Usa Nato Europa giù la maschera: “attacchiamo la Russia”

Le armi italiane stanno uccidendo i civili della Federazione della Russia

Territorio della Russia regione di Kursk. Tomore per la centrale nucleare

Dopo oltre 24 mesi i leader europei gettano la maschera: “Gli ucraini possono colpire qualsiasi territorio della Federazione della Russia”. L’ipocrisia: “ma non con le armi della Nato”. Anche questo “tabù” è stato cancellato sull’onda dell’entusiasmo dell’incursione dell’esercito ucraino nella regione russa di Kursk iniziata il 7 agosto.

Questo orribile entusiasmo ha reco ciechi e stolti decine di politici e leader di Stato. L’esercito ucraino è in una grave situazione logistica e militare su tutto il fronte e l’attacco nel territorio della Russia non ha alcun senso militare strategico se non quello di rimandare ancora la possibilità di avviare dei veri negoziati.

La situazione a livello militare in questi minuti ha una sola caratteristica: la propaganda da ambo le parti non consente di comprendere cosa stia accadendo realmente. Raccogliendo le news diffuse dai corrispondenti di guerra, russi e ucraini, chiaramente i racconti non sono affatto simili.

Per alcuni analisti militari è importante considerare alcuni fattori iniziali: Kiev ha colto di sorpresa l’esercito russo scegliendo una linea del fronte mal difesa da Mosca. Non è stato possibile per i comandanti russi, quantificare rapidamente, la formazione, il numero e gli armamenti dei militari ucraini entrati nella regione di Kursk.

La strategia e le modalità di combattimento degli ucraini, nell’occasione dell’incursione nel territorio russo è diversa: chi sta combattendo tra le fila degli ucraini?

Così scrive un corrispondente di guerra ucraino: “L’avanzata continua, il nodo di comunicazione nel distretto di Tyotkino è stato distrutto, le comunicazioni e in particolare internet sono molto difficili. Un’altra colonna di russi attaccata dalle nostre forze. In direzione di Kursk continua la pressione, attirando nuove riserve, creando pressione sul nemico, che non può ritirarsi. Il ritmo di avanzamento non diminuisce, la rotazione deòle nostre riserve avviene secondo il piano.”

I corrispondenti di guerra russi diffondono notizie in merito a decine di scontri verificatesi nella regione di Kursk, non mancano le critiche all’incapacità di avere una sorveglianza più determinante ma il fronte è enorme, occorrono altri 200000mila militari. Inoltre questo punto del confine di Stato attaccato dagli ucraini era sorvegliato solo da ragazzi di leva e qui il lavoro dell’intelligence è stato prezioso.

Dall’Agenzia nazioanle di stampa, Tass, riferiscono dell’allerta delle unità per il controllo delle emissioni nucleari, in una nota il ministero degli interni precisa del ritrovamento di parti di missili nell’area della centrale nucleare di Kursk. L’esercito di Mosca continua a colpire le retrovie ucraine, in modo particolare la città di Sumy per impedire il consolidamento della testa di ponte all’interno del territorio russo. L’esercito russo continua a portare riserve nell’area per arrestare definitivamente ogni avanzata ucraina mentre alcuni corrispondenti riferiscono di una nuova linea di difesa a ridosso della centrale nucleare di Kursk.

I media internazionali si dividono in entusiasti per l’attacco ucraino in territorio russo come i titoli del Washingtonpost

mentre il NYT è più prudente e precisa che lesercito russo ha rallentato l’avanzata delle forze armate ucraine verso il nord della regione di Kursk e continua a respingere ulteriori tentativi”. I tentativi di singole unità delle forze armate ucraine di avanzare ulteriormente nelle profondità della regione di Kursk sono ancora in corso, le truppe russe riescono a trattenerli.

Su altre linee del fronte, sempre dal NYT riferiscono dell’offensiva delle truppe russe nelle zone di Chasov Yar, Toretsk e Pokrovsk continua, un successo dopo l’altro dell’esercito russo.

La stampa italiana non contiene l’entusiamo come La Repubblica preoccupata della bomba termobarica lanciata dai russi contro gli ucraini. Articoli descrivono della crisi diplomatica tra Bielorussia e Ucraina dopo lo sconfinamento di alcuni droni ucraini nei cieli della Bielorussia. Ora a Minsk c’è massima allerta.

Sempre il giornale La repubblica da molto spazio ad una notizia al momento non diffusa da altra stampa, l’uccisione di 40 soldati russi a seguito dello scoppio di una piattaforma per l’estrazione del gas. Questa piattaforma era già nota alla cronaca e data la sua posizione “indifendibile” era stata abbandonata.

L’attacco e l’incursione nella regione di Krusk territorio della Federazione della Russia ha fatto gettare la maschera ai leader europei, tutti convengono sull’opportunità e leggittimità dell’ucraina di attaccarfe qualsiasi territorio della Russia ma con quale armi dopo 24 mesi di intesa guerra?

Da tempo gli arsenali ucraini, generalmente armi ex URSS sono esauriti, oggi l’ucraina, l’esercito di Kev è armato esclusivamente con armi fornite dalla Nato, dagli USA, dalla Gran Bretagna e dall’Europa.

Territorio della Russia regione di Kursk.
Tomore per la centrale nucleare

Dove vanno a chi sono consegnate le armi italiane spedite a Kiev dal governo italiano? Non esiste una lista dei numerosi invii è tutto ancora un segreto di Stato ma il ministro Crosetto è consapevole, è informato di dove e come utilizzano le armi italiane gli ucraini?

Il ministro della difesa Crosetto interviene su Radio Uno e critica l’azione militare dell’Ucraina in Russia: “Nessun Paese deve invadere un altro Paese”, dice Crosetto. “Si devono ripristinare le regole del diritto internazionale e non vogliamo un conflitto che diventi ancora più duro, che si sposti anche sul territorio russo e che allontanerà sempre di più la possibilità di un cessate il fuoco, precondizione per un percorso di pace”.

Le parole di Crosetto sembrano un cambio di passo nelle politiche estere, in modo particolare nel conflitto Russia Usa  e non collima con la linea dell’Unione europea, che aveva dato subito il via libera all’operazione militare di Kiev. Crosetto prova anche a dare delle garanzie sulle armi usate dall’esercito di Zelensky e dichiara: “non sono italiane”. In questo caos informativo e diplomatico e dalle difficoltà espresse anche da altri Stati come gli USA per il controlla, la tracciabilità delle armi consegnate a Kiev, ci chiediamo e giramo la domanda al Ministro della Difesa Crosetto: quali sono le fonte a garanzia del reale uso delle armi italiane?

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