Facciamo un gioco: Ogni 4 anni c’è un anno bisestile, il che significa che dopo 4 anni la Terra ha guadagnato 24 ore, per cui dopo 2 anni, avendo guadagnato 12 ore, il giorno e la notte sarebbero invertiti, o no?
In attesa del 29 febbraio di questo anno bisestile in cui in un pacchetto unico ci saranno consegnate le ore della cui assenza non si è avuta evidenza alcuna nel corso dei tre anni precedenti, invece di porci come dei novelli Proust alla ricerca del tempo perduto cercando tra i polverosi cassetti degli X-Files di individuare i responsabili di un complotto temporale che costringerà a lavorare un giorno in più, facciamo il punto della situazione.
Più di tremila anni fa in Egitto i sacerdoti di Ra prescrissero che il giorno dovesse avere dodici ore diurne e dodici ore notturne definendo in 24 ore la durata del giorno solare cioè l’intervallo di tempo fra due passaggi consecutivi del Sole sullo stesso meridiano e ancora oggi che abbiamo svincolato il calcolo del tempo dalle osservazioni astronomiche, definendo il secondo pari a 9.192.631.770 periodi di oscillazione dell’atomo di cesio, tale valore è unanimemente accettato per definire la durata del giorno civile. Non è un caso che si parli di “giorno civile” perché il
giorno solare in effetti non ha una durata costante, come non è un caso che si parli di anno civile, di lunghezza variabile 365 o 366 giorni, per collegare due moti indipendenti come la rotazione della Terra intorno al proprio asse e la sua rivoluzione intorno al Sole, collegamento da cui ha tratto origine il calendario gregoriano entrato in vigore il 4 ottobre 1572 per accordare le ricorrenze del calendario allo scorrere delle stagioni sulle quali è impostato il ritmo dell’anno ecclesiastico, la cui stabilità,simbolo della stabilità degli insegnamenti morali della Chiesa, era minata dall’utilizzo del calendario giuliano. Stabilire collegamenti tra fenomeni diversi e indipendenti nel tentativo di cercare di ordinare gli eventi in modo che si evidenzi una relazione di causa-effetto funzionale all’accettazione di convenzioni, che non sempre collimano con la realtà, e convinzioni personali, prive di qualsiasi fondamento, prendendo alla lettera l’ironica affermazione di Einstein “Se i fatti e la teoria non concordano, cambia i fatti”, concorrono all’istituzione di un sistema di distrazione di massa utilizzato da chi in buona o in cattiva fede, ricorrendo a elementi immaginifici e complotti facili da screditare, devia l’attenzione dell’opinione pubblica dalle reali cause dei problemi che affliggono la contemporaneità.
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