Ultimo volo dell’Alitalia

Di chi sono le responsabilità?

Ultimo volo Alitalia 14 ottobre la compagnia di bandiera resta a terra per sempre

Breve storia

Nel 1960 è lo sponsor ufficiale dei Giochi Olimpici di Roma e l’anno successivo viene aperto l’aeroporto di Fiumicino che diventa l’hub principale di Alitalia.

Negli anni ’70 e ’80 cresce la flotta e vengono aperte nuove rotte verso le Americhe e l’estremo Oriente.

1990, i primi segnali della crisi: si avviano i primi colloqui con Air France, che non porteranno a nulla, e quindi nel 1997 i primi contatti con Klm per una fusione sotto forma di joint-venture integrale nel novembre 1999. L’accordo di fusione prevede lo spostamento dell’hub da Roma-Fiumicino a Milano-Malpensa e la conseguente chiusura di tutti i voli dallo scalo di Milano-Linate, tranne i voli verso Roma.

Nell’aprile 2000, Klm interrompe l’alleanza immediatamente in quanto venne bocciata dal consiglio di amministrazione. La crisi diventa sempre più grave, ed iniziano i primi tentativi di privatizzazione, che si protraggono fino al 2007, quando viene accettata l’offerta di Air France-Klm. Ma ad un passo dall’accordo definitivo con Air France monta la protesta contro la vendita ai francesi, che si ritirano nel 2008 in quanto Silvio Berlusconi non garantisce di accettare l’offerta del gruppo franco-olandese in caso di sua vittoria alle elezioni. Parte così il viaggio dei cosiddetti ‘capitani coraggiosi’, una cordata di imprenditori pilotata da Roberto Colaninno e di cui fanno parte Benetton e Ligresti, Caltagirone e Tronchetti Provera che fanno nascere Cai.
Il nuovo vettore, che unisce Alitalia ed Airone, con Air France Klm partner strategico con il 25% del capitale in mano nasce il 13 gennaio 2009 ma la crisi non è superata, ed il segnale sono i piani industriali aggiornati di continuo e automaticamente annullati.

In cinque anni, la compagnia cambia tre amministratori delegati e nell’ultimo trimestre 2013 è necessaria una ricapitalizzazione, nella quale Air France si ritira, diminuendo così, la sua quota in Alitalia.

Febbraio 2014, dopo che Etihad Airways mostra interesse in Alitalia, l’allora premier Enrico Letta, media con il governo di Abu Dhabi per portare avanti le trattative. Ci sarà una nuova ricapitalizzazione, a luglio 2014, vede l’ingresso in Alitalia di Poste italiane, con un contributo pari a 75 milioni di euro, è il primo vero salvataggio per il salvataggio della compagnia.

Agosto 2014, Etihad Airways annuncia di aver acuistato il 49% di Alitalia e invece dopo il rinnovo di marchio e livrea, nel 2017 Alitalia deve affrontare una nuova e pesante crisi finanziaria, rendendo necessari una ricapitalizzazione e un nuovo piano industriale, che viene però respinto dai dipendenti con un referendum aziendale ad aprile.
Il 2 maggio poi l’assemblea dei soci della compagnia aerea approva l’ingresso in amministrazione straordinaria dell’azienda decretando quindi l’uscita di Etihad e di tutti i soci di minoranza dalla società. Il governo per tenere in volo Alitalia eroga quindi due prestiti ponte, rispettivamente da 900 e 400 milioni di euro, che finiranno poi sotto la lente dell’Antitrust Ue.

Con un nuovo decreto-legge Cura Italia del 2020 viene autorizzata la costituzione della newco interamente partecipata dallo Stato, Italia Trasporto Aereo (ITA)

A guidare la nuova squadra vengono chiamati Fabio Lazzerini e Francesco Caio presidente. Comincia una complessa fase di preparazione con la predisposizione del nuovo piano industriale in vista del decollo previsto per la primavera del 2021. Ma per partire Ita deve avere disco verde da Bruxelles. E la Ue chiede discontinuità. Con queste premesse, il cammino del negoziato tra la Commissione europea e il governo italiano (nel frattempo a Palazzo Chigi è arrivato Mario Draghi) si presenta impervio. Ad aprile la compagnia non parte, il decollo viene ancora rinviato. A giugno l’azionista Mef nomina presidente esecutivo Alfredo Altavilla al posto di Francesco Caio e a luglio arriva il via libera di Bruxelles. Il decollo viene finalmente fissato per il 15 ottobre. L’ultimo miglio è quello più difficile e, soprattutto, più doloroso per quelle migliaia di lavoratori che non sono saliti a bordo di Ita. Chiude la vecchia Alitalia con molte ferite che rimangono aperte in modo particolare la conclusione della favola Alitalia e l’avvio di una nuova compagnia (ITA), viene decisa offrendo ai lavoratori un contratto del lavoro per decisamente sfavorevole al precedente contratto.

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