Le persecuzioni contro i russi e i cittadini russofoni

All'oscuramento della cultura ci opponiamo con la cultura

Propaganda occidentale contro la cultura russa

La storia ci racconta di numerosi crimini di persecuzione e nella civiltà di oggi non era immaginabile di essere testimoni di questi crimini ma la realtà è crudele e gli eventi da elencare non sono pochi, ne evidenziamo quelli più attuali, evidenti e ignorati.

Prima di tutto è fondamentale fare conoscenza della definizione di persecuzione nel diritto internazionale.

Una definizione di ciò che s’intende giuridicamente come persecuzione è indicato dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (17 luglio 1998) che all’articolo 7, riguardante i crimini contro l’umanità, recita che per: «”persecuzione” s’intende la intenzionale e grave privazione dei diritti fondamentali in violazione del diritto internazionale, per ragioni connesse all’identità del gruppo o della collettività». Nello stesso Statuto viene indicata una casistica di ciò che rientra nel crimine di persecuzione: «Persecuzione contro un gruppo o una collettività dotati di propria identità, ispirata da ragioni di ordine politico, razziale, nazionale, etnico, culturale, religioso o di genere sessuale ai sensi del paragrafo 3, o da altre ragioni universalmente riconosciute come non permissibili ai sensi del diritto internazionale, collegate ad atti previsti dalle disposizioni del presente paragrafo o a crimini di competenza della Corte»

Il 24 febbraio 2022 si materializza il volto del nemico e di conseguenza “alle armi” della cultura, contro i russi, la lingua russa e i russofoni. L’Italia non si esclude e da il via alla persecuzioni: Tchaikovsky e Dostoevsky sono nostri nemici. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala caccia il direttore d’orchestra russo Valery Gergiev dal Teatro della Scala e all’Università della Bicocca, viene annullato il corso del prof. Paolo Nori sull’autore russo Fedor Dostoevskij. A Reggio Emilia l’assessore alla cultura del comune, Annalisa Rabitti annulla la presenza alla mostra di Fotografia Europea, del fotografo russo Alexander Gronsky.

Evgenij Solonovich, 88 anni e Anna Jampol’skaja, membri della giuria del Premio Strega vengono esclusi. Chi è Evgenij Solonovich? È russo, è un italianista, uno studioso della letteratura italiana ed ha tradotto in russo i massimi scrittori e poeti italiani dell’Ottocento e del Novecento, nel corso dei decenni (dal 1959 in poi) ha reso nella lingua sua e dei suoi connazionali la bellezza di Dante, Petrarca, Ariosto, Montale, Luzi, è appassionato dei sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, conosce a memoria i libretti di Giacomo Puccini, Gioachino Rossini e Giuseppe Verdi. Ha ricevuto premi e riconoscimenti, soprattutto dai nostri ministeri: “L’Italia è la mia vita!” come ha detto in un’intervista in cui ha raccontato come innumerevoli altre volte il suo amore per il nostro Paese. Eppure tutto questo non basta: Evgenij Solonovich, il massimo italianista russo, è stato escluso dal comitato organizzativo del Premio Strega. La decisione è stata presa dal ministero degli Esteri, come ha confermato Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci. “Ho appreso della decisione a malincuore – spiega – Personalmente mi dispiace perché è un dialogo che si interrompe sui libri e la cultura“. Petrocchi precisa che è la Farnesina a coordinare “la partecipazione degli Istituti italiani di cultura”.

Pochi giorni fa sembra rientrata la crisi politico-culturale accesa intorno all’esclusione — voluta dal ministero degli Esteri italiano — di sei sui sette componenti della giuria internazionale del Premio Strega espressi dall’Istituto italiano di cultura a Mosca. Lo stesso ministero dovrebbe annullare il provvedimento dopo che molte voci si erano alzate contro la scelta di inibire al più grande italianista russo Evgenij Solonovich, ad Anna Jampol’skaja, anche lei celebre italianista, ed ad altri 4 studiosi, il diritto di voto nel concorso letterario. Un momento di grande tensione internazionale è sufficiente per motivare il comportamento del Ministero degli Esteri nell’agire persecutorio contro cittadini russi? La Farnesina ha fatto marcia indietro che è stata espressamente chiesta da Palazzo Chigi ma l’atto persecutorio resta, eccome.

Quanta ignoranza, la storia italiana è influenzata dalla presenza della letteratura russa. Non è un fatto casuale ma il risultato di ottimi rapporti tra i due stati risalenti ad oltre 4 secoli fa, quando alcuni filosofi, storici e scrittori russi, fondarono la prima scuola di russo a Capri. Arrivano in Italia scrittori come Plechanov, Lopatin, Kropotkin, ma soprattutto Maksim Gor’kij ed entrarono in contatto con gli intellettuali italiani. Nasce una nuova scuola a Bologna ed emerge la figura di Alezander Bogdanov.

Il pensiero politico e sociale dei filosofi russi in Italia è stato raccolto nel 1915 da un giovane studente universitario e giornalista di nome Gramsci che nel 1919-1920 introdusse all’interno delle fabbriche italiane i Consigli di fabbrica. Attraverso le sue lettere sappiamo che molti libri sono stati realizzati in Italia, nel 2022 alcuni di questi lavori sono stati ripresi da famosi scrittori e storici come Carlo Rovelli con l’opera dal titolo “Helgoland”. “Alle armi della comunicazione” ed in modo sincronizzato, l’immagine del nemico viene trasmessa, diffusa con continuità in tutto il circo mediatico italiano. Politici e giornalisti hanno espresso il più basso livello della politica e del giornalismo mai vissuta prima. A loro il ruolo di diffondere false notizie, creare i buoni e i cattivi ed individuare gli “amici del nemico” da donare in pasto dell’opinione pubblica.

Speriamo sia l’ultimo pasticcio inventato/suggerito al Corriere della Sera da i servizi segreti italiani. Nonostante una confusa smentita di quest’ultimi, il Corriere della Sera ha espresso il peggior giornalismo, inutile e diffamatorio l’elenco di giornalisti, ricercatori e studiosi, alla gogna per avere espresso opinioni per cui il Corriere della Sera e non solo, non condividono. La superficialità è tanta in quell’articolo, gli autori non seguono il conflitto, non hanno fatto uno scoop citando persone che sono pubbliche ed operano alla luce del sole, ognuno con la propria esperienza.

Per sfortuna del Corriere della Sera molti colleghi della stampa indipendente seguono e scrivono e testimoniano quanto accade nel conflitto tra Russia ed Ucraina, alla fine questo articolo del Corriere della Sera è l’ennesimo pasticcio all’italiana. La strategia è vecchia e ci riporta indietro di 50 anni e forse più ma non ha più effetto, non siete informatori e fate molto male al giornalismo italiano.

Opera sacra

Nel resto del mondo sono molti gli eventi persecutori

La moglie di ke Gazaryan, Yulia, di solito risponde al telefono per il loro ristorante di San Diego, in California, il Pushkin Russian Restaurant, che serve cibo delle tradizioni sovietiche. Dalla settimana successiva all’inizio della guerra, dice, il ristorante ha ricevuto dalle 15 alle 20 telefonate minatorie. Non ha prestato molta attenzione alle prime chiamate ma alcune erano delle minacce.

Dall’inizio del conflitto, persone in tutto il mondo hanno espresso la loro solidarietà al popolo ucraino donando a enti di beneficenza, boicottaggi aziendali manifestazioni di protesta. Altri hanno diretto la loro rabbia verso tutto ciò che ritengono essere associato a i russi. In alcuni casi, queste proteste sono sembrate innocue e senza senso, ad esempio, il concorso internazionale dell’albero europeo dell’anno ha eliminato gli alberi russi dalla competizione. Le esportazioni culturali russe sono diventate un obiettivo primario, con cancellazioni di spettacoli del Balletto di Stato russo della Siberia, della compagnia Royal Moscow Ballet e del Bolshoi Ballet nel Regno Unito. In altri casi, la retorica è stata più chiaramente discriminatoria e persecutiva, come il membro del Congresso Eric Swalwell che ha dichiarato: “cacciare ogni studente russo dagli Stati Uniti” e il legislatore britannico Roger Gale, sostenendo che tutti i russi che vivono nel paese dovrebbero essere “rimandati a casa”.

Alcuni attacchi ai russi e altri percepiti come russi sono stati denunciati come atti criminali. Una chiesa ortodossa russa a Calgary, in Canada, è stata imbrattata di vernice rossa. A Washington, DC, vandali hanno spaccato le finestre prendendole come bersaglio con il lancio di pietre, rotto una porta e lasciato slogan razzisti presso il Russia House Restaurant and Lounge. E a Dublino, un camion si è schiantato contro il cancello dell’ambasciata russa.

Le vittime di persecuzione sono i cittadini della diaspora di lingua russa. L’emittente tedesca DW ha riferito che la proprietaria russa di una scuola di lingua russa ha affermato che i suoi colleghi e studenti hanno ricevuto abusi e molestie, aggiungendo che un museo locale inizialmente ha cancellato uno spettacolo dei suoi studenti “per motivi politici”. A Vancouver, un centro culturale russo è stato imbrattato di vernice blu e gialla, i colori della bandiera ucraina.

Le persecuzioni si sono estese anche ad alcuni dei russi più visibili negli Stati Uniti e in Canada: i giocatori di hockey professionisti. Dan Milstein è un agente certificato dalla National Hockey League Players’ Association che lavora con più di 40 giovani provenienti da Russia e Bielorussia, come Nikita Kucherov del Tampa Bay Lightning. Milstein dice che i suoi clienti sia negli Stati Uniti che in Canada gli hanno detto di aver subito violenze e molestie. Ad esempio, dice Milstein, un atleta è stato avvicinato da uno sconosciuto per strada e gli è stato detto di “fare le valigie e tornare a combattere la Russia”. Alcuni atleti hanno chiesto maggiore sicurezza per le loro mogli e figli, che sono stati anche oggetto di molestie, afferma Milstein.

I proprietari del Taste of Russia, un negozio nel quartiere Brighton Beach di Brooklyn che vende cibo delle tradizioni sovietiche, è stato costretto a cambiare il nome e di sbarazzarsi di un’insegna con la Cattedrale di San Basilio sulla Piazza Rossa.

In Polonia l’ambasciatore russo, Sergei Andreev, è stato duramente contestato mentre si apprestava a deporre una corona di fiori a un monumento in memoria del sacrificio dei russi nella lotta contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale. L’Ambasciatore è stato bersagliato con della vernice rossa e tutto questo sotto gli occhi della polizia polacca che non ha garantito alcun livello di sicurezza.

Come per l’Hockey, in altre discipline sportive la persecuzione non solo miete le sue vittime ma genera gravi danni economici, è il caso del team ciclistico sponsorizzato da Gazprom. Una situazione paradossale con un club fermo ai box a causa delle sanzioni sui club russi a livello internazionale ma che dei 21 corridori in squadra solo 9 sono russi e 12 stranieri. E nello staff è presente anche un ucraino. Ma la rabbia degli atleti coinvolti si trasforma in delusione davanti al silenzio dell’Uci, la federazione ciclistica internazionale. Infatti i 7 corridori italiani, che in questo periodo sono riusciti a correre qualche gara con la maglia della Nazionale (Coppi&Bartali e Giro di Sicilia), prima di questo tentativo fallito, hanno scritto all’Uci una proposta: “Indosseremo la maglia bianca senza sponsor russi, ci chiameremo ‘TheWhiteTeam’, utilizzeremo la licenza svizzera della squadra, ma fateci correre”. L’amara constatazione dell’avvocato: “Purtroppo nessuna risposta dalla Federazione presieduta da Lappartient”. Il tribunale arbitrale dello sport si è espresso negativamente: i 9 corridori italiani del team russo restano ai box. Il legale: “Nemmeno l‘Uci ha risposto alla proposta di correre senza sponsor e in maglia bianca”

Per un giovane sportivo è la fine della sua carriera, non può correre, non riceve stipendio, anzi viene anche punito, perché rifiutata la possibilità di rinunciare allo sponsor e quindi solo per una gran voglia di sport.

Anche i colossi di internet partecipano alle persecuzione

È il caso di Facebook la Meta Platforms ha concesso agli utenti di Facebook e Instagram di invocare la violenza contro i russi una decisione politica di incitamento all’odio.

La società di social media ha anche autorizzato alcuni post che chiedono la morte del presidente russo Vladimir Putin o del presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

Prigionieri politici russofoni in Ucraina

In Ucraina dal 2014 assistiamo alle persecuzioni più violente contro i cittadini ucraini russofoni. Il conflitto armato non viene evitato ne dalle organizzazioni come l’ONU e ne dalle potenze nucleari. I primi due anni sono atroci e le testimonianze degli atti persecutori contro i cittadini ucraini russofoni ad opera del governo ucraino sono negli archivi delle Nazioni Unite e dell’Osce. Dopo diversi tentativi il conflitto non si spegne ed assume un’intensità bassa ma continua come gli atti persecutori istituiti per legge.

Si tratta della legge sulla lingua (legge n° 5670-d ), approvata definitivamente il 25 aprile 2019 con 278 voti favorevoli su 450. Ci sono tuttavia volute oltre 2000 modifiche e rielaborazioni, apportate nel corso dell’inverno, per convincere la maggioranza dei deputati a far passare la proposta di legge, approvata in prima lettura il 4 ottobre.

Questa legge in realtà conferma una volontà politica espressa per la prima volta da Porošenko.

Oltre alle normative scolastiche, nel 2016 si erano introdotte le quote sulla musica ucraina per le radio e nel 2017 sui programmi televisivi. Si tratta di un processo contestato dagli oppositori del governo ucraino ma lentamente sono stati tutti inesorabilmente repressi, arrestasti, torturati, di alcuni non si hanno più notizie.

L’articolo 10 della Costituzione ucraina, in vigore dal 1996, sancisce che l’ucraino è l’unica lingua ufficiale del paese; allo stesso tempo, garantisce sviluppo, tutela e libertà di utilizzo al russo e alle altre lingue delle minoranze nazionali. Nel 2012 tuttavia, il governo Janukovič, sostenuto allora dal Partito delle regioni, aveva introdotto il concetto di “lingua regionale” per le aree (regioni o città) dove una minoranza superiore al 10% dei residenti parla una lingua diversa dall’ucraino. Secondo tale disposizione, in questi territori la lingua regionale gode di status pari all’ucraino e può essere utilizzata come lingua veicolare nelle scuole e negli organi amministrativi locali. Il russo è stato conseguentemente riconosciuto come “lingua regionale” nelle regioni di Donetsk, Luhansk, Charkiv, Zaporižžja, Cherson, Mykolaïv, Dnipro, Odessa e in Crimea. La legge firmata dal presidente Janukovič venne fin da subito fortemente criticata sia dalle opposizioni interne al paese sia da organi europei quale la Commissione di Venezia.

Messa in discussione soprattutto all’indomani di Euromaidan nel 2014, questa normativa nel 2018 è stata definitivamente decretata incostituzionale dalla Corte costituzionale ucraina.

Proprio per questo motivo è stata introdotta la nuova legge che cancella definitivamente il concetto di “lingua regionale” ed indica l’ucraino a unica lingua ammessa nello Stato dell’Ucraina, la cui offesa può essere punita anche con l’arresto. Negli ultimi anni, come testimoniato dall’Osce e da altre organizzazioni umanitarie, gli ucraini russofoni sono perennemente perseguitati, perché parlano russo. Non si sono esentati i servizi segreti ed altre speciali forze di polizia ucraine affiancate dai nazionalisti e dai membri delle forze paramilitari di Azov, poi inserite all’interno dell’esercito regolare ucraino.

L’elenco degli eventi persecutori descritti in questo articolo non è assolutamente esaustivo, è una denuncia lunghissima ma occorre dare molta attenzione a tutti gli episodi per evitare di continuare ad alimentare un odio verso i russi e i cittadini russofoni.

Cosa fare da semplici cittadini è semplice, istituire un osservatorio per raccogliere le storie di persecuzione, gli atti di persecuzione verso i russi e i cittadini russofoni vanno denunciati alle autorità competenti e può farlo naturalmente chi è vittima ma anche se siamo dei semplici testimoni, la persecuzione, come descritto dal diritto internazionale può essere denunciata da chiunque, anche se non siamo testimoni o vittime.

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