Umberto Pascali sbaglia

La produzione industriale al sud prima del 1860

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di Loreto Giovannone
Nel variegato mondo della cosiddetta “informazione alternativa” che viaggia sul web a partire dal 2020, sono emersi diversi soggetti, alcuni con ottimo livello di divulgazione giornalistica, altri prolissi divulgatori di idee personali. Molti soggetti dediti alla “informazione alternativa” sono lanciati a imitare i mas media televisivi, altri a praticare un alto livello informativo. Questo parallelo mondo informativo fatto essenzialmente da monologhi spesso ha un tasso alto di informazioni ma non su tutto. Questo mondo è alternativo al main stream di regime che ha ferocemente omologato la narrazione sulle menzogne pilotate dal regime. Uno dei commentatori tra i più interessanti per quantità abbondanti di notizie è il giornalista americano Umberto Pascali da Washington. L’italo americano Umberto è molto preparato a tal punto da ipotizzare uno staff di preparazione delle innumerevoli informazioni sciorinate nei video. Umberto forse pugliese vista la maggiore distribuzione del suo cognome in Puglia, e dalle sue battute naïf e colorate in romanesco. Da americano è fortemente critico con i DEM e il deep state fino al sarcasmo, benevolente verso il partito di Trump. Eppure Umberto sbaglia, nella rubrica di Jeff Hoffman (Casa del sole tv) di domenica 21 aprile 2024 al min. 19,20, Umberto è scivolato sull’insidiosa buccia di banana del Sud preunitario “contadino” quindi sottosviluppato, arretrato secondo lui e la vulgata corrente. Il lombrosoide pensiero di Marco Ezechia Lombroso ha colpito ancora. Come tutti al nord, anche Umberto emigrato negli USA ne è rimasto vittima, ma Umberto non è originario del nord per essere lombrosiano. La sindrome della propaganda massonica delle due italie ha colpito Umberto e il suo staff, ora sorgono dubbi sulla mission che si sono dati di raccontare il vero dei fatti, la verità giornalistica sui fatti accaduti. Umberto sbaglia a raccontare il Regno due Sicilie “contadino”, arretrato, sottosviluppato usando la propaganda del nord che ha ridotto il sud a colonia interna. Premesso che nel 1860 la categoria dei contadini a sud non c’erano, vediamo ora dove Umberto sbaglia.
Umberto sbaglia ad ignorare le industrie dei filati e della carta: da Matteo De Augustinis nel testo “Agli scienziati d’Italia del VII congresso” Napoli 1845 nella sola “Terra di Lavoro” per industrie attive e trascurando l’attuale Campania fino a Salerno, la meravigliosa seta (e filati) di Sicilia e tutta la produzione di lana d’Abruzzo.
Pag. 75/76 …la valle del Liri può ben dirsi un vasto e quasi unico opifizio; tante sono le case e le officine e tanti gli stabilimenti industriali, ne’ quali si prepara e si produce precipuamente ogni maniera di panni e di carte. Il fragore e lo spruzzo di quelle incantevoli cascate e cascatine; il mormorar delle acque ad ogni istante rotte e contrariate, e però fatte querule e spumanti; il cigolio confuso delle macchine e delle ruote; la vista delle adusate acque, divenute a mille colori dalla varietà delle tinte; l’incontro di lane e di panni senza fine, di cenci e carte ammonticchiate; l’ingombro di carri e carrette in tutte le vie, per tutte le direzioni; tutto quanto vedi d’intorno ti addita che sei nella valle del lavoro e delle industrie, come già fu dell’ozio, del riposo e degli studii. Non sia dunque maraviglia se de’suoi tessuti e delle sue carte provvede gran parte si dell’una e si dell’altra Sicilia. Che a parlar con verità, se non dieci, otto dodicesimi almeno de’ panni e de’castori che si consumano in questo reame, i quali casalinghi non siano e affatto rozzi ed aborigini, sono produzione di detta valle industriosa, e vengono comunemente chiamati d’Arpino, dal nome della terra che tutte le altre sopravvanza in fabbricarli. Nè altrimenti dee dirsi delle carte, con questa differenza, che se il Liri vince il Fibreno, ed Arpino vince Sora ed Isola per i panni, questi vin con quelli per la carta. Ed andrebbe errato chi credesse, che ristretti umili e sprovveduti di nuove macchine fossero gli ospizii di cui ragioniamo, che, ove si parli di cartiere, è oggimai conosciuto esser la cartiera del Fibreno del signor Lefebvre la prima d’Italia, e non inferiore alle più vaste e migliori d’Europa; larga e svariatissima è la scala delle qualità, de’colori , delle dimensioni e de’ prezzi , e la quantità di quelle carte è veramente prodigiosa . Rivali di questa, e, parzialmente, sotto alcuni riguardi anche eguali, voglion dirsi fra le altre, le cartiere delle due società una Sorvillo e Meuricoff, e l’altra Courier e compagni. I lanifizii di Pulsinelli e Zino mantengonsi da molti anni ad un’altezza e bontà di produzione… Lasciando le generalità, il numero degli opifizii in tutta la valle del Liri, compresi quelli che trovansi nella contigua valletta d’Atina bagnata dal fiume Melfi, sono non meno di 24 di primo e second’ordine, de’ quali 15 appartengono a lanifizii e 9 a cartiere. Fra i lanifizii primeggiano quelli di Pulsinelli, Zino, Ciccodicola e Manna, e fra le cartiere quelle di Lefebvre, Sorvillo, Courier, Visocchi, ed altre ancora. Nè tutte le fabbriche de’ panni hanno motori ad acqua, essendo le minori proprio nell’abitato lungi da que’fiumi , tanto che nella sola città di Arpino ch’è lontana dal corso del Liri per circa due miglia , se ne noverano 32 , alcune delle quali ben grandi . In tutto lavoranvi circa 7000 operai arpinati , val quanto dire quasi la metà di tutta la popolazione : e se ve ne aggiungi un altro quarto addetto al traffico delle lane , de’ panni , ed agli uffizii della mercatura , potrassi ben dire , che un quarto appena ne rimane per tutte le altre arti , e per i mestieri di città e di campagna.
Sbaglia tanto Umberto a non conoscere la realtà dei fatti che oggi chiamiamo storia passata, di una realtà variegata e complessa come l’ex Regno delle due Sicilie. Solo conoscendo quei fatti saremo in grado di capire la riduzione del sud al pauperismo e l’emigrazione conseguente a cui una classe politica corrotta, asservita e nord centrica ha espulso in 164 anni oltre 100 milioni di persone dallo stivale in tutto il mondo.

Michela Cigoli, le 17 cartiere in Terra di Lavoro
Umberto sbaglia a non conoscere le industrie minerarie preunitarie: Molte sono le prove dell’industrializzazione del sud anche nel settore minerario, gli consiglio la lettura delle relazioni dell’ing. Minerario Gaetano Tenore “Su la coltura delle miniere o su la industria mineraria della regione meridionale d’Italia”, per un definitivo schiarimento delle nebbie sull’argomento siderurgia nel Regno due Sicilie.

Umberto ignora l’economia e la finanza del Regno due Sicilie: Il liberale ministro delle finanze Francesco Saverio Nitti in “la scienza delle finanze” chiarì la vera situazione del sud preunitario. La ricchezza circolante del conio in oro e argento, pari a 443,2 milioni, da sola avrebbe costituito una solida garanzia per il debito pubblico del Regno delle Due Sicilie, che ammontava a 411,5 milioni. I metalli preziosi del conio furono uno dei bottini da traslocare nelle casse piemontesi dai ministri liberali. L’ingente patrimonio monetario borbonico costituiva oltre il 60% della ricchezza reale circolante di tutti gli altri Stati della penisola messi insieme.

La “vulgata” storica ha raccontato e racconta la versione falsa e menzognera dell’arretratezza del Regno due Sicilie, che viene imposto con la damnatio memorie, plastica dimostrazione della disunità e delle due Italie. Recentemente fu il Sole24ore a chiarire ulteriormente la verità sulle condizioni preunitarie. Inoltre consiglio vivamente Umberto di consultare gli scritti della storica delle finanze belga, Stefanie Collet, per uno schiarimento definitivo sulle finanze in Europa del sud preunitario.

Umberto sbaglia ignorando la tecnologia e il suo avanzamento nei brevetti: Umberto e il suo staff non conoscono le reali condizioni di nazione strutturata, industrialmente ed avanzata nel suo tenore di vita dell’ex Regno. Per una migliore conoscenza si consiglia a Umberto e suo staff, la lettura dell’articolo al seguente link: https://comedonchisciotte.org/il-sud-non-era-povero/
Nel frattempo si illustrano qui, per questioni di brevità, solo due delle numerosissime invenzioni fatte e realizzate nel Regno due Sicilie senza dimenticare il frigorifero, la macchina per i gelati, l’omnibus, i denti artificiali, la vernice antiruggine, ecc… ecc…

La lavatrice. I primi modelli motorizzati risultano proprio nel Regno delle Due Sicilie, a Napoli, fin dal 1851 «in uso presso il Real Albergo de’ Poveri su modello di Luigi Armingaud ed in grado di lavare fino a 1.000 camicie e .2000 lenzuola». A testimoniarlo è la Disamina eseguita dal Reale Istituto d’Incoraggiamento de’ saggi esposti nella solenne mostra industriale del 30 maggio 1853 (Napoli, 1855, pp. 171-172). (xvi).
L’ascensore. A progettare l’ascensore della Reggia di Caserta fu Gaetano Genovese. Nato nel 1795 ad Eboli, in provincia di Salerno, studiò architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, per poi completare la propria formazione a Roma. Una volta tornato a Napoli fu assunto, nel 1824, come aiuto architetto della Real Casa. Presto si ritrovò però a capo dell’ufficio, essendo uno degli architetti preferiti della famiglia reale.
Conclusione: bocciato Umberto e il suo staff. Purtroppo Umberto sbaglia ad assecondare la teoria di “Le due italie” lombrosiane e razziste. L’annessione militare a mano armata ha lasciato profonde ferite tutt’ora aperte e danni sociali ancora ben visibili. Il nord ipocrita non ammettere la posizione economica egemone, sul piano nazionale, costata lacrime e sangue al sud, troppo sangue, terrore, bruciati vivi, vittime della rappresaglia militare, ad oggi una ferita aperta più che mai. Chi nega, nonostante la ingente quantità di documenti e prove disseminate negli Archivi di tutt’Italia, anche quelli “bonificati e ripuliti” da prove evidenti e compromettenti, chi nega continua nel discrimine, ad ampliare il divario tra le due Italie già ampiamente segnato dalle menzognere teorie di Lombro, poi divulgate a nord dal suo allievo Alfredo Niceforo e da tutte le istituzioni scolastiche e ai mezzi di comunicazione. I meridionali deportati dai loro paesi d’origine, usati come schiavi nelle colonie penali agricole, nelle miniere di Toscana, Sardegna e nord Italia sono la reale fotografia del cosiddetto Risorgimento. Eppure Umberto dovrebbe conoscere i mali profondi e la divisione in due delle popolazioni italiche fra Nord e Sud. Il “lombrosismo” discriminante, che teorizza l’arretratezza del sud preunitario, ad uso della propaganda massonico-liberale, promossa politicamente tutt’oggi dall’attuale governo come “autonomia differenziata”, è diffuso nei vari livelli della società e in tutte le istituzioni dello stivale.

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2 Commenti

  1. La tristezza di trovare i libri di scuola impregnati di falso patriottismo grazie all’unità d’Italia fatta da Garibaldi e Vittorio Emanuele e voluta dai Savoia semplicemente per depredare il sud ed arricchire le proprie casse.
    Che schifo!!!
    Quando insegneremo ai nostri figli la reale storia, fatta di soprusi, angherie, stermini, razzie e deportazioni.
    Hitler a confronto dei Savoia e di quel bandito di Garibaldi era un principiante!

    • Ciao Mariano i nostri redattori hanno scritto e scrivono molto su questo tema. Hai preso il primo anno di edizione è gratuito, dovresti trovare altri articoli
      Grazie

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