SEGNALATORI SERIALI SUI SOCIAL: QUALCOSA STA ACCADENDO

Diritto di sapere

Di Stefano Biciolini

Membro fondatore del Patto Julian Assange per la Libertá dell’ Informazione ed opinione.

Il mio articolo di ieri 8 Febbraio 2021 dal titolo: “le prove: ecco come segnalano i profili facebook e i canali youtube” sta sortendo i primi risultati e devo dire inaspettati. Infatti sto ricevendo messaggi privati di profili Facebook che “preoccupati”  della piega che sta prendendo la controffensiva contro gli odiatori che segnalano Gruppi o Pagine, diciamo che si stanno aprendo per evitare di essere coinvolti in un gioco piu’ grande di loro, anche perche’ si sono accorti che nella loro opera di segnalatori seriali hanno coinvolto, mettendoli all’ indice, gruppi  con a capo Avvocati e medici.

E si sa, quando i pentiti iniziano a parlare ti innondano di prove come quelle da me prodotte. Logicamente come gia’ affermato nel mio articolo di ieri, sono in possesso degli screen shot originali ed ho effettuato una ricerca sui personaggi che guidavano le segnalazioni.

Si tratta di profili privati addirittura non attivi dal 2015 senza informazioni personali riconducibili ad una persona fisica. Uno dei motivi piu’ diffusi che spinge una persona ad aprire un profilo falso ad esempio su facebook e’ quello di adescare o perseguitare vittime innocenti, per l’ appunto segnalare persone e/o gruppi che manifestano liberamente il proprio pensiero come sancito dall’ Art. 19 della Costituzione Italiana << Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo…>>.

Il reato in cui potrebbe incorrere il personaggio e’ quello di “Stalking”. Tale condotta viene integrata se, attraverso il profilo fake , vengono compiuti reiterati atti persecutori con il fine di incutere timore e fare pressione psicologica sulle vittime”. In questo caso la persona che ha aperto il profilo fake rischia fino a 4 anni di reclusione.
Concludo questo mio breve articolo sollecitando coloro che in passato hanno fatto parte di simili “aggregazioni di odiatori”  piu’ o meno volontari di segnalarmi, come peraltro molti stanno gia’ facendo, con prove (screen shot) le operazioni in essere per bloccare il libero pensiero in rete.

Ribadisco con forza che non e’ Facebook che censura ma sono diversi team, piu’ o meno organizati  in rete e riconducibili a profili fake.

 

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