Extinction Rebellion: ecologisti del terzo millennio

Un nuovo sistema organizzativo

di Olivier Turquet

Ho partecipato dal 5 al 11 Ottobre scorso alla seconda ribellione italiana di Extinction Rebellion. Ho partecipato come militante e come membro del gruppo nazionale stampa per cui la cronaca che espongo qui è una narrazione volutamente di parte. E’ anche la cronaca di una persona che milita per la causa ecologista-pacifista dagli anni ’70 dello scorso millennio. E’ soprattutto la cronaca di una persona che condivide lo slogan di Extinctio Rebellion: “non c’è più tempo”.

Extinction Rebellion (che si sigla XR) è un movimento giovane con poco più di due anni di storia, nato in Inghilterra e rapidamente diffusosi in una settantina di paesi del mondo. Qua da noi è arrivato l’anno scorso, diffondendosi velocemente in molte città italiane, io stesso ho assistito, da settembre del 2019 alla veloce espansione in Toscana.

Perché mai XR si diffonde così velocemente? Secondo me perché risponde alle esigenze del mondo di oggi, coinvolge gente che non aveva esperienza “politica” precedente  mettendo alcuni temi centrali in luce e definendo con chiarezza le priorità.

La “ribellione” è una serie di azioni di disobbedienza civile nonviolenta che XR propone per un breve periodo (in genere una settimana) nella capitale del paese dove opera. Le azioni principali di questa volta sono state centrate, molto opportunamente, su tre temi e referenti importanti: la politica, l’economia e i media.

Dopo un inizio difficile di (non)-dialogo con la politica a Montecitorio l’azione sicuramente più riuscita è stato l’incatenamento dei militanti al cancello di ENI con la richiesta di incontro col Ministro Patuanelli per presentargli un dossier sulle attività dell’industria petrolchimica a partecipazione statale; ENI che si spaccia, nelle scuole e in TV, per azienda ecologica quando basa prioritariamente le sue attività sull’estrattivismo. Un evidente esempio di green washing.

Importante e molto spettacolare è stata sabato l’azione a Piazza dell’Esquilino dedicata ai media e al tema caro a XR: “dire la verità” nel senso di informare la popolazione sul concreto pericolo di estinzione della specie umana se essa non cambia la direzione insensata (dovuta soprattutto ai grandi poteri economici e speculativi) dello sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta. La “Dichiarazione di Emergenza Mediatica” chiedeva e chiede ai lavoratori del media di prendere posizione a favore di una corretta e completa informazione sulla crisi ecologica; in piazza, con coreografiche performances i militanti hanno denunciato la carenza di informazione e di approfondimento da parte dei mass media.

Quali sono gli elementi vincenti di XR che stanno portando il movimento a uno sviluppo così importante? Provo a sintetizzare quelli a mio avviso più importanti.

Chiarezza e semplicità delle proposte: XR chiede tre cose: dire la verità, dichiarare l’emergenza climatica ed ecologica, ridare il potere alle persone tramite assenblee popolari deliberanti. Sono tre proposte semplici e comprensibili che, ovviamnete, hanno livelli di approfondimento molto grandi ma che permettono failemnte di mobilitarsi.

La nonviolenza attiva: XR adotta la nonviolenza come metodologia d’azione e come stile di vita dei militanti; l’azione è ispirata dalla disobbedienza civile nonviolenta ma ogni riunione, ogni assemblea sono caratterizzate anche da semplici gesti di “cultura rigenerativa” cioé piccole pratiche come respirare, prestare attenzione agli altri, centrarsi, facilitare il pensiero altrui: una batteria di tecniche nonviolente prese da varie correnti e rese pratica quotidiana di tutti i militanti.

Un nuovo sistema organizzativo: XR non ha portavoce, non ha un “comitato direttivo”, lavora con un’organizzazione flessibile e funzionale strutturata come un organismo vivente dove tutti i partecipanti hanno uguale voce in capitolo. E’ intergenerazionale, convergente con altre organizzazioni che condividano punti specifici. E’ una rete di gruppi, a partire dai gruppi di base, che hanno un mandato preciso e che si muovono rigorosamente all’interno di esso con funzioni di coordinamento esterno (comunicazione con altri gruppi o verso fuori) e interno (coesione del gruppo, accoglienza, cultura rigenerativa). Le funzioni di coordinamento durano al massimo sei mesi, non sono rinnovabili: questo favorisce la partecipazione e la formazione dei militanti, tutti rigorosamente volontari.

In sintesi Extinction Rebellion sembra corrispondere a molte delle qualità del mondo a cui aspira,del mondo che vuol salvare dall’estinzione della specie umana.

Approfondimenti sono facilmente reperibili sul sito dove si trovano anche tutti i contati con i gruppi locali e un eccellente magazine di approfondimeni.

http://www.extinctionrebellion.it

 

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