Corridoio umanitario per gli obiettori di coscienza in Ucraina. Signornò!

La guerra è un abominio dell'umano intelletto

Obiezione di coscienza in tutto il mondo e per tutti

Un palazzo di Corso Montevecchio a Torino è stata la sede del Tribunale militare e lì si svolse il processo e la condanna a 10 mesi di carcere a Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza dell’Italia repubblicana. All’inizio degli anni Settanta alla Consolata, Rodrigo Castiello ed Enrico Ceroni di Rivoli contestarono l’ordinario militare. Nell’albergo Sitea ospitò nel 1950 il primo convegno italiano della War Resisters International, una delle più importanti organizzazioni pacifiste mondiali.

Signornò

Queste e molte altre storie sconosciute e conosciute sono state raccontate nella mostra diffusa “Signornò. I luoghi dell’obiezione di coscienza a Torino”, inaugurata venerdì 10 giugno 2022, alle 20.30, presso la sala Poli del Centro Studi Sereno Regis in via Garibaldi, 13 a Torino, nell’ambito di “Archivissima”, Il Festival e la Notte degli Archivi. Da qui lo start per una visita guidata condotta da Massimiliano Fortuna, responsabile della Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis e da Marco Labbate, ricercatore di storia contemporanea dell’Università di Urbino e autore di “Un’altra patria. L’obiezione di coscienza nell’Italia repubblicana”.

Signornò

La mostra è gratuita, sarà dunque visitabile in autonomia, passeggiando per il centro di Torino a partire dal 10 giugno fino al 20 dicembre 2022.

Qui per conoscere nel dettaglio il Centro Studi Serenoregis e l’archivio

Non mancate

Obiettori di coscienza

Giuristi Democratici ha lanciato questa petizione.

In Ucraina, dall’inizio del conflitto, vige la legge marziale ed il divieto di lasciare il Paese per tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni.

Sempre in Ucraina da pochi giorni anche le donne tra i 18 e i 60 anni dovranno imbracciare un’arma.

Il Governo di Mosca, da parte sua, ha previsto la coscrizione obbligatoria dal primo aprile al 15 luglio 2022 per i giovani tra i 18 e i 27 anni.

La escalation militare sta investendo le popolazioni civili anche sotto questo aspetto.

Per questa ragione, facciamo appello al Governo ucraino affinché venga allentata questa misura fortemente restrittiva della libertà personale, garantendo che gli uomini di cittadinanza ucraina che per qualsiasi ragione —personale, familiare, politica, religiosa, culturale— vogliano uscire dal Paese, possano farlo in assoluta sicurezza.

In tal senso, chiediamo al Presidente della Repubblica, al Governo e ai parlamentari italiani —indipendentemente dalla loro appartenenza politica e dalla posizione assunta sul conflitto Russia/Ucraina— di adoperarsi presso il Governo ucraino affinché un tale provvedimento, in linea con la migliore tradizione giuridica europea in tema di libertà individuali e di obiezione di coscienza, venga assunto al più presto.

Giuristi Democratici

Qui è possibile firmare non manca molto

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI

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