di Leonardo Spina
E’ possibile, per la gran parte delle persone, comprendere la complessità?
Prendiamo un concetto apparentemente semplice, come il germogliare di un seme.
Descriverlo ed impossessarsi del concetto di “germogliare” non è molto difficile: sappiamo che il seme ha in sé la potenzialità genetica di far nascere una pianta e che questa potenzialità si attiva mediante l’acqua, una certa temperatura e, successivamente altri fattori: terra fertile, raggi solari ecc…Comprensibile no? Complesso? Moltissimo.
La maggior parte delle persone sta alla larga dall’economia perché la si ritiene una materia complessa.
In realtà non esistono cose semplici in sé, perché qualsiasi fenomeno è dipendente da fattori, forze, tempi la cui interazione è sempre complessa.
Questo non significa che la maggior parte delle cose e dei fenomeni sia incomprensibile o di ardua decifrazione, poiché sono le parole che usiamo per spiegare che rendono la cosa in sé comprensibile (sebbene complessa) o incomprensibile.
Torniamo all’economia ed alla sua imperscrutabile opacità. Cosa la rende tale? Cosa ci respinge di essa?
Io credo, proprio le parole per descriverla.
Partiamo, innanzitutto, dalla mania di inserire termini inglesi nei discorsi economici. E’una necessità che aiuta la comprensione? Tutt’altro. Trend, trading, bond, equity capital, trust, spread… l’elenco sarebbe lunghissimo.
Non che immettere parole di altre lingue nel discorso sia sbagliato, in sé, ma questo si dovrebbe fare solo se l’italiano manca della parola oppure se è necessario usare un “giro di parole” eccessivamente lungo per indicare “la cosa” di cui stiamo parlando.
Trend=tendenza; trading=commercio, traffico; bond=obbligazione; equity capital= capitale azionario; trust=amministrazione fiduciaria; spread= “forbice”
Siccome culturalmente -volenti o nolenti- siamo una colonia anglosassone e l’economia capitalistica è dominata principalmente dagli Stati Uniti, ecco qua che sembra impossibile spiegare l’economia con la nostra lingua madre, eppure è possibile!
Un altro esempio di uso discriminativo della comprensione (e quindi della libertà) sono i trattati europei.
L’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato, parlando in un consesso europeo ebbe a dire che fu una scelta deliberata, da parte dei leaders europei, di rendere illeggibili (testuale) i trattati dell’Unione.
Illeggibili, quindi incomprensibili, quindi opachi, quindi tendenzialmente truffaldini. Niente di nuovo, dunque. Tutti ricorderanno, infatti, il capitolo dei Promessi Sposi in cui Renzo cerca giustizia presso un avvocato che per confondere il povero tessitore usa il latinorum. Era Azzeccagarbugli, l’uomo di legge che nasconde la verità mediante una cortina di parole difficili; La cosa interessante è che gli appare già ne Il Principe di Niccolò Machiavelli, uno dei trattati più importanti sull’agire politico.
La verità sull’Unione Europea, per noi italiani, è che molte regole dettate da Bruxelles sono semplicemente incostituzionali (proprio come la stessa norma costituzionale del pareggio di bilancio).
Le meraviglie del lessico.
La complessità chiama l’esperto. Ma l’esperto, proprio perché tende ad approfondire e ad addentrarsi nella complessità, inevitabilmente perde di vista l’insieme delle cose e certamente non riesce (spesso non intende) più comunicarlo e ne resta prigioniero/unico detentore.
Nell’esempio del seme che germoglia: se iniziassi -in una classe delle medie- ad usare i termini più appropriati per raccontare le infinite combinazioni chimiche che consentono il germogliare, certamente il mio discorso risulterebbe incomprensibile ed i ragazzi sarebbero violentemente respinti da uno dei fenomeni più commoventi dell’universo.
Il neoliberismo ha perfezionato questo modo di governare attraverso l’iper specializzazione, imponendo la cultura del dominio dell’esperto, con risultati spesso paradossali, quando ad esempio si usa la complessità per sembrare intelligenti senza accorgersi che il vero segreto dell’intelligenza (e della sapienza) sta proprio nella semplicità.
L’economia può essere affrontata e spiegata con parole semplici: in questo modo può essere da tutti agita e compresa, anche nelle sue trappole e trabocchetti, disseminati ovunque dagli esperti in giacca blu.
Concludo con una frase di John K. Galbraith, famoso economista:
“Lo studio della moneta, sopra tutti gli altri settori dell’economia, è quello in cui la complessità viene usata per nascondere la verità o per evaderla, non per rivelarla.”
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