La pazzia della persecuzione dei cittadini russi

L'Unione Europea si prepara alla modifica degli accordi Schengen e vietare l'ingresso in Europa dei cittadini russi

La persecuzione conseguenze

di Maurizio Torti

A Praga la prossima settimana, si terrà la riunione dei ministri degli Esteri europei. Non è ancora reso noto un ordine del giorno ma da note diplomatiche, sostenute dalla stampa internazionale, alcuni punti di discussione sono già annunciati da alcune segreterie politiche. Il Financial Times scrive: “l’Unione Europea si prepara a negare il visto Schegen per i cittadini russi”. Un esempio molto simile è il quotidiano italiano online La Repubblica.

Che cosa è l’accordo-convenzione Schengen?

Con l’accordo di Schengen, firmato il 14 giugno 1985, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno deciso di eliminare progressivamente i controlli alle frontiere interne e di introdurre la libertà di circolazione per tutti i cittadini dei paesi firmatari, di altri paesi dell’Unione europea (UE) e di alcuni paesi terzi.

La convenzione di Schengen completa l’accordo e definisce le condizioni e le garanzie inerenti all’istituzione di uno spazio di libera circolazione. Firmata il 19 giugno 1990 dagli stessi cinque paesi, è entrata in vigore nel 1995. L’accordo e la convenzione, nonché gli accordi e le regole connessi, formano insieme l’« acquis di Schengen», che è stato integrato nel quadro dell’Unione europea nel 1999 ed è diventato legislazione dell’UE. Il Trattato di Lisbona ha istituito lo «spazio (…) senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone», uno degli obiettivi dell’UE.

Oggi ventisei paesi europei, di cui ventidue dei ventisette Stati membri, fanno parte dello spazio Schengen.

Anche Bulgaria, Croazia, Cipro e Romania, ai sensi dei rispettivi atti di adesione, fanno parte dello spazio Schengen, ma i controlli alle frontiere interne non sono ancora stati eliminati.

L’Irlanda è il solo Stato membro che non rientra nell’area Schengen. Pur partecipando alla cooperazione tra forze di polizia di Schengen e alla cooperazione giudiziaria in materia penale, non fa parte dello spazio senza controlli alle frontiere interne e mantiene i controlli alle frontiere con i paesi Schengen.

Altri quattro paesi, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, sono anch’essi associati all’acquis di Schengen ai sensi dei rispettivi accordi di associazione Schengen con l’UE e pertanto rientrano nello spazio Schengen.

I paesi candidati all’adesione dell’UE devono accettare integralmente l’acquis di Schengen al momento della loro adesione. Tuttavia, i controlli alle frontiere interne sono revocati (con decisione unanime del Consiglio) solo dopo una valutazione che:

  • venga condotta in conformità con il meccanismo di valutazione Schengen applicabile;
  • Concluda che sussistono tutte le condizioni per la corretta applicazione delle misure dell’acquis di Schengen che consentono l’eliminazione dei controlli alle frontiere interne.

Nelle ultime 48 ore, a mezzo stampa o rapide dichiarazioni, non tutti i paesi membri dell’Unione Europea condividono questo ulteriore peggioramento delle relazioni con la Federazione della Russia. il ministero degli Esteri portoghese si è opposto al divieto di rilascio dei visti ai russi per entrare nei paesi dell’UE e intende partecipare alla discussione sulle restrizioni sui visti nei confronti della Russia in una riunione informale dei ministri degli esteri dell’UE.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che difficilmente poteva immaginare un divieto di rilascio di visti Schengen ai cittadini russi. Si aggiungono al rifiuto di negare i visti ai cittadini russi, Cipro e Grecia non vogliono costruire ulteriori barriere. Dai governanti italiani, al momento non ci risulta nessuna dichiarazione.

Le pressioni maggiori arrivano da Varsavia che propone di creare una coalizione che unirà i membri dell’UE favorevoli all’introduzione di nuove restrizioni e da altri paesi come Finlandia, Estonia dove sono già stati denunciati il rifiuto dei visti Schengen ad alcuni cittadini russi. La prossima riunione sarà il tentativo di aggiungere ulteriori pressioni e il risultato potrebbe essere una diminuzione del numero di visti rilasciati ai cittadini russi dopo che un certo numero di paesi europei ha chiesto un divieto totale su questo. L’UE potrebbe applicare le nuove modifiche entro la fine del 2022.

L’origine di questa proposta è sempre la stessa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i paesi occidentali a chiudere totalmente l’ingresso ai russi con questa dichiarazione: “i russi dovrebbero vivere nel loro mondo finché non cambiano la loro filosofia”.

La motivazione e il senso di impedire ai cittadini russi di circolare liberamente, da discutere in una riunione tra i ministri degli Esteri europei è incomprensibile ed è giusto chiedersi, perché i ministri dell’Unione Europea non chiedono con fermezza all’esercito ucraino di cessare di bombardare il perimetro e gli edifici della centrale nucleare di Zaporozhye causando così una catastrofe nucleare? Nelle ultime 48 ore, le autorità militari della Federazione della Russia hanno denunciato con prove, immagini e testimonianze, la strategia folle dei nazionalisti ucraini. Nove missili hanno raggiungo il perimetro delle centrali, 2 hanno raggiunto l’area dell’edificio numero 6 a soli 100 metri dal reattore. L’AIEA ha confermato il bombardamento da parte dell’esercito ucraino e da Kiev non c’è la conferma per la visita della delegazione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ispezione già predisposta ed accettata dalla Federazione della Russia e prevista per la settimana prossima.

La verità è terribile, i ministri degli esteri europei hanno maturato la consapevolezza dell’inefficacia delle durissime sanzioni imposte alla Russia, hanno maturato l’impossibilità di rinunciare al gas russo in breve tempo, hanno capito che non è possibile vincere questa guerra e costretti ad eseguire la volontà delle politiche estere degli anglosassoni, non resta che colpire duramente ogni singolo cittadino russo, ovunque si trovi. In molti paesi, incluso l’Italia sono stati denunciati episodi non solo legati alla cultura, la cacciata di direttori di orchestra, l’annullamento di mostre fotografiche, il divieto di studiare filosofi e scrittori russi, la russofobia ha colpito anche nella vita quotidiana dei cittadini russi, il blocco, il congelamento dei conti correnti bancari intestati a cittadini lavoratori in Italia e anche il rifiuto di continuare a versare le rate mensili del mutuo della casa non sono favole è la realtà. La russofobia ha continuato ad alimentare quell’oscuro sentimento che in queste ore si sta completamente trasformando in odio verso i cittadini russi e l’appuntamento di Praga completerà questa trasformazione in persecuzione verso tutti i cittadini russi.

La persecuzione si riconosce da cinque specifiche cause elencate all’articolo 1A(2) della Convenzione di Ginevra integrata dal protocollo di New York e che devono essere la ragione della persecuzione: razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale, opinione politica.

L’appello è rivolto a uomini e donne di buona volontà, agli avvocati ed esperti legali, la persecuzione, in questo caso specifico verso i cittadini russi non è accettabile e va denunciata immediatamente dovunque si presenti e a tutte le organizzazioni nazionali ed internazionali. È fondamentale denunciare subito anche come semplice cittadino.

La persecuzione genererà reazioni e ripercussioni inimmaginabili e questa volta è da ribadire con tutte le forze, la storia non può ripetersi. La persecuzione si alimenterà del conflitto, dell’odio già riversato in una popolazione riconosciutasi nella fratellanza ma questo ennesimo atto, la persecuzione, rafforzerà in ogni singolo uomo e donna il sentimento cupo dell’odio, nulla potrà ritornare come prima e non è prioritario il sistema economico e gli accordi tra paesi, la persecuzione ci ruberà l’anima rendendoci sempre più disumani e privi di ogni forma di spiritualità.

 

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