In Tigrai è un assedio totale

È Aby Ahmed primo ministro etiope responsabile dei crimini di guerra nel Tigrai

Tigrai sotto assedio crisi alimentare e sanitaria
Secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite il 27 maggio, il più grande convoglio umanitario dalla dichiarazione del cessate il fuoco avrebbe iniziato la sua marcia per raggiungere lo stato regionale del Tigray.Ad essere precisi il convoglio è composto da 215 camion con cibo e aiuti medici che, dalla regione di Afar, si muoverebbe in direzione di Mekelle e di altre città del Tigray ma molto lentamente.
Sempre secondo le Nazioni Unite, sebbene il convoglio sia di dimensioni eccezionalmente grandi rispetto al passato, il volume degli aiuti diretti al Tigray sarebbe ancora insufficiente, mentre l’ONU stima che sarebbero necessari 500 camion di aiuti alimentari a settimana per soddisfare il fabbisogno alimentare dei 6 milioni, circa, di abitanti dello stato regionale.

Ad oggi non si hanno notizie, dove sono finiti i 215 camion partiti per il Tigrai il 27 maggio?
Dal 1° aprile 2021 complessivamente, da quando il movimento dei convogli stradali è ripreso hanno raggiunto il Tigray circa 2.500 camion che trasportavano oltre 101.000 tonnellate di cui l’86% di forniture alimentari e nutrizionali, tra cui 21 autocisterne di carburante. Durante il periodo di riferimento sono arrivati in Tigray 532 camion, tra cui 3 autocisterne. Dall’inizio di aprile, i movimenti dei camion verso il Tigray hanno seguito una tendenza all’aumento, passando da 170 camion in aprile, a più di 1.100 in maggio e a più di 1.200 nei primi 13 giorni di giugno. Oltre ai convogli stradali, durante il periodo di riferimento sono state trasportate per via aerea altre 11 tonnellate di forniture per la salute, la nutrizione e l’agricoltura per conto di 3 partner. Dall’inizio dei trasporti aerei, il 15 dicembre 2021, sono arrivate in Tigray un totale di 765,2 tonnellate di forniture, equivalenti a 20 camion. Il 54% delle forniture è stato destinato alla nutrizione, il 29% alla sanità, il 14% all’ES/NFI e il 3% all’acqua, ai servizi igienico-sanitari e all’agricoltura.

È molto difficile avere delle conferme dettagliate ma questo non è il vero punto politico, la questione è la dignità negata ad un popolo attaccato militarmente e costretto a sopravvivere di aiuti umanitari.

L’emergenza umanitaria nel Tigrai ha raggiunti livelli indescrivibili, i numeri non aiutano molto a comprendere la reale situazione che peggiora di giorno in giorno, un esempio sono gli ospedali costretti a chiudere per la mancanza di medical device e di ogni altro strumento per la medicina di base.

La Tigrai TV ha confermato la chiusura dell’ospedale Ayder Referral Hospital a Mekellé, in Tigray. L’ospedale può solo gestire alcuni casi di emergenza. Perchè un ospedale chiude? Semplice, il blocco ha causato una mancanza di carburante utile per superare il blackout elettrico causato dall’occupante militare.

L’agenzia Reuters riferisce e conferma la continuità del blocco del blocco degli aiuti umanitari. Chi dice la verità su quanto realmente accade nel Tigrai?

Sempre dal servizio della Tigrai TV, un medico intervistato così dichiara: “l’attività principale che svolgiamo è quella di firmare i certificati di morte”.
L’occupante, non perde l’occasione ha scelto la politica di addossare tutta la responsabilità dell’emergenza accusando il TPLF, il partito Tigray People’s Liberation Front. L’accusa palesemente falsa è quella di aver saccheggiato attrezzature e medicinali in molti degli ospedali e nei centri sanitari.
Il governo Etiope attraverso i suoi portavoce sta conducendo una martellante campagna denigratoria nei confronti del partito TPLF ignorando completamente che circa 85% degli ospedali e delle cliniche del Tigray non funzionano.
L’ennesima beffa costruita sulla base di promesse è il cessate il fuoco dichiarato dal governo etiope per consentire l’arrivo degli aiuti umanitari ma l’Ufficio Affari esteri del Governo del Tigray ha confermato che, in due settimane, solo 26 camion di forniture sono giunti nell’area.
Secondo l‘Agenzia Dire, con una lettera a firma del capo del partito, Debretsion Gebremichael, il Fronte del Tigray è disponibile ad avviare dei negoziati con l’obiettivo di facilitare l’arrivo degli aiuti umanitari. Nella lettera, il governo del Kenya viene indicato come mediatore
La lettera non pone particolari condizioni ma è molto critica nei confronti dei leader dell’Unione Africana.

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