Liberazione… o grande reset: nostra è la scelta

#Tempodiunirsi

#Tempodiunirsi

di Guido Grossi

Premessa

#Tempodiunirsi

Negli ultimi due anni avevo abbandonato ogni interesse per la politica diciamo così “istituzionale”. Come tanti altri, mi sono immerso nel processo teso a reinventare, dal basso, un po’ tutti i settori della società, indipendentemente da quello che fanno le istituzioni.

Oggi, ho bisogno di impegnarmi sui due fronti: politica istituzionale e soluzioni creative dal basso. Anzi, voglio collaborare per unirli, i due fronti, perché una serie di coincidenze astrali ci sta per offrire una finestra di portata storica che richiede molte energie e molte sinergie, molta intelligenza e molta umiltà, tanta capacità di collaborare. #Tempodiunirsi.

La politica “istituzionale” rischia di rimanere al servizio di pochi se lasciata in mano a partiti politici concentrati sulle elezioni, anche se “nuovi. Non esce da logiche verticistiche; dà energia al sistema neoliberista che vorrebbe combattere. Se, invece, è accompagnata da un fermento popolare che opera culturalmente per concepire e costruire un nuovo mondo, e in questo si riconosce, e con questo si allea, diventa efficace, asseconda l’evoluzione.

Il potere affonda le radici nel consenso sociale: è l’immaginario collettivo che sostiene la forma della società.

Se lo capiamo fino in fondo, ci rendiamo conto che il potere non si conquista, piuttosto si esercita.

La chiave per il successo sta allora nell’imparare a collaborare per “costruire il consenso sociale attorno all’idea di una nuova organizzazione sociale, fondata sulla cultura della responsabilità, del coinvolgimento, della solidarietà”.

Non abbiamo bisogno di “conquistare il potere” entrando nel Parlamento. Tanto di potere lì ne è rimasto ben poco. In realtà non sappiamo neppure bene come e dove si sia disperso il potere decisionale, nella pletora di organismi internazionali che modificano le nostre vite prima che riusciamo ad accorgercene.

Anche le istituzioni della politica, nazionale e internazionale, sono dunque da reinventare.

* * *

Prima parte

Il sistema e l’occasione

Perché moltissime voci concordano nell’avvisarci che, proprio ora, crolla il sistema e tutto sta per cambiare?

Perché la cultura neoliberista della competizione, del dio denaro, dei mercati onniscienti e onnipotenti, sta perdendo il suo posto d’onore nell’immaginario collettivo. Non incanta più, anzi spaventa.

Questo cambio di prospettiva mina alla radice il sistema di potere basato su debito, finanza speculativa e globalizzazione.

Stiamo vivendo l’inizio della fine, ed è bene che le persone siano pienamente consapevoli di cosa stia per finire, per evitare la tragedia e cogliere invece l’opportunità di costruire altro.

Dobbiamo capire, per evitare che accada, quanto sia vero che gli incoscienti che ci hanno condotto sull’orlo del baratro e che governano ancora il mondo, potrebbero portarci dritti dentro una terza guerra mondiale assurda e devastante, pur di non perdere tutto.

Solo nella terza parte di questo articolo proverò a spiegare ai non addetti ai lavori come e perché alcuni accadimenti legati alla guerra in Ucraina abbiano determinato, proprio in questi giorni, l’accelerazione irreversibile della fine dell’impero.

Prima è utile spendere un po’ di tempo nel ripercorrere l’analisi complessiva della situazione, per capire quali e quanti nodi stiano per venire al pettine all’unisono.

Che la bolla finanziaria speculativa più grande della storia dell’umanità fosse destinata a sgonfiarsi, portandosi appresso l’impero trasversale che ne ha tratto illecito alimento, lo sanno da sempre tutti gli addetti ai lavori. Repetita juvant: denaro creato dal nulla dalle banche centrali e poi distribuito agli amici degli amici grazie ai meccanismi dei mercati finanziari controllati dalle grandi banche d’affari. Legame fra grandi banche d’affari, corporation e Governi. Libertà assoluta di capitali e merci di muoversi nel mondo globalizzato. Controllo dell’informazione che conta. Pletora di organismi sopra nazionali dove si è spostato il potere decisionale, sottratto ai parlamenti. Il tutto, militarmente protetto dagli eserciti Nato (e qualche servizio segreto).

In cima a tutta la catena, quindi, alimento in dispensabile al Potere: la moneta creata dal nulla.

Negli anni ‘settanta abbiamo creduto che fossero gli Stati, spreconi e corrotti, ad abusare del potere di creare moneta dal nulla: di conseguenza, fra gli anni ‘ottanta e duemila abbiamo consegnato quel potere a banche centrali indipendenti e a una finanza divenuta sostanzialmente privata. In realtà il famoso “dio mercato” si è organizzato a modo suo ed ha abusato infinitamente di più di quanto non abbiano mai fatto gli stati, creando qualcosa come mezzo milione di miliardi di crediti inesigibili e ancor più derivati farlocchi, che ora chiedono giustizia. Invece di essere cancellati, come ragione chiede, i crediti che tutti sanno che non potranno essere ripagati vengono impacchettati in strutture complesse e opache e rivenduti a fondi compiacenti e soggetti ignari, gonfiando la bolla.

Gli oligarchi attualmente al potere hanno descritto ufficialmente come intendono distruggere creativamente il sistema socio/economico che conosciamo (avrai sicuramente sentito parlare del “Grande Reset”) per poi ricostruirlo a modo loro. Lo hanno annunciato da tempo nei documenti del Word Economic Forum di Davos, nel Gruppo dei Trenta e simili. Se qualcosa va storto nei loro piani, che comunque richiedono quantomeno il silenzio/assenso delle popolazioni, la guerra mondiale potrebbe rappresentare il piano B.

Incredibilmente, è tutto ufficiale, anche se tv, giornali e social media controllati dal potere negano, ignorano, censurano accusando di complottismo chiunque osi trattare l’argomento.

Gli elementi noti del piano di ricostruzione sarebbero un filino inquietanti:

– gestione centralizzata a livello mondiale dell’amministrazione della produzione, della distribuzione, dell’unica moneta digitale, della finanza, delle proprietà sottratta agli individui;

– cancellazione dei debiti in cambio del trasferimento di tutte le proprietà in amministrazioni “pubbliche” (di fatto controllate dagli oligarchi);

– produzione interamente meccanizzata e centralizzata a cura del settore corporate (mega aziende);

– fine del “lavoro” come lo conosciamo per molti, per troppi;

– reddito da lavoro o da impresa sostituiti da un reddito di… “sussistenza”;

– controllo militare/poliziesco altamente automatizzato su tutta la popolazione;

– sistema di “credito sociale”: hai diritto a qualcosa se obbedisci e non dai fastidio, se invece dai fastidio o non obbedisci, perdi gradualmente il reddito e la libertà di movimento.

Insomma, un orrendo stato di polizia, privo delle libertà più elementari, in cambio del diritto di consumare i gadget offerti dal sistema.

Ok, ok. Respiriamo. Respiriamo e lasciamo andare la negatività di questi pensieri.

Anche perché non accadrà.

Non accadrà perché queste oligarchie impazzite stanno perdendo il consenso.

Lo avevano gratis e abbondante solo fino a pochissimi anni fa. Poi hanno dovuto carpirlo grazie a un’arte manipolatoria sempre più raffinata e una macchina propagandistica sempre più sfacciata; ultimamente devono estorcerlo con il terrore, la censura, la repressione.

Il consenso lo puoi carpire se le persone non hanno certe informazioni. Proviamo a darne qualcuna importante, anche se apparentemente complicata.

Ci raccontano da tempo, mentendo, che: “a causa” del crollo della finanza crollerà l’economia reale: mancherà il cibo e l’energia e l’umanità dovrà sopportare sacrifici crescenti. Non si può evitare. Non c’è alternativa, ci dicono… Ma, tranquilli, dopo verrà un mondo più sicuro e felice per tutti”, naturalmente organizzato da loro.

Tutti devono invece capire fino in fondo che la fregatura, la menzogna, è tutta lì: non è affatto vero che il crollo della finanza speculativa comporta inevitabilmente il crollo dell’economia reale.

Non sono affatto necessari i sacrifici crescenti per tutti. Anzi: dovrebbe essere intuitivo che, svanendo la finanza parassita, l’economia reale può addirittura prosperare, se ben governata, a beneficio delle popolazioni intere.

Molti economisti plurilaureati non sono consapevoli di questa realtà, oppure preferiscono non vederla, accontentandosi del mantra: “vedi, ogni volta che è scoppiata una bolla finanziaria, nella storia, c’è stato dolore e distruzione per tutti!”.

Confondono più o meno consapevolmente una coincidenza temporale con un nesso di causa/effetto, e ignorano invece le precise scelte governative e delle banche centrali che hanno il potere di provocare ad arte, quando desiderata, la crisi economica: aumento della pressione fiscale e taglio delle spese, aumento dei tassi di interesse. Testi universitari e premi Nobel affermano che è necessario, in tempo di crisi e di inflazione, aumentare le tasse, tagliare le spese, alzare i tassi d’interesse!

Perché lo fanno? Perché quando le imprese chiudono e i Governi soffocano nei debiti, tutti svendono, mentre i furbi fanno grandi affari!

Prima che l’intera ricchezza di carta svanisca nel nulla, gli amici degli amici, bene informati, possono trasformarla in beni reali, acquistati a due soldi a causa della crisi, accumulando nuove ricchezze (questa volta concrete) e nuovo potere: immobili di pregio, terre, risorse naturali, preziosi, aziende che producono ed erogano servizi essenziali.

Presta attenzione: solo se riescono a convincerci che il crollo dell’economia reale sia inevitabile, riescono a provocarlo artificialmente, nell’ombra, senza che nessuno se ne accorga.

Non ci credi? Sa di “complottismo”? Prova ad unire le dichiarazioni ai fatti.

Osserva l’obiettivo del grande reset, ufficialmente dichiarato, e accostalo a certi accadimenti recenti e a certe decisioni meravigliosamente adatte a provocare: crisi economiche durature; cambiamenti epocali nel modo di concepire la vita sociale ed economica; sostanziosi passaggi di mano nel controllo dei beni reali.

Guarda l’inflazione. Non si tratta di una sana inflazione dei prezzi al consumo che può arrivare solo quale effetto secondario del processo virtuoso di un’economia che prospera. L’inflazione da costi, invece, che è quella che abbiamo ora, è artefatta e malefica. L’aumento dei prezzi delle materie prime è partito due anni fa in sordina e in maniera che inizialmente non era spiegabile con le normali relazioni economiche e commerciali. Lo sai che la produzione, il commercio e la distribuzione di tutte le più importanti materie prime è interamente in mano agli oligarchi? Basta rallentarne la distribuzione, creando qualche intoppo nella logistica, e il prezzo sale. Aggiungi qualche manovra speculativa sui derivati, e il prezzo s’impenna. Ora che questa inflazione viene alimentata dalla guerra e dalle sanzioni, si capisce anche di più perché continui a crescere. In questo scenario, aggiungi l’immissione isterica di nuova massa monetaria da parte della FED che deve sostenere con denaro creato dal nulla gli acquisti dei titoli del debito pubblico americano che nessuno vuole più. Perché? Perché cinesi, russi, indiani, giapponesi, arabi e tanti altri hanno visto sotto i propri occhi increduli che gli Usa, quando vogliono, i tuoi dollari se li riprendono e non te li fanno più usare.

Ora osserva le sistematiche e stravaganti pandemie, contemporanee a quell’inflazione, e soprattutto la discutibilissima gestione politico/sanitaria che, mentre non ha prodotto apprezzabili benefici sul piano sanitario, ha sicuramente provocato a livello mondiale un drammatico rallentamento nella circolazione dei beni e delle persone, e quindi dell’attività economica. Guarda l’ancora più anomala e ingiustificabile sparizione dei diritti democratici legata a quella gestione.

Mettici ora anche la guerra, che nei desideri del potere potrebbe diventare mondiale e devastante e che comunque sta coinvolgendo in attività fratricide l’intera Europa, direttamente o indirettamente. Ma perché al telegiornale non ci dicono chiaramente che nel diritto internazionale l’atto di inviare armi ad un paese belligerante è considerato “atto di guerra”!

Aggiungi infine le sanzioni che l’intera Europa sta attuando in maniera evidentemente suicida: non turbano l’economia russa, che prospera, mentre devastano quella nostra.

Errori? Coincidenze? Fa’ un po’ te.

Non tutti riescono a fare i collegamenti perché… beh, per almeno due motivi: 1) la nostra mente è abilissima a cancellare l’evidenza di verità che spaventano; 2) il sistema mediatico, controllato dal potere, non solo evita ogni accenno a quelle intenzioni, ancorché ufficialmente dichiarate, ma censura in maniera sempre più sfacciata e arrogante qualsiasi voce indipendente si levi a dire che il re è nudo, accusandola di complottismo.

Eppure, intanto, sotto la pressione degli eventi…

Cresce sistematicamente il numero delle persone che diventano un po’ più coscienti. Avvertono il bisogno di capire, e soprattutto di guardarsi dentro, per scoprire che quanto accade fuori è anche il riflesso della nostra confusione e delle nostre paure.

Una persona cosciente, quando riesce ad essere presente a sé stessa, non può essere manipolata da nessuno, né ricattata in alcun modo.

Grazie anche al Cielo, nulla può fermare il risveglio della Coscienza universale che da tempo si diffonde in un processo di contaminazione spontanea.

Internet espelle e censura l’informazione libera? Bene! Non solo ne creiamo uno nostro, di spazio sociale su internet (vedi: Sfero.me), ma lo concepiamo in maniera che inviti ad uscire dal virtuale per incontrarci nel reale! E finalmente, quando ci incontriamo dal vivo, avvengono miracoli: ci si vede in maniera diversa, cadono pregiudizi e diffidenze, ci si riconosce, ci si rafforza nella presa di coscienza. Scopriamo di non essere soli. Di essere molti di più di quanto non potessimo immaginare. Si ha voglia crescente di capire, studiare, ma non basta più l’analisi dei problemi. Si cercano soluzioni, si prova a sperimentarle. Si avverte un bisogno insopprimibile di “fare qualcosa di concreto”. In tutti i campi.

Recentemente, poi, il risveglio della coscienza universale si esprime nell’aggregazione spontanea di infiniti gruppi nascenti che provano, dal basso, a costruire un nuovo mondo. Una nuova scuola, una nuova informazione, una nuova sanità, una nuova economia… insomma, una nuova società.

Questi gruppi si cercano, si incontrano, si riconoscono, risuonano, avvertono il bisogno insopprimibile di “fare qualcosa insieme”.

Quello che avveniva fra individui, avviene ora a livello di piccoli gruppi. Questo è un salto evolutivo! Va visto, capito, assecondato.

Sono commoventi e miracolosi i tentativi di organizzazione dal basso e di ricerca di collaborazione. Dagli errori si impara. Volontà ed esperienza fanno crescere. Ci si vuole un mondo di bene, ci si abbraccia, ci si sente in pace e si canalizza una quantità enorme di energia. Rabbia, Paura, Tristezza e Frustrazione scivolano in secondo piano e si trasformano gradatamente in Gioia, Sicurezza, Solidarietà, Amore.

Ok, ok, non ci esaltiamo. Piedi per terra che il momento è delicato.

Ora spostiamo lo sguardo dal basso verso l’alto. Dalla popolazione in fermento, alle oligarchie, e cioè nel mondo della politica istituzionale, perché anche lì c’è fermento: sta succedendo qualcosa di molto importante.

Fratture fra diverse fazioni dei potenti del mondo esistono da sempre, ma vengono sistematicamente accantonate quando c’è bisogno di difendere la tenuta del sistema, ché quello distribuisce ricchezze e potere a tutti.

Ora che l’intero sistema non è più umanamente difendibile, le fratture riemergono. Anzi, esplodono! Fortunatamente, non tutti i potenti sono disposti ad assecondare le fazioni impazzite, quelle al momento al comando e disposte a distruggere l’umanità intera nel processo di trasformazione.

Lo vediamo con crescente evidenza a livello internazionale, con Cina e Russia che guidano molto più di mezzo mondo verso la rapida formazione di un sistema multipolare, in grado di superare l’impero unico della finanza anglosassone e degli eserciti Nato, finora incontrastato. Noi occidentali, un miliardino di persone, ci sentiamo il centro del mondo, e i suoi padroni. Ignoriamo ingenuamente la realtà dei sette ottavi della popolazione mondiale che cresce, evolve, si organizza in maniera diversa.

Non saranno benefattori dell’umanità, Cina Russia & C., ma di certo si sono messi di traverso al piano del grande reset.

La medesima spaccatura esiste, da tempo, anche internamente alle singole nazioni, in particolare negli Usa, anche se è molto meno evidente perché l’informazione è totalmente deformata e sottovalutata nel sistema mediatico. Nulla di tutto ciò trapela nei media europei, ma chi ha contatti diretti laggiù, qualcosa percepisce.

L’alternativa politica esiste, cresce e si organizza molto più di quanto non appaia.

Attenzione, però: se ci limitiamo a sperare di essere salvati dalle oligarchie dissidenti, non andremo lontano.

Diventa allora un impegno non semplice ma fondamentale, l’immaginare e il costruire il processo di avvicinamento dei due tentativi: quello dal basso e quello dall’alto, mentre provano entrambe a costruire vie più intelligenti di trasformazione della società. Impegno che ogni essere cosciente può avvertire, e condividere.

Come? Non basta unirsi. Per ottenere il consenso delle popolazioni, necessario a governare qualsiasi processo sociale, non basta mettere insieme persone di buona volontà. Neppure serve allo scopo spaventare le popolazioni, dicendo: “guarda, sta per finire il mondo, fidati di noi che ti salviamo”. Una persona spaventata non salta comunque nel buio!

Ci vuole luce. E ci vuole unione. #Tempodiunirsi, sì, ma non a casaccio. Non necessariamente tutti. Ci si unisce fra gruppi risuonanti, rifiutandosi di imbarcare i soliti arrivisti, i violenti, i sempiterni infiltrati che lavorano nell’ombra di concerto con il potere.

Diviene fondamentale aiutare le popolazioni a “vedere” in maniera chiara e convincente una strada d’uscita che sia: percorribile; alternativa al governo mondiale; desiderabile.

Senza questo passaggio di trasparenza diffusa, e senza la convergenza al centro delle forze che non sono più destra e sinistra, ma sono alto e basso, non solo nessun reale cambiamento è possibile, ma si finisce solo per favorire un caos distruttivo: proprio quello che gli oligarchi impazziti stanno cercando disperatamente di creare per poterci portare, distrutti dal caos, dritti, dritti, nel loro distopico governo mondiale di polizia.

Il processo di trasformazione richiede saggezza, umanità, visione, coesione.

Vuoi lavorare anche tu per questo obiettivo? Se non sei un arrivista, un violento, un infiltrato, fatti vivo.

P.s.: non pensare che l’Italia possa intraprendere da sola un percorso di salvezza propria, senza dover stringere forti alleanze e accordi di cooperazione con la maggior parte dei paesi del mondo, anche se questi rapporti sono tutti da reinventare. Relazioni con le classi dirigenti sane e con i fermenti popolari, ovunque nel mondo, sono un percorso obbligato. Ed anche un’occasione potenzialmente meravigliosa.

* * *

Seconda parte

La via tecnica per la liberazione

Leggi con pazienza e attenzione questa seconda parte se vuoi farti un’idea di come sia tecnicamente possibile far pagare lo sgonfiarsi della bolla speculativa ai furbi che ne hanno tratto un indebito beneficio, e come far invece prosperare l’economia reale e l’intera umanità.

Il grande reset parte dalla proposta di cancellare i debiti eccessivi del mondo. Il ché è sicuramente condivisibile. Il guaio, l’ingiustizia inaccettabile, è che in cambio chiedono tutte le proprietà e il controllo globale su tutto.

Perché? Con quale diritto?

In apparenza, puoi pensare che sia normale che un debitore che non riesca ad onorare le sue posizioni perda le proprietà. È quanto avviene nel feroce mondo degli affari. Considera una procedura fallimentare, e te ne rendi conto. Tieni inoltre a mente che si sta proponendo di estendere la possibilità di fallire anche a soggetti privati: potrebbe essere un buon modo per impossessarsi dei tuoi beni reali anche se non li hai mai messi a garanzia di niente.

Ma, attenzione: c’è debito e debito. E se facciamo lo sforzo di immergerci nel percorso di nascita e distribuzione della moneta moderna, ci rendiamo facilmente conto che non ci sarebbe nessun diritto violato e nessun danno materiale per i creditori primari, se venissero cancellati la gran parte dei crediti inesigibili del mondo, senza togliere alcuna proprietà proprio a nessuno.

Sai come fa la moneta creata dalle banche centrali ad arrivare nelle tue tasche, indebitando nel frattempo mezzo mondo e gonfiando la spaventosa bolla speculativa che sta per scoppiare?

Noioso, tecnico, ma comprensibile, ed è importantissimo che tutti lo capiscano fino in fondo.

In tre passi.

1) BC:  La Banca Centrale

BC emette moneta. Di fatto la crea dal nulla, senza costi e senza limiti. Poi la presta alle grandi banche d’affari (GBA) in cambio di garanzie. Le garanzie sono rappresentate dai crediti che queste banche vantano nei confronti dei grandi clienti ma anche aria fritta nel mondo della speculazione (crediti inesigibili e derivati sui crediti che gonfiano il valore dei crediti inesigibili, per cifre inimmaginabili). Nel suo bilancio la BC scrive al passivo l’emissione di moneta (come se la dovesse restituire a qualcuno…) ed all’attivo mette le garanzie (spesso titoli), finendo in pareggio. Nota Bene: BC è diventata la vera creditrice di tutti i grandi debitori delle grandi banche, ma anche la creditrice di tutta l’aria fritta che scotta nella bolla speculativa. Tienilo a mente.

Anzi, prima ancora di procedere, si potrebbe chiudere qui tutto il discorso:

per sgonfiare la bolla speculativa mondiale in maniera indolore è sufficiente cancellare dai bilanci delle banche centrali, contemporaneamente, tutti i crediti divenuti inesigibili e tutti i falsi debiti scritti a fronte di moneta emessa!

Tanto, quella moneta la BC non la deve restituire a nessun creditore reale, è chiaro? Non subisce nessun danno economico! Il suo bilancio resta comunque in pareggio, anche se un bel po’ più sgonfio.

Immagino ti starai domandando: “se fosse così facile, perché non viene fatto?” La risposta, un po’ amara, è che la decisione la dovrebbero prendere le stesse persone che riescono ancora a trarre immenso potere d’acquisto da quei titoli spazzatura, fintanto che non vengono cancellati. Ancor meglio: fintanto che vengono acquistati da qualche banca o qualche fondo di investimento collettivo, fra il compiacente e l’ingenuo, che conta peraltro anche sulla compiacenza delle banche centrali. Queste non solo chiudono gli occhi sulle valutazioni di bilancio che dovrebbero sottoporre a vaglio di vigilanza, ma arrivano di tanto in tanto a comprare esse stesse quei titoli, direttamente sui mercati con le operazioni di quantitative easing.

Nel gergo della finanza questo comportamento viene chiamato “moral hazard” (azzardo morale): un esplicito messaggio inviato dalle banche centrali ai mercati di poter continuare ancora a speculare.

Ma vediamo prima la fine del giro dei soldi, così possiamo capire cosa succede anche nel resto del mondo.

2) GBA. Le Grandi Banche d’affari

Le GBA prestano i soldi ricevuti da BC ai Governi, alle grandi corporation ed alle banche minori. Nel bilancio delle GBA all’attivo ci sono i crediti verso Governi e corporation, e al passivo i debiti nei confronti della BC. Spesso, anzi, attivi e passivi spariscono dal bilancio perché trasformati in titoli e trasferiti a BC o altri. N.B.: per ripulire i propri bilanci GBA si avvale anche di due altri soggetti: il settore bancario ombra (gli immensi, multiformi e potenti fondi di gestione collettiva del risparmio); le banche universali (quelle che fanno sia credito che finanza).

3) Gov&C.   Governi e Grandi Corporation

Gov&C ricevono in prestito la moneta tramite emissione di titoli, e la spendono, entrambi, distribuendola a mari e monti. Tu, in qualche modo, sei fra i mari e i monti: in quanto cittadino beneficiario della spesa pubblica e/o in quanto dipendente del settore pubblico o privato o ancora in quanto direttamente protagonista del settore privato (imprenditore). Ed ecco, per sommissimi capi, come i soldi partiti dalle banche centrali sono arrivati nelle tue tasche, alla fine del giro.

Attenzione, però: abbiamo detto che Gov&C, a differenza di GBA, spendono i soldi ricevuti, mica li prestano. Qui il pareggio di bilancio si interrompe! Ci sono i debiti ma mancano i crediti.

E siccome i debiti di Gov sono i nostri debiti, ci dovrebbe essere un po’ più chiaro come e perché, mentre ci arriva un po’ di moneta nelle tasche, ci ritroviamo appiccicati immancabilmente anche dei fastidiosissimi debiti pubblici, che noi cittadini siamo poi chiamati a ripagare (se non ci svegliamo).

Per le grandi corporation la spesa fatta a fronte di debiti non è un problema, perché i soldi ricevuti vengono investiti profittevolmente. Investimenti che producono ricchezza quasi sicura, dato che il gioco è truccato: gli acquisti dei loro prodotti sono sostenuti sempre più spesso dalle leggi che ci obbligano a comprarli, anche se non ci piacciono. Gli investimenti nella speculazione finanziaria, poi, sono supportati dalle operazioni delle banche centrali che acquistano titoli speculativi direttamente sui mercati e ne sostengono i prezzi. La ricchezza prodotta dalle corporation viene così utilizzata: in piccola parte per estinguere il debito con GBA, e in gran parte per accumulare altro Potere.

Il Potere è indispensabile a garantire il mantenimento del sistema, che ha un bisogno vitale e irrinunciabile del nostro consenso (anche se inconsapevole)!

Come funziona? Oltre a Te, che sei una brava persona, ricevono soldi in modo particolarmente generoso da Gov&C anche i famosi “amici degli amici”. Chi sono? Eccoli: giornali, TV, politici, generali, servizi segreti, università, giudici, imprese che vincono facilmente gli appalti, malavitosi con soldi da investire e riciclare, autorità di controllo, fondazioni internazionali, e così via. Tutti, oggettivamente, egualmente, interessati al mantenimento del sistema e a non danneggiarsi l’un l’altro. Non pensare alle bustarelle, roba d’altri tempi: certe persone “si convincono” offrendo loro posti di responsabilità, naturalmente strapagati. Guarda caso, li trovi immancabilmente in tutte le posizioni che contano: quelle in cui si prendono le decisioni e si costruisce il consenso necessario a sostenerle.

Bene, ora torniamo a ragionare sulla cancellazione dei debiti e dei crediti. Se la banca centrale ha cancellato i suoi crediti, le Grandi Banche non hanno più debiti nei suoi confronti.

Vuol dire che anche le Grandi Banche d’Affari possono ora assorbire in maniera sostenibile la cancellazione di tutti i loro crediti inesigibili, cancellandoli semplicemente e mantenendo il bilancio in pareggio, senza distruggere l’umanità.

In particolare, possono essere cancellati sia le montagne sconfinate di crediti privati inesigibili, sia i crediti nei confronti dei vari Governi. Questi ultimi sono oramai inesigibili e, inoltre, esercitano un peso enorme sul benessere di tutte le popolazioni del mondo. Peso insopportabile ma soprattutto ingiusto e sostanzialmente illegittimo. Illegittimo, in quanto, direttamente o indirettamente, frutto delle perdite del settore finanziario privato che sistematicamente e indebitamente vengono scaricate sul settore pubblico con tanto di interessi composti. Ma anche perché l’intero processo di privatizzazione/separazione dalla politica delle banche centrali e delle grandi banche non è certo avvenuto in maniera democratica e trasparente. Tradimento, truffa, crimini ai danni dell’umanità, sono termini che meriterebbero un approfondito processo, storico e penale… e credo che prima o poi si farà.

Ma anziché farci il sangue amaro… Assaporiamo piuttosto questa frase:

che ravanello vai cercando con la tua assurda pretesa di impossessarti di tutte le proprietà?

Rifletti sui due seguenti concetti riepilogativi, semplici e basilari:

1) i debiti che non possono essere ripagati vanno cancellarli il prima possibile (è stupido e dannoso continuare a contabilizzarli);

2) se il creditore di un debito cancellato non subisce alcun danno finanziario, perché può cancellare a sua volta i propri debiti verso la banca centrale, non ha né bisogno né diritto ad alcun compenso.

Ne consegue, chiaramente, che:

La soluzione giusta, semplice, indolore per tutti, è la cancellazione dei crediti inesigibili, pareggiata dalla moneta creata dal nulla dalle banche centrali.

Guarda che meraviglia gli effetti!

– sparisce la bolla e con essa il potere malefico;

– la cancellazione dei debiti delle imprese private in difficoltà, che comunque non sono in grado di restituirli, crea un’immensa opportunità di ripresa in tutte quelle situazioni in cui la crisi aziendale è prevalentemente una crisi finanziaria (mancanza della liquidità necessaria a sostenere la produzione e gli investimenti);

– il debito dei Governi, poi, sgonfiato per la sua parte nei confronti di GBA, che è prevalente e illegittima, resterebbe in vita solo per la parte sana, che rappresenta il credito dei cittadini risparmiatori, titolari di titoli di stato.

Risparmio sano, questo, da tutelare e proteggere come vuole la Costituzione, perché accumulato col sudore della fronte, mica robaccia creata dal nulla!

Quello che nella nostra mente è oggi un ingestibile debito pubblico, si ridimensiona così e torna ad essere non solo sostenibilissimo, ma anche fattore di sicurezza e coesione sociale.

Attenzione, attenzione. Ad un Governo “amico”, che sceglie questa soluzione della cancellazione dei debiti illegittimi ma protegge il sano risparmio dei cittadini, non possono mancare le risorse finanziarie.

Pensa al potere di creare moneta dal nulla, da restituire alla responsabilità collettiva e da sottrarre immediatamente alla finanza privata, manifestamente irresponsabile. Anche se, per prudenza, non potrà essere utilizzato da subito come risorsa, visto che ora conviviamo con una fastidiosissima inflazione da costi, resta comunque un’arma potentissima.

Pensa piuttosto, come risorsa immediatamente disponibile, alle migliaia di miliardi di ricchezza finanziaria privata dei cittadini. Una ricchezza che non vede l’ora di uscire dalla speculazione finanziaria nella quale è attualmente investita, per mancanza di alternative (e di consapevolezza), e può tornare ad essere prestata ad un governo, tornato amico. Il Piano di salvezza nazionale indica le molteplici forme in cui questo può serenamente avvenire.

Con una piccolissima parte di queste risorse è materialmente possibile far sparire povertà e disoccupazione. Dimezzare la pressione fiscale. Sostenere l’economia reale delle piccole imprese, dei professionisti, degli artigiani, degli agricoltori. Ma anche ricreare le infrastrutture centrali dei servizi pubblici oggi devastati dalle privatizzazioni. Si può finalmente finanziare come si deve la ricerca, necessaria a concepire un nuovo modo di produrre energia, cibo, trasporti, etc., etc. E se tutto ciò non fosse sufficiente a garantire ad ogni singolo essere umano la possibilità concreta di offrire il suo prezioso contributo creativo al progresso materiale e spirituale della comunità, ci sarebbero risorse sufficienti a permettergli comunque un’esistenza libera e dignitosa.

Lega queste possibilità a quanto di creativo sta nascendo dal basso, e puoi cominciare ad immaginare quanto stupendo possa essere il nuovo mondo.

Partecipa anche tu alla sua creazione.

* * *

Parte terza

Perché proprio ora

Perché il sistema basato su debito, finanza speculativa e globalizzazione viene giù proprio ora?

Perché l’assoluta e totale insostenibilità della struttura finanziaria degli Stati Uniti d’America e della bolla speculativa mondiale è emersa in tutta la sua chiarezza proprio con la guerra in Ucraina, in questi giorni; e lo ha fatto in una maniera che proprio non può più essere ignorata da nessuno; proprio da nessuno.

Già nel 1971 gli Usa avevano dichiarato, di fatto, un fallimento, e l’avevano scampata, lo ricordi?

Tecnicamente, quando un paese dichiara di non poter tenere fede ad impegni finanziari presi formalmente nei confronti di paesi terzi, si dice che è fallito: default governativo.

Nel 1971 gli Usa dichiarano che, contrariamente agli impegni internazionali formalmente sottoscritti con gli accordi di Bretton Woods, su cui si era basato il commercio internazionale nel dopoguerra, non sono più in grado di convertire in oro il dollaro americano.

Eppure, miracolosamente, da quel giorno in poi accade il contrario di quello che sarebbe stato lecito aspettarsi: gli Usa cominciano a comprare quello che vogliono, dove vogliono, offrendo in cambio… aria fritta: dollari creati dal nulla dalla FED, la loro banca centrale.

Come è stato possibile?

Grazie ad un modello creato artificialmente che mette insieme molti elementi, influenza tutto il mondo globalizzato, si fonda sul bisogno indotto di dollari da parte di tutti gli altri, e oggi non regge più.

Questi sono gli elementi alla base del sistema (e dei bisogni artificiali):

– accordo Usa-Opec che obbliga gli Usa a proteggere militarmente i paesi dell’Opec e questi a vendere petrolio e gas a chiunque nel mondo, esclusivamente in cambio di dollari Usa;

– ritorno in America di questi dollari sotto forma di depositi bancari o acquisti di titoli americani, in particolari titoli del debito pubblico;

– eliminazione fisica dei capi di stato di paesi produttori di petrolio che “osano” vendere petrolio in cambio di altre valute (Gheddafi, Saddam…);

– bisogno indotto di petrolio e gas per tutti i paesi industrializzati attraverso il boicottaggio sistematico delle fonti alternative;

– bisogno di dollari Usa da parte di tutti i paesi industrializzati e in via di sviluppo che devono importare petrolio e gas;

– creazione dal nulla di montagne di dollari da parte della FED, la banca centrale americana divenuta indipendente dalla politica;

– privatizzazione e liberalizzazione del settore bancario/finanziario;

– utilizzo di parte di questi dollari per comprare merci e servizi in tutto il mondo;

– ritorno in America anche di questi dollari sotto forma di depositi bancari o acquisto di titoli;

– utilizzo in parte ancora maggiore dei dollari creati dal nulla per alimentare i prezzi dei titoli e derivati, gonfiando la bolla più folle e grande della storia dell’umanità;

– utilizzo dello sconfinato potere d’acquisto della finanza per costruire una solida rete di “amici del sistema”;

– globalizzazione, fatta di libertà assoluta e universale di movimento di capitali e merci;

– per i paesi del terzo mondo, troppo poveri per aver bisogno di petrolio, ci pensano il Fondo Monetario Internazionale (controllato dagli Usa), qualche servizio segreto, qualche capo di stato corrotto, a fargli avere il “bisogno artificiale” di prestiti internazionali, naturalmente denominati in dollari.

Nota bene: è solo ed esclusivamente questo bisogno artificiale di dollari Usa e di petrolio da parte di tutti i paesi del mondo che ha consentito agli Usa di finanziare e sostenere (almeno fino ad ora):

– uno stock accumulato di debito pubblico il cui ordine di grandezza è paragonabile al PIL mondiale;

– sistematici deficit pubblici annuali fra i più grandi al mondo e della storia dell’umanità;

– uno stock di deficit commerciale strutturale di proporzioni bibliche che si è accumulato ininterrottamente dal 1971 in poi, come mai avvenuto prima nella storia economica.

Roba seria. Manifestamente ingestibile nel lungo periodo (e dura invece da cinquant’anni!)

Come vivono questa situazione gli altri paesi del mondo ?

Male. Manco a dirlo. Tutti, indistintamente, non vedono l’ora di liberarsene.

Mettiti nei panni della Cina, per esempio. Per esportare beni e servizi in America è costretta, a casa propria, a sfruttare: il lavoro, le materie prime, l’energia, l’ambiente domestico. Il tutto per produrre cose che non può far consumare ai propri cittadini, perché le vende agli americani. Cosa ottiene in cambio? Dollari usa, che sono numeri su un computer. Questo computer sta in America e può essere spento a discrezione degli americani (è successo ora alla Russia e, in passato, ad altri paesi minori).

Rileggi e rifletti con attenzione e ti rendi conto che, alla fine dei giochi, non c’è scambio, ma trasferimento a senso unico. In casa tua non rimane proprio nulla, se non il rischio di rimanere all’asciutto delle tue riserve monetarie!

Diciamo che gli ha fatto comodo ai cinesi, finora, imparare a produrre di tutto e di più (compresi missili spaziali ed armi atomiche); costruire relazioni con tutto il mondo; diventare il primo paese manifatturiero e tendenzialmente la prima economia al mondo.

Di certo, però, non può durare! Non hanno mica l’anello al naso i cinesi, con i loro cinquemila anni di storia ed una propensione atavica al commercio.

Perché l’umanità accetta un sistema che, oggettivamente, fa comodo solo agli Usa, e non prova sistematicamente a liberarsene?

Ha aiutato molto, finora, la convinzione diffusa, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino, che gli Usa siano “l’unica superpotenza” militare ed economica. Impero unico e invincibile. Fine della storia (diceva Fukuama).

Qualcuno si spinge perfino a ritenere che siano anche paladini del capitalismo e del mondo liberale e democratico: suona bene, perché molti miliardi vengono investiti per propagandare questa credenza, ma con efficacia decrescente.

Nota bene: l’Impero non coincide con gli Usa, anche se questi ne rappresentano la punta dell’iceberg. Diciamo che l’alleanza con la finanza britannica, la Nato, Israele, una fitta rete di servizi segreti, l’Unione europea, il controllo di fatto dell’ONU e del FMI, hanno contribuito molto alla costruzione, al mantenimento ed alla diffusione di questa idea radicata di: Usa = Impero mondiale invincibile.

La storia insegna che agli imperatori si obbedisce, mentre si trama per ucciderli.

Da decenni assistiamo, da parte di molti paesi estranei al blocco occidentale, alla sperimentazione ed al consolidamento di diverse forme di collaborazione in campo soprattutto economico e finanziario, ma anche militare. Banche di investimento, sistemi di pagamento, accordi commerciali, laboratori congiunti.

In pratica, prima di abbattere un sistema, ne devi aver costruito, o almeno abbozzato, uno di ricambio. Ed è esattamente quello che almeno i sette ottavi della popolazione mondiale stanno provando a fare da un paio di decenni.

Torniamo alla guerra in Ucraina. Diamo qui per scontato che le persone siano informate sulla circostanza che gli angloamericani abbiano ardentemente desiderato e provocato l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Con quale intenzione, non ci è dato sapere: possiamo solo avanzare ipotesi; ma sui fatti ci sono veramente pochi dubbi.

Forse, speravano che la Russia si sarebbe impelagata in un’impresa logorante sotto il profilo militare, economico, di immagine, che l’avrebbe isolata nel mondo.

Forse, hanno puntato sulle conseguenze in tutto l’Occidente di una guerra economico/militare che, fra l’iperinflazione e la scarsità di cibo, potrebbe giustificare feroci interventi da “grande reset” e la fine anche formale delle democrazie.

Forse, disperatamente, stanno solo cercando di buttarla in caciara, consapevoli da tempo che il gioco della “finanza privata che compra tutto con soldi creati dal nulla” è giunto comunque al suo termine.

Nella caciara, intanto, i furbi trasformano comunque l’aria fritta in beni reali!

Osserviamo insieme quello che è successo di nuovo, ora, con quella guerra:

– bloccando i conti in dollari dei Russi, gli Usa hanno dimostrato che è rischiosissimo per chiunque avere dollari americani: se gli gira male te li requisiscono, e possono farlo perché i tuoi dollari sono sempre e comunque a casa loro (o di amici loro). I paesi che hanno riserve in dollari (praticamente tutto il mondo) vogliono liberarsene e intanto smettono di comprare titoli americani;

– le sanzioni economiche stanno facendo crollare il commercio internazionale ma devastano economicamente soprattutto l’Europa, più di ogni altro, mentre avvantaggiano di fatto la Russia che, esportando meno materie prime agli europei ad un prezzo molto più alto di prima, finisce per incassare di più;

– la Russia ha trovato in pochissimo tempo una fitta rete di amicizie internazionali interessate a commerciare;

– ma la vera “bomba atomica” è questa: gli europei possono acquistare il petrolio e il gas russi (di cui hanno enorme bisogno) pagando esclusivamente in rubli, oro, perfino bitcoin… ma NON in dollari americani;

– perfino l’Arabia Saudita, fulcro storico del cartello dell’OPEC, sta contemplando l’idea di staccarsi dal dollaro!

Insomma: fine del sistema petrodollaro, sul quale si regge tutto il castello di carte…

C’è dell’altro:

– la Russia appare ora militarmente superiore agli Usa non solo in campo nucleare: sta dimostrando di poter raggiungere obiettivi decisivi anche in una guerra di campo, senza schierare le sue armi migliori e indipendentemente da quanti armamenti inviino all’Ucraina i paladini degli angloamericani;

– Cina, India e molti altri paesi che rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione mondiale e, sempre più, anche dell’economica mondiale, non si sono affatto schierati contro la Russia, né diplomaticamente né commercialmente;

– questi paesi stanno accelerando anzi la fuoriuscita dal dollaro, comprando sempre meno titoli di stato americani;

– la globalizzazione, fatta di libertà assoluta di movimento di capitali e merci, è svanita nel nulla nel giro di pochi mesi: merci e persone non sono più libere di muoversi, e il mondo è già di fatto multipolare;

– gli Usa sono costretti a ricorrere alla creazione di nuova base monetaria per finanziare i loro deficit e lo stock di debito pubblico (perché non possono o non vogliono ammettere che potrebbero semplicemente cancellarlo);

– la dimensione della creazione di nuovi dollari da parte della FED è mastodontica: sono stati creati in pochi mesi tanti dollari quanti ne sono stati creati nei precedenti secoli di storia americana;

– l’inflazione è destinata ad andare fuori controllo;

– l’inflazione distrugge il valore dei crediti;

– la bolla finanziaria è fatta essenzialmente di crediti, e derivati su crediti, e aria fritta che presto nessuno vorrà più…

I tasselli cadono uno dopo l’altro.

“Fine della storia”. Ricordi l’articolo di Fukuama che, dopo la caduta del muro di Berlino, sanciva la nascita dell’impero unico? Quella storia, ora, è davvero finita.

La fine dell’impero spezza l’unità delle oligarchie sopranazionali.

Il consenso da parte delle oligarchie cinesi, fino a poco fa dato per scontato, è rapidamente svanito. La Russia di Putin, anziché disgregarsi economicamente e piegarsi militarmente, alza la schiena e dimostra con tutta la sua struttura che il re (l’imperatore) è nudo.

Negli stessi Stati Uniti d’America i repubblicani legati a Trump e i democratici seguaci di Sanders, con i consistenti settori della società che rappresentano, sono già da tempo maggioranza schiacciante, celata solo dai soprusi di Dominion (il software internazionale che gestisce gli spogli elettorali).

Non saranno i salvatori del mondo, ma sono certamente favorevoli ad una gestione infinitamente più “umana” e comunque condivisa del potere. America first, altro che governo mondiale.

Guardando a casa nostra, poi, possiamo domandarsi: ma quanto ancora a lungo potrà durare la farsa delle classi dirigenti europee, servi sciocchi degli interessi angloamericani?

Sono abissalmente lontane dai desideri delle popolazioni; le troviamo sempre schierate nei vari campi di battaglie finanziarie, commerciali, ed ora anche militari, su posizioni che non sono nostre e oggettivamente ci danneggiano. Scelte fratricide e perfino suicide, in esecuzione acritica delle folli richieste dei padroni del mondo.

Per quanto il sistema mediatico possa censurare e deformarla, la realtà esplode nuda e cruda sotto gli occhi di tutte le popolazioni europee in maniera sempre più evidente. Perfino nel mondo della sinistra, da decenni infiltrata e appiattita sulle posizioni governative, ora la prospettiva della guerra crea crepe profonde.

Molte forze politiche nascenti cercano ovunque in Europa di organizzare il dissenso, trovando sponda nel mondo di Trump e Sanders ad occidente e di Putin ad oriente. Affondando le radici profonde in un malcontento popolare che o viene incanalato in un sano progetto di rinascita o esplode nel peggiore dei modi.

Le istituzioni dell’Unione europea, semplice ingranaggio del sistema imperiale che crolla, hanno i giorni contati.

* * *

Conclusione (o… apertura)

#Tempodiunirsi

Con umiltà

Tutti i nodi stanno venendo al pettine, contemporaneamente.

Un cambiamento radicale del mondo come lo conosciamo è inevitabile: sta avvenendo ora ma non sappiamo che forma prenderà.

Da un lato, oligarchi impazziti e altri oligarchi, sicuramente meno impazziti ma comunque interessati a mantenere una qualche forma di strapotere, stanno provando in competizione a gestirlo a modo loro.

Dall’altro, montagne di individui nel mondo stanno coagulandosi attorno a diversi temi specifici in infinite formazioni spontanee. Interpretano la politica in maniera diversa, non istituzionale: cercano di costruire insieme, dal basso, modi nuovi di concepire e organizzare tutto: dall’informazione alla scuola, dalla salute al benessere, dalla produzione agli strumenti di scambio, dalla cultura alla politica. Magma sociale in fermento che in tutti i casi cerca di organizzarsi nella maniera più indipendente possibile da quello che fanno le istituzioni, perché da queste non ci si aspetta più nulla di buono.

Costruire dal basso è fantastico! Imparare a prendersi la responsabilità di organizzare fra noi le cose come ci piace, senza aspettare che sia “lo Stato”, o qualche “esperto”, o qualche “salvatore”, a farlo per noi, è il motivo per cui nasciamo su questa Terra.

Ma se gli sforzi poi si infrangono contro la volontà ed il potere molto invadente delle istituzioni, nelle quali da tempo non abbiamo più rappresentanza, finiscono per logorare le migliori intenzioni.

Capire questo aspetto è importante: non ci fidiamo più delle istituzioni, né nazionali né internazionali, perché lì dentro abbiamo perso da tempo ogni forma di rappresentanza, grazie ad un processo accelerato negli ultimi quarant’anni.

Ma la forma delle istituzioni nazionali e internazionali come la conosciamo è comunque da reinventare. Parliamo di stati nazionali e democrazia rappresentativa, ma anche ONU, Nato, OMS, Unione europea e pletora di organismi internazionali nei quali si prendono le decisioni che contano e cambiano le nostre vite.

Tutto da reinventare, perché la globalizzazione prima e la distruzione creativa poi hanno già avviato il processo irreversibile della loro fine.

Se vogliamo garantirci davvero la libertà di vivere a modo nostro, dobbiamo desiderare e diventare capaci di sederci a quel tavolo dove si prenderà la decisione di come e cosa creare al loro posto. Per ora, solo gli oligarchi, in competizione fra loro, stanno sgomitando per occuparlo.

Capisci quanto è importante, proprio ora, riuscire ad estrarre dal magma in fermento una forma di organizzazione anche politica che, senza poter tradire gli ideali, possa garantire rappresentanza per ottenere non tanto una fetta di torta, ma almeno l’unica cosa irrinunciabile:

la possibilità concreta di poter continuare a creare liberamente forme di organizzazione dal basso.

Questa possibilità, a sua volta, dipende dalla garanzia del libero accesso per tutti alle risorse primarie: terra, acqua, energia, comunicazioni.

Risorse, strumento per il vero fine: la libertà.

Non basta scolpirlo nella roccia delle costituzioni: va scolpito nella Coscienza di ogni individuo su questa Terra; deve radicarsi nell’immaginario collettivo e diventare Cultura condivisa.

Considerando che certe occasioni non si presentano tutti i millenni… direi che lo sforzo merita tutto il nostro tempo; la nostra intelligenza e ancor più la nostra umile disponibilità; fino all’ultima goccia della nostra energia! Non vi pare?

Sapendo che non basta organizzare il magma, quello è solo il primo passo. Occorre poi concepire un’alleanza con la parte meno impazzita delle oligarchie. Alleanza che, per non essere suicida, deve fondarsi su un’armonia di interessi chiara e condivisa.

Loro sono interessati alle risorse in quanto fonte di ricchezza e potere, noi in quanto strumento di libertà. Riusciremo a trovare un equilibrio? In buona parte, dipende dalla nostra capacità di unire le nostre forze, organizzandole in maniera efficace.

Nota bene:

Unirsi non vuol dire creare una struttura unica, un unico soggetto nel quale papaveri in competizione fra loro diventano disponibili ad allearsi col diavolo pur di conquistare i vertici.

Unirsi, oggi, vuol dire che soggetti diversi imparano a rispettarsi, ad ascoltarsi, a collaborare, ad anteporre l’interesse dell’intera popolazione a quello del proprio gruppo, a quello del singolo.

Sappiamo bene quanto sia opportuna una guida per orientare le popolazioni, fortemente disorientate dalla crisi storica e ancor più dalla propaganda mediatica. Un faro che abbia una visione chiara e convincente del mondo da creare, e sappia trasmetterla, è indispensabile, ma dev’essere plurale.

Se traduciamo invece questa necessità nella ricerca di “un salvatore”, e nell’adozione della forma organizzativa piramidale, leaderistica, non andiamo lontano. Eppure, questa forma perversa la troviamo ancora troppo spesso nelle formazioni che pur si sentono “alternative”.

L’idea del “salvatore della patria” seguito da un esercito di fedeli, è funzionale al trattenimento del potere nelle oligarchie. I vertici sottraggono sempre energia dal basso, finendo per danneggiare tutti.

Sperimentiamo piuttosto insieme forme organizzative nuove, orizzontali, nelle quali nessuno emerge e tutti collaborano, pur avendo chiara la propria funzione specifica e il modo in cui questa possa contribuire armonicamente al funzionamento dell’organismo collettivo.

Forme organizzative che guardino ai variegati gruppi esistenti più che agli individui! Che sappiano rispettarli, coinvolgerli, per trarre forza e ispirazione dal processo già in corso di aggregazione spontanea di centinaia di migliaia di persone attorno a svariati temi specifici e vitali.

Cresce la consapevolezza che tutto è collegato, e non c’è trasformazione vincente che possa prescindere da questa verità.

Altro punto fondamentale: non siamo soli!

I mercati vantavano una “mano invisibile”… che in realtà è stata molto umana, malamente celata, disastrosa.

Noi possiamo contare su qualcosa di immensamente più potente, se solo scegliamo di metterci umilmente al servizio di qualcosa che possiamo percepire come più grande di ognuno di noi, che però ha un bisogno irrinunciabile, assoluto, pregiudiziale, della nostra individuale volontà e della presenza attiva di ognuno di noi.

Allora avremo dato a ogni singolo individuo e a ogni singolo gruppo la possibilità concreta di esprimere tutta la propria divina creatività, contribuendo al contempo al progresso materiale e spirituale della comunità umana intera.

Così avremo l’energia necessaria a superare difficoltà che sembrano, altrimenti, insuperabili.

L’uno, e il tutto, alla ricerca perenne di un equilibrio in continuo movimento.

Almeno, ci possiamo provare, e non avremo vissuto invano!

Print Friendly, PDF & Email

Abbonati alla rivista

Sovranità Popolare è un mensile, 32 pagine di articoli, foto, ricerche, analisi e idee. Puoi riceverlo comodamente a casa o dove preferisci. E' semplice, iscriviti qui.

1 Commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*