Un rapporto dettagliato e molto importante è stato recentemente pubblicato dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti in merito alla campagna di salute pubblica COVID-19 orchestrata dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti. Questo documento, riassunto dalla dottoressa Jayanta Bhattacharya, epidemiologa e professoressa alla Stanford School of Medicine, rivela un’operazione di propaganda su larga scala volta a manipolare l’opinione pubblica sui vaccini COVID e sulle misure sanitarie. Secondo questa analisi, questa campagna ha contribuito a distruggere il legame di fiducia tra i cittadini e le autorità sanitarie pubbliche.
Secondo il rapporto, l’amministrazione Biden ha speso quasi 1 miliardo di dollari per diffondere informazioni fuorvianti e creare paura sul COVID-19. Questo enorme finanziamento è stato assegnato a una società di pubbliche relazioni, la Fors Marsh Group (FMG), con la missione di aumentare l’accettazione da parte del pubblico dei vaccini anti-COVID. Le tattiche utilizzate? Esagerazione dei rischi di mortalità, minimizzazione della mancanza di prove sull’efficacia dei vaccini nel fermare la trasmissione e intensa promozione delle mascherine e del distanziamento sociale.
In altre parole, il governo ha sfruttato tecniche di manipolazione psicologica per imporre misure prive di una solida base scientifica. Se un’azienda farmaceutica privata avesse agito in questo modo, probabilmente sarebbe stata multata per una cifra colossale, sufficiente a farla fallire.
Una campagna di paura e controllo
Il rapporto descrive in dettaglio come HHS abbia orchestrato una massiccia campagna mediatica, con un mix di pubblicità a pagamento e sottili messaggi mediatici. Questi messaggi sono stati amplificati da influencer, celebrità e persino atleti, che sono serviti a legittimare e ripetere alla popolazione informazioni infondate.
I messaggi della campagna non si sono fermati ai vaccini. Ha promosso anche la chiusura delle scuole, il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine, spesso con messaggi esagerati e allarmistici, lontani dalla realtà dei fatti. Di conseguenza, il rapporto afferma che questa propaganda ha contribuito all’erosione della fiducia tra i cittadini e i servizi sanitari pubblici.
Dati “scientifici” falsificati
La campagna FMG si è basata fortemente sulle raccomandazioni dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), che si sono rivelate in gran parte imprecise. Ad esempio, la campagna ha affermato falsamente che i vaccini anti-COVID prevengono la trasmissione del virus, affermazione contraddetta da numerosi studi internazionali. Quel che è peggio è che il CDC ha esagerato i rischi del Covid per i bambini, nonostante le prove scientifiche dimostrino che il virus rappresenta un basso rischio per questa fascia di età.
Indottrinamento fin dalla tenera età
Una parte della campagna era rivolta specificamente ai genitori, incoraggiandoli a vaccinare i propri figli distorcendo la realtà dei rischi. Gli annunci arrivavano al punto di affermare che il vaccino avrebbe protetto dal “COVID lungo”, senza alcuna solida prova scientifica a sostegno di questa affermazione. A causa di questo diffuso clima di paura, molti genitori si sono sentiti costretti a vaccinare i propri figli, spesso senza un’adeguata valutazione del rischio.
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