La bomba sull’aereo

Un bel colpo per l'Occidente

di Marinella Mondaini
Sensazionale ultima notizia! La bomba sull’aereo c’era: è la rivelazione straordinaria che ha fatto ieri Protasevic’. In ottima forma, in salute e senza pesti e segni di torture (sarà dura da mandare giù per la Ue!), nutrito come si deve in carcere, ha dato quest’intervista di sua volontà, senza costrizione alcuna, né raccomandazioni, ed è davvero una bomba, Roman Protasevic’ ha raccontato tutto, ha rivelato i particolari dell’organizzazione interna dell’opposizione, di tutti gli intrighi e giochi interni delle varie reti dell’opposizione per avere accesso ai finanziamenti, dei vari canali, di chi li finanziavano, non solo l’Occidente ma anche uomini d’affari che inseguono i propri interessi, tra cui anche oligarchi (e uno russo), della Tikhanovskaja e del suo collaboratore-consigliere, ha fatto nomi e cognomi precisi, a soci e compagni di certo non piacerà ciò che ha rivelato. Durata oltre 4 ore di fila, la lunga intervista è stata data alla TV bielorussa “ONT”.
Ma non tutta è stata resa nota, il giornalista del programma “Markov. Niente di personale” ha spiegato che ne è stata resa pubblica solo una parte perché su Protasevic’ ancora sono in corso le indagini.
L’opposizione bielorussa è organizzata in vari “quartier generali”, varie reti e social.
Protasevic’ ha raccontato degli attriti fra i compagni, degli enormi problemi fra i capi dei centri di coordinamento, fra l’attivista Pavel Latushka e la Tikhanovskaja. Latushka “in pratica lavora da sotto contro la Tikhanovskaja, ognuno insegue i propri interessi” – ha detto Protasevic’. Ma Pavel Latushka non ha abbastanza peso e soldi, rispetto alla Tikhanovskaja. Latushka vive in Polonia e ha preso in affitto un vasto appartamento del costo di 3000 euro al mese.
Ancora di più vale lo stabile della Tikhanovskaja, di cui Protasevic’ non conosce lo stipendio, perché è stato reso segreto, per lei lavora – dice – un intero settore dei servizi segreti della Lituania, è protetta delle guardie del corpo giorno e notte, ha uno staff che cura la sua immagine e guardaroba, i suoi viaggi all’estero. Ha rivelato anche che la Tikhanovskaja doveva lanciare il progetto NAU come il suo gabinetto dei ministri. La struttura NAU è un acronimo che significa “Direzione popolare anticrisi” ma questo progetto voleva soffiarlo Pavel Latushka.
Insomma l’opposizione bielorussa è una rete di vari nidi di serpi che lottano fra loro e si fanno la guerra, per fama e per soldi principalmente, e per avere le proprie “zone d’influenza”. Un’altra rappresentante della “concorrenza interna” è Olga Karysh, un’altra attivista che fa la guerra alla Tikhanovskaja, sono 10 anni che vive in Lituania e possiede una casa di 600 mt.q. nel centro di Vilnius. Vive dei finanziamenti esteri. Tutti gli oppositori vivono in condizioni eccellenti all’estero.
Ha raccontato di come gli amministratori dei principali canali Telegram si riunivano in una chat da dove dirigevano le proteste nelle strade della Bielorussia, pianificavano le azioni nelle piazze e l’informazione da distribuire. Ha fatto i nomi tutti coloro che entravano in questa chat che ora è stata riformata e ha altro nome.
Ha rivelato l’esistenza della “Casa bielorussa” a Varsavia, struttura che conosce tutta la situazione in Bielorussia e che è controllata dal premier polacco e . A questa “Casa” sono stati elargiti 53 milioni di zloty da distribuire ai fuggitivi bielorussi – i quali però, bussano invano alla porta notte e giorno per avere un aiuto, non solo non sono stati mai ricevuti, ma non hanno nemmeno mai visto un soldo, dice Protasevic’. Alla Casa Bielorussa a Varsavia hanno dato un intero cottage di prestigio nel centro, dove nemmeno Protasevic’ è potuto entrare, perché lì – ha rivelato – ci sono stanze dove nessuno ha diritto di entrare, che cosa c’è lì dentro nessuno lo sa”.
Protasevic’ ha detto che non faceva parte dello staff di Sofia Sapega, la redattrice del canale Telegram estremista “Il libro nero della Bielorussia”, dove venivano pubblicati tutti i dati personali non solo degli agenti delle forze dell’ordine e dei loro familiari, ma anche dei giornalisti, maestri e insegnanti, insomma di tutti i lavoratori statali. Nel suo cellulare gli inquirenti hanno trovato 80 materiali pronti per essere pubblicati. Protasevic’ su questo canale solo una volta – a suo dire – ha fatto lezione di “giornalismo” su come dovevano essere presentati i materiali e scelti i titoli.
Il giornalista ha chiesto anche perché lui e la Sapega non hanno cancellato tutti i materiali che erano contenuti nei loro cellulari mentre erano in volo e stavano per atterrare a Minsk.
Protasevic’ ha detto di aver avuto un conflitto nel quartier generale con vari soci, anche con Vecjorka, il consigliere della Tikhanovskaja, perché secondo lui nell’opposizione bisognava concentrarsi su altri compiti e non più sulla strada, cioè sulle proteste nelle strade, perché ha capito che negli ultimi mesi queste proteste non funzionano più, ma gli altri soci gli chiedevano sempre di “organizzare la strada perché se non c’è la strada non ci saranno le sanzioni contro la Bielorussia e chiaramente non ci saranno neanche più i finanziamenti”. Ecco perché ultimamente lo avevano mandato in ferie e lui era andato in Grecia, perché aveva detto “obiettivamente noi abbiamo perso” e gli altri non erano d’accordo. Pensava anche di cambiare ruolo e andare a fare il fotografo per Tikhanovskaja.
Forse è per questo che Protasevic’ è stato tradito dai suoi soci ed è stato fatto fuori e spedito in prigione.
Protasevic’ ha detto che adesso le proteste in Bielorussia non ci sono e non ci saranno più. Le sanzioni sono uno strumento politico – ha detto – poiché le proteste non funzionano più adesso le sanzioni servono per distruggere al più presto l’economia della Bielorussia, perché se nel paese l’economia va a rotoli la gente uscirà di propria volontà nelle strade per rovesciare Lukhascenko.
infine che si sta rendendo conto di tutto ciò che ha fatto di quello che è la opposizione in Bielorussia e.
Detto che lui lavorava come un politico e non come giornalista (frase che dovrebbe udire la UE e Sassoli in particolare)
Ha riconosciuto di essere andato nel 2014 nel Donbass nella zona dei combattimenti fra le fila del battaglione neonazista Azov. Le sue foto in rete armato sono reali e si trovava nel poligono di addestramento. Poi si è augurato che Lukhascenko (verso il quale nutre rispetto – ha dichiarato) non lo consegni alla repubblica di Lugansk del Donbass che chiede la sua estradizione per crimini di guerra. Ha detto di essere andato là sotto l’infatuazione della guerra, era un “semplice giornalista adolescente”, 20 anni aveva 7 anni fa. Ma adesso “ha capito tutto”, e non condivide più le sue stesse “strane dichiarazioni” e nemmeno “quell’ideologia nazista”, “è stato un grande errore” – e ha detto di essere sinceramente pentito
Infine Roman Protasevic’ ha dichiarato che adesso ha capito tutto, ha compreso ciò che è successo, i suoi errori, dorme male, vuole cambiare vita, è “stanco di scappare perennemente da qualcosa”. Vuole avere una famiglia normale e tranquilla, vuole avere dei figli. Collaborerà con la giustizia, perché non vuole più avere a che fare con la politica, non vuole più occuparsi di giochi sporchi, di litigi e intrighi, spera di rimediare a tutto il male che ha fatto… e poi è scoppiato in un pianto dirotto che non riusciva più a fermare.
Un bel colpo anche per l’Occidente, per la dirigenza della UE a cui saranno saltati i nervi, a loro adesso il compito di girare la frittata…
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