L’operetta di scena alla Camera è il siparietto del governo

Produttori di armi pericolosi criminali e la produzione di armi è un reato

Pedro Reyes Machin Music

di Dom De Mar,

Urla, parolacce, spinte, calci e minacce è il canovaccio di una mattinata di “lavoro” dei politici italiani mentre i leader si intrattenevano al circo del G7, sempre più una pausa turistica per conoscere tradizioni culinarie e paesaggi caratteristici. La rissa scoppiata a seguito di provocazioni verbali e gestuali compiute da alcuni rappresentanti.

La notizia importante e naturalmente inesistente è il racconto di un prodigio avvenuto il 28 maggio 2024, in soli 5 minuti, la Commissione Difesa della Camera dei deputati, durante una seduta ha espresso a netta maggioranza l’approvazione per l’acquisto di nuovi armamenti e munizioni. Il Ministero della Difesa acquista armi, ed incassa il parere positivo al decreto presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto (Fratelli d’Italia). Non basta al Ministro Crosetto, è stato approvato un piano di due anni a favore dell’esercito italiano dei nuovi sistemi anticarro, prodotti da Israele e denominati “Spike”. Oltre alle munizioni esperti formeranno i militari italiani e prepareranno la logiatica.
La cooperazione militare tra Italia e Israele è un continuo scamhio di contratti di acquisto e vendita di armi, nuove tecnologie e formazione. Nelc aso specifico di questo nuovo missile, desiderato dal ministro Crosetto trattasi di un’arma molto utilizzate dall’esercito di Israele contro i palestinesi di Gaza in questi ultimi mesi di guerra di aggressione e occupazione contro il popolo palestinese. Cosa deve fare il ministero della difesa con 900 missili prodotti dalla società israeleiana Rafael Advanced Defense Systems Ltd? Le riviste specializzate illustrano le capacità e gli obiettivi di questi missili, cioò sono stati concepiti per distruggere veicoli militari corazzati, inclusi i nuovi modelli composti da ulteriori sistemi mobili di difesa esterni. Il foglietto illustrativo, inoltre specifica che può essere utilizzato durante una guerra convenzionale oppure durante uno scenario di un conflitto nucleare.

Come gestisce il governo le trattative, in questo caso senza bando di gara pubblica, per l’acquisto di nuovi sistemi d’arma, munizionamento, tecnologie e formazione per le varie armi italiane? Il sistema non è complesso ed ha comunque una parte “pubblica” visibile poi come per molti fatti cala il segreto militare. Cosa è la Direzione Armamenti Terrestri del Segretariato della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti?

Nel caso specifico di questo nuovo tipo di arma, l’iter è arrivato ad aprile alla Camera dei deputai, la politica, rapidamente, in genere come mai vediamo, in 30 giorni, nel pieno del conflitto in Palestina e nel Libano del Sud ha approvato i decreti, uno dopo l’altro, sono arrivati i pareri favorevoli dagli addetti al bilancio, “abbiamo i soldi”.

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Le armi le acquistano tutti i governo, quelli di ieri e quelli di oggi, già dal 2019 sono stati acquistati gli stessi missili, confermato dalla relatrice del provvedimento on. Paola Maria Chiesa (FDL).

Le forze armate italiane acquistano nuove armi, sistemi missilistici presso la potente holding industriale-militare israeliana da tempo, come scrive il giornalista Duccio Facchini di Altreconomia che ha documentato l’export bellico a Israele dopo lo scoppio del conflitto del 7 ottobre 2023 per un valore pari a 2,1 milioni di euro nell’ultimo trimestre dell’anno (233.025 euro ad ottobre, 584.511 euro a novembre, 1,3 milioni a dicembre, secondo i dati Istat).

È innegabile, l’Italia nel 2023 ha esportato “armi e munizioni” verso Israele per un valore complessivo di 13.707.376 euro, in diminuzione rispetto al 2022, quando fu di 17.938.156 euro. Secondo i dati Istat, nel dicembre 2023, 373.821 di euro di esportazioni fanno riferimento ad armi, munizioni e loro parti ed accessori non militari: 280.641 euro con riferimento alla categoria merceologica di bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni e proiettili, e loro parti, inclusi i pallettoni e i pallini da caccia”, scrive Facchini.

Le conferme in merito a quanto scrive il giornalista Duccio Facchini provengono anche dall’analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal), Giorgio Beretta che ha rilevato come dalle tabelle Istat alla categoria merceologica Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi risulti nel trimestre ottobre-dicembre 2023 l’esportazione a Israele di materiali per il valore complessivo di 14.800.221 euro, di cui 8.795.408 euro dalla sola provincia di Varese.

Il mercato delle armi è sempre più fiorente, “la guerra per vendere la guerra” il triste e geniale marketing dei potenti capitalisti e produttori di morte. Oggi come oggi, è necessario considerare i mercanti, venditori e produttori di armi, incluse quelle della caccia, come dei pericolosi criminali, produrre armi deve essere riconosciuto come compiere un crimine, un reato da punire.

 

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