“Business is business”

Siamo nelle mani di affaristi senza alcuno scrupolo

J.S. Pughe

di Lorella Presotto

Una maggioranza di italiani è talmente impaurita dalla morte dall’aver paura di vivere.

Lo si recepisce dalla corsa verso i tamponi, dalle lunghe code per i vaccini, dall’uso ormai esagerato della mascherina, che tanti utilizzano anche quando sono soli alla guida della propria auto.

Una vera e propria corsa verso la ricerca dell’immortalità.

Eppure se solo ci si degnasse di andare a leggere i dati degli anni precedenti sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità ci si renderebbe conto che ogni anno l’epidemia influenzale ha mietuto le sue vittime. Ed è chiaro che le prime vittime sono le persone anziane e colpite da patologie gravi.

Ormai si parla solo di coronavirus. Non ci sono più morti per incidenti, per infarto, per ictus, per tumore, o qualsiasi altra grave patologia. Il dato più eclatante , e se non fosse grave ci sarebbe da farsi una grassa risata, è che il virus è riuscito ad uccidere tutte le altre patologie dalla visibilità di medici e cittadini.

Ciò che personalmente mi inquieta sono i protocolli Ministeriali privi di una qualsivoglia reale terapia adeguata a combattere la malattia che produce il virus.

La ferma volontà di lasciare che il paziente si ammali gravemente al fine di ricoverarlo in ospedale, dove poi spesso arriva troppo tardi, quando la malattia è già progredita ed ha fatto danni irreparabili.

Perchè tutto questo? Qual è il fine? Esistono più fini?

Anzi tutto occorre prendere in considerazione il lucro incessante che il coronavirus produce alle aziende farmaceutiche e alle aziende che producono dispositivi di protezione individuale.

La produzione di mascherine, gel disinfettanti, guanti nel corso dell’ultimo anno è quintuplicato nel mondo, i prezzi sono saliti alle stelle, arrivando in certi settori a produrre anche il duecento per cento in più del fatturato. Prodotti come guanti, mascherine e gel disinfettanti che precedentemente erano destinati ad una nicchia di mercato sono ora di ampia distribuzione a tutte le fasce della popolazione.

Lo stesso dicasi per l’impiego di tamponi e vaccini ad ampio raggio nella popolazioni .

Anche gli ospedali che hanno centri dedicati hanno un forte interesse nella gestione dei malati covid.

La somma percepita per ogni malato covid è molto alta e supera di gran lunga la somma che lo Stato riconosce a malati di altre patologie.

Di qui il disinteresse generalizzato per pazienti di altro tipo, il blocco e/o il rallentamento in molti ospedali di cure e controllo per altre patologie, anche molto gravi.

Insomma, il mercato sanitario e parasanitario che gira attorno al covid è oggi notevolmente esponenziale e fa gola a molti.

A farne le spese sono gli utilizzatori, che spinti da vere e proprie campagne terroristiche e da decreti governativi fanno la corsa all’approvvigionamento dei vari dispositivi che daranno beneficio solo alle tasche degli industriali che li producono in fabbriche rigorosamente delocalizzate in paesi dell’Indocina dove la mano d’opera a basso costo si spreca.

Siamo ormai nelle mani di affaristi senza alcuno scrupolo, che hanno anteposto ormai da tempo, il lucro alla vita e dignità umana.

Ne è intaccato l’intero continente europeo, da quando non esistono più i confini, le singole culture e identità.

Una massa informe di individui che sono divenuti consumatori di qualsiasi cosa, quasi privi ormai di diritti, inclusa la libertà di scelta.

Ma come dicono gli inglesi “business is business”…

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