Manon Aubry: la salute mondiale non può essere considerata merce

La pandemia sta oscurando molte altre emergenze sociali

di Olivier Turquet

Pressenza

l Parlamento Europeo ha approvato con 293 voti contro 284 un emendamento in cui “si invita l’UE a sostenere l’iniziativa presentata da India e Sud Africa in seno all’Organizzazione Mondiale del Commercio che chiede una sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale relativi ai vaccini, alle attrezzature e alle terapie per far fronte alla COVID-19.
Ne abbiamo parlato con Manon Aubry, deputata del gruppo GUE/NGL che da tempo porta avanti, nel parlamento europeo la battaglia per i vaccini gratuiti.

Il voto di ieri ha rotto il fronte filo-multinazionali. Come ti sei sentita e come la vedi?

Il voto sul nostro emendamento che chiede chiaramente di sostenere la proposta dell’India e del Sudafrica all’OMC è una magnifica vittoria contro le lobby di big pharma. È il risultato di una lotta senza tregua che abbiamo condotto per mesi al Parlamento europeo (dove inizialmente eravamo soli) insieme a ONG e cittadini. Ora possiamo dire che il Parlamento europeo è ufficialmente dalla parte dell’eliminazione dei brevetti sui vaccini: questo mette ulteriore pressione sulla Commissione, sul Consiglio e sugli Stati membri. Non potranno più tirarsi indietro e dovranno assumersi le loro responsabilità: vogliono essere gli unici al mondo a bloccare ciò che ci permetterebbe di uscire dalla penuria e vaccinare l’intero pianeta per proteggere i profitti di pochi azionisti?

Quali sono i prossimi passi, dentro e fuori dal parlamento?

C’è molta ipocrisia nelle istituzioni e nei governi europei sulla questione dell’eliminazione dei brevetti. L’inversione a sorpresa di Biden ha costretto Macron a fare marcia indietro sulla questione, dicendo di essere “molto a favore” anche se ha sempre votato contro all’OMC, così come il suo gruppo all’Assemblea nazionale e al Parlamento europeo. Ma la Merkel ha immediatamente reagito per marcare la sua ferma opposizione a qualsiasi messa in discussione dei brevetti e, da allora, non è chiaro quale sia la posizione della Francia. Il nostro obiettivo oggi è duplice. In primo luogo, continuare a fare pressione sul Parlamento europeo, che a giugno voterà una risoluzione specifica sull’argomento, per costringere la Commissione e il Consiglio a prendere una posizione chiara nelle prossime riunioni dell’OMC. E poi allargare l’argomento in modo che il dibattito sui brevetti del vaccino Covid diventi un precedente per il  futuro: la salute mondiale non può essere considerata merce quando sono in gioco milioni di vite!

All’interno del movimento noprofitonpandemic ci sono state diverse reazioni alle dichiarazioni di Biden. Qual è la tua posizione?

Non siamo scemi: Biden non è diventato da un giorno all’altro un grande rivoluzionario che vuole impedire qualsiasi profitto sulla pandemia e creare poli di produzione pubblici! Dobbiamo vedere il cambiamento di rotta di Biden come un’opportunità da cogliere e questo è ciò che abbiamo fatto con successo al Parlamento europeo. Vogliamo una revoca immediata, completa e duratura dei brevetti sui vaccini, non un compromesso a buon mercato. E vogliamo anche un’equa condivisione delle materie prime necessarie e trasferimenti obbligatori di tecnologia e know-how dai grandi laboratori. Queste misure non sono in conflitto tra loro, come sostiene l’Unione europea: al contrario, si completano a vicenda! È così che potremo mobilitare tutte le capacità produttive mondiali che oggi rimangono inutilizzate.

Il tempo sta per scadere. Speriamo di riuscire a mettere i vaccini a disposizione dei paesi più bisognosi?

Un anno è stato perso rifiutando di organizzarsi fin dall’inizio per pensare all’immunizzazione come una questione globale e al vaccino come un bene comune dell’umanità. Ora stiamo pagando un prezzo alto con paesi devastati dalla pandemia e l’emergere di nuove varianti. L’Unione europea è direttamente responsabile di questa impasse e noi continueremo a chiedere una commissione d’inchiesta per chiedere conto ai suoi dirigenti. Ma non è troppo tardi per reagire e cambiare politica. Se otteniamo la revoca dei brevetti e i trasferimenti di tecnologia obbligatori, possiamo aspettarci nuove linee di produzione entro pochi mesi. Non abbiamo un secondo da perdere perché l’inazione uccide. Abbiamo bisogno di almeno 15-20 miliardi di dosi l’anno prossimo, forse di più se sono necessari richiami regolari o adattati alle varianti. È ancora possibile farlo, ma dobbiamo iniziare ora e smettere di aspettare educatamente che lo faccia Big Pharma.

La pandemia sta oscurando molte altre emergenze sociali. Su cosa dovremmo lavorare nei prossimi mesi?

La pandemia è un evento senza precedenti nella storia recente e ha preso tutti di sorpresa. È normale che la crisi sanitaria sia stata sotto i riflettori per un anno, ma ora è il momento di parlare della quarta ondata che è e sarà sociale. La povertà sta esplodendo in tutta Europa. I giovani fanno la fila nelle mense per i poveri. I lavoratori autonomi hanno accumulato debiti e sono a rischio di fallimento da un giorno all’altro. La situazione è estremamente grave e richiede misure di emergenza immediate. Prima di tutto, dobbiamo ripristinare il nostro margine di manovra di bilancio: cancellare i debiti pubblici detenuti dalla Banca Centrale Europea e introdurre tasse su chi ha approfittato della crisi, sia miliardari che multinazionali. Questo permetterebbe di finanziare la componente sociale del Recovery Plan, che l’Unione Europea ha totalmente ignorato! Se Biden può farlo negli Stati Uniti, noi possiamo farlo in Europa.

 

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