Quello che non si conosce su cio’ che paghiamo con le bollette delle utenze di luce e gas

Intervista a Riccardo Farina

di Daniela Tana

Mi trovo con Riccardo Farina di Brindisi, di professione agricoltore, ma studioso ”pignolo” di Leggi ed altro, una persona che ha analizzato a fondo un problema molto serio per noi italiani, costretti a pagare bollette in campo energetico che divengono sempre più care, le più care in Europa. Vedremo con lui cosa c’è dietro e dentro a tutto quello che paghiamo nelle bollette di luce e gas, cioè in quei costi che riguardano l’energia. Vedremo come una legge scritta ad hoc, per alcuni, la 481 del 1995, possa nascondere interessi dei privati a scapito dei cittadini italiani, una legge “preparativa”, diciamo così, perché approvata in un periodo storico quando non si parlava ancora di neoliberismo. Una legge che permette a grosse società di spadroneggiare liberamente per i propri interessi economici calpestando i diritti delle persone e dell’ambiente. Quindi, proprio per fermare le speculazioni sulle nostre bollette per l’energia elettrica e gas Riccardo Farina insieme ad un gruppo di amici ha poi depositato presso la Corte di Cassazione, a Roma, la richiesta di un Referendum sugli articoli di legge che stabiliscono molte cose riguardo alle nostre bollette energetiche ed ai beni pubblici. Referendum pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 165 del 18.07.2014.

Il Referendum prevede 6 quesiti qui di seguito brevemente descritti:

Quesito 1 – prevede l’abrogazione delle norme al fine:

di porre termine agli incentivi alla termodistruzione dei rifiuti, che penalizzano di fatto la raccolta differenziata ed il riutilizzo degli stessi, come altrove chiesto dal legislatore       stesso in rispetto delle direttive europee, ed al loro ingiustificato addebito in bolletta, come pure lo è quello di tutti gli incentivi alla “fonti energetiche assimilate alle rinnovabili”

Quesito 2 – prevede l’abrogazione delle norme, al fine:

di attuare efficacemente, come indicato all’articolo 1 comma 1 della stessa legge in oggetto, la “tutela degli interessi di utenti e consumatori”, esortando al contempo il legislatore ad istituire un fondo perequativo a favore degli utenti e non dei “soggetti   esercenti il servizio”, costruito in modo da realizzare una vera concorrenza basata su tutti i costi, compresi quelli di trasporto, perdite e quant’altro, normalmente concorrenti alla formazione dei prezzi, al netto delle imposte nazionali e locali, come un qualsiasi prodotto.

Quesito 3 – il quesito prevede l’abrogazione delle norme, al fine :

di non consentire meccanismi automatici di validazione di modifiche tariffarie, ma che queste scaturiscano sempre e solo da attente e ponderate analisi delle oggettive dinamiche di mercato, consentendo anche più pronti adeguamenti al ribasso, a reale tutela dei cittadini

Quesito 4 – il quesito prevede l’abrogazione delle norme, al fine :

di consentire una reale concorrenza tra gli operatori, una maggiore stabilità dei sistemi di approvvigionamento e produzione, una distribuzione energetica più efficiente e meno costosa ed una corretta attribuzione dei costi in bolletta agli utenti.

Quesito 5 – il quesito prevede l’abrogazione delle norme, al fine:

di non consentire la cessione ai privati dei servizi di pubblica utilità, ribadendo la   necessità unicamente di una loro corretta gestione e strategia sul territorio nazionale

Quesito 6 – il quesito prevede l’abrogazione delle norme, al fine :

di ribadire che beni materiali ed immateriali di proprietà dei cittadini italiani non si possono dare in concessione, per qualsiasi durata di tempo, senza una congrua corresponsione di soldi.

Andiamo a conoscere i “meandri”, le cose non rese pubbliche, di cui questa Legge 481 del 1995 è ricca.

Domando: Tu mi hai detto che il vero motivo che ti ha spinto a studiare l’argomento riguardante le norme in campo energetico, è stato quello di cercare di fermare il gasdotto TAP (Trans Adriatic Papeline) che arrivando sulle coste salentine avrebbe rappresentato uno scempio ed un pericolo grave per il nostro territorio. E di fatto lo è. Volevi trovare un modo diverso che non fossero le varie manifestazioni e proteste della popolazione locale, un modo che fosse più incisivo e più diretto. Mi domando come ti è venuto in mente proprio questa idea? Raccontami.

Risposta: l’iniziativa è partita da me perché ho ritenuto che affrontare TAP dal punto di vista economico- finanziario avrebbe ottenuto quel risultato che non si riusciva ad ottenere con le proteste per la salvaguardia dell’ambiente, per la difesa del territori e la difesa dei diritti costituzionali e privati. Tutti parlavano di democrazia violata in Azerbaijan, dell’ambiente violato nel Salento, dei diritti violati, ma queste grandi opere vengono fatte semplicemente per interessi economici e poi, di conseguenza, tolgono democrazia e violano l’ambiente. Pertanto mi sono messo a scavare per capire da dove potesse saltare fuori l’interesse economico a far passare un gasdotto dall’Italia anziché dalla Bulgaria, Romania ed Ungheria. Zone che fra l’altro hanno un vantaggio molto importante rispetto all’Italia, che è quello di un territorio più solido e molto meno soggetto ai terremoti. Meno sismico e meno problematico dell’Italia. Tra l’altro c’erano dei problemi di carattere di stabilità sociale dove il gasdotto TAP passa. TAP attraversa alcuni Stati altamente instabili politicamente, però a suon di soldoni o di convincimenti di varia natura si sono tutti quanti rabboniti. Infatti più di qualcuno diceva che Tap sarebbe stato un’ottima opportunità in tal senso, perché le aziende che rappresentavano e gestivano TAP, passando da questi territori avrebbero provveduto ad acquietare le “acque” e le velleità belliche di qualche fazione. Proprio in forza di un potere prima di tutto economico.

D: Hai visto il TG3 di oggi pomeriggio in cui si parlava dei ristori che potrebbe dare TAP ai Comuni salentini che sono stati attraversati dal gasdotto TAP ?

R:: Il M5S ha avuto talmente tanti segnali di avversità dalla popolazione i cui Comuni sono stati attraversati da TAP (non dimentichiamo come sono stati costretti con perdite di diritti, di libertà individuali, controllati dalle Forze di Polizia con un regime che potremmo definire totalitario) e con il tradimento delle promesse fatte proprio dal M5S, adesso si sta cercando di dare il contentino per calmare gli animi e di tornare nelle grazie della popolazione.

D.: Cosa molto difficile. Specialmente da parte di coloro che sanno come per ordine di TAP (contro ogni legge Costituzionale e di diritto) si è agito, proprio perché ha vissuto sulla propria persona ed ha visto cosa è stato fatto contro i propri concittadini e contro il proprio territorio.

Torniamo al fatto che tu ti sei incuriosito del perché si costruiscono queste infrastrutture anche mastodontiche oltre che invasive dei territori e che di fatto smuovono enormi quote di denaro…..

R: Si, mi sono incuriosito di come funziona il discorso dei finanziamenti per queste infrastrutture e quant’altro ad esse correlati. Tutti quanti sapevano che TAP veniva finanziato dall’Europa, infatti nel 2017 finanziò TAP con 400 milioni di euro più altri soldi in prestito in vario modo. Nonostante non lo dicessero. Ma la cosa interessante che è venuta fuori dai controlli che ho fatto, sono bastati pochi controlli a dire il vero, è che queste opere, non solo quelle di TAP, tutte le opere, le infrastrutture energetiche che ricadono sul territorio italiano, anche di proprietà privata e non dello Stato, vengono pagate da tutti gli utenti italiani “in bolletta”. Scavando scavando mi sono trovato davanti la Legge 418 del 1995, che è la legge che istituisce l’Autority in Italia ma introduce anche altro, come ormai è diventato “uso” per il Parlamento italiano, dei politici italiani: la modalità di composizione delle bollette. Nell’inserire la modalità di composizione delle bollette e quindi dei costi per gli utenti italiani, hanno inserito pure come devono essere rimborsate queste opere.

D: Mi dai la definizione di “Autority” dopo che hai avuto modo di studiartele un po’?

R: Allora, in questo caso l’Autority era la AEG – Autorità per l’Energia e il Gas, ora è diventata ARERA, perché ha inglobato anche le attività relative alla gestione delle Acque. E nelle “Acque” ci sono anche, guarda un po’, gli Acquedotti. Quindi inglobando gli Acquedotti sotto la gestione di ARERA con le stesse regole che erano state stabilite per la AEG, alla fine significa che nella stessa maniera ci possono togliere, svendere, dar via, perché in quella stessa legge è previsto, in concessione, o svendendo, i beni pubblici quali gli Acquedotti o gli impianti idrici o termoelettrici, gli impianti idroelettrici e così via. Possono vendere tutto. Meglio dire “svendere”. Proprio perchè le Autority non hanno soltanto il compito di controllare il mercato per “tutelare i cittadini”, ma su richiesta di un ministro o del Parlamento, hanno anche il compito di formulare le possibilità di vendita, cessione o l’appalto della gestione di alcune di queste infrastrutture.

D: Quindi tu andando a studiare tutto ciò che sta dietro alla costruzione e il finanziamento di enormi infrastrutture come TAP, hai “incontrato” la Legge 481 del 1995, ne hai visto l’ingiustizia nei confronti degli italiani ed hai deciso di preparare un Referendum per vedere di abolire questa legge.

R: Si. Poi ci lavorai sopra, informai alcuni amici che mi appoggiarono e iniziarono ad aiutarmi e formammo il “Comitato per la Tutela del Cittadino”.

D: Quindi in questo modo intravedesti la possibilità di combattere TAP sulla parte finanziaria.

R: Si perché togliendo i soldi al progetto di TAP alla fine si sarebbe ricaduti ad una non convenienza per TAP di passare dall’Italia, visto che questa Legge esiste solo in Italia (!) non esiste in nessun altro Paese. Tap ha fatto il percorso fino ad approdare nelle coste Pugliesi, ma, dopo di ché tutto passa in gestione di SNAM. Anche la realizzazione degli impianti passa a SNAM. SNAM che non è più di proprietà tutta italiana, per buona parte è oramai “straniera”.

D: Quindi SNAM adesso sta costruendo il gasdotto che passa per tutta la lunghezza dell’Italia su tutto l’Appennino, ma si è venuto a sapere che a Sulmona, da cui passa il gasdotto, c’è una “famosissima” faglia sismica, la Faglia Gloria così chiamata, conosciuta in tutti gli studi sismici nel mondo, ma come mai SNAM ha progettato questo?

R: Naturalmente SNAM ha fatto i suoi studi che sono stati abbondantemente contestati per il tragitto programmato, ma ha deciso lo stesso di passare per le zone sismiche. Il progetto di SNAM si chiama “raddoppio della linea Adriatica”, quindi il nome sembrerebbe suggerire il passaggio più o meno parallelo alla vecchia linea Adriatica già esistente (!), invece guardando il progetto, si scopre che il gasdotto ha un andamento alquanto sinuoso che copre quasi i due versanti della penisola italiana. Presumo che sia stato fortemente dovuto all’esistente necessità di servire alcune situazioni e quindi anziché andare per la linea parallela alla costa, come la precedente, passa anche dalla Faglia Gloria. Probabilmente avranno valutato tutti i pro ed i contro, anche i più che possibili incidenti con perdite di vite umane.

D: Con questo neoliberismo vediamo infatti che la vita delle persone non conta più.

Quindi, studiando la Legge 481 del 1995 cos’altro hai scoperto?

R: Nei costi per la costruzione di Infrastrutture, che vengono pagate in bolletta da tutti noi italiani, come abbiamo visto, sono compresi gli interessi, naturalmente, a qualsiasi valore siano gli stessi, perché sono opere di privati ed i finanziamenti sono anche di privati, la lista di tutti questi costi, sommati vengono presentati all’Autorità dell’Energia e Gas, che se li reputa costi nell’interesse globale dei cittadini italiani, alias se i costi interessano un’opera pubblica realizzata nell’interesse degli italiani, vengono rifusi interamente sia il soggetto realizzatore sia eventuali interessi di soggetti che finanziano la realizzazione dell’opera, siano essi privati o anche banche, finanziarie estere, finanziarie italiane. Qualsiasi soggetto, qualsiasi tasso di interesse perché è una contrattazione tra privati. Non c’è nessuno che controlla perché non sono sottoposti alla Corte dei Conti per una revisione. Alla fine si diluisce il rimborso in 8 anni e noi italiani lo paghiamo per intero.

D: Quindi siamo noi che paghiamo in bolletta interamente il costo dell’opera costruita da privati, finanziata da banche private che impongono l’ interesse bancario che vogliono, e che rendono profitti a privati sia italiani che esteri: paga tutto l’intero popolo italiano, da nord a sud e isole.

R: Si si, perché traviando completamente qualunque ragionamento di buon senso loro che cosa hanno concepito: che l’ENEL, la SNAM nel 1995 erano aziende statali, per tanto tranquillamente si potevano riversare tutti i costi, gestione, consulenze e altro a carico dei propri utenti italiani, anche perché alla fine le aziende devono rientrare di quei costi e in ogni caso riverserebbero questi costi sui propri utenti. Ma in un mercato libero, se tale deve essere, come sarebbe in Italia questo non è assolutamente giusto: perché se io utente voglio fornirmi da ENEL, vado da ENEL, se voglio cambiare fornitore di gas o elettricità o anche l’acqua, (anche l’acqua adesso, purtroppo) vado da un altro fornitore. Quindi non è logico che le strutture costruite da un fornitore privato le debbano pagare in bolletta tutti gli italiani indistintamente, a logica dovrebbero pagarle gli utenti di quella singola ditta fornitrice di gas, di luce o acqua ,visto che gli introiti delle bollette vanno a quella ditta fornitrice di quei servizi.

D: Invece con questa Legge 481 del 1995 le infrastrutture di quella ditta fornitrice privata le pagano tutti gli italiani indistintamente. E’ chiaramente un discorso molto egoista perché se una ditta fornitrice di energia o acqua costruisce un’infrastruttura deve, per rientrare dei costi, caricarla in bolletta ai propri utenti, ma facendo così gli utenti se ne vanno perché pagherebbero di più per avere l’energia o l’acqua da quel fornitore; invece, così, viene caricata sulle bollette di tutti gli italiani indipendentemente da quale fornitore si servano, anche se sono utenti di altre ditte e quindi non usufruiscono di quell’infrastruttura costruita da quel fornitore che fornisce solo alcuni italiani!

R: in particolare quelli delle fonti energetiche. Ma non solo. Le opere stesse così divengono fonte immediata di profitto per le aziende. Quelle infrastrutture rimangono di proprietà delle stesse senza che queste abbiano sborsato un quattrino in concreto. Una infrastruttura non dura solo 8 anni, tra l’altro noi cittadini paghiamo pure in bolletta la gestione e la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, delle stesse.

D: Tu mi hai detto una volta che questa Legge è stata “pensata” da Scajola al tempo del governo Berlusconi, approvata poi dal governo Dini, perché nel frattempo era caduto il governo Berlusconi. Scajola aveva sognato che l’Italia meridionale dovesse diventare l’HUB del gas e dell’energia elettrica per l’Europa; cioè nel meridione d’Italia devono approdare tutti i gasdotti che passano attraverso il mar Mediterraneo. Ma questo progetto iniziò ad essere delineato quando in Italia arrivò il gasdotto dalla Russia il South Streem, quando, si disse che Berlusconi fece accordi “speciali”, anche privati, con Putin. All’epoca si parlò addirittura che Berlusconi si era costituito la sua società privata per la distribuzione di energia, con un prestanome! Lo scrissero alcuni giornali.

R:: Il gasdotto e il gas che arriva dalla Russia fu progettato e costruito interamente da ENI, le ricerche per trovare il gas in Russia sono state fatte dall’ENI. ENI ha cercato i pozzi, ha fatto gli impianti per le estrazioni, ha fatto gli impianti per la purificazione ed è stata pagata dalla Russia, da Gazprom. Ed ENI ha costruito interamente il gasdotto per fare arrivare il gas in Italia e per rifornire mezza Europa.

D: Ma la “mezza Europa” ha contribuito alla costruzione di questo gasdotto?

R: Non ho notizie su chi ha commissionato la realizzazione delle tratte fuori dal territorio russo ma la realizzazione della condotta principale fino al confine italiano è stata di ENI. L’anomalia è che prima ENI doveva portarlo “personalmente” in Italia ma, “arrivato” Scaroni, all’epoca era già ex presidente di ENI, sembra che ENI e Gasprom “non si conoscessero più” per cui hanno dovuto avere l’intermediazione di qualcuno per arrivare ad un contratto di fornitura del gas da Gazprom ad ENI. Praticamente non ci fu più una contrattazione diretta, ma è dovuto intervenire una terza parte, un intermediario, che si prese ovviamente una percentuale, una società con sede in S.Lucia.

D: Dov’è S.Lucia? E chi è la persona o la società intermediaria?

R: E’ l’isolotto su cui ha costruito una sua villa Berlusconi e su cui ha costruito anche una villa per il suo amico Putin. Santa Lucia saltò anche alla ribalta come nome quando ci fu lo scandalo per l’appartamento a Montecarlo per Fini. Saltarono fuori alcune faccende, alcuni intermediari, alcuni documenti riguardanti AN e Fini. Ma sono fatti noti.

D: Quindi questo intermediario o questa società intermediaria con sede in S. Lucia, prende continuamente le percentuali in ogni singolo momento per il gas venduto da Gazprom all’Italia? E chi è questo intermediario?

R: Ora non ricordo. Ma ci sono stati dei servizi giornalistici sulla vicenda. Uno anche di Report, se non erro.

D: Mi avevi detto una volta che il gas che arriva in Italia col gasdotto costruito dalla ex- tutta nostra ENI costa un buona percentuale in più in Italia.

R: Si c’è una buona percentuale di costo in più rispetto a quanto viene pagato in Austria. Non voglio dire una sciocchezza ma dovrebbe essere un 40% in più. Parliamo di cifre da capogiro.

  1. So per certo che in Italia, al confine con l’Austria gli abitanti italiani pagano molto meno il gas di quanto si paghi in tutto il resto d’Italia e si meravigliano che noi altri abbiamo problemi per il costo del riscaldamento, perché da quelle parti costa molto poco. Si può pensare che per non far scoprire agli italiani tutto questo giro con i costi in più dell’intermediazione, abbiano creato una zona cuscinetto per il costo del gas?

R: Il gas dovrebbe costare uguale in tutta Italia. Se è così c’è un’anomalia. O Forse da quelle parti i Comuni possono sottoscrivere per i cittadini delle convenzioni con le aziende di distribuzione del gas. Cosa che non succede qui da noi. Da quelle parti sono meno scemi, perché, per esempio, noi a Brindisi, la corrente elettrica la potremmo pagare di meno come in altre città in cui ci sono le centrali elettriche, invece i nostri bravi amministratori hanno pensato che a noi servisse qualche piccolo parco e qualche rifacimento di strade al posto di un costo più economico per le forniture.

D: O qualche sostegno a squadre sportive?

R: Si, anche, cosette del genere. Abbiamo buttato via qualche centinaio di milioni di euro per prenderci solo “una milionata”. Poi potevano esserci figli da sistemare, forse qualche problema personale da sistemare, Brindisi campa grazie al tenero abbraccio di ENEL ed i nostri politici campano anche di quello in fondo. Si sono dimenticati quanto una centrale come Cerano distrugga la salute dei cittadini non solo di Brindisi, tutto il Salento ne risente, ma specialmente di coloro che abitano nei dintorni di Cerano, la contrada su cui insiste la centrale. C’è un’alta percentuale di tumori in zona. E tutto nello studio “Sentieri”. Baba Paradiso, poi, ha ben documentato nel suo film lo stato in cui versa la zona.

D: Si, nel film si vedevano i campi continuamente ricoperti dalla cenere del carbone cinese di scarsissima qualità che brucia nella centrale e che esce fuori dalla ciminiera alta 200 metri spargendosi dappertutto. Inoltre l’acqua delle condotte dell’acquedotto che prima riforniva la contrada di Cerano convoglia interamente nella Centrale, per cui gli abitanti non hanno più acqua, i cittadini devono andare a fare scorte di acqua riempiendo taniche e barili, portandoli in auto fino ad una fontana per portarla a casa. Prima c’era un tubo con un rubinetto fuori della Centrale di Cerano, ma quando hanno visto che la gente andava li a farsi le scorte di acqua lo hanno pure tolto.

R: Già. Con il nastro trasportatore poi hanno fatto cose assurde, ma questo è un altro discorso e se vuoi ne parleremo in dettaglio in un altro momento. Ed i politici sono e sono stati totalmente indifferenti a tutto questo.

D: Torniamo a parlare della Legge 481 del 1995 : personalmente ricordo quando nel febbraio del 2018 si sparse la voce che si doveva pagare con le proprie bollette una quota in più per le bollette dei “morosi”, e molta gente andava a pagare le bollette togliendosi l’aumento che addebitavano in bolletta, parlando con la Senatrice 5S Daniela Donno venne fuori che il debito era quello creato da una società privata di nome Gaia che aveva vinto l’appalto per la fornitura di energia elettrica alla Pubblica Amministrazione. Ma per vincere quell’appalto aveva offerto un prezzo troppo basso e non era più rientrata nei conti. Quando è arrivata a “meno un miliardo di euro”, ha dichiarato fallimento. La Senatrice, come quasi tutti gli italiani, non sapeva che in virtù di questa legge 481 del 1995 sono gli italiani che devono pagare anche questo! E non la società che è fallita! Quindi la notizia era vera ma non era esatta nella spiegazione della motivazione. Penso volutamente!

Queste Società che si occupano di energia, e adesso anche di acqua, ci fregano come vogliono, e in tutti i modi possibili alla faccia della Democrazia, dei diritti, della Costituzione!

Cos’altro dobbiamo sapere di questo argomento continuando a parlare di TAP come esempio?

R: Il pezzo di TAP che ricade nel territorio italiano lo paghiamo noi perché è infrastruttura, anche se è una società privata. TAP che cosa ha ancora “guadagnato”? Ha guadagnato due cose: vincere l’appalto della Comunità Europea perché c’era una ditta concorrente che voleva passare per vari stati europei partendo dalla Bulgaria, il progetto “Nabucco West”. Voleva far passare il gasdotto dall’Ungheria, Romania, Bulgaria e dall’Austria, un tragitto più lineare, meno lungo e meno largo, però c’erano alcuni nostri politici “di lungo corso” che non erano d’accordo, ma soprattutto c’era la possibilità di dare consulenze un po’ a destra e a manca, c’erano tanti soldi disponibili! Si potevano fare tante consulenze, del tipo ”valutare l’impatto potenziale della realizzazione di una linea ferroviaria di supporto al TAP che attraversi l’Adriatico sulla nidificazione dell’airone” e far fare una consulenza su tale impatto. Perché no? Potrebbe starci dentro. Perché tanto, alla fine si fa un calderone e nessuno può eccepire che una società non si debba interessare anche dell’impatto sull’ambiente dell’opera che vuole costruire.

D: E già! Consulenze farlocche pur di attingere ai tanti soldi, mentre consulenze vere sui coralli e sulle alghe, in prossimità dell’approdo di TAP a San Basilio, due regali della natura per proteggere la costa dall’erosione del mare, quelle NO! Regali della natura che il gasdotto sta distruggendo di fatto. Addirittura sono stati trovati archi di corallo sul tragitto del gasdotto TAP sono stati fatti esposti in Procura, ma … aspettiamo.

R: Comunque TAP ha guadagnato anche perché, per quanto la riguarda, ha accorciato il percorso appoggiandosi a SNAM, Non sta più costruendo l’intero gasdotto perché c’è già quello di SNAM. SNAM che però nel momento in cui “gli si aggancia” un operatore, che porta altro gas da immettere nel suo gasdotto già esistente, deve farsi i conti e si deve chiedere se ce la fa con la sua rete a reggere l’arrivo di un altro operatore. Ed in questo caso non ce la fa. Quindi, si deve costruire il raddoppio della linea Adriatica che dobbiamo pagare noi. E per TAP questo ha un’ulteriore convenienza! Perché non solo ha potuto presentare un progetto che gli è costato meno di quell’altro, in quanto una parte non irrilevante del reale tragitto lo pagheremo noi. Questo anche se ha avuto dei costi maggiori per metro perché è più difficile e costa molto di più a passare dal mare. TAP ha, però, un ulteriore vantaggio: QUALE? bisogna rispondere alla domanda “COME VIENE CONTEGGIATA LA DISTRIBUZIONE DEI COSTI DI GESTIONE E DI MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE DEL GAS”?. Anche qui ci impongono tante cose che ci fanno pagare in più.

D: Adesso mi spieghi. A Melendugno è stato costruito un impianto di depressurizzazione che è una cosa molto grossa e che sicuramente è costato tantissimo, anche se a detta di ingegneri che hanno visionato il progetto, ha delle pecche incredibili.

R: Lo paghiamo sempre noi, anche se è di TAP. Paghiamo tutto noi dal momento in cui i tubi del gasdotto arrivano nelle acque territoriali italiane. Poi dopo l’impianto di depressurizzazione, la struttura diventa SNAM che è la rete di distribuzione principale, ma continuiamo a pagare tutto noi. Il gasdotto da Melendugno diventa SNAM, segue il tragitto del raddoppio della linea Adriatica, arriva a Minerbio.e qui il gas viene consegnato alla rete già esistente di SNAM, poi attraversa le Alpi per andare in Austria e poi in Germania. Ma a parte quest’ultimo tragitto oltre le Alpi, paghiamo noi utenti italiani l’intera opera con i nostri soldi che versiamo con le bollette. TAP risparmia un finanziamento perché, lo ripeto, lo stiamo finanziando noi. E la Merkel si troverà il gas in casa senza aver messo fuori un euro, e anche il “trasporto” – inteso come percorso del gas all’interno del gasdotto che attraversa tutta l’Italia – per portare il gas, in quota parte, glielo paghiamo noi. Il motivo di ciò è anche in come è organizzato il sistema di distribuzione della energia, sia essa gas o energia elettrica. Quando un fornitore si aggancia alla rete italiana consegna il gas o l’energia elettrica al rispettivo Operatore Unico come cessione economica ed alla rete di distribuzione, SNAM per il gas, TERNA per l’energia elettrica, come trasporto. Da quel momento non si sa quale sia il gas di TAP e quale sia quello di altri fornitori, si sa solo quanto è stato ceduto. Poi chi acquista, acquista un quantitativo dall’Operatore Unico che gli viene conferito materialmente tramite il gestore della rete di distribuzione (ripeto SNAM per il gas e TERNA per l’energia elettrica). Ovviamente c’è una procedura di accreditamento presso il relativo Operatore Unico che concede in base ad alcuni parametri una certa possibilità di “manovra” all’acquirente. Il caso di Gaia che menzionavi evidenzia che tali procedure non sono affatto perfette e probabilmente non sono esenti da ingerenze politiche. Oltre questo ci sono gli accordi tra i privati e quelli con tali società non del tutto di proprietà dello Stato italiano. Di base c’è che tutti i costi sostenuti da tali società e dalle reti nazionali sono da distribuire in bolletta in base ai consumi di ciascun utente. Quindi il gas ceduto da TAP alla rete sarà, stante la legge 481, trasportato da un confine all’altro italiano a spese degli utenti italiani. Ed in questo dobbiamo comprendere ogni singolo costo che la rete di distribuzione SNAM deve sostenere, perdite, incidenti, consulenze, ammodernamenti, manutenzione ordinaria e straordinaria ed ampliamenti compresi. La Germania ha fatto un contratto con TAP per la fornitura di 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno che viene consegnato alla rete italiana, parliamo adesso solo del percorso SNAM del gas . Questo dovrà arrivare fino al confine con l’Austria, di certo non un percorso breve. Pure ammettendo che gli accordi siano comprensivi del “normale” trattamento questa viene equiparata au un utente italiano del trentino che essendo italiano in linea di principio deve avere un trattamento non dissimile da quello di Melendugno. Per cui i costi di tali trasporti vengono distribuiti non secondo la distanza dal punto di approvvigionamento ma secondo i consumi dei singoli utenti. Questo se gli accordi non sono ancora più vantaggiosi per gli utenti esteri, perché la legge 481 parla chiaro: i costi toccano agli utenti italiani. Noi non sappiamo se gli utenti esteri pagano. Perchè non sappiamo gli accordi presi con SNAM.

 

D: Ora tu, conoscendo tutti questi discorsi esistenti nella distribuzione del gas e dell’energia, scoprendo che siamo noi italiani che stiamo finanziando TAP per il tragitto in Italia, con tutte le infrastrutture che necessitano, con tutte le conseguenze che ci impongono in silenzio, hai voluto studiare nei dettagli come avviene tutto questo ed hai preparato un Referendum insieme al tuo gruppo per far cancellare la Legge 481 del 1995,

R: Alcuni punti di questa Legge che sono molto criticabili. Sei quesiti referendari

D: Hai voluto fare un Referendum in modo che noi cittadini italiani, da Nord a Sud e isole, non dobbiamo più pagare per le ditte private che vogliono costruirsi un business “gratis” per loro, ma con i nostri soldi, esattamente con quelli che versiamo in più nelle bollette di luce e gas, (alle voci oneri di…. Spese di trasporto…..) grazie ad un imbroglio perpetrato a danno di noi italiani dai nostri stessi politici. Che forse, volevano fare un salto di qualità e diventare Business men inTERNAzionali, ma sempre con i nostri soldi.

R: Questa modalità di conteggio dei costi delle infrastrutture, questa modalità dei costi delle forniture energetiche delle utenze, è da capire come avviene, è da capire esattamente il perché del prezzo che il cittadino paga, come viene calcolato questo prezzo. Come si conteggia ogni KW consumato. In base alla legge 481 l’Autorità si interessa dei costi inseriti in bolletta dai singoli operatori verificando la congruità rispetto a quanto accordato precedentemente ed a quanto imposto dalla Autorità stessa, i costi di cui parlavamo prima ed altre “cosette”. Ma gli accordi sui costi, ad esempio della materia prima, sono fissi, non legati all’andamento dei prezzi sui mercati. Per cui avviene che se l’operatore privato non chiede una variazione il prezzo in bolletta per l’utente rimane fisso. Quindi se il prezzo di acquisto all’ingrosso cala, se non è l’operatore privato a chiedere un adeguamento al ribasso all’Autorità in bolletta il prezzo rimarrà invariato perché l’Autorità non ha il potere di imporre un ribasso. Ora se il prezzo dell’energia cala, quale operatore è così stupido da chiedere “per favore mi fai abbassare il prezzo ai miei clienti?” Invece, appena aumenta dicono subito “fammi aggiornare il prezzo altrimenti fallisco”. Ma non ricordano più da quale prezzo erano partiti prima, che non lo hanno fatto abbassare quando costava meno. Le nostre bollette sono sempre in crescita. Questo è uno dei problemi di quella legge.

Poi, altra cosa, viene da considerare la modalità su come vengono fatti i costi in bolletta perché c’è un fondo di perequazione che viene finanziato dall’autorità dell’energia e gas ARERA, che serve ad aiutare gli operatori più sfavoriti dalla posizione geografica, o da alcune situazioni: se una società operatrice nel campo dell’energia costruisce una centrale elettrica in montagna, in una località difficilmente accessibile o in un luogo disagiato gli viene dato un integrazione per coprire i costi! Invece di dire agli operatori di costruire una centrale dove c’è maggiore richiesta di energia e non in un posto isolato di montagna. Ci sarebbe da sospettare che per questo ENEL ha costruito la Federico II a Brindisi invece di costruirla al Nord dove c’è più richiesta di energia. Questo perché quando ENEL si attacca a TERNA, diciamo che “ ha finito il suo lavoro” perché TERNA è proprietaria della rete di distribuzione elettrica ad alta tensione. Quindi se l’energia prodotta da ENEL nella Federico II di Brindisi passa nella rete di TERNA viene calcolato quanta energia ENEL ha ceduto e se quell’energia non viene consumata in zona, ma non viene consumata in zona perché la Puglia esporta 80% dell’energia prodotta, si calcolano i costi di tutto, le perdite, il trasporto di quell’energia e tutto quanto va a finire nella bolletta di tutti gli italiani in proporzione solo ai loro consumi. Questo proprio grazie al fatto che ENEL non costruisce le centrali nei posti che abbisognano maggiormente di energia elettrica, evitando di far arrivare l’energia in determinate parti d’Italia da una centrale lontana per non far pagare un prezzo di trasporto così alto agli utenti, prezzo che arriva ad essere oltre il 10% della bolletta. ENEL, invece, costruisce le centrali dove la situazione logistica gli conviene di più. Potrebbe, a questo punto costruire una centrale anche in mezzo al deserto del Sahara, tanto non si deve curare di far pagare meno le bollette agli utenti ma solo il costo del Kwh prodotto. Quindi ad ENEL non importa niente che gli italiani paghino tanto per il trasporto dell’energia. Noi in Puglia utilizziamo solo il 20% di energia che produciamo, non solo dalla centrale di Cerano ma anche dal solare, dall’eolico, e paghiamo lo stesso prezzo per il trasporto dell’energia di chi riceve a Milano quell’energia che è prodotta nel nostro territorio. Milano è ovviamente per fare un esempio

ARERA ha calcolato che le perdite sulla rete elettrica sono superiori al 10%. Cioè noi paghiamo più del 10% nelle nostre bollette a causa di queste leggi farlocchie, di queste regole assurde, ma principalmente a causa di questo menefreghismo nei confronti dei cittadini italiani.

Un altro punto che prendo in considerazione nel Referendum riguarda le utenze televisive. E si, ci sono pure quelle in questa Legge! Berlusconi in quegli anni, mentre era a capo del Governo, stava sperando di ottenere delle agevolazioni per l’acquisto delle frequenze televisive, ma le voleva sostanzialmente regalate, perché forse pensava “che lui fosse troppo bravo a fare televisione quindi gliele potevano solo regalare!” e pertanto, sicuro di essere il migliore a cui dare le frequenze televisive gradì l’inserimento in quella legge 481 del 1995 un “pensierino” per queste sue pretese. Testualmente è scritto “possono essere remunerate la cessione o la concessione dell’utilizzo di questi beni pubblici”. Notare il “possono”. Quindi la regola non era quella del pagamento del valore del bene pubblico concesso in gestione, bensì potevano essere anche altre le basi di ragionamento come quella “di quanto fai bene la televisione tu! e quindi non paghi niente!”

Uno dei sei quesiti del mio Referendum era di cancellare questa parola “possono”, da lui, o chi per lui, pensata per darsi l’escamotage di non pagare le concessioni televisive.

D: Perché nessuno conosce l’esistenza di questo Referendum? Sarebbe sicuramente molto importante per tutti gli italiani conoscerlo, se fosse “veicolato” e divulgato, se fosse pubblicizzato adeguatamente su tutti i media come si fa per ogni, o quasi ogni, Referendum di importanza pubblica nazionale, vincerebbe sicuramente e cancellerebbe la Legge 481 del 1995 o le parti che vengono toccate dai quesiti che abbiamo elencato, quindi mi chiedo, e a questo punto se lo chiedono sicuramente tutti: ma perché non è stato fatto? Per quale motivo non se ne sente parlare? Ci sono remore o paure relative ai “nemici” che si andrebbero a “toccare”? Ricordo che alla manifestazione contro TAP a Melendugno in cui partecipò Grillo, facemmo in modo di informarlo, e lui ti “affidò” a Barbara Lezzi dicendole ti occuparsi della cosa. Cosa è successo dopo?

R: Per poter presentare ai cittadini italiani dei quesiti referendari affinché si esprimano in merito bisogna passare alcune fasi atte a verificarne la legittimità ed a dimostrare l’interesse delle abrogazioni richieste. Ricordo che in Italia i referendum sono solo abrogativi, per cui ad esempio bisogna che qualcuno, la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione in concreto, verifichi che non si stiano cancellando passaggi che causino una attività di legiferazione vera e propria. Ad esempio potrei chiedere di cancellare la parola “non” in un articolo in cui è scritto “non si può fare” passando da un divieto ad una piena concessione. Uno dei passaggi richiesti è quello di dimostrare l’interesse di un numero adeguato di cittadini per le modifiche proposte. Nel caso dei referendum sono il manifestato interesse di 500.000 ad 1.000.000 di cittadini italiani maggiorenni con diritto di voto che viene dato concedendo i dati relativi alla propria identità e residenza ed apponendo la firma su appositi moduli vidimati dalla Corte di Appello locale sotto la stretta sorveglianza delle persone che la legge in merito individua. Questo per ogni singolo quesito. Per fare tale raccolta serve e serviva una rete capillare su tutto il territorio di soggetti disposti a portare avanti tale iniziativa. Ed è questo il problema. Presumevo che fosse interesse di Grillo e del M5S. Tra l’altro erano vicine le elezioni europee e poteva per loro essere utile come promozione. Della senatrice ero più che sicuro che non fosse un suo interesse, ed il tempo mi sembra che abbia confermato tali mie personali certezze. Stavo preparando la documentazione richiesta da Grillo, quesiti, sunti e tabelle esplicative, quando a stretto giro comparve sul sito del M5S l’iniziativa del “referendum contro l’euro”. Non era ovviamente un referendum ma una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che indiceva un referendum consultivo sostanzialmente per l’uscita dall’euro. Le leggi di iniziativa popolare non sono diverse da ogni semplice proposta di legge parlamentare se non per il fatto che bastano almeno 50.000 italiani a sostenerle. Il M5S non necessitava di tale raccolta firme per presentare un disegno di legge in merito, aveva parlamentari più che a sufficienza nel 2014. Ovviamente i sei quesiti referendari che proponevo non potevano stare sullo stesso tavolo con altre iniziative di ambito diverso. Avremmo confuso i cittadini nel chiederne le firme. Avremmo fatto fallire di certo la raccolta firme per i sei quesiti sulla 481, anche perché molti erano contrari alla uscita dall’euro tout court. Di questo ne fu evidenza poi dalla stessa raccolta firme che il M5S fece per il suo “referendum”. Per raccogliere almeno 500.000 firme bisogna fare un serio sforzo, non è affatto facile. Avevo inteso chiaro il messaggio mandato dal blog e mi ritirai di buon grado in attesa di tempi migliori. Per adesso la legge 481 è ancora lì ed i quesiti referendari sono ancora in buona parte se non del tutto validi.

D: Grazie Riccardo per questa tua “lezione” su come leggere e capire le leggi che i nostri governi ci impongono e su come riescono a fregarci facendoci credere invece di fare il nostro bene, vedi il discorso delle Autority che in altri Paesi vigilano sul bene per i propri cittadini, e noi le immaginiamo in questo modo, mentre in Italia fanno esclusivamente gli interessi delle grandi Società. E ci prendono in giro. Sembrerebbe che abbiano iniziato proprio in quegli anni ‘90 il piano di impoverimento degli italiani con leggi e tasse ad hoc, con finta protezione dei diritti, con finta distribuzione di servizi, con finta democrazia. Trasformando e dissolvendo ciò che eravamo diventati dopo la seconda guerra mondiale. Stiamo arrivando al punto voluto da chi ha deciso che l’Italia deve essere solo un tappetino dell’Europa.

Stiamo passando dai tempi della ricostruzione del dopo guerra, del nostro grande boom economico in cui l’Italia grazie al sistema del capitale misto, cioè capitale di Stato col capitale privato era arrivata a livelli di eccellenza non indifferenti, era arrivata ai vertici mondiali dell’industrializzazione. Ora, grazie ad imbecillità politica degli ultimi 30 anni, molto probabilmente voluta dall’alto di un Governo Trasnazionale Invisibile, come lo chiamava Imposimato, entro pochi anni, diverremo, di fatto, un paese coloniale assolutamente secondario nello scenario mondiale.

 

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