Il fallimento al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Il veto Usa alla risoluzione sul cessate il fuoco in Palestina è spietato

Apartheid Palestina

di Maurizio Torti

Su richiesta dell’Arabia Saudita e altri paesi, favorevoli per un cessate il fuoco immediato per ragioni umanitarie in Palestina, occupata da Israele, gli Usa ancora una volta pongono il veto al testo della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

“È vergognoso”, “è disumano”, “è spietato”: sono solo pochi esempi delle centinaia di commenti dei media nazionali e internazionali alla riprovevole scelta di Washington. Il veto, degli USA dimostra uno spietato disprezzo per le sofferenze di uomini, donne e bambini di fronte a circa 17500 vittime palestinesi, alla vasta distruzione di ospedali, strade, scuole e strutture per la distribuzione dell’acqua e dell’energia elettrica a una catastrofe umanitaria senza precedenti in corso nella Striscia di Gaza, occupata da Israele in Palestina.

Gli Usa usano il veto come un manganello contro il Consiglio di sicurezza, pregiudicando ulteriormente la sua credibilità e capacità di adempiere al mandato di mantenere la pace e la sicurezza internazionale.

Non è possibile accettare alcuna giustificazione per continuare a impedire un’azione concreta del Consiglio di sicurezza per fermare questo enorme bagno di sangue di civili. L’uso del veto è indifendibile. Gli Usa sono venuti meno al dovere di prevenire crimini atroci e sostenere il diritto internazionale”.

Washington non è soddisfatta per il veto, gli USA continuano ad inviare soldi, assistenza, tecnologia bellica di ogni tipo ad Israele, negando alla popolazione palestinesi la possibilità di vedere la fine delle sofferenze e magari fare ritorno alle proprie case, se sono ancora in piedi. I soldi e le armi degli Stati Uniti ad Israele continuano ad uccidere uomini, donne e bambini palestinesi.

Gli USA non vogliono la pace nella regione, non vogliono la pace in Palestina e non vogliono la pace in Ucraina e lo dicono chiaramente a tutti i leader del mondo, lo dicono a tutti i popoli del mondo. Questo comportamento alimenta l’isolamento degli USA con tanti paesi e una buona parte della loro stessa popolazione. Un altro grave errore, ponendo il veto, è quello di non aver compreso il contesto politico e sociale ed è un chiaro segnale di debolezza politica a cui rispondono alla maniera del vecchio west: soldi e pallottole.

Con quale coraggio Biden presidente degli USA o il suo portavoce o le centinaia di senatori continuano a ripetere al mondo di essere campioni di un ordine basato sul rispetto delle norme internazionali ma i loro doppi standard e il disprezzo per il diritto internazionale hanno ripercussioni gravissime, allargando le distanze dal sistema internazionale e la protezione dei civili nei conflitti.

Statuto-Nazioni-Unite

Il diritto internazionale esiste per proteggere tutte le persone, nel caso della Palestina porre fine a questa carneficina e stabilire un lungo cessate il fuoco. In Palestina è necessario ripristinare l’umanità e condannare Israele per le politiche di apartheid nei confronti dei palestinesi.  E a seguito di questa carneficina condannare Israele per crimini di guerra sono un pre-requisito per gettare le basi di un futuro imperniato sui diritti di tutte le persone, sulla giustizia e la riparazione per le vittime.

In più di una occasione, giornalisti, testimoni, organizzazioni umanitarie hanno dimostrato con fatti concreti i crimini di Israele ma ad oggi i governi di Tel Aviv continuano ad ignorare denunce e risoluzioni dell’ONU, perchè forti della protezione degli USA e dell’Europa

A seguito del veto, Tel Aviv, attacca senza alcun pudore António Guterres, Josep Borrell e tutti i nostri diritti.

«A Gaza stiamo raggiungendo il punto di non ritorno, dove il palese disprezzo per il diritto umanitario internazionale ferisce la nostra coscienza collettiva». Lo denuncia l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, su X, aggiungendo che «la fine dei combattimenti è imperativa se vogliamo evitare la decimazione di Gaza e contenere le conseguenze di questa crisi». Il direttore dell’Unrwa Thomas White parla di un «ordine civile che sta crollando – le strade sembrano un caos, soprattutto dopo il tramonto – alcuni convogli umanitari saccheggiati e i veicoli Onu presi a sassate. La società è sull’orlo del collasso totale»

 

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