Pennsylvania USA: imprevisti ma probabili.

Chi vuole Trump come ennesimo presidente USA “sparato da un pazzo”?

Trump agli elettori lotta lotta

di Maurizio Torti

Come gli oracoli antichi così gli analisti della geopolitica ogni giorno, ogni secondo della nostra vita ci propinano previsioni catastrofiche, guerre ovunque, crisi, fame e carestie diffuse su tutto il pianeta. Ci hanno insegnato a riconoscere i vecchi e i nuovi imperialismi colonizzatori. È sorprendente come questo sia la verità ma fatti come il tentativo di uccidere Trump, ex presidente USA e candidato alle prossime elezioni presidenziali, sono imprevedibili ma probabili.

Negli USA non rinunciano a questa macabro rito nel tentativo di destabilizzare o cambiare il potere interno, sotto la pressione di lobby generalmente collegate al complesso militare industriale bellico.
Nella giovane storia degli USA gli americani detengono il triste record di aver assassinato 4 presidenti, Abraham Lincoln, James A. Garfield, William McKinley, John Fitzgerald Kennedy, Ronald Reagan ferito nel 1981 e lo scampato Trump. Nella lista non sono elencati i politici uccisi e feriti.
Chi vuole morto l’ex presidente Trump a poche settimane della sua probabile rielezione?

I fatti di sabato 13 luglio 2024

Nella città di Butler in Pennsylvania, Trump è nel mirino di un assassino a poche ore prima di accettare la nomination repubblicana. FBI riferisce di 9 colpi di arma da fuoco in pochi secondi, il terrore e il panico, Trump ferito alla testa, (orecchio destro) poi circondato dagli uomini della sicurezza e portato in ospedale.
L’immagine che continua velocemente a fare il giro del mondo vede Trump con il pugno destro alzato, un segno di sfida, di vittoria, di continuità nella lotta o un gesto scaramantico?

Dopo circa 30 minuti un responsabile della campagna elettorale di Trump ha dichiarato che il candidato presidenziale stava “bene” e sui social viene pubblicato un primo messaggio di Trump: “Ho capito subito che qualcosa non andava, perché ho sentito un suono sferzante, degli spari e ho sentito subito il proiettile che squarciava la pelle. È avvenuta una forte emorragia”

Thomas Matthew Crooks, 20 anni, di Bethel Park, Pennsylvania è l’uomo che ha messo nel mirino la testa di Trump per ucciderlo, ed è stato ucciso dopo pochi minuti dagli agenti della sicurezza, individuato da un tiratore scelto dei servizi segreti USA.

Durante i pochi minuti della sparatoria la polizia riferisce di un morto e un ferito tra la folla ma non c’è ancora molta chiarezza sulla dinamica degli eventi, il portavoce della sicurezza riferisce dell’avvio di approfondimenti balistici e ricerca di ulteriori informazioni da testimoni e dai sistemi di video sorveglianza.
In una conferenza stampa l’FBI ha dichiarato di non aver ancora indizii per il movente del tentativo di uccidere Trump.
Anche dagli organizzatori della Convention dei repubblicani in calendario lunedì prossimo confermano il programma già annunciato, in un clima di violenza politica in un paese profondamente “diviso” a meno di quattro mesi dalle elezioni presidenziali. Il tentativo di uccidere Trump potrebbe modificare il tenore e la questione di sicurezza non solo per la convention nazionale repubblicana ma per tutto il territorio.
L’ex presidente Trump è apparso nuovamente dopo un volo con il suo jet privato in New Jersey ed era molto visibile un primo e necessario cambiamento, la presenza di una squadra di specialisti e numerosi agenti della sicurezza. Una dimostrazione di forza necessaria ma insolitamente visibile.
Dal mondo arrivano i primi messaggi di solidarietà dai leader di Stato e gli attacchi più duri sono a firma di alcxuni membri repubblicani che accusano Biden per i continui attacchi a Trump, in particolare sotto accusa è questa frase: “è tempo di mettere Trump nel mirino”.

Trump agli elettori lotta lotta

Sono ancora pochi i dettagli rilasciati dalla polizia ma le indagini sono in corso. È stata ritrovata l’arma, un fucile del tipo AR, presumibilmente il fucile che ha fatto fuoco contro l’ex presidente. L’intervento degli uomini dei Servizi Segreti, la forza di “attacco” sempre presente a difesa dei presidenti e dei politici americani ha ucciso l’attentatore che ha sparato da circa 150 metri, non era presente tra la folla dei partecipanti. Per alcuni membri della sicurezza, l’attentatore era troppo vicino al suo obiettivo e questo dimostra una carenza nel sistema di sicurezza per l’ex presidente Trump.
Per gli appassionati del “mistero e del complotto”, i media USA hanno già preparato, in tutte le salse possibili, diverse letture diffondendo un semplice schema: l’attentatore era troppo vicino.

Analizzando i video, le foto e le immagini satellitari del luogo, appare inequivocabile che il tiratore è riuscito ad avvicinarsi in modo sorprendente al palco dove stava parlando l’ex presidente. Un video mostra il corpo di una persona che indossa una mimetica grigia e che giace immobile sul tetto di un edificio della AGR International Inc, (un’area dedicata ad una fiera sull’agricoltura)

Il tetto dove giaceva il corpo dell’attentatore era a meno di 150 metri dal luogo in cui Trump stava parlando, una distanza dalla quale un tiratore decente potrebbe ragionevolmente colpire un bersaglio di dimensioni umane. A titolo di riferimento, 150 metri è la distanza a cui le reclute dell’esercito americano devono colpire una sagoma in scala a grandezza umana per qualificarsi con il fucile M-16. L’AR-15, come il tiratore che ha sparato, è un bersaglio che non può essere colpito. L’AR-15, come il tiratore al raduno di Trump, è la versione civile semiautomatica dell’M-16 militare.

Kevin Rojek, agente speciale responsabile dell’ufficio di Pittsburgh dell’FBI, ha risposto: ”questa è la nostra valutazione al momento”.

“È sorprendente che l’uomo armato sia riuscito ad aprire il fuoco sul palco prima che i servizi segreti lo uccidessero”,

I media americani continuano a diffondere analisi, racconti, testimonianze, foto e video che rimandano, tutte, alla violenza politica degli USA che pochi vogliono riconoscere ma le campagne elettorali in questo paese sono spesso trasformate in assassinii e ferimenti, in particolare dopo l’assassinio di Robert F. Kennedy e nel 1972 quando Arthur Bremer sparò e ferì gravemente George Wallace, che era in corsa come indipendente su una piattaforma elettorale che a volte è stata paragonata a quella di Trump.
Quali saranno le ripercussioni, come e per cosa condizionerà l’attentato contro l’ex presidente Trump alimenterà la fantasia degli oracoli moderni e il tempo che verrà sarà l’unico e reale testimone in un contesto mondiale condizionato dalla violenza della presidenza Biden che vuole istallare missili a lunga gittata in Germania e continua a inviare soldi, armi e assistenza di ogni tipo a Kiev per combattere la Russia mentre si consuma in silenzio il genocidio dei palestinesi oppressi da sempre da Israele. Tel Aviv, sostenuto dagli USA e dall’Italia bombarda continuamente i palestinesi in Palestina, in Siria, nel Libano e nel martoriato Medio Oriente, destabilizzato continuamente dalle politiche militari USA-Israele.

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