Stone che racconta il golpe di Euromaidan, la rivoluzione colorata. A renderlo noto è il regista, l’ucraino Igor Lopatonok. La ragione della rimozione da tutte le piattaforme di Google è la presenza di “contenuti violenti o espliciti”. Strano sia successo proprio adesso perché il film era online da sei anni. La censura e la propaganda sulla guerra sono un segnale NERO sul prossimo futuro e nel mondo dell’informazione.

Per gli appassionati è possibile vederlo online sui canali Vimeo e Rumble.

Da qualche giorno i media italiani hanno definito un decalogo dove qualsiasi invitato ai dibattiti alle trasmissioni di approfondimento deve necessariamente accettare, pena, nessun invito:

devo dire che: – Parlo a titolo personale, – Non rappresento nessuno, – Condanno l’invasione russa, – Sto con l’Ucraina. Credo che quando un professore universitario prima di parlare deve fare tutte queste premesse, allora non è un bel clima”

cit Alessandro Orsini.

 

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