Perché e come investire nella lotta

La scelta del governo nei confronti dei cittadini, vietato manifestare

Acciaierie di Brescia

Il governo Draghi gode del sostegno di tanti, dalla Confindustria ai partiti, arrivando anche a Cgil Cisl e Uil che sembrano volergli fornire stampelle su tutte le materie, a partire dall’uso dei fondi del Pnrr che senza un movimento di lotta adeguato andranno alle aziende e soltanto poche briciole scivoleranno verso il basso.

Anno 2021, 900mila posti di lavoro in meno; 3 assunti su 4 sono precari; 1 miliardo di ore di cassaintegrazione. Decine di migliaia di classi pollaio e che cadono a pezzi. Per la sicurezza e produzioni ambientalmente sostenibill con investimenti, manutenzione preventiva e ordinaria e l’assunzione di Ispettori ripristinando reali poteri di intervento.

Per noi dietro il governo dei ” migliori” c’è il governo dei padroni, dei banchieri, dei tecnocrati che governano l’Unione europea.

L’emergenza sanitaria ha picchiato duro, e ha rivelato l’inadeguatezza dei governi a farvi

fronte. Occorre una politica sociale che ne tragga lezione e operi con grandi investimenti

pubblici su tutta la filiera che va dalla sanità, al trasporto, alla scuola.

Continuare intervendo con tagli è pura follia, basta con le delocalizzazioni delle imprese, le privatizzazioni e le esternalizzazioni di servizi essenziali.

E’ necessario un settore pubblico rafforzato e di qualità per tutti e tutte.

Lo smart working consente un risparmio di tempi di viaggio, minore inquinamento e ha reso evidente la possibilità di superare o evitare una parte delle attività umane più inquinanti.

Lo smart working può servire come modalità di lavoro che riduce la possibilità di

rischi socio-sanitari legati al sovraffollamento sui mezzi di trasporto e nei luoghi di lavoro.

Però Brunetta decreta il “tutti e tutte in ufficio”. Per lui forse i dipendenti pubblici sono

pecorelle che il dirigente/pastore deve avere sotto gli occhi? Non va bene …

Confindustria ha incassato dal Governo Draghi lo sblocco dei licenziamenti. Molte aziende, multinazionali e non solo, hanno già cominciato ad approfittarne e dal 31 ottobre la situazione peggiora di giorno in giorno, domani sarà una macelleria sociale.

I licenziamenti GKN, Gianetti Ruote, Whirpool e tanti altri sono solo l’anticipo di quel che ci spetta? Cosa accadrà da qui a pochi mesi nel settore turismo, commercio alberghi, massacrato da due anni di cassa integrazione e di cambi di appalto che favoriscono la corsa al ribasso salariale?

Quanti lavoratori e lavoratrici precarie, partite Iva, collaborazioni occasionali hanno già

perso il lavoro? E quanti altri e altre lo perderanno?

I rinnovi contrattuali senza l’indicizzazione dei salari (la scala mobile) e sulla base

dell’indice IPCA (che escludono gli aumenti dei prezzi energetici) comportano una

riduzione di fatto dei salari reali e insieme alla esternalizzazione dai settori tradizionali e

dal pubblico verso contratti minori (sempre siglati dai soliti sindacati) producono un impoverimento che trascina in basso anche i settori forti.

Salario minimo sì o no? In Germania chi ha vinto le elezioni propone 12 euro all’ora; in

Francia i sindacati Solidaires e Cgt chiedono di passare dagli oltre 1.300 euro mensili attuali ai 1.700. Da noi succede che la paga dei comunali è di oltre 1.700, quella delle cooperative sociali vicino ai 1.500 e quella del contratto Aninsei vicino ai 1.300 euro per la stessa attività. I contratti nazionali sono passati da 300 a oltre 900 e nessuno di quelli

nuovi è stato migliore dei precedenti a cui si sono aggiunte prebende per i sindacati firmatari con i consigli di amministrazione dei fondi pensione e assicurazioni sanitarie.

La nuova Ita (Alitalia è un esempio di un contratto nuovo ma assolutamente non migliorativo per i lavoratori.

Governo, Confindustria e sindacati confederali si apprestano a concordare un nuovo patto sociale: a favore di chi? Non possono decidere da soli.

Utilizziamo un po’ del nosro tempo e riprendiamo a discutere e decidere le richieste da portare al tavolo del confronto generale, contrattuale e sulla sicurezza.

E’ importante ottenere la sospensione dei costi dei brevetti, perché occorre garantire l’accesso alle cure su scala mondiale non solo nei paesi più ricchi). Bisogna evitare che continuino a morire 3 lavoratori al giorno e le decine di migliaia di infortuni e malattie professionali in genere non riconosciute. La riduzione della precarietà è necessaria anche per evitare che anche con il nonnismo vengano rifilati ai neoassunti le operazioni più pesanti, sgradevoli e rischiose.

Perché i soldi del PNRR non finiscano nelle tasche dei soliti ci dovremo impegnare a livello generale e locale per ottenere investimenti pubblici che migliorino l’ambiente, la sanità pubblica, la sicurezza nei luoghi di lavoro e per una piena occupazione.

Per questo occorre combinare il confronto per un salario giusto, contratti adeguati e

stabilizzazazione del lavoro precario, riduzione dell’arario di lavoro a parità di salario e per incrementare la piena occupazione.

Queste sono alcune rivendicazioni da portare nelle manifestazioni nei prossi giorni.

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