La biosfera del Pratone di Torre Spaccata

L'idea di sviluppo per il futuro del Pratone

Il Pratone di Torre Spaccata. La progettazione in permacultura può aiutare a semplificare la vita e a rendere il paesaggio più resistente.

di Domenico De Martino

Il Paese conosce da tempo una speculazione edilizia senza freni e una incuria del verde pubblico con la conseguenza di paesaggi deturpati, aree verdi non fruibili per i cittadini. La cementificazioni del territorio è la vera emergenza insieme all’incuria del verde e nel Paese il rischio speculazione non è stato cancellato. La prova è quanto è accaduto al Pratone di Torre Spaccata a Roma. Un area situata tra viale Bruno Pelizzi e via Roberto Fancelli. Sono sessanta ettari di Agro Romano, facilmente collegabili al parco di Centocelle separato da viale Palmiro Togliatti. Un’ampia area verde edificabile dal 1962 e trasformata in un bancomat della speculazione edilizia. La proprietà dell’area è stata una porta girevole con cambi di mano continui e questo gioco ha generato molti utili ai privati. Oggi l’intera area è di proprietà pubblica ed è interamente edificabile e sottoposta ancora a un rischio di speculazione e cementificazione.

Nell’area del Pratone, vive un ecosistema con una biodiversità importante, sono state censite 150 piante e 58 specie di animali.
Per molti cittadini romani il Pratone viene ricordato da numerosi episodi di vandalismo che trasformano l’area in una discarica a cielo aperto e confinante con diversi siti di rottamazione in viale dei Romanisti.

Per il Pratone di Torre Spaccata, questa volta, lo sviluppo ha preso la strada giusta. La consapevolezza dei cittadini residenti a ridosso del Pratone, con coraggio e determinazione hanno affrontato e chiesto un confronto con le Istituzioni su futuro dell’area. È stata un’altalena di dichiarazioni, tentativi di speculazione ma la tenacia del Comitato del Pratone ha trovato risposte positive e alcune aree sono ora “protette” per la presenza di antiche ville romane. Poi la svolta importante negli ultimi 12 mesi, anche il progetto di Cinecittà per l’ampliamento con nuovi studi, un grattacielo di 12o metri e dei resort è stato “definitivamente” abbandonato. Resta una semplice domanda: quale sviluppo futuro per il Pratone?

L’eco dell’attivismo del Comitato del Pratone ha raggiunto e sensibilizzato altri cittadini, enti locali, organizzazioni non a scopo di lucro, insieme, hanno dato una risposta e una visione per il futuro del Pratone presentando l’idea di sviluppo: “La biosfera del Pratone di Torre Spaccata”

Un insieme di interventi per contrastare la speculazione, l’abbandono di un’area verde pubblica e un area archeologica.

Per l’idea di sviluppo del Pratone sono state prese in considerazione tutte le indicazioni prodotte negli anni da Roma Capitale; Cassa depositi e prestiti, (proprietaria dell’area); il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata; l’associazione Culturale Quattro Sassi; gruppo Settimo Biciclettari, LabGov e 100 e a Capo; Università La Sapienza Roma – Botanica; Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Comunità Parco Pubblico Centocelle e Ministero della Cultura.

Da poche settimane è stato costituito un tavolo di lavoro, aperto a tutti i soggetti, dove convergere per le finalità di realizzazione dell’ Orto etnobotanico, un centro di laboratori di artigianato e il museo Archeologia dell’Architettura del parco delle Ville romane per una valenza educativa e di sviluppo. Esperti architetti dell’edilizia sostenibile, presto ci faranno conoscere la continuità della vita del Pratone e altri professionisti archeologi studiano come ridare luce alle antiche Ville Romane presenti nell’area.

Il futuro del Pratone coinvolgerà migliaia di cittadini residenti nel VII Municipio, nei quartieri di Torpignattara, Villa De Santis, Centocelle, Alessandrino, Torre Spaccata, Torre Maura, Cinecittà Est e Cinecittà, Don Bosco e Quadraro.

Il Pratone sarà collegato per mezzo di percorsi ciclabili e sentieri fruibili alle aree dei Parchi già deliberate da Roma Capitale.
All’interno saranno create aree dedicate all’Orto etnobotanico curate da esperti del settore agrobiologico e il centro di laboratori artigianali e una rete di coltivatori custodi.

Sono trascorsi diversi anni ed è sempre più vicino il giorno della concretezza, grazie anche alla giusta scelta della Sovrintendenza Capitolina, che ha espresso parere favorevole nel rendere il Pratone parte di un unico Parco Archeologico e Ambientale, ponendo i vincoli di tutela archeologica sulla villa A204, di epoca romana che si trova al centro del Pratone.

“La biosfera del Pratone di Torre Spaccata” risponde alla recente legge di restauro naturalistico approvata dal Parlamento Europeo il 12 luglio 2023 sul tema della qualità dell’abitare e della vita urbana. Ed è la funzione di regolamentazione sociale delle disuguaglianze, volte a disinnescare il conflitto sistemico tra le peripezie della rendita urbana e del valore e la sopravvivenza della “natura che noi stessi rimaniamo”

L’idea: “La biosfera del Pratone di Torre Spaccata” ha come obiettivo strategico il recupero degli ecosistemi danneggiati riportando più natura e biodiversità.
La partecipazione attiva dei cittadini rende tutto più “urbano” ogni spazio, perché crea legami sociali, risponde a un fabbisogno locale, coinvolge le parti più deboli delle società e insegna ai bambini, che hanno un’idea industriale del cibo, da dove vengono le cose che si mangiano.
Siamo abituati a pensare ai parchi urbani, come a un modo di occupare gli stretti spazi della città, di riempire con qualcosa di vivo, bello e utile gli spazi che il cemento lascia liberi, per scelta o per errore.
Il nostro modo di pensare la città è superato: la città al centro (dentro) e il verde intorno, sullo sfondo (fuori). Questa immagine è antica e fa dell’agroecologia, e quindi dell’agrobiodiversità, uno degli strumenti per restituire ai cittadini il loro spazio e il loro ruolo.

L’ economia circolare è ora “dentro le città”.
Il progetto sostiene e risponde alle giuste richieste del Comitato del Pratone e vuole arricchire l’area del Museo archeologico delle ville romane di Torre Spaccata con la creazione di aree dedicate all’Orto etnobotanico per conservare tutte le varietà, piante e animali ma anche per diffondere la cultura della salvaguardia e della tutela dell’Agro Romano anche come una valenza educativa.
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo anche a ridurre i rifiuti al minimo.
Nel caso del Pratone di Torre Spaccata l’Economia Circolare è il comune denominatore di tutte le azioni collegate al progetto.

Agroecologia perché tutti gli interventi proposti soddisfano sia i bisogni alimentari sia quelli di sviluppo a breve e a lungo termine, senza destabilizzare il sistema già esistenti.
Agrobiodiversità perché conserva tutto il patrimonio di risorse genetiche vegetali, animali e microbiche formatesi, per azione di meccanismi biologici e per selezione naturale, nei tempi lunghi dell’evoluzione ed accumulate, fin dagli inizi dell’agricoltura, circa 10.000 anni fa.

La Permacultura, metodo scelto dai promotori della “La Biosfera del Pratone di Torre Spaccata” è l’arte di creare spazi vivibili e territori funzionali per attività e stili di vita che siano ispirati alla natura. Permacultura, infatti, significa prendersi cura delle persone, del nostro pianeta e condividere le risorse in modo equo.
La permacultura è un insieme di pratiche agricole, mirate alla progettazione e gestione di paesaggi antropizzati che soddisfino alcuni bisogni della popolazione e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali.

Ai prossimi tavoli tutti i cittadini possono partecipare condividendo le loro competenze. Le aree possono essere gestite da società, associazioni, cooperative, enti, gruppi e singoli cittadini. Queste persone formeranno la rete dei coltivatori custodi.

Il loro ruolo, oltre a dare vita ai sentieri, alle oasi e agli orti, saranno i custodi, in modo da dare una continuità alla sorveglianza e alla sicurezza nell’area del Pratone. Inoltre a salvaguardare le singole risorse effettuando il rinnovo dei semi di specie erbacee nell’apposita Banca Regionale del Germoplasma dell’Orto Botanico di Roma.

Il sentiero dei fiori
È un giardino comunitario, creato e animato da associazioni locali di quartiere, gruppi e singoli cittadini, su piccoli appezzamenti pubblici, concessi dalle autorità locali.

Il sentiero dei fiori

Oasi del Pratone
È la fattoria urbana è l’area abilitata a svolgere attività non inquinanti, vengono coltivati ortaggi autoctoni, si vendono verdure e c’è uno spazio per il caffè. Attività didattiche per i bambini.

Oasi al pratone

Orto della mamma
Si estenderà in un’ampia area. Le tipologie di orto possono essere diverse tra loro. Seguendo i sentieri si osservano gli orti verticali, rialzati su pedane e le colture idroponiche.

L’orto della mamma

I sentieri, le passeggiate del Pratone, verranno segnalate da un’alternanza di alberi. Ogni cittadino potrà donare al Pratone il suo albero. Sarà possibile piantumare alberi da frutta e alberi di medio e alto fusto.
La realizzazione delle aree: “il sentiero dei fiori, l’oasi del Pratone e l’orto della mamma” si basano su 2 importanti valori: sociale e culturale.
Sociale, perchè è un’occasione di aggregazione sociale, un luogo per il rafforzamento della comunità locale, attraverso lo scambio di saperi, il mescolamento di culture e tradizioni, l’organizzazione di momenti conviviali un mezzo per la riscoperta della solidarietà
un sostegno economico per le famiglie: prodotti dell’orto per l’autoconsumo, uno spazio aperto per l’integrazione o la riabilitazione di persone con disabilità psico-fisica un laboratorio di partecipazione e cittadinanza attiva.
La biosfera del Pratone di Torre Spaccata è uno sviluppo culturale per la città di Roma e per la riqualificazione degli spazi abbandonati, creando un presidio del territorio per scongiurare il degrado e la cementificazione incontrollata.

Il concetto delle 5 r
Tutte le attività previste per lo sviluppo del Pratone, sono inserite all’interno della metodologia dell’economia Circolare.
Per semplificare il concetto delle 3 r risponde a 5 azioni complementari: Ridurre; Riutilizzare; Riciclare; Recuperare; Razionalizzare lo smaltimento.
L’idea non si limita al semplice riutilizzo e riciclo ma introduce un nuovo tema: la capacità di “sovraciclare” un oggetto reimmettendolo nel ciclo produttivo con un valore maggiore rispetto a quello che aveva alla sua origine.
In Italia è necessario ricercare l’economia circolare puntando sul consumo critico, per questo, il Pratone darà alla luce, l’Orto etnobotanico, il museo Archeologia dell’Architettura del parco delle Ville romane e un centro specializzato nella vendita di oggetti e prodotti di seconda mano. Non si tratta di semplici laboratori dell’usato, ma un centro del riciclo e del riuso con all’interno i laboratori, un caffè e un ristorante esclusivamente con prodotti a chilometro zero.
All’interno del centro vi è uno spazio in cui le persone possono lasciare gli oggetti di cui vogliono disfarsi agli addetti che poi li selezionano, li riparano, li ripuliscono e li rendono pronti per una nuova vita.

I laboratori saranno gestiti da organizzazioni, enti, società, cooperative e associazioni non a scopo di lucro, un sistema che permette di dare opportunità alle start-up artigianali. Il Comune di Roma, quando tutto sarà pronto potrà lanciare un invito alla partecipazione a tutte le organizzazioni non a scopo di lucro presenti sul territorio.

L’obiettivo di questa struttura è sperimentare un nuovo modo di fare acquisti senza arrecare danni all’ambiente. Ogni laboratorio è in linea con questo scopo in quanto per loro sostenibilità significa ottenere di più con le risorse già in possesso. All’interno del centro ci sarà uno spazio educativo in cui verranno organizzati corsi per perfezionare le tecniche del fai-da-te e sono possibili visite guidate per ragazzi della scuola.

Nel pieno rispetto delle normative e del concetto “Stop al consumo di suolo”, La biosfera del Pratone di Torre Spaccata prevede un’unica costruzione e la sua realizzazione è stata affidata ad uno studio di architettura di grande esperienza nell’edilizia sostenibile.

Non ci vorrà molto e la città di Roma potrà conoscere presto la scelta effettuata dagli esperti, nel pieno rispetto del paesaggio e nell’interesse di tutti i cittadini.La struttura sarà su due piani con un consumo minimo del suolo pari a 5000mq.

La biosfera del Pratone di Torre Spaccata è una innovazione rispetto alle isole ecologiche già attive sul territorio, dove tutto si ricicla (o quasi), ma niente si riutilizza, quindi sono un cerchio che non si chiude, mentre, per la gerarchia delle cinque erre, ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare e razionalizzare lo smaltimento risponde ai principi dell’Economia Circolare.
Tra le montagne di elettrodomestici accumulate nelle isole ecologiche comunali, molti potrebbero essere riparati, le bici consegnate di solito hanno solo bisogno di una piccola manutenzione, strumenti musicali come le chitarre potrebbero richiedere solo nuove corde e una lucidata, ma tutto è trattato come rottame, e distrutto.

Il concetto delle 5 r è scalabile
Ogni isola ecologica comunale potrebbe avere laboratori e punti di vendita al dettaglio in loco, oppure potrebbe collaborare con i laboratori nelle vicinanze.

La biosfera del Pratone di Torre Spaccata si candida a essere una dimostrazione concreta e fattibile dell’economia circolare, un modo molto pratico per sbloccare il valore in quello che buttiamo via, ed è un progetto da cui tutti potremmo imparare.
La biosfera del Pratone di Torre Spaccata sarà il primo consorzio di laboratori artigianali in Italia, nel Lazio a Roma che recupera, riutilizza, riusa e rivende esclusivamente oggetti riciclati.
Gli obiettivi da centrare sono diversi: promuovere il consumo critico e favorire l’economia circolare; la sostenibilità ambientale; la coscienza ambientale; un modello di business/sviluppo, replicabile e scalabile. Il futuro del Pratone di Torre Spaccata non può essere una scelta puramente tecnica, dove trasferire altrove le colate di cemento ma una politica, di visione complessiva della città, ed è quello che giustamente attendono da anni i cittadini e in particolare i firmatari della proposta di delibera popolare sul Pratone.
Non dare seguito ad una selvaggia e irrazionale edificazione dell’area deve essere una scelta politica, che impegni l’amministrazione comunale nella ricerca e nell’ascolto verso una proposta innovativa e di alto profilo urbanistico.
I 60 ettari del Pratone (le dimensioni sono maggiori), si possono liberare dall’edificazione quasi per intero, realizzando “La biosfera del Pratone di Torre Spaccata” con all’interno: l’Orto etnobotanico, il centro dei laboratori artigianali, il museo Archeologia dell’Architettura del parco delle Ville romane che da Centocelle arrivi fino al GRA, assicurando una continuità che è prima di tutto agroecologica e riconoscendo al contempo l’importanza delle attività produttive che fanno parte dell’identità e della storia di questa parte di città.

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