Censura e boicottaggio. Istituto Superiore di Sanità e università come gli struzzi

Il convegno si farà: POLI-COVID dal 21 al 25 a Torino

Convegno Torino POLICOVID-22

Torino, dopo l’incomprensibile rinuncia dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), a pochi giorni dal suo avvio, il Rettore del Politecnico, Guido Saracco, ha revocato il patrocinio al Congresso POLI-COVID-22: salute, scienza e società alla prova della pandemia, che avrebbe dovuto svolgersi presso l’ateneo, dal 21 al 25 novembre.

Difficile commentare quanto stai accadendo per la realizzazione di questo convegno, alla fine di ottobre c’era molto entusiasmo da parte dell’ISS così come per l’università, poi il comportamento delle due istituzioni ha avviato censura e boicottaggio. È il rifiuto netto di affrontare la gestione della pandemia di COVID-19 con uno sguardo d’insieme multidisciplinare. Il motivo?. Tutti i relatori indicati dall’Istituto Superiore di Sanità rinunciano alla loro relazione, così facendo Il confronto è negato, il dialogo è inesistente e la scienza non troverà alcuna risposta. Come per molte istituzioni internazionali, anche l’ISS rinuncia ad essere una istituzione a carattere scientifico.

Laddove non c’è confronto, la ricerca di risultati condivisi non c’è più scienza? Le motivazioni del ritiro di alcuni relatori italiani sono la fotografia della gravità e dell’irresponsabilità su quanto è accaduto: “critica eccessiva negativa verso i vaccini Covid-19 e altri eccessivamente a favore dei vaccini.

Perchè il Politecnico di Torino ha ritirato il patrocinio al convegno negando anche la sede prima assegnata? L’Università è il luogo dello studio, della ricerca, del confronto del dialogo e della condivisione, la scelta del Rettore è veramente grave.

Il convegno POLI-COVID-22 si farà a Torino nonostante la censura e il boicottaggio, anzi ora assume una rilevanza maggiore anche in termini scientifici.

Tutto è confermato e qui per chi vuole partecipare ci sono tutte le info

La pandemia COVID-19 ha profondamente colpito l’umanità intera, con notevoli ripercussioni in ogni ambito. A distanza di due anni e mezzo dal suo inizio, il congresso POLI-COVID-22 vuole favorire un’occasione di confronto costruttivo su come è stata affrontata questa crisi, a partire dalle misure messe in atto per contrastare la diffusione del virus e della loro ricaduta a livello sanitario, etico e sociale, con l’obiettivo di trarre insegnamenti che siano utili a migliorare la gestione di nuove emergenze.

Tutti gli interventi saranno trasmessi in streaming con accesso libero.

Il programma si articola su cinque aree tematiche: Biologia; Medicina; Diritto; Bioetica; Sociologia e Comunicazione. Studiosi delle Istituzioni e studiosi indipendenti, sia italiani sia stranieri, interverranno per presentare lo stato dell’arte della conoscenza scientifica nei vari ambiti e parteciperanno al dibattito. L’obiettivo è sviluppare una riflessione che possa maturare in un documento divulgativo su un tema di così grande complessità.

Parlare degli errori commessi durante la pandemia, soprattutto con l’abuso di restrizioni, affrontare i risultati comparati dei lockdown. Parlare di cure alternative ai vaccini per combattere il Covid-19 e delle terapie domiciliari. Parlare non solo dell’efficacia dei vaccini, ma anche degli effetti avversi. Discutere di diritti individuali e comunicazione e di censura. Sono tematiche che, evidentemente, nell’Italia del 2022 restano ancora tabù e quindi non possono ancora essere affrontate. “Oggi non è un bel giorno per la scienza in generale e per l’Accademia in particolare”, ha commentato su Twitter uno dei partecipanti al congresso, il costituzionalista Vincenzo Baldini.

I retroscena di questo convegno, nel dettaglio ci vengono illustrati da un membro del Comitato scientifico del convegno, la giornalista Martina Pastorelli in questo breve video.

«Il caso del Politecnico di Torino che caccia il convegno sulla pandemia rivela il clima totalitario in cui viviamo. Eppure il confronto aperto e mai preconcetto è ciò che vera scienza richiede. I vertici di ISS e CTS coinvolti fin da subito si sono sfilati all’ultimo, proprio perché il convegno da spazio a punti di vista diversi sulla pandemia e per la presunta non-qualità scientifica, nonostante la presenza di relatori come Ioannidis, Doshi, Sunetra, Gupta e altri. Un boicottaggio che parla chiaro: sul tema COVID-19, chi tocca muore. È la falsificazione della democrazia e “inclusività” resta concetto vuoto, ripetuto da chi lo usa per i propri fini senza mai praticarlo. L’università che dovrebbe esser sede di confronto e condivisione del sapere si chiude a entrambe le cose: che esempio dà agli studenti?»

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