“Loc” Loreto Open Comunity. Rigenerazione urbana?

Rigenerazione urbana o degrado degli ecosistemi?

Immagine dei lavori in piazzale Loreto - archivio storico del "Corriere della Sera"

di Renato Napoli

Scena Prima
La notte del 26 luglio u.s. è accaduto a Milano qualcosa di eccezionale, se della eccezionalità ne stiamo facendo una consuetudine.
Circa 5.000 alberi, per lo più storici, sono stati abbattuti dalla furia del vento e della pioggia. Sarebbe meglio scrivere dall’incuria delle municipalità, anche per le altre calamità non solo milanesi, non ultimi gli eventi più devastanti: ad Ischia a novembre 2022 e le alluvioni delle regioni Marche a settembre 2022 e l’Emilia-Romagna a maggio 2023
Se guardiamo Milano, Città Metropolitana che viene definita tra le più avanzate d’Europa, sono caduti alberi centenari.
Alberi caduti come fuscelli perché senza più apparato radicale.

Milano tempesta. Ph. Archivio di Renato Napoli

Le radici, alle quali non viene posta attenzione per la loro primaria funzione, sono sepolte nel terreno, lontane dalla vista. Non vedendole, se non quando, appunto, l’albero cade, abbiamo maggiore difficoltà a comprendere e a riflettere su quali siano i vantaggi per avere radici sane, profonde e ben strutturate, anche se invisibili.
Un apparato radicale, con problemi o con scarsità di nutrienti, le conseguenze sono ben evidenti come in quelli caduti in questa occasione.
Quale può essere la ragione, quindi di una tale “catastrofe” sugli alberi milanesi? Qualcosa suggerisce la cementificazione del sottosuolo, dove l’apparato radicale non trova più il suo sviluppo, poi la mancanza di prevenzione manutentiva alla sua struttura aggrava di sicuro la situazione.
Potranno essere contenti i promotori di “FORESTA/MI” che hanno nel progetto di piantare tre milioni di alberi entro 2030, con tali eventi atmosferici riusciranno ben prima del tempo previsto! Nella prima pagina del loro sito leggiamo: “Non chiamatelo maltempo” “Il cambiamento climatico colpisce Milano e la Città metropolitana. In città servono più alberi”.
I cittadini possono dichiararsi beffati?
Oppure quelli caduti faranno parte di nuovo progetto “RIFORESTAMI”, del quale anno finale non si conosce la data?
Tuttavia, da qualche giorno, leggiamo sul sito del Comune di Milano, che ha visioni ben più futuristiche di ogni “normale cittadino” (si leggerà di seguito nella scena seconda) che ha avviato una raccolta fondi denominato «”Milano per gli alberi”, con l’obiettivo di intercettare l’attenzione dei donatori privati per il ripristino del verde cittadino».
Della serie loro fanno i danni, i cittadini diligenti che pagano le tasse devono pure donare per ripristinare il verde? Anche qui ci si può dichiarare beffati?

Scena seconda

La scena prima è la premessa per narrare un’altra storia, quella raccontata dalla municipalità milanese per una riqualificazione ecosostenibile, oramai questa è la parola magica: riqualificazione ecosostenibile urbana.
Il seguito al finale della scena prima FORESTAMI è: progetti per i quali, senza chiedere vergognosi contributi, i soldi vengono sempre trovati senza vergognarsi.
Esempi fra tutti la nuova pavimentazione di piazza San Babila e la nuova pavimentazione in corso Monforte dove alberi, pochi, ci sono con sotto il loro apparato radicale il cemento di costruzione della nuova metro blu; queste non fanno parte di una adeguata riforestazione, chissà perché. Forse in un futuro recente qualcuno avrà il ripensamento come avvenuto, nei vari ripensamenti comunali, per largo Benedetto Cairoli.

Piazzale-Loreto 1953

Arriviamo al progetto Loreto Open Community, oggetto dell’articolo, un altro esempio per tutti, per quelli che si stanno attuando, e per quelli già attuati, in special modo per le Olimpiadi invernali “Milano – Cortina” del 2026. Olimpiadi che stanno sconvolgendo, con molte proteste ambientaliste, sia il territorio milanese che quello ampezzano.
Sul sito Loreto Open Community, tra le tante assurdità, leggiamo: … «LOC (Loreto Open Community) sarà un modello ecosostenibile per Milano e le nostre città future» … «Oltre 9.000 mq saranno riconsegnati ai cittadini. Qui nascerà una piazza dedicata all’incontro e alla mobilità dolce, un luogo progettato per essere vissuto e non più solo da attraversare. Cultura, socialità, servizi e spazi verdi saranno i protagonisti di LOC e di un modo nuovo di stare insieme e di fare community» … «La conversazione sul presente e il futuro delle città è diventata un movimento globale, coinvolgendo le megalopoli di tutto il mondo. Milano compresa, che negli ultimi anni ha attivato progetti di rigenerazione riparativi, dagli interventi di urbanismo tattico di Piazze Aperte per pedonalizzare piazze e snodi urbani, veloci e a costo quasi zero».
Sulla rivista “Domus”, che non è certo ultima arrivata nell’esprime una esperta opinione, si legge: «Piazzale Loreto non esisterà più. Il progetto per la riqualificazione della grande piazza milanese è un precedente pericoloso di alienazione di un bene collettivo, risultato di una contrattazione tra pubblico e privato impostata su criteri non facilmente condivisibili».

Rendering della nuova sistemazione di piazzale Loreto tratta dal sito comune di Milano

Sul sito del Comune di Milano, in controtendenza, leggiamo: «Trasformare il più caotico snodo di traffico della città in una grande agorà verde, anello di congiunzione tra corso Buenos Aires e via Padova. Trasformare Piazzale Loreto in un nuovo simbolo della Milano olimpica del 2026. È la rivoluzione di LOC, Loreto open community, il progetto vincitore della seconda edizione di Reinventing cities, il bando internazionale indetto dal Comune insieme a C40, che prevede l’alienazione o la costituzione del diritto di superficie di siti da destinare a progetti di rigenerazione urbana in chiave sostenibile».
Il tema quindi riguarda la trasformazione di Milano in “Smart City” (crf. città intelligente); ovvero in un luogo dove vengono attuate strategie di pianificazione con l’obiettivo di ottimizzare e innovare tutti i servizi pubblici con scarsa attenzione a quelli per il beneficio ambientale dei cittadini. Ci viene detto che oggi sia più che mai necessaria una trasformazione digitale che metta i cittadini al centro per garantirgli tutte le opportunità possibili, quella di respirare aria pulita NO?.
Quanto può essere vero per i cittadini, molti dei quali ancora poco avvezzi e disponibili ad una trasformazione digitale e verso diversi giovani che si stanno allontanando da questa possibilità, che questa trasformazione sia cosi a misura d’uomo pensante e libero di respirare e di pensiero?
Dal momento non si vede un popolo numeroso, non degli stadi, che inizia a svincolarsi da questi parametri, insidiosi per la vita, per l’ambiente, per il futuro, imposti dalle Istituzioni, chi dovrebbe farlo per lui (popolo) in relazione a tutte le etichette che vengono affibbiate ogni volta che il popolo si ribella alle imposizioni: “NO …” qualcosa?
Noi siamo per la libertà coscienza e conoscenza, ma anche di consapevolezza, noi siamo non violenti ma riflessivi su ciò che non ci appare chiaro ed esplicito, noi siamo per la salvaguardia dell’ambiente e il suo ecosistema, noi siamo per l’etica e non per la prevaricazione su questa; noi siamo per le leggi, che non ci sarebbe neanche necessità di scrivere se ognuno agisse con coscienza e senza aggressione, che vengono scritte e non applicate nei suoi regolamenti.
Noi siamo per tutto ciò che ogni Essere può esprimere sia nel dissenso che nella approvazione che non sia imposizione e ricatto.
Vogliamo vivere come oppressi oppure come il popolo italiano ha dimostrato anche in un non lontano passato? La libertà e la democrazia non è quella che ci vogliono far credere, serve crederci e lottare per questa.

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