Non solo a Napoli _- uno dei centri culturali del Mediterraneo dove si mischiano le tradizioni pagane e con le religioni monoteiste, ma in tutto il Meridione d’Italia -_ *per evitare di imprecare Dio*, di nominarlo invano, anche quando lo meriterebbe, si usano espressioni accorte, guardinghe nel senso di caute ma di avvertimento come *Mannaggia ‘o Pataturco* _(che significa *mangia patate* ed usato nel periodo della seconda guerra mondiale, quando i tedeschi – mangiapatate – stavano a Napoli)_ oppure *Mannaggia ‘a Bubbà* _(riferita ad un certo Bubbà, un losco personaggio, mitico protagonista della malavita napoletana dell’800 implicato in traffici illegali di ogni genere)_
Insomma *è arte diplomatica*, è mediazione con chi sta in alto lassú: _”Non violo il comandamento *però… però* cerca di stare più attento che le cose quaggiù non vanno bene. E la prossima volta può essere che il nome Tuo lo faccio. E non ci andrò cauto. Mi sono spiegato? E mo’ sai che ti dico, visto che non rispondi,: *Mannaggia ‘o Pataturco! Mannaggia ‘a Bubba!*”_
Ma è vero anche che a volte _*”Quello che sta lassú”*_ non sai proprio come chiamarlo.
*Che nome gli dai?* Perché ognuno lo chiama in un modo diverso. E non è soltanto una questione burocratica-religiosa. Sembra ma non lo é. Si litiga tra i fedeli delle varie religioni come tra marito e moglie per la scelta del nome da dare al figlio che nasce, con una piccola differenza che qui è il Padre, il Padreterno, il Padre di tutti.
_”E si. Lo chiamiamo come tuo padre che non ce ne ha fatta una buona. Meglio un nome inventato che il suo. Rafaniello! Meglio Rafaniello che il nome di tuo padre o di tuo fratello”_ dice essa.
Jerusalem Palestine
_”E che gli diamo quello del tuo? Che è bello assai. Ma, se è per questo, neanche quello di tua sorella e di tutta la tua famiglia, in lungo ed in largo, sagliendo e scendendo per sette generazioni. Anzi. Sai che ti dico: separiamoci. Ed il cane viene con me!”_ lapidario il padre del figlio incolpevole che nascerà.
_”No. Tutto, ma il cane no. Il cane resta con me. Gigietto, resta con me”_ urla la moglie in _”dolce”_ attesa al marito che la sta lasciando.
*E così si dividono i popoli. Per un nome.*
Allora che cosa é successo.
*León Gieco* _(cantautore argentino e cattolico)_, insieme a *Gastón Saied* _(in rappresentanza della comunità ebraica in Argentina)_ e *Nuri Nardelli* _(appartenente all’ordine Sufi Al-Herrari)_
accompagnati da *Alma Sufi Ensemble* _(diretta da Sabi Sebastian)_ hanno registrato nella *Tekkia Sufi di Buenos Aires* la celebre canzone scritta nel 1978 *Sólo le pido a Dios _(A Dio chiedo soltanto)_* alternando le strofe in *spagnolo* _(lingua originaria del brano)_, in *arabo* e in *ebraico*, chiamando *”Quello che sta lassú”* come lo chiamano i cristiani, i musulmani e gli ebrei.
via-dolorosa Cartina
*Un inno di PACE per il MEDIO ORIENTE* cantato in tutte le lingue di tre grandi comunità religiose affinché _”Quello che sta lassú”_ venga chiamato con tutti i nomi che ha.
*Mannaggia ‘o Pataturco! Mannaggia Bubba!*”_
La canzone, in passato, ha avuto interpretazioni memorabili come quelle di *Mercedes Sosa*, di *Joan Manuel Serrat*, di *Bruce Springsteen* e di *Bono (U2)*; fu scritta *per la PACE CONTRO LE DITTATURE MILITARI dell’epoca*: in Argentina da parte del generale *Jorge Rafael Videla* e in Cile di *Augusto José Ramón Pinochet Ugarte*, i cui rispettivi genitori gli avevano attribuiti più nomi possibili.
Adesso la cosa che oggi non capisco e mi chiedo _”Ma come è possibile che una volta, fino agli anni settanta, la PACE era rivendicata contro i dittatori del Cile e dell’Argentina ed a favore di chi li combatteva, a favore di chi resisteva ed oggi, negli anni venti, è a favore di chi invade paesi e contro chi resiste per la propria dignità, contro chi reagisce all’artiglio dello schiaffo? Ma è possibile che oggi la PACE è invocata a favore di chi calpesta ferocemente la povera innocenza della gente? Ma è possibile che la PACE sia diventata una cosa da Miss Italia? *Pataturco*, rispondi: come è possibile? E pure a te: *Bubbà* addó staje mo’?”_
*SÓLO LE PIDO A DIOS _(A Dio chiedo soltanto…)_ di León Gieco*
*A Dio chiedo soltanto…* che il dolore non mi sia indifferente;
che la morte secca non mi trovi vuoto e solo, senza aver fatto abbastanza.
*A Dio chiedo soltanto…* che l’ingiustizia non mi sia indifferente;
che non mi schiaffeggino l’altra guancia dopo che un artiglio graffiò il mio destino.
*A Dio chiedo soltanto…* che la guerra non mi sia indifferente;
è un mostro grande e calpesta ferocemente tutta la povera innocenza della gente.
*A Dio chiedo soltanto…* che l’inganno non mi sia indifferente;
se un traditore può più che alcuni, che questi non lo dimentichino facilmente.
*A Dio chiedo soltanto…* che il futuro non mi sia indifferente;
sfortunato è colui che deve andarsene a vivere una cultura diversa.
*A Dio chiedo soltanto…* che la guerra non mi sia indifferente;
è un mostro grande e calpesta in modo feroce tutta la povera innocenza della gente.
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