Un terremoto per quanto apocalittico nulla può contro guerra e sanzioni

UE: stanzia 3,5 milioni di euro ai terremotati in Turchia e Siria. Una miseria considerando quanto spende per l'Ucraina

Terremoto Turchia-Siria Civili salvano una vita Rami al Sayed-AFP-Getty Image

di Francesco Cappello

l terremoto di dimensioni apocalittiche, che si è abbattuto su Turchia e Siria non ha tuttavia impedito, a Mattarella da una parte, e a Biden dall’altra, di evitare, anche solo di menzionare la tragedia che, parimenti alla Turchia, ha colpito la Siria, la quale ha oltretutto subito 12 anni di guerra, sommate alle oscene sanzioni occidentali imposte da USA, Unione europea e mondo arabo filo occidentale; sanzioni criminali che in seguito al sisma, risultano, se possibile, più odiose e insostenibili. Esse, infatti, ostacolano l’arrivo, dall’Occidente, di soccorsi e aiuti umanitari.
Solo Russia, Cina, Iran e altri paesi raggiungono con i loro soccorsi il popolo siriano. Come se non bastasse, per l’ipocrita Occidente e il suo strutturale sistema di disinformazione, sarebbe il “dittatore” Assad a rifiutare ed impedire che gli aiuti occidentali giungano ad alleviare il dramma della popolazione siriana.

In Siria, la larghissima maggioranza della popolazione, lotta con un processo inflattivo post guerra, del tutto fuori controllo. Secondo una stima di un’agenzia dell’ONU due anni fa erano circa 12 milioni e mezzo i siriani letteralmente alla fame.
Senza timore di cadere nel ridicolo l’Ue, a fronte dei miliardi a sostegno della guerra in Ucraina, ha stanziato la bellezza di 3 milioni e mezzo di euro di aiuti alla Siria.

Ripassiamo
La guerra che mirò alla demolizione della Siria e alla rioccupazione dell’Iraq

Un ruolo importante nel causare la guerra lo ebbe la contesa per i corridoi energetici del gas che avrebbero dovuto attraversare la Siria, alternativi a quelli turchi, controllati da compagnie statunitensi ed europee. La Siria aveva infatti firmato un accordo con Iran e Iraq per la messa in opera di un gasdotto che avrebbe collegato l’enorme giacimento di South Pars al Mediterraneo attraverso la Siria. Esso sarebbe stato alimentato da un ulteriore giacimento siriano presso Homs.
Ricordiamo inoltre il contenuto assai esplicativo di una famosa mail della segretaria di stato Hilary Clinton: «Data la relazione strategica Iran-Siria, il rovesciamento di Assad costituirebbe un immenso beneficio per Israele, e farebbe anche diminuire il comprensibile timore israeliano di perdere il monopolio nucleare» nonché un documento ufficiale del Pentagono desecretato (B. Hoff2012 Defense Intelligence Agency Document) ove si affermava tra l’altro che: «…i paesi occidentali, gli Stati del Golfo e la Turchia sostengono in Siria le forze di opposizione che tentano di controllare le aree orientali, adiacenti alle province irachene aiutandole a creare rifugi sicuri sotto protezione internazionale (…) per stabilire un principato salafita nella Siria orientale e ciò è esattamente ciò che vogliono le potenze che sostengono l’opposizione, per isolare il regime siriano, retrovia strategica dell’espansione sciita (Iraq e Iran)».

La Siria sconta la colpa di essere riuscita ad evitare il cambio di regime, voluto ed apparecchiato dalle forze USA, grazie all’intervento della Russia, la quale, per la prima volta, ha ostacolato con successo un progetto statunitense (lo smantellamento dello Stato siriano) sino ad impedirne la realizzazione.
A fianco dell’esercito siriano, insieme alla Russia, si erano schierate forze iraniane che sono infine riuscite a confinare nella regione di Idlib, al confine con la Turchia, le forze islamiche organizzate provenienti da Libia, Bosnia, Cecenia, Afghanistan e altri, che erano state finanziate dalle monarchie del golfo, nell’ordine di miliardi di dollari, e supportate apertamente dall’Occidente. Ricordiamo a tal proposito l’incontro documentato tra il fondatore dell’ISIS, il califfo Ibrahim al-Badri (Abu Bakr al-Baghdadi) e il senatore USA J. McCain (mandante Obama).
Gli Stati Uniti e i suoi alleati nell’area, Arabia Saudita, Giordania, Turchia, Qatar, Giordania assicurarono all’ISIS finanziamenti e supporto logistico sotto la supervisione della CIA. L’ISIS – nelle cui fila si ritrovano ex militari, reduci delle guerre ventennali combattute nell’area, insieme a mercenari e agenti segreti, provenienti da USA ed Europa – riesce a conquistare e controllare buona parte del territorio, ripetendosi in Iraq dove conquistano Ramadi.
Migliaia i civili uccisi e decine di migliaia quelli costretti alla fuga.
A Istanbul funzionava un centro di propaganda nel quale operano dissidenti siriani pagati dal Dipartimento di stato USA, per confezionare opportunamente notizie e video, tra cui i video delle decapitazioni con lo scopo di costruire un’opinione pubblica favorevole all’intervento militare che coinvolgerà gli alleati USA: Gran Bretagna, Francia, Canada, Australia, Arabia S. Emirati, ecc. Essi si guardano bene, nel corso della campagna militare a cui danno vita «Inherent Resolve», dall’usare i loro cacciabombardieri contro l’ISIS…

La guerra contro l’ISIS, combattuta dalle forze governative di Assad, aveva già provocato, nei primi quattro anni, 250 mila vittime siriane destinate a raddoppiare negli anni successivi.
Solo grazie all’intervento russo del 2015 saranno rovesciate le sorti del conflitto. Decisivo l’intervento dell’aviazione russa che distrugge le forze dell’ISIS permettendo alle forze di Damasco di riprendere il sopravvento.
Negli obiettivi statunitensi oltre alla demolizione della Siria la rioccupazione dell’Iraq.

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