Voto, perché nessuno mi rappresenta

Elezioni Politiche 2022

Risultati elezioni politiche 2022 - Schede rifiutate

di Alessandro Fellagara e Carlo Martin

Nel sito web di Eligendo curato dal Ministero dell’Interno troviamo i risultati ufficiali delle elezioni: qualcosa non torna.

Un numero che non sposta il risultato, ma che viene omesso nei resoconti ufficiali.

A cosa si riferisce quel piccolo, ma significativo gruppo di persone il cui voto “non conta” nel senso ufficiale della parola?

Salvo errori stiamo parlando di 45.011 persone che sono andate a votare, ma il cui voto non conta. Chi sono? Perché il loro voto non conta?

Vediamo intanto i calcoli.

Il sito separa i voti della Valle d’Aosta dal resto d’Italia (Tabella 1).

Se sommiamo le schede nulle, le schede bianche e quelle contestate al totale dei voti che gli elettori della Regione Autonoma hanno assegnato ai partiti, abbiamo esattamente il numero dei votanti e questo coincide con il numero dichiarato.

Tabella 1

Se lo stesso calcolo viene fatto su scala nazionale per tutta Italia, il dato si sbilancia di 45.011 voti. O meglio, osservando la tabella 2, sono scomparsi 45.011 voti.

Tabella 2

Leggendo il disciplinare inviato dallo stesso Ministero ai presidenti di seggio, abbiamo ragione di credere che questo sia il numero di voti degli “astensionisti attivi”, vale a dire persone che si sono recate al seggio, sono state regolarmente registrate, ma che hanno dichiarato che non si sentivano rappresentate da nessun candidato.

“Padova oggi”, il giorno stesso delle elezioni, ha rilevato in questo articolo la protesta di un “astensionista attivo”, ma in rete abbiamo rilevato numerosissime testimonianze di protesta, così come di autodeterminazione e di soddisfazione personale che riguardano il 25 settembre 2022.

Questo tipo di voto esprime un profondo dissenso per la politica italiana e le persone che la vogliono rappresentare.

Stiamo parlando di un numero che classifica la protesta al pari degli elettori di Clemente Mastella, a loro volta il doppio degli elettori del PCI (nel 2022). Un popolo unico e compatto nel dire “nessuno di questi politici ci rappresenta”.

Un fenomeno poco visibile, viene da dire nascosto, ma evidentemente molto più diffuso di quanto si possa credere, che afferma la presa di responsabilità e l’autodeterminazione di un cospicuo numero di persone che credono nei diritti, ma non più nei politici che oggi dovrebbero rappresentarli.

L’astensionismo attivo -così si chiama in rete questo fenomeno- consiste nel recarsi al seggio, attendere la registrazione e il timbro sulla tessera, ma rifiutare le schede elettorali. Il timbro e l’annotazione dei documenti sul registro certificano la presenza al seggio e dunque la presenza nei numeri ufficiali, ma, nonostante ciò, queste persone non vengono conteggiate come votanti. Perché?

Difficile determinare le motivazioni per cui tale voto di protesta, pur certificato, non venga preso in considerazione e restituito all’informazione pubblica.

Queste sono solo alcune delle persone a cui vogliamo dare voce, con la speranza che sempre di più si conosca e si determini, in punta di diritto, l’autodeterminazione e la politica italiana.

Raffaella (nome di fantasia): “Decido di esprimere il mio voto di protesta perché nessun candidato mi rappresenta”

Marco (nome di fantasia): “Non mi sento rappresentato da nessuna classe politica, partito o rappresentante politico in quanto nessuno ha tutelato i miei diritti costituzionali inviolabili, andando a ledere la mia libertà, la mia salute e il mio diritto al lavoro”

Iniziano così le chat del 25 settembre; queste sono solo alcune delle centinaia, forse migliaia, che si trovano in rete. Alcune delle testimonianze che seguiranno da esempio derivano da queste chat e anche dalle dichiarazioni cartacee che sono state consegnate al presidente di seggio per motivare il rifiuto della scheda elettorale. Sono elettori, elettrici presenti e non votanti, consapevoli, autodeterminati, coscienti delle proprie scelte personali, sociali e politiche che da nord a sud hanno praticato questa tipologia di “voto”. Gli esempi che seguiranno per questioni di privacy non riportano il nome.

“Mi sono sentita parte attiva. Sono fiera di me stessa”

“La Presidente è uscita dal seggio per tutto il tempo d’attesa e poi quando è tornata ha timbrato e non firmato la mia dichiarazione. Era un po’ agitata”

“La Presidente è caduta dalle nuvole. Quando sono arretrato per non ritirare le schede, è rimasta scioccata. E anche gli altri si son guardati e chiedevano a me come procedere. Imbarazzante, anche se alla fine hanno svolto tutte le operazioni correttamente”

“Ho esercitato il mio diritto all’astensione attiva. Presidente di seggio capace che nel scusarmi di “intralciare” le operazioni di voto, mi ha fatto i complimenti per la partecipazione ai nostri diritti. Nota stonata, un elettore che mi ha criticato, ma niente di che”

“Nel mio seggio erano totalmente impreparati, che hanno fatto un casino per informarsi con l’ufficio comunale elettorale. Alla fine però mi hanno ringraziato e la presidente mi ha detto che le ho fatto conoscere la procedura”

“Ho fatto la mia parte! Al seggio sono stati tutti molto gentili, ho dovuto orientarli perché credo sia la prima volta che è capitata, comunque tutto bene”

“Ho esercitato il mio voto di protesta. Nell’iter mi ha seguita una scrutatrice che aveva un sorriso a 360°. Nel seggio erano compiaciuti e grati per questa lezione di educazione civica”

“Ho espletato il voto di protesta e alla fila fuori ho letto la mia dichiarazione, al punto “nessun partito mi rappresenta” tutti hanno esclamato “è vero” ed io alla fine ho stampato dei fogli per chi li voleva”

“Al mio seggio, quando mi sono recato a votare e alla fine ho rifiutato le schede consegnando la mia dichiarazione al presidente, lo stesso mi ha detto che non era d’accordo con me ma che mi ammirava per la mia determinazione.

“Ho svolto il mio compito e ho pure ricevuto i complimenti dal presidente di seggio e dagli scrutatori, perché ero la prima ad esercitare questo mio diritto. E all’uscita altri elettori in coda mi hanno detto bravissima! Sono fiera ed orgogliosa di me”

Ma non c’è stato solo entusiasmo, in molti hanno trovato impreparazione da parte del presidente dei seggi e degli scrutatori, altri hanno subito insulti da parte degli elettori in coda, oltre che l’irritazione da parte dei presidenti. In molti hanno desistito nella loro impresa.

Ci chiediamo, però, se queste persone sono consapevoli di costituire un gruppo di 45.011 potenziali elettori. “Questa pratica di astensione attiva, oltre ad essere determinante per il collettivo” riporta un’elettrice in un post, “dà una botta di autostima che vedi anche tutte le tue cose sotto un’altra luce. La gente se vedesse ciò ne sarebbe entusiasta”.

Parliamo dunque di gruppo degno di una nuova rappresentanza politica con una coscienza del voto che va oltre al risultato di “una partita di calcio”? Forse. Oppure sono soltanto persone che conoscono i propri diritti e -per esprimerli- cominciano dalle elezioni che sono la base di partenza della sovranità del popolo?

Ad oggi non ci è dato saperlo, ma in ogni caso, qui, la loro voce conta.

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