Mariupol Azovstal: altri militari nazionalisti ucraini accettano la resa

Questo è il momento della diplomazia europea

Mariupol la vita riprende Ph. Vittorio.N. Rangeloni

In queste ore, il corridoio umanitario è sempre attivo e nei pressi dell’Azovstal, c’è una lunghissima colonna di autobus ed ambulanze, pronte a caricare i militari ucraini, forse ancora dei feriti e le restanti unità di militari stranieri e nazionalisti ucraini, non c’è certezza sul numero dei militari all’interno dell’Azovstal forze 2225.

Da una dichiarazione del comandante Azov Prokopenko, “salvare il maggior numero possibile di vite dei commilitoni, basta battaglia fino all’ultima goccia di sangue”

Nella giornata di ieri, dopo la dichiarazione del presidente Zelensky, la resa dei nazionalisti dall’Azovstal, in 256 hanno abbandonato le posizioni e sono ora sotto il controllo delle forze di sicurezza delle due repubbliche democratiche del Donbass.

A Mariupol è primavera e lentamente la vita riprende, tante persone in strada, non ci sono più i rumori della guerra, non si spara e i ragazzi laddove è possibile tornano a scuola.

QUi alcune immagini dei militari ucraini arresi

Con i nuovi membri della Nato,probabilmente Finlandia e Svezia, la Nato si prepara per attivare un nuovo ruolo seguendo un’altra strategia.

Dalle prime dichiarazioni, anche in questo caso un negoziato è necessario tra Nato e Finlandia e Svezia che chiedono garanzie per entrare nella Nato ma negando la possibilità di istituire basi militari ma non sembra chiaro se anche quelle Nato non potranno essere attivate in Finlandia ed in Svezia oppure il rifiuto è solo per le basi USA.

Il fronte dei paesi non allineati con le politiche belliche e delle sanzioni sembra farsi sempre più determinato, dalla Turchia Erdogan è pronto a mettere il veto ed impedire alla Finlandia e alla Svezia di entrare nella Nato, la merce di scambio per Erdogan sono le garanzie alla rinuncia del sostegno alle forze politiche e militari del PKK, da anni in guerra con la Turchia. Sul fronte delle sanzioni la questione è sempre più complicata, il leader ungherese, Orban ha più volte ribadito di usare il veto, l’Ungheria non vuole le sanzioni sul petrolio e sul gas russo.

 

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