Il Great Reset sta affondando: segnali e ragioni realistiche del suo fallimento

I 600 giorni dell'emergenza sanitaria

Davos città del WEF

di Paolo Genta

Scrisse Edgar Allan Poe ne “La lettera rubata”: non vi è posto migliore per nascondere qualcosa che lasciarlo alla vista di tutti

Agli occhi attenti di chi frequenta i social di informazione (quella documentata e rigorosamente controllata) sta, ormai da tempo, risaltando una serie di segnali indicativi che ci stiamo avvicinando ad una netta inversione di marcia. Un’inversione destinata, non troppo tardi, a pietrificare la narrazione sanitaria, che fa da alibi ed apripista al capitalismo delle crisi “da non sprecare” e della sorveglianza globale e che, di fatto, sta già rilanciando la controreazione non violenta di quella cospicua minoranza internazionale del popolo di non assoggettati e di non assimilabili. L’avvio graduale di questa reazione mondiale non è, giocoforza, solo nelle mani dei cittadini, che stanno occupando le piazze in masse sempre più preoccupanti per i governi: si sta manifestando, soprattutto, attraverso le iniziative e le contromosse, non sempre evidenti, e non banalmente interpretabili, di una contro-èlite, portatrice di interessi diversi da quelli del mondialismo neomalthusiano, depopolazionista e tecnosanitario, intenzionato ad attuare a tutti i costi il suo progetto (che fallirà) di sterminio e di totalitarismo biocibernetico. Il transumanesimo non vincerà, ma farà un sacco di morti, perché la sua dissoluzione non è comunque istantanea. Ci troviamo davanti ad un treno in corsa, che ci ha superati, ingannandoci con giochi di parole, corruzione, intimidazioni, ricatti e liquidazione (sociale e fisica) degli oppositori. Questo treno ha ora accelerato, durante gli ultimi sei mesi; i suoi conduttori si sono resi conto che le contraddizioni smaccate, evidenti ed insanabili del loro progetto, riescono comunque a sopravvivere a censura, ostracismo, dissoluzione del parlamentarismo, attacchi personali e punizioni degli ordini professionali. I cortocircuiti logici e la patente irrazionalità di annunci da guerra psicologica, di odio vomitato in TV da virostar e commentatori compiacenti a libro paga dei “rentires”, dei demenziali quanto illegali provvedimenti nazionali in violazione del Diritto Naturale, non si rendono ora evidenti solo agli “irriducibili” sostenitori della libera scelta: stanno velocemente disgregando la “zona di comfort” di mono-, bivaccinati, danneggiati e gente che, dopo due anni di distruzione dei diritti (umani e costituzionali), ha semplicemente capito e non ne può più. Ma il treno, come tutti i treni impazziti, sta ora procedendo per inerzia di quella prorompente energia cinetica che aveva accumulato agli inizi. E’ certo che si schianterà, provocando un cataclisma umanitario, economico e geopolitico senza precedenti: vi saranno i “sommersi”, ma anche i “salvati”. I “rentiers” che hanno da decenni (virologicamente, da almeno dieci anni) architettato la pandemia “ideale eterna”, non vorranno rinunciare solo per questo. Sono un po’ come gli alieni descritti da Corrado Malanga, nelle sue decennali ricerche sugli addotti: hanno una incredibile tecnologia ma, in fondo, proprio perché vogliono la nostra anima,…sono stupidi. Abbiamo imparato che le èlite che si raccoglievano intorno a Jeffrey Epstein e a Ghislaine Maxwell ci hanno sempre detto, in fondo, la verità: che fosse a Davos (World Economic Forum) nelle parole di Klaus Schwab (sulla irrevocabilità del Great Reset), o alla TED Conference del 2010 (!), “Innovating to Zero” di Bill Gates (i vaccini abbasseranno la popolazione mondiale di almeno un 10-15%…“if we do really a good job”), questi signori ci hanno sempre buttato in faccia quello che stavano programmando, senza vergogna e alla luce del sole. Ci hanno contrabbandato le loro “ovvietà scientifiche”, a colpi di Programmazione Neurolinguistica e di tanti soldi, anche lasciando intorno a sé simboli e codici che bastava semplicemente saper leggere (perché, come scrisse Edgar Allan Poe ne “La lettera rubata”: non vi è posto migliore per nascondere qualcosa che lasciarlo alla vista di tutti). Ma coloro, di pari livello e status, che si oppongono a queste èlite controiniziatiche (perché il vero scontro non è mai stato tra nazionalità, ma tra gruppi di “affiliati” a poteri e contropoteri) non sono usi lanciare messaggi di smaccata evidenza, segno di una sicurezza da impuniti che tradisce un terribile disprezzo per una umanità giudicata, comunque, incapace di decodifica, e tutta intenta alla distrazione del consumo. Questi oppositori, invece, tessono pazientemente una rete di processi, certamente con la stessa costanza e programmazione dei nostri dominatori di menti e mercati, ma parlano solo per codici e, soprattutto, attraverso serie di eventi che si comprendono solo se collegati. Chi, ancora immerso nella informazione di Mainstream, non è in grado nè di percepirli nè di interpretarli, perché vengono accuratamente censurati o ignorati, non avrà mai la capacità di inserirli in un frame, più complesso, ma anche più esplicativo. Esaminiamo allora, alcuni dei segnali che ci confermano l’esistenza di una controreazione globale, in atto da tempo, che agisce sottotraccia e inanella una serie di “casualità” che virano tutte verso un’unica direzione: la fine dell’élite globalista e dei suoi incubi di sterminio. Il ritorno di Trump alla presidenza è non solo prevedibile ma, alla velocità con la quale procedono le decertificazioni dei voti di Biden in molti Stati americani, del tutto prossima: Trump, scheggia impazzita ed imprevedibile per i globalisti del Deep State americano, potrebbe reinsediarsi già entro i primi sei mesi del 2022, vanificando del tutto le elezioni di Midterm. “QAnon”, la fonte informativa primaria di questi eventi, di estrazione militare e fedele al POTUS45 (PresidentOfTheUnitedStates 45th, cioè Trump) non sembra affatto essere una “bufala”, come fin dall’inizio dipinta da “Fact Checkers”, creature degli interessi globalisti. Da quando, nel 2018, è uscita su piattaforme alternative come 4Chan, “Q” ha sorpreso i followers di tutto il mondo, anticipando di anni situazioni ed eventi riguardanti gli attuali avvicendamenti americani al potere, annunciati attraverso una densa rete di messaggi criptati e di simbolismi, che acquistano il loro pieno significato solo a cose fatte e che rimandano all’eredità morale di JFK. Sorprendente, comunicativamente efficace, ma anche incredibilmente preciso nei tempi, “Q” ha, nel tempo, acquisito la dignità di indicatore degli obiettivi e della velocità con cui sta procedendo la demolizione controllata dei poteri occulti globalisti in varie zone del mondo (Cina compresa). Nel giro di un mese (Ottobre-Novembre 2021) il Presidente del Consiglio Draghi ha ricevuto Nancy Pelosi, Joe Biden e, soprattutto, Klaus Schwab (il profeta di un mondo 5G, di impianti di microchip e di varie altre amenità transumaniste). Sappiamo che questi incontri, strettamente “personali” hanno luogo solamente in casi di una certa importanza: una imprevista crisi del progetto globalista e la impellente necessità di urgenti aggiustamenti in corsa. La figura di Joe Biden è poi estremamente contraddittoria: l’obbligo vaccinale americano, tanto sbandierato, non possiede alcuna giustificazione documentale, se non quella di un semplice comunicato stampa e del parere non vincolante della OSHA (Occupational Safety and Health Administration). La politica internazionale americana in questo momento non sta perseguendo, sorprendentemente, l’agenda dei democratici e del Deep State, che sembra invece teleguidato verso la propria dissoluzione: il frettoloso e costoso abbandono dell’Afghanistan ha permesso il ritorno dei Talebani e, conseguentemente, ostacolato i flussi di capitali ed interessi legati alla produzione di Eroina e Oppio. Le sanzioni alla Cina, e non alla Russia, non vanno propriamente nella direzione desiderata dai democratici, che prediligono il modello totalitario cinese del social-capitalismo. Ma, soprattutto, sembra che si stia irrimediabilmente sfasciando lo stesso Staff di Biden, con le dimissioni della responsabile delle comunicazioni di Kamala Harris (Vice President) Ashley Etienne (18 Novembre) e, addirittura, della White House Communications Chief, Emma Riley (19 Novembre): sembra sempre più chiaro, insomma, che Biden sia sotto una sorta di “amministrazione controllata” repubblicana. Il gradimento degli elettori verso Biden è caduto nella settimana del 22-25 Novembre, al 36%, e l’ultimo sondaggio certifica una maggioranza di cittadini americani favorevoli ad un ritorno dei Repubblicani al Congresso (https://www.dailymail.co.uk/ del 24 Novembre 2021). Se poi Trump, come ha fatto capire egli stesso, ha effettivamente firmato (sembra l’11 gennaio 2021) l’”Insurrection Act” e, in aggiunta il PEAD (Presidential Emergency Action Document, introdotto da Eisenhower negli anni ‘50), che, investendolo di poteri straordinari in situazioni di emergenza per il Paese, lo autorizza ad arresti e Corte Marziale per attentati alla sicurezza nazionale, senza necessità di pubblico annuncio (nemmeno al Congresso), allora capiamo perché Joe Biden è, oltre che visibilmente inadeguato, anche politicamente azzoppato. Trump ha, con questa operazione, mantenuto le redini di un potere che gli permette di portare al suicidio l’intera classe dirigente del Deep State e di procedere, gradualmente, al perseguimento e alla condanna giudiziale dei suoi associati internazionali. E ancora: il Mainstream di casa nostra cerca di aggirare il macigno “Leonardo”, che cadrà sull’Italia (dei collusi) quando Trump tornerà alla presidenza. Il caso Leonardo riguarda, infatti, la partecipazione italiana alla manipolazione elettorale americana, (manipolazione che sta crollando, appunto, attraverso le decertificazioni dei voti di Joe Biden). Le TV nostrane lo evitano come la peste o lo minimizzano fortemente; ma intanto l’hacker italiano accusato di aver materialmente spostato i voti da Trump a Biden, per mezzo di un satellite italiano della Leonardo, risiede per ora, da Dicembre 2020, nel carcere di Salerno. Questo caso, in tempi non sospetti anticipato con interessanti dettagli da “Q”, inevitabilmente, scoppierà, e coinvolgerà personaggi illustri della politica, come ci raccontano diversi analisti della rete, tanto “non convenzionali”, quanto accuratamente documentati e ben informati. E’ improbabile, infatti, che il 45° Presidente degli Stati Uniti rinuncerà ad una sonora punizione di coloro che si sarebbero macchiati di reati contro la sicurezza nazionale americana. Quanti cittadini europei (ma soprattutto italiani) che pagano il canone a “Mamma RAI” e alle sue sorellastre private, hanno accesso a queste informazioni, che ci rappresentano una realtà totalmente diversa dalla versione ufficiale?

 

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