Al via la conferenza “Piattaforma di Crimea”

L’Ucraina ai paesi Nato e agli USA: non riconoscete il ritorno della Crimea alla Russia

di redazione

A Kiev il 23 agosto si sono aperti i lavori della conferenza: “Piattaforma di Crimea” voluta dal presidente ucraino Zelensky con lo scopo di garantire, come dichiarato dallo stesso Zelensky: “il coordinamento degli sforzi internazionali per il ritorno della Crimea all’Ucraina”. Hanno aderito alla conferenza 46 paesi, la Nato e gli USA.

La conferenza, ha inizio in un contensto di crescente instabilità non solo nella regione ma anche in ambito mondiale, le notizie dall’Afghanistan occupano tutti i media internazionali e locali, non sarà una passeggiata per il presidente ucraino Zelensky, convincere l’Europa e gli USA a dare priorità alla crisi tra Ucraina e Russia a seguito del ritorno della Crimea alla Russia.

Proprio dall’Afghanistan le news sono pessime, poche ore fa un aereo ucraino che doveva riportare a casa dei cittadini ucraini, probabilmente dei “contractor” pare sia stato rubato, è decollato ma con a bordo dei passeggeri di cui non se ne conosce la nazionalità sembra in direzione dell’Iran, un giallo e questo è il risultato dell’efficacia del “coordinamento umanitario internazionale”, sono l’indicatore del caos tra gli Usa e altri paesi occidentali.

Un pessimo biglietto da visita per rappresentare un coordinamento internazionale con gli Usa e la NATO.

Diversi capi di Stato, presenti alla conferenza, hanno espresso pieno appoggio all’integrità territoriale dell’Ucraina e la segretaria generale Marija Pejčinović Burić ha dichiarato: “rimaniamo saldi nel nostro sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale e sosteniamo la piena attuazione degli accordi di Minsk e le conclusioni del vertice di Parigi, cruciali per porre fine al conflitto militare nel Donbass”.

L’Italia è rappresentata alla conferenza “Piattaforma Crimea” dal Sottosegretario Benedetto Della Vedova, noto al governo ucraino per aver sostenuto l’innocenza di Markiv Vitaly, accusato e condannato in primo grado a 24 anni di carcere e poi, per un cavillo procedurale, assolto in appello per l’omicidio del reporter italiano Andrea Rocchelli ed il suo interprete Andrej Mironov. Uno strano caso, si conosce la verità ma non c’è stata ancora giustizia, si attende esito della Corte di Cassazione impegnata ad esaminare l’impianto della sentenza di appello.

Il sottosegretario durante i lavori della conferenza ha dichiarato: “siamo al corrente delle sofferenze che il popolo tartaro di Crimea affronta e sottolineiamo l’importanza del rispetto pieno e della protezione dei diritti fondamentali e delle libertà di tutte le minoranze”.

Il sottosegretario Benedetto Della Vedova avrà suggerito alle autorità ucraina di offrire massima collaborazione alle autorità italiane impegnate nella morte di Andrea Rocchelli?

Durante la giornata di ieri, il sottosegretario ha tenuto degli incontri con il Vice ministro degli esteri ucraino, Viktor Bodnar e con il ministro degli interni, Denys Monastyrskiy.

Non c’è stata per ora alcuna dichiarazione ufficiale in merito ai temi dell’incontro, oltre ad evidenziare l’eccellente rapporto bilaterale tra Italia e Ucraina e sulle opportunità per incrementare ulteriormente le già fruttuose relazioni economico-commerciali.

Nei corridoi della conferenza si è discusso anche di Nord Stream 2.

Lo hanno fatto i ministri dell’energia di Ucraina, Stati Uniti e Germania, ponendo al centro della discussione, il futuro dell’Ucraina, come asse di transito per i rifornimenti di gas naturale dopo l’entrata in funzione del gasdotto Nord Stream 2. Kiev teme che il nuovo collegamento diretto tra Russia e Germania, attraverso il Baltico, possa privare il paese delle redditizie tasse di transito, mentre altri Stati sono preoccupati da un accentuarsi della dipendenza europea dai rifornimenti russi.

La prima giornata si è conclusa ma l’avvio non è stato quella sperato dal governo ucraino, proprio in questi giorni, il presidente Zelensky, deve confrontarsi e fare delle scelte fondamentali, contestato e pressato dai francesi e non solo, per la presenza e la troppa libertà di agire, data ai gruppi di estrema destra ucraina, seguaci del neonazista Bandera.

Per il presidente Zelensky è una bella gatta da pelare, agli amici europei non piace vedere nella città di Kiev le bandiere simbolo del nazismo, a queste condizioni i rapporti con gli amici europei possono essere a rischio.

Abbonati alla rivista

Sovranità Popolare è un mensile, 32 pagine di articoli, foto, ricerche, analisi e idee. Puoi riceverlo comodamente a casa o dove preferisci. E' semplice, iscriviti qui.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*