Che gli States siano sull’orlo del tracollo economico e finanziario nonostante continuino a stampare dollari all’impazzata é evidente, che il Regno Unito non se la passi certamente meglio è una certezza assoluta, che gli Stati membri dell’UE, Germania e Francia in primis, siano con l’acqua alla gola politicamente, economicamente e cerchino soluzioni al problema energetico attingendo sottobanco risorse dall’ odiato nemico è un dato di fatto difficile da nascondere anche per la macchina propagandistica occidentale.
L’occidente allargato, indebitato e deindustrializzato, non è fortunatamente per le sorti dell’umanità in grado di affrontare un conflitto mondiale. La Russia sta difendendosi, ogni azione è attentamente commisurata agli attacchi subiti.
Se Putin fosse realmente il pazzo sanguinario descritto dai media mainstream occidentali avremmo già avvistato qualche missile a testata nucleare sfrecciare sopra le nostre teste.
Industria bellica Rheinmentall
Una guerra non può essere sostenuta stampando moneta all’infinito, non supportata da una riserva aurea o da un adeguato apparato produttivo quindi la domanda che sorge spontanea è con quali risorse America ed Inghilterra pensano di portarla avanti dal momento che anche Israele ha iniziato a battere cassa? A mio modesto avviso l’attenzione è rivolta alle colonie, al continente africano sempre più sfruttato, destabilizzato, diviso e probabilmente all’Italia scrigno di ingenti tesori difficilmente quantificabili per noi che siamo abituati ad averli sempre a vista d’occhio quali i patrimoni artistico, paesaggistico, la grande capacità progettuale e creativa ed infine la riserva aurea e il risparmio privato tra i primi al mondo quanto a consistenza patrimoniale.
Che sia proprio l’Italia e i suoi tesori la garanzia di ultima istanza che le banche centrali private non forniscono piu? Probabilmente il sistema predatorio iper-capitalista made in England e a stelle e strisce intende utilizzare certe risorse per finanziare una guerra pretestuosa quanto inutile Stiamo in guardia, le pulsioni colonialiste sono ancora in auge.
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