Il Grande est all’Alpe Devero

Le associazioni di tutela ambientale ricorrono al TAR

Alta Via della Valmalenco Ph. Michele Comi

di Renato Napoli

Il Comitato Tutela Alpe Devero nel giugno 2018 lanciò la petizione “Salviamo l’Alpe Devero” affinché si fermasse la distruzione del paesaggio di «un ambiente alpino meraviglioso: montagne aspre e dolci, orizzonti sconfinati. Larici, acque e pascoli».
Lo scopo era quello di rendere pubblico un documento di opposizione, redatto dalla Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta (CITAM PV), nel quale risultava una critica ragionata al progetto di collegamento sciistico San Domenico – Cazzola – Devero e annessi impianti del Teggiolo, Ciamporino, Bondolero: per promuovere e favorire il più ampio e partecipato confronto di opinioni sull’argomento. Tale documento fu alquanto contrastato all’interno del CAI nazionale e la Commissione Interregionale, citata, si può dire che ne uscì con le “ossa rotte”. [https://gognablog.sherpa-gate.com/riqualificazione-dellalpe-devero/)

La petizione era rivolta allora ministro Cingolani titolare dell’ex Ministero per la Transizione Ecologica, oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, MASE. 
In un Ministero che dal 1986 ha cambiato almeno cinque volte il suo nome e venti Ministri forse le richieste della popolazione italiana, come sappiamo da altre richieste effettuate su molteplici temi rimaste inevase e ignorate, le tengono negli archivi. 

La richiesta riguardava il progetto di comprensorio turistico e di infrastrutture, recepito da un Accordo Territoriale. L’accordo minacciava l’integrità di un’area alpina di inestimabile valore. Un “bene comune” sottoposto a norme di tutela europee, nazionali e regionali. 
L’appello ebbe ampia e duratura risonanza grazie a un passaparola tra decine di migliaia di cittadini, associazioni e comitati. [https://comitatotuteladevero.org/la-minaccia]

Nel dicembre 2022 si ebbe la notizia che i promotori del progetto abbandonarono il Piano Strategico “Avvicinare le Montagne” poiché non riuscì a superare la necessaria Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Fino a quella data le normative di tutela tennero!

Alta Via della Valmalenco
Ph. Michele Comi

Ancora oggi la minaccia non è stata sventata seppur le firme abbiano raggiunto le 130.000!
Come sempre accade ad ogni cambio governativo, oltre a cambiare i nomi dei dicasteri e dei ministri, vengono cambiate le strategie. 
La nuova, in questo caso, è quella di riproporre analoghi interventi non tutti insieme ma uno alla volta, in modo tale da superare l’impasse delle autorizzazioni locali che esulano dalla valutazione dell’impatto complessivo (VAS) e confidano in una loro più facile approvazione.
Alcuni progetti sono stati proposti tra quelli da finanziare con i fondi del PNRR, altri sono stati presentati singolarmente dalle istituzioni locali.

Avviene che L’Ente Parco si fa promotore di un progetto rivolto ad alterare un discreto sentiero che lo attraversa, allargandolo, livellandolo, eliminando asperità e naturalezza per facilitare il passaggio delle Mountain Bike e delle MTB elettriche, in modo che possa diventare un itinerario di maggior richiamo per gli appassionati di questo sport.
https://www.change.org/p/salviamo-l-alpe-devero-basta-costruire-impianti-più-natura-per-tutti
In aree protette, con habitat e specie di interesse prioritario, la legge dice che l’ambiente non può essere modificato se non per gravi motivi, previa un’indagine rigorosa e scientifica (la Valutazione di Incidenza Ambientale VIncA), aperta a confronto pubblico. Un confronto che in questo caso è mancato. Il Club Alpino Italiano, il Comitato Tutela Devero, Legambiente Nazionale, Mountain Wilderness Italia, Pro Natura Federazione Italiana, hanno fatto ricorso al TAR in data 29 maggio 2023 per l’assenza di interlocuzione pubblica e per la violazione delle norme di tutela.
Non siamo contrari al cicloturismo, ma crediamo necessario avviare una riflessione sull’utilizzo delle biciclette in montagna, sui danni alla biodiversità, sulle modifiche al territorio, sul rapporto con chi va a piedi, sul richiamo forzato di nuove utenze in aree scelte per garantire un naturale rapporto tra l’uomo e la montagna.»

Print Friendly, PDF & Email

Abbonati alla rivista

Sovranità Popolare è un mensile, 32 pagine di articoli, foto, ricerche, analisi e idee. Puoi riceverlo comodamente a casa o dove preferisci. E' semplice, iscriviti qui.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*