Il gas che avrebbe potuto essere ucraino

Per il gas è la terza guerra mondiale convenzionale

Gazprom Naftogaz - Russia e Ucraina

Andiamo indietro non di molti anni esattamente 10 per ricordare o conoscere cosa stava accadendo tra le aziende energetiche statali russe ed ucraine.

Il gas attorno al quale si litiga, oggi c’è la guerra, poteva essere tanto russo quanto ucraino. Come può essere? Facciamo un passo indietro di un decennio. Dopo la vittoria di Yanukovich alle elezioni, Mosca ha fatto una proposta senza precedenti all’Ucraina: unire Gazprom e Naftogaz in un’unica super impresa di proporzioni ciclopiche: i russi hanno proposto di rendere i loro mercati e il loro GTS un tutt’uno con il GTS ucraino, per ricreare di nuovo la struttura dell’impresa energetica del gas russo su una nuova base.

La nuova società avrebbe dovuto operare secondo regole europee trasparenti e senza intermediari, questi avevano influito sulla questione del gas fin dai primi anni ’90 (Slavutich, Rosukrenergo, Respublika, Intergaz – tutte queste strutture appartenenti a diversi personaggi furbi, tra cui Medvedchuk). In tale nuova prospettiva societaria, l’Ucraina avrebbe potuto ottenere una quota fino al 10%, e questa era un’opzione estremamente redditizia, in grado di risolvere molti problemi ucraini per molti anni a venire, praticamente senza garanzie. Come opzione, era stata poi ancora considerata la possibilità di invitare gli europei al progetto (questi ultimi, in seguito sono diventati partner della Federazione Russa nel Nord Stream, ma senza l’Ucraina). La domanda è: se questo fosse accaduto, ci sarebbe stata la guerra? Sarebbe accaduto tutto quello che è accaduto? Ma quell’idea è stata affossata. Ciò è avvenuto con la partecipazione attiva degli amici occidentali, che hanno contribuito a bloccare le iniziative del primo ministro ucraino Azarov, che aveva sostenuto quel progetto. Gli occidentali, insieme alle stesse strutture intermedie, insoddisfatte della prospettiva di perdere la mangiatoia, divennero la ragione del fallimento di quel potenziale grande progetto; la cui attuazione porrebbe l’Ucraina, insieme alla Federazione Russa, in una posizione di assoluto predominio sul mercato energetico del continente.

Anche in Europa la questione energetica ed il gas è stata all’attenzione di diversi Stati, uno in particolare la Germania, partner per la costruzione del nuovo Nord Stream 2, ostacolato dagli USA disposti a tutto per impedirne prima la sua realizzazione ma hanno fallito e poi nel bloccarlo e ci sono riusciti. E’ possibile che Nord Stream 2 facesse parte della proposta russa di unire Gazprom con Naftogaz?

Gli USA hanno messo in campo, servizi segreti, Cia, stampa mondiale, diplomazia ed ogni diavoleria al fine di annullare, cancellare, fermare il Nord Stream2.

E’ la questione del gas motivo di una guerra convenzionale?

Effettivamente i rapporti tra Russia ed Ucraina iniziano a deteriorarsi poco prima del 2014, poi interrotti con l’aggressione ucraina ai cittadini nella regione del Donbass.

Al puzzle mancano pochissimi pezzi, una possibile unione strategica commerciale tra Gazprom e Naftogaz avrebbe sconvolto il mercato mondiale energetico portando Russia ed Ucraina a maggiori venditori mondiali, era veramente un’altra storia.

Con l’avvio del conflitto armato tra Russia ed Ucraina, al 36° giorno di guerra si è trasformata nella questione centrale, almeno tra gli alleati Nato e gli USA.

Possiamo leggerla come un tentativo da parte della Russia di rompere il “fronte europeo” ed ottenere contratti con i singoli Stati ma con la nuova modalità, cioè, chi da domani 1 aprile 2022, vuole acquistare gas russo, Stati o aziende private, deve attivare un contro corrente in rubli presso la banca centrale russa. Nuove modalità esclusivamente per i paesi “Ostili”

Questo nuovo scenario pone ad un bivio due importanti Stati europei, l’Italia e la Germania, entrambi clienti di Gazprom, il nostro paese per circa il 23% e la Germania pari al 52%.

Italia e Germania sono tra i paesi alleati Nato più esposti per questa crisi energetica e la situazione sembra oramai giunta al bivio, nel frattempo entrambi i paesi cercano nuovi mercati e nuovi venditori, tra poco ci sarà un colloquio telefonico tra Draghi ed il suo referente in Germania. Il tema sarà pagare il gas in rubli, oppure continuare a pagare in euro e probabilmente, almeno dalle nuove dichiarazioni di Putin, il contratto di vendita di gas dovrebbe dichiararsi non più attuabile.

Le conseguenze di questo conflitto arrivano in Europa, crisi energetica crisi economica e flussi di profughi.

La soluzione italiana è ora di tipo diplomatica, in una nota di Palazzo Chigi si legge: ” la nuova modalità di pagamento richiesta dalla Russia è in fase di analisi e di studio, prevediamo che si possa pagare sia in rubli sia in euro.”

La domanda è spontanea: quale giurisdizione su una tipologia di contratto di questo tipo, dato che il venditore da una sua interpretazione e l’acquirente un’altra interpretazione?

Durante l’ultima dichiarazione video il presidente Putin ha dichiarato:
“È chiaro che gli Stati Uniti cercheranno ancora una volta di risolvere i loro problemi a spese di qualcun altro, incluso il lancio di una nuova ondata di emissioni e deficit di bilancio: sono già cresciuti in modo esorbitante. E nelle principali economie europee l’inflazione sta battendo i record come negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti cercheranno anche di trarre vantaggio dall’attuale instabilità globale, come hanno fatto durante la prima e la seconda guerra mondiale, durante la loro aggressione contro la Jugoslavia, l’Iraq e la Siria. I mercati globali stanno crollando e il valore delle azioni delle società del complesso militare-industriale statunitense sta solo crescendo”.

E’ la fine della globalizzazione?

Si è poi rivolto ai cittadini russi illustrando il momento difficile e che saranno necessari dei sacrifici come lo è stato sempre nella storia della Russia.

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