11 Settembre in miniatura!

Analisi calcoli e nuovi test

11 settembre in miniatura

11 Settembre, in miniatura!

di Sergio Pomante

Salve a tutti, il mio nome è Sergio Pomante e alcuni di voi mi conosceranno come noto complottista! Per alcuni sarebbe un problema, per me no.

Dunque, 11 settembre in miniatura, cosa vuol dire?

Vuol dire analizzare un dettaglio del presunto “attentato islamico” e riprodurlo in scala. Come ben sappiamo l’unico elemento di cui abbiamo immagini è l’attacco alla torre sud. Infatti del presunto aereo che avrebbe colpito il Pentagono non abbiamo alcuna immagine, men che meno del presunto Boeing 757 del volo United 93 che si sarebbe schiantato in Pennsylvania, per la torre Nord abbiamo un solo video di pochi secondi. Mentre per la torre sud abbiamo il mondo! E quindi ho scelto di rivolgere le mie attenzioni alla torre sud. Questo lavoro vuole trattare la questione sia da un punto di vista teorico che sperimentale.

In questi anni sono stati fatti film, documentari, scritto libri… senza giungere ad alcuna soluzione! Si continua a parlare di versione “ufficiale” e di “complottisti”. Eppure la faccenda è prima di tutto di carattere scientifico. Non dovrebbe essere difficile trovarvi una spiegazione oggettiva. Questo è quello che accade quando si lascia fare il lavoro dello “scienziato” ai giornalisti!

Si continua a parlare da 20 anni del nulla. Nessuno che sia capace di analizzare la faccenda in maniera oggettiva e risolutiva. Eppure è dannatamente semplice. Era assolutamente doveroso e necessario per la comunità Scientifica ottenere una Verità! Non giornalistica, non fatta di chiacchiere e pressappochismo, ma scientifica.

Siamo in presenza di un problema fisico e come tale va trattato e risolto. Sottolineo, risolto!

Abbiamo un aereo, un oggetto, che va contro un altro oggetto e farebbe determinate cose. Abbiamo modo di comprendere e dimostrare che quanto visto in mondovisione è del tutto impossibile.

Sappiamo che nelle scienze sperimentali, e la fisica è la madre di tutte le scienze sperimentali e la scienza è solo sperimentale, quando una premessa è sbagliata produce una catena di assurdità. Se prendiamo per valida una idea sbagliata, interpretiamo male un dato risultato, diamo spazio all’errore, e restiamo per 20 anni a parlare di “11 settembre”.

Se noi diamo per possibile che un aereo di linea, un Boeing 767, possa fare quello che gli abbiamo visto fare apriamo la strada a una serie di assurdità che ci portano completamente fuori strada. Ma se io focalizzo la mia attenzione su quel particolare dettaglio e dico: “no, questa cosa qui non è possibile! Va contro le leggi della Fisica” e se va contro le leggi della Fisica lo possiamo verificare sperimentalmente. E se io faccio questo, chiunque sostenga o abbia sostenuto il contrario deve tacere. Deve accettare l’evidenza sperimentale.

Costoro affermano che la spiegazione ufficiale dell’11 settembre sia conforme a dei modelli matematici e quindi non vi sia nessun problema! Ma se le mie verifiche sperimentali dicono il contrario, le loro “simulazioni” diventano spazzatura. Esse sono sempre state spazzatura. Ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di dimostrarlo in maniera definitiva.

In questi anni c’è stato un gran parlare sulla natura del crollo delle torri: Strutturale, artificiale. E non si è parlato di altro. Fiumi di parole sul nulla. Polemiche che hanno tenuto in vita una balla planetaria.

Se la premessa è sbagliata, se non accettiamo l’idea che un aereo di linea possa aver fatto quello che gli abbiamo visto fare, tutto quello che viene dopo diventa impossibile.

Insomma, in ultima analisi, quello che noi abbiamo visto è un film. Un film girato in tempo reale. Abbiamo visto un trucco di magia! Ben fatto, ma comunque sempre magia. Non sta a me dire quale sia il trucco! Io posso soltanto dimostrare che tutto questo viola le leggi della Fisica. Il trucco chiedetelo a qualcun altro.

Di conseguenza tutto quello che abbiamo visto è finto. Tutte le problematiche trattate dai vari documentari e che hanno riempito una valanga di libri, non hanno alcun senso! È tutto falso.

E si dimostra sperimentalmente. Come vedremo in seguito.

Crediamo di aver visto un aereo che impatta contro un grattacielo, invece vediamo solo un’esplosione. Non c’era nessun aereo. Se vi fosse stato un aereo esso si sarebbe sfracellato contro la torre senza fare il minimo danno, magari avrebbe rotto qualche vetro! L’esplosione del carburante avrebbe certamente fatto qualche danno, ma le torri sarebbero rimaste in piedi.

Qualcuno ha avuto l’ardire di invocare il rasoio di Occam! Ovvero un principio metodologico che, tra più ipotesi per la risoluzione di un problema, indica di scegliere, a parità di risultati, quella più semplice, ovvero: è futile fare con più mezzi ciò che si può fare con meno. Funziona? A mio modo di vedere no! Perché non sempre e possibile mettersi d’accordo su cosa sia realmente semplice o semplicemente sbagliato! Senza indagini specifiche di natura prettamente sperimentale.

Quindi, se vediamo un aereo di linea impattare contro le torri vorrà dire che c’era un aereo! Perché complicarsi la vita con congetture o ipotesi superflue?! Purtroppo questa presunta semplicità diventa una superstizione, perché contraria alle Leggi della Fisica! E il rasoio di Occam si mostra per quello che è: un principio che funziona solo a posteriori! Ovvero solo dopo aver trovato un criterio sperimentale valido per scegliere la giusta spiegazione al nostro problema!

Vedete, se David Copperfield “ruba” la statua della libertà non vuol dire che sia stata veramente rubata, è solo un trucco di magia! Qualcuno invocherebbe il rasoio di Occam per ritenere la tesi del furto più semplice di quella del trucco di magia? Immagino di sì. E qui sta il dramma! Nella nostra società il pensiero scientifico è morto. Viviamo in un’era in cui arriviamo a credere alle favole e chiamiamo tutto ciò “scienza”.

Ci dicono di dover credere nella scienza! Ma la scienza, quella vera, per loro sventura non ha mai chiesto a nessuno di avere fede! La scienza spiega, dimostra, porta argomenti oggettivi, fa esperimenti, formula ipotesi, cerca e trova interpretazioni ai fatti che sono oggetto della sua indagine. Sappiamo che un gran numero di pubblicazioni sono farlocche, sono fatte con dati non ripetibili. Diamo credito a una scienza prezzolata fatta di carta! Mentre ciò che conta è l’esperimento! L’esperimento è IL Re nel mondo della Scienza mentre la sua regina è l’interpretazione! Ogni fatto va compreso, va inquadrato in un paradigma generale senza conflitti d’interesse! Sappiamo che ci sono ambienti scientifici in cui il conflitto d’interesse la fa da padrone! Lo vediamo in particolar modo in questi mesi bui. In questa era di follia sanitaria. Sappiamo che un gran numero di pubblicazioni scientifiche in campo medico si occupano di esperimenti non ripetibili, con dati inventati ad hoc per ottenere il risultato sperato! Sappiamo che è prassi comune pubblicare spazzatura con il plauso del revisore di turno! E tutto questo la chiamano “scienza”. Guai a chi non pubblica su riviste peer reviewed! Guai a loro, l’ira di Dio si scateni su di loro.

Per nostra fortuna qui si parlerà solo di Fisica, la medicina la lascio ai politici.

Passiamo ora al sodo!

Ho parlato di riproduzione in scala. Quindi dobbiamo prima di tutto capire di cosa stiamo parlando. Dobbiamo capire cosa riprodurre e come farlo. Per mia fortuna nei mesi passati (in aprile) ho trovato in rete un documento in cui si descrive in dettaglio la struttura delle torri gemelle. A mio modo di vedere molti di voi non hanno la minima idea di come fossero costruite le torri. Infatti i “professionisti dell’informazione” dicevano quanto segue:

“43.600 finestre, questo è il totale delle due torri, cioè poco meno di 22mila finestre ciascuna, tutte larghe 50 cm, un dato da tener presente perché ci aiuta a comprendere la struttura delle torri e anche la dinamica del crollo. I grattacieli tradizionali, infatti, hanno una struttura portante all’interno e le pareti sottilissime. Le torri di New York invece erano sostenute da una intelaiatura esterna, da sottili nervature d’acciaio distanti tra loro appunto di 50 cm, cioè la larghezza delle finestre, insomma erano come dei parallelepipedi vuoti!”.

A parlare era Alberto Angela, era il 2011.

Questo è il livello dell’informazione pubblica. Come del resto anche della informazione in generale. Non solo in Italia, direi nel mondo. Questo è il motivo per cui certi “complotti” possono nascere e prosperare. Non esiste una reale informazione. Ma solo propaganda. Non esiste una reale “istruzione” scolastica ma solo indottrinamento. E non devo certo dirvelo io.

Questi “professionisti” vorrebbero convincerci del fatto che il fuoco si spegne con la benzina, se non funziona serve altra benzina e se diciamo che ancora non funziona ci danno dei complottisti o dei negazionisti. Quando poi il fuoco si spegne “naturalmente” ti dicono: “hai visto che ha funzionato”? Questo è il livello intellettivo di questa gente!

Assodato l’ovvio, osserviamo, finalmente, uno spaccato della reale struttura esterna e interna delle torri (in foto):

Descriviamolo.

L’autore di quel documento è un certo professore della facoltà di ingegneria di Napoli, Antonello De Luca, dal titolo “Il collasso delle torri gemelle del WTC analisi e riflessioni sul progetto”. Ho il sospetto che non avrà molto piacere dell’uso che ho fatto del suo lavoro, comunque sia, grazie!

Il file in questione è titolato: DeLuca_TorriGemelle.pdf, potete cercarlo con google. Per questo motivo sono in grado di descrivere con dovizia di particolari le strutture delle torri.

Abbiamo delle strutture pre-fabbricate costituite da barre verticali che prendevano lo spazio di tre piani, ogni piano era alto (compreso il solaio) 3,66 metri. In prossimità dei solai avevamo delle barre orizzontali di supporto che univano tre barre verticali della lunghezza di circa 11 metri. Le barre verticali erano degli scatolati a sezione quadrata saldati, composti da 4 piatti di spessore diverso, lo spessore scendeva al salire dei piani. Cambiava ogni 10 piani. Era massimo alla base, ovvero di 4 pollici, 101,6 mm e minimo nei piani in alto dove era di ¼ di pollice, 6,35 mm.

La distanza tra ogni barra verticale era di 1016 mm. Da misurare dai due centri, come visto in figura. La larghezza degli scatolati era di 14 pollici, 356 mm. Quindi lo spazio vuoto tra gli scatolati era di 1016-356 mm = 660 mm.

La torre sud è stata colpita tra i piani 78 e 84, quindi abbiamo bisogno dello spessore al piano 80 (che resta lo stesso fino al piano 89). Da un prospetto (che vedete in foto, le misure sono in pollici, un pollice = 2,54cm) che ho trovato grazie a un amico che per 17 anni ha lavorato come disegnatore CAD di grattacieli, ho trovato tutti gli spessori. Nel nostro caso particolare lo spessore dei piatti saldati era di ¾ di pollice, 19,05 mm. A questa struttura dobbiamo aggiungere anche i solai che erano agganciati alle strutture esterna e interna e composti per lo più di acciaio.

Anche i solai avevano una certa importanza per la tenuta strutturale delle torri, non a caso gli smorzatori anti-vento erano montati proprio nei solai e permettevano alle torri di muoversi, al massimo, di un metro con i venti più forti. Il vero nemico delle torri era il vento non gli aerei di linea!

Questo per parlare della sola struttura esterna. Poi abbiamo il nucleo interno! Che nel mio modellino non è descritto in dettaglio, visto che non ci interessa e non è stato riprodotto in scala! In ogni caso è doveroso descriverlo anche se solo per sommi capi.

Il nucleo delle torri era un parallelepipedo pieno in cui trovavano spazio le scale e gli ascensori. Come struttura portante avevamo 47 pilastri di acciaio. Anche in questo caso si tratta di scatolati, ma molto più grandi e di spessore maggiore. Il tutto in bagno di cemento. Non ho dettagli sulle dimensioni di questi 47 pilastri, ma non ha alcuna importanza, visto che non trovano spazio nella mia riproduzione in scala. Dal piano 85 in avanti al posto degli scatolati abbiamo delle travi di acciaio a doppia T fino in cima.

Ma a noi non interessa! Ve lo dico per completezza d’informazione. Inoltre, come potete leggere, il nucleo interno era largo 41,8 m e profondo 26.5 m.

Il lato di ogni torre gemella era di 63,1 metri in pianta. In ogni facciata avevamo 59 pilastri/scatolati che coprivano l’intera altezza delle torri, 415 metri (per la torre sud).

Le unità da 11 metri erano giuntate con dei bulloni di acciaio di altissima durezza, 4 nei piani alti e 6 negli altri, quelli bassi. Nel nostro caso erano 4.

Se ho ben interpretato il file del prof. De Luca, possiamo affermare che la resistenza delle giunzioni imbullonate fosse un 20-30% della resistenza delle sezioni scatolate continue. Questa informazione mi permette di fare una riduzione in scala più attendibile.

Ora è il caso di parlare del secondo protagonista della storia, l’aereo!

Si tratta di un bimotore, Boeing 767 200ER, dove ER sta per extended range, ovvero maggiore autonomia! Poteva ospitare a bordo fino a 24mila galloni di carburante. La sua lunghezza era di 48,51 m, apertura alare di 47,57 m, diametro fusoliera 5,03 m.

Fattore critico è il peso! Il peso di un aereo è un parametro cruciale. È composto da diversi fattori: il peso operativo a vuoto (che include anche l’equipaggio) (OEW), i passeggeri, i loro bagagli, eventuali merci supplementari e il carburante! Il solo carburante ha un peso confrontabile con il peso di un aeromobile vuoto! Nel nostro caso un Boeing 767 200ER, a vuoto, pesa circa 83mila kg e ha un peso massimo al decollo (MTOW) di 179.169 kg. Qualche chilo di troppo e l’aereo non decolla!

Ma nemmeno atterra, infatti esiste anche un peso massimo all’atterraggio (MLW) che è di 136.078 kg. Molti sostenitori della teoria ufficiale sostengono che l’aereo che ha colpito la torre sud avesse a bordo 90mila litri di kerosene. Per un peso di circa 72mila chili. Tutti gli aerei coinvolti con i fatti avevano come destinazione Los Angeles (uno San Francisco), ovvero un percorso di circa 4200 km. Per tale viaggio avrebbero avuto bisogno di un terzo del carburante! Un eccesso di peso all’arrivo avrebbe voluto dire buttare il peso di troppo! Secondo voi le compagnie buttano carburante per vivere? È inevitabile, chi sostiene la versione ufficiale non può che farlo per ignoranza!

A questo punto bisogna riprodurre tutto questo in scala!

Ho scelto un fattore di scala di 1 a 200.

Prendiamo in esame la torre.

Elimino del tutto la struttura interna. Perché valuto che non verrà coinvolta con la verifica sperimentale della dinamica della collisione. Elimino del tutto i solai, per ovvi motivi, e prendo in esame la sola struttura esterna.

Abbiamo dei pilastri giuntati ogni 11 metri, circa. Io non posso certamente riprodurre in scala le giunzioni come anche non posso costruire degli scatolati saldati dello spessore di 19,05 mm in scala 1 a 200! Ovviamente non posso usare degli scatolati. Lo spessore di 19 mm, in scala 1 a 200, corrisponde a uno spessore di 0,095 mm, ovvero 95 micron. L’idea di dover costruire degli oggetti saldati con lamiera da 95 micron non mi alletta assolutamente e non so nemmeno se sia possibile!

L’unica scelta razionale diventa quella di usare delle lamiere continue dello spessore di 95 micron. Ma in commercio esiste solo la lamiera da 100 micron, anche se di un pessimo acciaio. Il comune AISI 304, meglio noto come inox 18-10, quello con cui si fanno pentole e posate! L’acciaio con cui erano fatte le torri era acciaio ultraduro, circa tre volte più forte e resistente di un comune AISI 304.

Uno scatolato è costituito da 4 barre piane (piatti) posti a 90° uno con l’altro. L’originale pilastro era largo 356 mm, in scala diventa 1,78 mm avente lo spessore di 95 micron, sempre in scala. Mi chiedo, quale sarebbe la resistenza di 4 piatti formanti uno scatolato rispetto a un solo piatto? Giungo alla conclusione che, a spanne, potrei ipotizzare una resistenza di un 20-30%. Dal file del prof. De Luca ho scoperto che la resistenza della giunzione sarebbe il 20-30% della resistenza di uno scatolato, ne deduco, quindi, che usando un solo piatto sarebbe come avere una giunzione su tutta la lunghezza della lamiera che userò! È mia intenzione usare un solo piatto, continuo, senza giunture di alcun genere. In questo modo ho rappresentato la struttura esterna della torre – almeno – al 20-30% della resistenza originale.

Nessuno potrebbe mai dirmi che la mia riproduzione sia più resistente della struttura originale. Il che basta e avanza.

A questo punto ho comprato una lamiera di AISI 304 dello spessore di 100 micron. Ho tagliato 60 strisce di lamiera di larghezza variabile tra 1-2 e 3 millimetri. Il taglio

è stato fatto a mano e quindi non è regolare ma, grosso modo, posso dire che la misura di riferimento, 1,78 mm, sia stata ottenuta con una certa regolarità. In ogni modo, visto che ho tolto tutto, mi perdonerete per qualche millimetro di troppo! Quindi ho assemblato con la colla una rete metallica (abbastanza spartana) con queste strisce tagliate a mano. Ne abbiamo una foto. Ora ci resta di riprodurre in scala l’aereo. Sulle misure non ci sono problemi, basta dividere ogni lunghezza lineare per 200. Ma il peso? Sul peso bisogna ragionare un attimo.

Io so che il peso di un qualunque oggetto è dato dalla sua densità che moltiplica il suo volume. Volendo ottenere il peso in scala 1 a N dovrò ottenere il volume in scala 1 a N. Per un solido regolare per cui sia possibile trovare una formula analitica per il calcolo del volume V ottengo facilmente che il volume in scala 1 a N sarà V/N3.

Quindi: Peso=densità x Volume , ma, PesoN = densità x (Volume/N3) di conseguenza, PN=P/N3. Come si generalizza per un solido qualunque? Prendiamo la dimensione di un volume [V], essa sarà una lunghezza al cubo, in generale, se divido questa lunghezza (lineare) per N ottengo come [V]=lunghezza al cubo che divide N3, il fattore scalare si porta dentro a dividere il valore numerico e la generalizzazione è servita.

Per mia comodità e per far capire che non temo niente e nessuno! Ipotizzo che il peso dell’aereo sia composto interamente di alluminio. E che il suo peso sia il massimo possibile: 179.169 chili. Possono sembrare tanti, ma considerate che un carro armato arriva a pesare 60.000 chili. Un aereo di linea, in realtà, è un oggetto sostanzialmente vuoto, leggero e delicato. Tutt’altro che un ariete con cui fare le “spaccate”!

Di conseguenza il peso del mio modello in scala 1 a 200 sarà dato dal peso dell’aereo originale diviso per 8 milioni, ovvero N al cubo.

PN = 179.169 / 8.000.000 = 22,4 grammi.

Il modellino da me costruito pesa 24 grammi.

E lo vedete in foto, insieme a un modellino commerciale. Resta da determinare la velocità a cui dovrà andare il nostro modellino. La velocità in scala è data dalla velocità reale divisa per il fattore di scala, in questo caso 200. Questo perché in una scala si divide per N ogni lunghezza lineare e lo spazio percorso dall’aereo è una lunghezza lineare percorsa in una unità di tempo. Nel nostro caso avremmo 920-930 Km/h che approssimo a 1000 km/h. Vuol dire che il nostro aereo percorre 1000 km ogni ora, ovvero, 1000/N ovvero 1000/200, 5 km ogni ora. Ne segue che la velocità a cui dovrò lanciare il mio modellino è di 5 km/h.

Ma prima di andare avanti, è giunto il momento di fare una analisi teorica di tutta la faccenda! Prendiamo in esame il video della collisione del Boeing con la torre sud, sono meno di 40 fotogrammi.

Queste immagini sono state analizzate da molte persone e sono stati scritti libri su di esse. È stupefacente ma è proprio così. In questi libri si parla di aerei militari, di flash, di esplosivi, di inneschi, di strane protuberanze e amenità del genere. Nessuno che sia stato in grado di comprendere gli aspetti dinamici della faccenda. Nessuno che sia stato in grado di comprendere la natura di quella “premessa”. L’assurdità di quelle immagini. Non a caso molti “complottisti” hanno interpretato quelle immagini come a giustificare il fatto che l’aereo non fosse un comune aereo di linea. Hanno puntualizzato le loro analisi sul fatto che un aereo di linea non può viaggiare a quelle velocità al livello del mare, e quindi NON era un aereo di linea. Ma un drone militare! Nessuno si è posto la domanda: “e se non fosse un aereo”?

In realtà anni fa uscì su youtube un video “September clouds” in cui si sosteneva che nei cieli di Nuova York non vi fosse stato alcun aereo! Ma poi quel video è sparito, pare per problemi di copyright! In ogni caso credo di essere il primo a cercare di dimostrarlo sperimentalmente. Ma, francamente, sarebbe come dimostrare che non è possibile bucare un muro di cemento armato con un pugno! Senza rompersi la mano e senza accusare alcun dolore! L’esperienza ci insegna che ciò non è possibile. Eppure pur trattandosi di un aereo di linea che fa l’impossibile serve la verifica sperimentale. Tutto ciò è ben più che assurdo. Ma al tempo stesso indicativo dello stato del pensiero Scientifico moderno: del tutto assente!

Il video in questione è in formato PAL, ovvero presenta 25 fotogrammi ogni secondo. Inoltre so che l’aereo è lungo 50 metri e posso usarlo come unità di misura per fare una stima della distanza dell’aereo dalla torre. Mi basterà misurare il numero di lunghezze (50 metri) che distanziano l’aereo in video dal suo obiettivo. Per sommi capi posso dire che sono 6, 6×50=300 metri. Oltretutto ogni 5 fotogrammi l’aereo percorre la sua lunghezza. Il suo moto è regolare, uniforme. Tutto questo avviene in 6×5=30 fotogrammi. Se 25 “misurano” un secondo, 30/25=1,2 secondi. Di conseguenza la velocità del nostro “aereo” sarà: 300/1,2=250 metri al secondo, se moltiplico per 3,6 ottengo i chilometri orari, ovvero 900 km/h che è proprio la velocità (grosso modo) a cui sarebbe andato il nostro aereo!

Adesso giungiamo a un attimo prima della collisione! I successivi 5 frame, che vedete in foto, sono chiarificatori e risolvono in maniera definitiva la faccenda. 5 fotogrammi per risolvere una follia durata 20 anni!

Personalmente resto affascinato dal terzo frame!

Nei 30 frame precedenti, abbiamo visto un aereo che percorreva la sua lunghezza in 5 frame, ovvero in 5/25 di secondo. Cosa ci aspetteremmo di vedere in quelli successivi in cui l’aereo impatta con la torre? Avete mai visto un’auto che sbatte contro un muro? L’esperienza ci insegna che la velocità di un oggetto che impatta con un qualunque ostacolo tende a diminuire fino a diventare nulla! Ovvero si dissipa energia cinetica. Sappiamo che l’energia cinetica Ec = 1/2 m V2, dove m è la massa dell’oggetto e V la sua velocità. Se l’energia cinetica deve dissipare vuol dire che questo termine deve diminuire. Questo può avvenire se vengono persi dei pezzi e/o se la sua velocità diminuisce. Questa energia dissipata non sparisce nel nulla ma si “trasforma” in deformazioni meccaniche e/o attrito. Un freno d’auto dissipa l’energia cinetica del mezzo attraverso l’attrito! Ma rallenterebbe anche andando a sbattere contro un muro! Probabilmente la sua energia scenderebbe a zero. E in compenso avremmo un’auto distrutta e un muro abbattuto! L’esperienza ci insegna questo! A meno di condizionamenti mentali operati da una informazione corrotta e collusa! In tal caso assisteremmo a dei fatti assurdi ma non saremmo in grado di comprenderlo.

Infatti, qui cosa vediamo? Nei successivi 5 frame vediamo l’aereo che penetra la torre. Come lo fa? Lo fa mantenendo intatta, invariata la sua velocità, ovvero la sua energia cinetica. Assistiamo a un urto “impossibile” in cui non vi è dissipazione e non viene rispettata la terza Legge della dinamica di Newton, ovvero vediamo l’azione ma non vediamo alcuna reazione, non vediamo vibrazioni, rotture strutturali. Viene violata anche la prima legge, la quale dice che un corpo permane nel suo stato di moto rettilineo uniforme se non interviene una forza a mutarne lo stato. Secondo voi incontrare un grattacielo rappresenta una “forza” esterna capace di perturbare il moto del corpo? L’esperienza ci dice di sì. Ma le immagini televisive contraddicono l’evidenza sperimentale. Sarebbe come dare un pugno contro un muro e attraversarlo da parte a parte senza farsi male, senza rompersi la mano senza che intervenga Madre Natura a prenderci a schiaffi!

Nella realtà la fusoliera dell’aereo si sarebbe spaccata in diverse parti, le vibrazioni ne avrebbero messo a dura prova la tenuta strutturale. Le ali si sarebbero staccate, il carburante sarebbe precipitato di sotto, ci sarebbe stata un’esplosione esterna che avrebbe risolto la faccenda lasciando la torre praticamente intatta! Invece abbiamo visto ben altro. Abbiamo visto qualcosa che va contro l’evidenza sperimentale. Abbiamo visto una palese assurdità.

L’aereo si sarebbe accartocciato sulla torre come una fisarmonica. Invece è entrato come se le torri fossero nuvole!

Quindi, cosa abbiamo visto in questi 5 fotogrammi? Un aereo penetrare le strutture esterne e interne della torre, senza mutare minimamente la sua velocità! Il che vuol dire che l’aereo, penetrato nella torre, debba essere assolutamente intatto! Questo perché manca all’appello l’energia che avrebbe dovuto distruggerlo! L’energia cinetica dell’aereo, dissipando, si sarebbe ritrovata sotto forma di danni strutturali al bersaglio come anche danni strutturali al proiettile, l’aereo! Se manca dissipazione manca energia per distruggere l’aereo! Ma abbiamo avuto comunque energia per bucare la torre, energia venuta dal nulla! A un certo punto l’aereo si ferma. Cosa lo ferma? Migliaia di metri cubi di acciaio e cemento non sono stati in grado di rallentare l’aereo di un solo km/h, ma, arrivato alla fine, dove non c’è più nulla, si ferma! È evidente che non vi fosse alcun aereo. È solo un trucco di magia. Fantascienza. Credere alla versione ufficiale dell’11 settembre vuol dire credere in una colossale balla. La più grande manipolazione mentale di massa della storia dell’uomo, seconda soltanto alla attuale idiozia sanitaria. In ultima analisi potremmo chiederci il motivo per cui il carburante non esplode prima, nel momento in cui le ali toccano la struttura, ma aspetta diversi decimi di secondo prima di esplodere. Ma questi, ovviamente, sono dettagli di secondo piano. La negazione delle leggi della dinamica è certamente più che sufficiente per poter affermare con certezza assoluta che nei cieli di Nuova York non vi era alcun aereo!

Io ancora mi chiedo il motivo per cui nessun tecnico della Boeing, all’indomani dell’11 settembre, non abbia gridato a gran voce la Verità. Invece il mondo intero non ha avuto la forza di comprendere una tale evidenza sperimentale. Un misto di paura, indottrinamento e profonda stupidità.

Ora possiamo dedicarci al nostro esperimento. Ovvero alla rappresentazione in scala della collisione tra un modellino di Boeing e la ricostruzione in scala della struttura esterna. Come da foto precedenti.

Per accelerare l’aereo alla “folle” velocità di 5 km/h (velocità in scala relativa a 1000 km/h) ho usato un carrello che cade da un piano inclinato. Poi, sfruttando il noto fenomeno delle “forze apparenti”, ovvero bloccando manualmente il carrello, ho provocato un moto di reazione del mio aereo che procederà verso la rete metallica con moto parabolico. Ovviamente non potremo certamente ottenere quanto visto nei 5 frame qui sopra! Perché un esperimento risponde alle leggi della Fisica “nel mondo reale”, e io non ho usato alcun trucco!

In questa ultima foto potete vedere una “istantanea” della collisione reale. Noterete certamente la differenza.

È un esperimento che potete fare anche voi a casa. È molto facile. Immaginate di avere un modellino di Boeing 767 200ER in alluminio, ora fatene una palla! Avrete una palla del peso opportuno, ovvero 22-24 grammi, che abbia la forma di un aereo o la forma di una palla non fa alcuna differenza. Ora provate a lanciare questa palla contro un qualunque bersaglio alla folle velocità di 5 km/h. Quello che otterrete è la perfetta riproduzione in scala della collisione reale di un Boeing 767 200ER con “qualunque cosa”.

Il vero complotto, ordito dai “Padroni del mondo” e non certo da sparuti “terroristi islamici”, è stato quello di far credere al mondo intero che un aereo potesse forare una torre come fosse stata una nuvola! Questa Verità va accettata. Ognuno di noi – me compreso, anzi, io per primo – deve avere il coraggio di vedere dentro di sé e accettare la realtà per quella che è, deve avere la forza di demolire le proprie convinzioni sbagliate e ricostruirsi più forte, migliore. È un processo doloroso ma doveroso. L’unico modo che abbiamo per diventare consapevoli e onorare la nostra razionalità. Dobbiamo smetterla di essere dei pappagalli, di ripetere acriticamente quello che leggiamo sui giornali o sentiamo in televisione.

Io sono un complottista perché cerco la Verità. Ma gli altri cosa sono? Io gli altri li chiamo “aderenti alle istituzioni”, sono quelli che per qualche strano motivo credono nelle istituzioni, credono nei politici, credono al camice bianco di turno, credono a coloro che il sistema ha qualificato come “competenti”. Sono quelli che non vedono l’incredibile mole di “conflitti d’interesse” che troviamo in ogni ambito della nostra vita. Questa fede cieca è ingiustificata. Molte persone rispondono con estrema violenza, non solo verbale, verso chi cerca di dare delle diverse chiavi di lettura della realtà. Viviamo la scienza come fosse una sorta di religione, rivelata e esente da discussioni.

Le basi del pensiero logico sono da sempre basate su tesi, antitesi e sintesi. Tesi, le nostre ipotesi, antitesi, l’esperimento che funge da contraddittorio per le nostre ipotesi, il tutto confluisce nella sintesi, ovvero nella comprensione dell’esperimento e nella sua corretta interpretazione. Tutto questo produce Scienza, senza conflitti d’interesse e nel pieno rispetto di quei Principi Etici tanto cari alla filosofia della Grecia antica. La modernità ha distrutto il nostro Pensiero Scientifico.

Qui potete seguire il video in merito a tutte le fasi, analisi, calcoli e test

Buona Visione

Questo video è pubblicato anche sul canale Sovranità Popolare Youtube

 

 

 

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