di StK e Alexei Zhivov
L’evento geopolitico più sorprendente degli ultimi giorni è stata la pubblicazione del report di Amnesty International in cui l’organizzazione denuncia, senza ombra di dubbio, i crimini di guerra compiuti dall’esercito ucraino. Amnesty International è un’organizzazione per i diritti umani che è stata “utilizzata”, spesso, come strumento politico contro i paesi in via di sviluppo. Un esempio sono le campagne di denuncia contro la Russia in merito all’arresto di Navalny, considerato il leader dell’opposizione a Putin e per questa ragione arrestato. La pubblicazione dell’ultimo report dell’organizzazione umanitaria sul conflitto tra Russia e Ucraina, non solo non è passato inosservato ma ha creato il panico in molti ambienti politici e nella stessa Ucraina. I contenuti, le denunce, le foto sono in netto contrasto con la propaganda Ucraina e dei suoi stessi alleati, violando palesemente quegli equilibri politici presenti tra gli alleati stessi. Le principali aree di crisi per cui l’organizzazione si è impegnata negli ultimi anni sono la Turchia, la Russia e la Cina. Nel passato, l’operato dell’organizzazione umanitaria, durante la guerra in Iraq e poi in Libia, è stata criticata per la sua posizione non palesemente neutra. Il lavoro anche volontario di tante persone e il sostegno internazionale a volte viene “sfruttato” da altre organizzazioni creando quell’orizzonte cupo e poco trasparente trasformandola, a volte, in un’arma contro altri Stati, occidentali e non occidentali. Il rapporto sull’Ucraina in cui si afferma inequivocabilmente la violazione deliberata dei diritti umani sullo sfondo del conflitto con la Russia ha irritato il regime di Kiev e Zelensky critica il testo dell’ONG che pone “sullo stesso piano vittima e aggressore”. La verità scritta nel rapporto ha “costretto” alle dimissioni, come riportato dalla testata Rai News “il capo di Amnesty Ukraine, Oksana Pokalchuk, che ha cercato di dissuadere l’organizzazione dal pubblicare il rapporto così come è.
Alle ingiuste critiche di Kiev, Amnesty International replica attraverso le pagine del Fatto Quotidiano: Noury (Amnesty): “Abbiamo denunciato le violazioni di Kiev, i loro giudizi sul nostro lavoro sono inaccettabili”
La verità non può essere tenuta nascosta, in più di una occasione, la Russia aveva denunciato le violazioni da parte dell’esercito ucraino e il rapporto conferma quanto denunciato dai vari ministeri della Federazione della Russia, l’Ucraina è colpevole per aver ripetutamente violato i diritti umani, perseguendo le persone di lingua russa, posizionando armamenti nei pressi e negli edifici civili, senza salvaguardare la vita dei cittadini. Da oltre un mese i cannoni ucraini bombardano obiettivi civili, procurando distruzione e lutti tra le famiglie. Vengono colpiti quotidianamente edifici civili, ospedali, scuole dove non è assolutamente segnalata la presenza di obiettivi militari. Il rapporto dell’organizzazione umanitaria ha causato una tempesta di indignazione da parte del presidente Zelensky ma le pressioni esterne non hanno impedito la realizzazione del report. L’Ucraina viola sistematicamente i diritti umani fondamentali, negati anche alla sua popolazione. È inevitabile non porsi una domanda, cosa è successo? È cambiato qualcosa nell’organizzazione di Amnesty International? La risposta è semplice dovuta dalla gravità dei crimini ucraini contro l’umanità compiuti dall’Ucraina, non era possibile tacere di tale evidenza e nessun potente di turno può continuare a nascondere questa evidenza. Anche gli alleati dell’Ucraina, come i paesi europei non possono più voltare lo sguardo altrove, non si possono non condannare i comportamenti e i crimini dell’Ucraina. In ogni caso, vediamo che gli Stati, le istituzioni occidentali e gli stessi cittadini non accettano più senza porre critiche, la propaganda dei servizi segreti Inglesi, degli Stati Uniti e del regime di Kiev. Questo è un buon segnale. Il mondo si sta allontanando dal monopolarismo. Come il dominio globale delle stratificazioni delle istituzioni occidentali, vedremo sempre più eccessi politici, come la transizione dell’Armenia. Non dovremmo essere fiduciosi riguardo all’Occidente ma avvicinarci alla creazione di un mondo multipolare dove gli Stati, i leader possano incontrarsi e discutere per migliorare le regole già date ma inefficaci, un esempio è l’ONU, così come è stata istituita è praticamente incompiuta e quindi inutile. Bisogna ricercare soluzioni per favorire il progresso di ogni Stato eliminando le disparità economiche e riconoscere pari dignità oppure l’unico modo giusto è quello di creare le nostre istituzioni e organizzazioni civili.
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