MUSICA&PAROLE: Una missione sociale

“La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio” Victor Hugo

Stefania Montonati

La giovane Stefania Montonati aderisce ad un progetto culturale nato per sensibilizzare la società

Dove le parole non arrivano…la musica parla” – L.V.Beethoven

L’arte musicale è considerata probabilmente la più nobile tra le arti, la lingua della passione, secondo Richard Wagner. Addirittura, per Marcel Proust, la musica rappresenta l’unico esempio di ciò che si sarebbe potuto dire se non ci fosse stata l’invenzione delle parole. Cos’è la musica? Probabilmente la definizione più adatta la diede Dante quando, nella sua Divina Commedia, nel Paradiso, la definì semplicemente rapimento. Non è comprensione, non è una scienza da spiegare, è rapimento. L’arte non deve essere spiegata o compresa, bisogna solo cibarsene, osservare, ascoltare e tacere. Quest’arte rappresenta sicuramente l’unico linguaggio universale dell’umanità, inizia dove la parola finisce, dove il linguaggio non può arrivare, dove tutto tace e non resta che ascoltare. Sì, perché ascoltare al giorno d’oggi è la cosa più difficile di questo mondo, ascoltare noi stessi, ma ancor di più ascoltare gli altri. Soffermarsi udendo i suoni e i silenzi del mondo è oggi la cosa più difficile da compiere e nonostante ciò, ogni giorno, la musica tenta di insegnarci la cosa più complessa: ascoltare e ascoltarci. E’ il linguaggio dell’amore con una differenza, che l’amore non può dare l’idea di cosa sia la musica, ma la musica può esprimere l’amore. E’ un qualcosa di cui la nostra anima ha assolutamente bisogno, una vita senza musica non sarebbe vita dice Nietzsche eppure ogni giorno non ci rendiamo conto di quante cose diamo per scontato, di quante cose durante la nostra giornata non notiamo perché ci sembrano ovvie. I Sufi dicevano che se si osserva lo zero non si vede nulla, ma se si guarda attraverso esso si vede l’infinito. La musica è questo infinito, 12 note per esprimere l’infinito, possibilità, variabili, nessuna verità o certezza. Ci suggerisce quindi che ciò che a noi sembra ovvio potrebbe di fatti non esserlo, ci insegna a vedere oltre, un qualcosa da più prospettive, ma soprattutto ci insegna il rispetto incondizionato. L’orchestra è l’esempio migliore di una società di successo, tante parti differenti che collaborano tra loro, senza volersi scavalcare, per un bene superiore: l’armonia. Un popolo ha tutto da imparare dalla musica. La parola Sinfonia vuol dire proprio questo: insieme. Sinergia, sintonia, è tutto ciò che dovrebbe rappresentare per una società migliore. Certamente la musica ci insegna che vi possono sempre essere dissonanze, spesso molto forti, irruenti, infernali, ma ci insegna anche che per quanto un terremoto possa essere forte alla fine la quiete, l’armonia, vince sempre e la consonanza torna a splendere. Musica&Parole è un progetto affidato ai giovani, si avranno come ospiti molti ragazzi e ragazze, la prima sarà Stefania Montonati. L’obiettivo sarà creare più quiete possibile in una società in cui di dissonanze ve ne sono troppe. Si affronteranno, attraverso le arti nobili, dibattiti sociali molto forti, importanti al giorno d’oggi e si cercherà di imparare assieme ad ascoltarci l’uno con gli altri affinché ognuno di noi possa rimanere se stessi, ciò che si vuole essere, alla luce del sole senza timore. Non è una missione facile, ma è vietato arrendersi.

Stefania Montonati è nata a Varese nel 1994. Ha intrapreso gli studi musicali all’età di sei anni attraverso lo studio del violino sotto la guida del M° Guido Rimonda presso il Civico Liceo Musicale “Riccardo Malipiero” di Varese. Ha conseguito il diploma superiore presso il liceo socio psico-pedagogico statale “Alessandro Manzoni” di Varese ad indirizzo musicale progetto Brocca. Nel giugno del 2014 ha conseguito la borsa di studio “Premio Gianluigi Milanese” per aver svolto il libretto delle note di sala sulla cantata Saint Nicolas di Benjamin Britten, come alunna del corso di Storia della musica tenuto dal M° Matteo Mainardi presso il Civico Liceo Musicale “Riccardo Malipiero” di Varese. Nel 2014 viene ammessa alla facoltà di Composizione ad indirizzo Scienze storiche, critiche e analitiche della musica del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Nel luglio del 2015 ha introdotto e presentato uno dei concerti della rassegna musicale ideata dal Museo del Novecento di Milano in collaborazione con il Conservatorio della medesima città. Nel 2016 ha collaborato con il M° Franco Pulcini, direttore editoriale del Teatro alla Scala, per la stesura del libretto di sala de “I due Foscari” di Giuseppe Verdi. Nel novembre del 2016 intraprende lo studio del canto moderno sotto la guida di Monica Sersale, docente della Scuola Civica Claudio Abbado di Milano. Nel 2017 ha realizzato le note di sala per la rassegna “Note d’arte in Collegiata” di Città Sant’Angelo, per l’evento “Concerto per Rossini” dell’Orchestra Sinfonica Calabrese e per il concerto de “Pierino e il Lupo” dell’Orchestra “Ildebrando Pizzetti” di Varese. Dal medesimo anno partecipa alla stesura delle note di sala per i concerti delle stagioni musicali della Società del quartetto di Milano, per le lezioni aperte ed i concerti di fine anno del Civico liceo musicale “Riccardo Malipiero” di Varese. Dal 2017 al 2018 ha lavorato presso la Scuola della Banda Musicale di Olgiate Comasco come docente di propedeutica musicale. Nel marzo del 2018 ha preso parte al progetto “MozART” sostenuto dalla fondazione Antonio Carlo Monzino di Milano, volto ad avvicinare i più giovani all’opera teatrale, mettendo in scena il celebre Die Zauberflöte di W. A. Mozart. Nell’ambito di questo programma ha tenuto numerose lezioni concerto propedeutiche alla fruizione dello spettacolo presso le scuole primarie di primo e secondo grado delle province di Monza e Brianza, Milano, Mantova e Verbania, incontrando più di duemila studenti. Dal 2018 collabora con la Fondazione Nicola Polidoro di Città Sant’Angelo (PE) per la realizzazione del Città Sant’Angelo Music Festival, attraverso la redazione dei programmi di sala e le presentazioni in veste didattica per gli spettacoli della rassegna. Nell’aprile del 2018 ha partecipato come vocalist al progetto “Nomologo”, pièce teatrale e di musica contemporanea realizzato da un collettivo di compositori del Conservatorio di Milano, inserito nella Stagione del Teatro Pacta. Dal 2019 collabora alla stesura delle note di sala per la Stagione Musicale del Comune di Varese. Nel 2020 si laurea in Composizione ad indirizzo Scienze storiche, critiche e analitiche della musica con il massimo dei voti presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano dove attualmente sta frequentando l’ultimo anno di biennio del medesimo corso.

Cosa vuol dire essere musicisti, cos’è la musica nella vita professionale? Com’è la vita di un musicista nel costante studio per cercare una perfezione che sembra sempre irraggiungibile?

Dedicare la propria vita alla musica significa svegliarsi ogni mattina con il desiderio di imparare sempre qualcosa di nuovo. È una sfida stimolante e continua con se stessi, alla ricerca di un costante miglioramento, di una perfezione ideale che gratifichi i sacrifici e l’impegno del quotidiano.

Cosa l’ha convinta ad aderire al progetto Musica&Parole?

Sono profondamente affascinata dall’ambito della divulgazione musicale, poter raccontare la musica condividendo le mie competenze anche ad un pubblico “non addetto ai lavori”, avvicinandolo passo dopo passo ai capolavori musicali della storia con un linguaggio che coinvolga chiunque mi emoziona moltissimo. Vorrei diventasse in futuro parte della mia attività lavorativa professionale.

Qual è l’importanza di questo progetto secondo lei?

Trovo interessante l’unione di musica e tematiche sociali, anche perché sono mondi molto più vicini di quanto si pensi: spesso nelle pagine che i grandi compositori di oggi e del passato ci hanno lasciato si nascondono morali, metafore, allegorie proprio legate alla società. I momenti di dibattito sono sempre un’occasione preziosa per aprire i propri orizzonti ed ottenere una maggiore consapevolezza su ciò che accade nel mondo in cui viviamo.

Quanta importanza ha secondo lei sensibilizzare il pubblico su tematiche importanti come razzismo, la violenza sulla donna, omosessualità e altre mille tematiche sociali fondamentali attraverso la cultura, l’arte e nello specifico quella musicale?

Importanza massima. L’arte, la cultura, hanno bisogno di una grandissima sensibilità per poter essere apprezzate al meglio, sensibilità che non può, a mio parere, non avere effetti anche sulle azioni e sul modus operandi degli individui. L’arte è la chiave, è un mezzo potente che può scuotere gli animi e renderli migliori. La musica poi ha la capacità di arrivare laddove le parole e le immagini non arrivano.

Musica&Parole può essere usato per coinvolgere, in qualche modo, il giovane pubblico? Cosa farebbe lei per attrarre i giovani ad un progetto del genere e quindi, attraverso questo progetto, anche al teatro musicale?

Bisogna sfatare il mito che i giovani siano pigri, svogliati o non interessati alla musica colta. Al contrario sia noi nel nostro piccolo che le grandi istituzioni dovrebbero assolutamente creare più opportunità per loro, affinché abbiano facilmente accesso a questo mondo spesso considerato “elitario” o di nicchia.

Cosa pensa del trattamento della cultura, dell’arte, in Italia da parte delle varie istituzioni? Questo progetto può in qualche modo, anche se lentamente, informare il pubblico del valore culturale?

Purtroppo dalle istituzioni non viene data un’importanza appropriata alla cultura, soprattutto a quella musicale. A mio parere è quasi un meccanismo di auto-sabotaggio. Proprio per questo motivo ogni progetto relativo alla divulgazione secondo me è prezioso. È linfa vitale per la nostra società, che di cultura ha bisogno, oggi più che mai.

Vi è un distacco tra giovani e il teatro musicale, è un problema sostanziale, come può essere risolto secondo lei? Se potesse applicare una politica, proporre un’idea, cosa farebbe?

Partirei dalle scuole. Meno matematica e più storia della musica in ogni ordine, grado ed indirizzo scolastico. Obbligatoria. Siamo noi italiani ad avere inventato gran parte della musica occidentale, è qualcosa che abbiamo nel nostro dna e che non può essere ignorato. Proporrei programmi televisivi di divulgazione, per combattere le barriere di genere, unendo il panorama culturale a 360 gradi: dal repertorio di tradizione, al contemporaneo, alla popular music compresa. Creare le premesse per un fervore culturale attivo, partecipato e fresco.

L’idea del progetto parte dalla pubblicazione di una poesia di una giovane poetessa di nome Ilaria Rocco, Figlio della Terra, cosa ne pensa? L’arte poetica può essere messa in relazione con la Musica?

I grandi del passato ci insegnano che tutte le arti sono perfettamente collegabili tra loro, in particolare musica e poesia. Esiste una metrica nella musica così come esiste una musicalità nelle parole. È un connubio che non smetterà mai di emozionare. Nel leggere la poesia di Ilaria Rocco ho rivisto tutte le dinamiche della nostra generazione, costretta a subire la presenza di un’infinità di soggetti che si ergono guru di qualunque cosa, che si sentono in dovere, chissà per quale motivo di spiegare agli altri come si vive, cosa mangiare, come vestirsi, dove trascorrere le vacanze, che musica ascoltare. È una realtà che mi fa profondamente paura, sono convinta che i ragazzi (e non solo) vadano spronati al raggiungimento di un proprio pensiero critico, a lavorare su se stessi per trovare ognuno la propria identità, il proprio posto nel mondo, avere delle idee originali, un carattere che sia unico. È il regalo più bello che possiamo farci. Essere liberi, essere unici.

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