“Il più grande fornitore di violenza al mondo: il mio governo, non posso tacere”

Pace in cambio di territori

Stop the War. No Nato

“Il più grande fornitore di violenza al mondo: il mio governo, non posso tacere”. 

cit. Martin Luther King Jr. 4 aprile 1967

Come ci ricorda Martin Luther King, Jr., gli Stati Uniti sono il più grande fornitore di violenza al mondo. Dalla seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno avviato più di 60 interventi militari in paesi stranieri. La guerra USA/NATO in Ucraina, le cui origini risiedono nel colpo di stato guidato dai fascisti sostenuto dagli Stati Uniti nel 2014 che ha sostituito il governo ucraino eletto, porta gli Stati Uniti in uno scontro diretto con una grande potenza nucleare, così come la provocazione degli Stati Uniti contro la Cina su Taiwan. 
Molti cittadini americani sono contrari alle politiche estere degli USA e hanno avviato diverse azioni sostenute da importanti manifestazioni, a cui hanno partecipato insegnanti, studenti e lavoratori. L’elenco della manifestazioni già realizzate e delle azioni da fare supera i 70 appuntamenti e ll numero di organizzazioni aderenti è in crescita.

Quello degli attivisti nonviolenti dagli USA è un percorso complesso, ricco di analisi e informazioni come la pubblicazione del libro sulle sanzioni imposte dagli Stati Uniti.

L’intensificarsi delle sanzioni statunitensi, imposte a un terzo dell’umanità, sta provocando gravi problemi economici e sociali nell’economia mondiale. Ora questa brutale forma di guerra economica contro le popolazioni civili viene sempre di più contestata. Il dominio del dollaro USA viene messo in discussione come valuta del commercio globale. Gli effetti negativi delle sanzioni sono esplose anche negli Stati Uniti e nei paesi dell’UE, un esempio è l’inflazione, carenze nella catena di approvvigionamento e una recessione incombente che ha causato difficoltà a moltissime famiglie. Ma l’onere di gran lunga maggiore è sopportato da oltre 40 paesi sanzionati. La risposta degli Stati Uniti sta raddoppiando su sanzioni più severe. Quali sono le implicazioni?

La risposta del governo USA ma anche dei membri NATO è la censura. Trasformata negli USA e in Europa  la nuova “normalità”. I casi di censura sono centinaia di migliaia, oggi è il caso di ricordare Alice Walker, combattente per i diritti umani, attivista contro la guerra, femminista e autrice vincitrice del premio Pulitzer come Il colore viola. In un primo momento è stata invitata ma gli organizzatori del Festival del libro della Bay Area ci hanno ripensato. Gli viene contestata la sua posizione a sostegno dei diritti dei palestinesi. Questo sostengono sia antisemitismo. (ulteriori dettagli e letture qui)

Scendiamo in strada
NO alle guerre statunitensi!

Stop alle strategie belliche di Washington verso la Russia e la Cina
Stop alle guerre senza fine: Iraq, Siria, Somalia, Palestina, ovunque

queste brevi parole sono gli slogan e le frasi incise negli strizioni e durante le manifestazioni

Dagli USA alla Germania le azioni nonviolente si moltiplicano come la petizione di oltre 500mila cittadini tedeschi diretta al Cancelliere tedesco Scholtz “Lettera aperta dei 28”.

Artisti, intellettuali hanno scritto al cancelliere, ecco il testo:

Caro Cancelliere,

apprezziamo che finora abbiate considerato i rischi con tanta attenzione: il rischio che la guerra si estenda all’interno dell’Ucraina; il rischio di espansione in tutta Europa; sì, il rischio di una terza guerra mondiale. Ci auguriamo quindi che ricorderete la vostra posizione originaria e che non forniate più armi pesanti all’Ucraina, né direttamente né indirettamente. Al contrario, vi esortiamo a fare tutto il possibile per garantire che un cessate il fuoco possa essere raggiunto il prima possibile; un compromesso che entrambe le parti possono accettare.

Condividiamo il verdetto sull’aggressione russa come violazione della norma fondamentale del diritto internazionale. Condividiamo anche la convinzione che vi sia un fondamentale dovere politico e morale di non indietreggiare di fronte alla violenza aggressiva senza resistenza. Ma tutto ciò che se ne può ricavare ha i suoi limiti in altri imperativi dell’etica politica.

Siamo convinti che due di queste linee di demarcazione siano ormai state raggiunte: in primo luogo, il divieto categorico di accettare un rischio manifesto che questa guerra degeneri in un conflitto nucleare. La consegna di grandi quantità di armi pesanti, tuttavia, potrebbe rendere la Germania stessa parte in guerra. E un contrattacco russo potrebbe quindi innescare la richiesta di assistenza ai sensi del trattato NATO e con essa il pericolo immediato di una guerra mondiale. La seconda linea di demarcazione è il livello di distruzione e sofferenza umana tra i civili ucraini. Anche la legittima resistenza a un aggressore è a un certo punto in una sproporzione intollerabile.

Mettiamo in guardia contro un duplice errore: in primo luogo, che la responsabilità per il rischio di un’escalation di un conflitto nucleare ricade esclusivamente sull’aggressore originario e non anche su coloro che gli forniscono apertamente un motivo per un’eventuale azione criminale. E d’altra parte, che la decisione sulla responsabilità morale degli ulteriori “costi” in vite umane tra la popolazione civile ucraina ricade esclusivamente nella competenza del loro governo. Le norme moralmente vincolanti sono di natura universale.

L’escalation degli armamenti in corso sotto pressione potrebbe essere l’inizio di una corsa agli armamenti globale con conseguenze catastrofiche, non da ultimo per la salute globale e il cambiamento climatico. Nonostante tutte le differenze, è importante lottare per la pace mondiale. L’approccio europeo della diversità condivisa è un modello per questo.

Caro Cancelliere, siamo convinti che il Primo Ministro tedesco possa dare un contributo decisivo a una soluzione che resista al giudizio della storia. Non solo in considerazione del nostro attuale potere (economico), ma anche in considerazione della nostra responsabilità storica – e nella speranza di un futuro pacifico insieme.

Speriamo e contiamo su di voi! 
Cordiali saluti

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