Arrivano i corsi di macroeconomia dell’anima

di Guido Grossi

Trasformare l’economia da incubo in docile strumento

Tutto è semplice, ma impegnativo. Vuoi dominare l’Economia? Trasformarla da incubo in docile strumento, al servizio dei nostri bisogni?

Non dobbiamo penetrare una scienza fatta di regole arcane, da conoscere e rispettare; c’è piuttosto la possibilità di accogliere la chiamata ad UNA SCELTA che è sempre alla nostra portata. Attento, però: la libertà, implica responsabilità. Abilità a dare risposte. È fatta di consapevolezza, e coraggio.  Sta a te, amico mio, decidere se, e quanto profondamente, vuoi farti coinvolgere in un processo di consapevolezza che è l’unico che può portarci ad una liberazione totale: liberazione dalla paura, dalla dipendenza, dalla frustrazione. Tutto è semplice. Ma impegnativo.

La prima cosa da capire è che non esiste un’Economia che non sia anche Politica: le scelte e le azioni economiche impattano sempre nella configurazione della Res Publica. Modificano le relazioni sociali, nel bene e nel male. Possiamo decidere di “lasciar fare”, sperando che le scelte degli esperti siano adeguate, magari riservandoci il diritto, inutile, della critica… Oppure farci carico della necessità di capire, e partecipare.

La seconda cosa importante da osservare, in profondità, è che non ha letteralmente senso un’Economia che si occupa solo di bisogni materiali, del nostro corpo.  Come se fosse possibile, in questo mondo, separare il Corpo dalla Mente, e dallo Spirito universale che abita in noi e tutto unisce (psss…, se ti turba la parola Spirito, ricorri pure al vuoto quantistico, che vuoto non è, o a qualsiasi altra immagine possa dare corpo, nel tuo modo di essere e di pensare, alla sapienza primordiale scritta nel tuo DNA, e in tutte le cose, che lo sa perfettamente: non siamo soli, né isolabili dal tutto).

Se hai capito, o semplicemente intuito questo, ti apparrà chiaro il terzo pilastro dell’Economia dell’Anima: i nostri bisogni più importanti, profondi e veri, sono bisogni di un io letteralmente immerso nelle relazioni, mai solo, consapevole delle relazioni e del loro bisogno innato di ARMONIA.

L’Economia è dunque semplice, un sapere accessibile a tutti.  L’arte di mettere in relazione i nostri bisogni con le risorse disponibili, per dare vita alla responsabilità della scelta condivisa. Allora, può regalarci soddisfazioni enormi: può farci toccare con mano che è materialmente possibile soddisfare i bisogni di tutti, senza dover lasciare indietro nessuno.

Solo nel momento in cui iniziamo a porci le domande giuste su “quali siano i nostri bisogni più veri e più profondi”, riusciamo a “vedere” con chiarezza e semplicità cosa sia “risorsa” e come vada usata nel modo più intelligente, per soddisfare tutti.

Riusciamo allora a “vedere” quanto sia sciocca, ma allo stesso tempo ancora radicata e diffusa, l’illusione di poter soddisfare i nostri bisogni più importanti separandoci egoisticamente in un gioco al massacro che non fa vincitori, invece di unirci nello sforzo di tendere al Bene Comune. La comunità rischia di sciogliersi, inesorabilmente, se non ci liberiamo dallo sforzo ossessivo di competere, egoisticamente, per accumulare un denaro che si crea dal nulla, e per questo non può avere valore.

Non dunque economisti, che tendono per deformazione professionale a perdersi nell’aridità dei numeri e della contabilità, e nello sforzo inconsapevole di mantenere in piedi il valore del denaro che non può esistere. In una società che ha mercificato tutto, gli “esperti” e gli “specialisti” sono prigionieri dell’illusione di poter usare una cosa che non ha valore per misurare il “valore” di qualsiasi cosa! Dobbiamo capire che è in quello sforzo, perverso e inutile, che abbiamo perso la nostra umanità, la nostra sovranità, la nostra divina creatività.

Donne e uomini, invece, che sappiano di psicologia, piuttosto, e di fisica quantistica; del coraggio di guardarsi dentro; di onestà e trasparenza, di resilienza, natura e filosofia; di dialogo e ascolto. La ricerca di una unità del sapere non può essere individuale: deve essere corale, perché troppo grande per uno solo di noi. Solo grazie a questa coralità, riusciamo a guardare nel mondo dell’economia e della finanza senza perderci nella follia degli economicismi, nella rabbia del tradimento, nello sconforto dell’impotenza.

Non insegnanti che dispensano, ex cathedra, una sapienza pretesa oggettiva, ma donne e uomini che si mettono umilmente al servizio di chi scelga, con responsabilità, di lasciarsi coinvolgere in un percorso di ricerca che è però fatto anche di scelte concrete: si impara attraverso l’esperienza, e la condivisione.  Corsi di studio e di coinvolgimento che spezzano i meccanismi legati al denaro, di costi, ricavi e profitti, per trasformare concretamente il denaro, nelle nostre scelte di vita, da fine a mezzo.  

Per conoscere e riconoscere le nostre Risorse, che troppo spesso ignoriamo. Per dare corpo (e Anima) ad un principio fondamentale, irrinunciabile, che nell’ottica rivoluzionaria della macroeconomia dell’anima offre altre prospettive alla relazione fra beni e bisogni: ad ognuno secondo i propri bisogni, ognuno secondo le proprie possibilità. Stay tuned: arriviamo.

Scrivici a: macroeconomiadellanima@gmail.comhttps://facilitascolto.wixsite.com/home/macro-economia-anima

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