di Maurizio Torti
Nonostante le enormi difficoltà per organizzare e garantire la sicurezza durante lo svolgimento delle operazioni di voto, nelle regioni del Donbass, a Donetsk, Luhantsk, Zaporozhye e Kherson, il referendum indetto per confermare l’annessione delle 4 regioni alla Federazione della Russia continuano.
Sullo sfondo i rumori, il fuoco e l’orrore della guerra viene per qualche attimo dimenticato e sopraffatto da sorrisi, volti gioiosi, in fila ordinati e pazienti, attendono il loro turno per consegnare la loro volontà, presentare al mondo e alla storia la possibilità di scegliere della propria vita.
Ai colleghi, non è difficile trovare conferme dello svolgimento dei referendum, è sufficiente impegnarsi per 5 minuti, dal social Telegram è possibile ricercare e trovare informazioni, video, interviste, testimonianze di quanto sta accadendo.
Le forze ucraine non hanno smesso di bombardare la periferia e il centro della città di Donetsk ma le bombe in questo caso non riescono a vincere sulla volontà di milioni di cittadini, alcuni attendono in casa l’arrivo degli scrutatori e porta dopo porta, tutti, hanno la garanzia e in piena sicurezza di fare la loro scelta. Nessuno è costretto o minacciato da fantasiosi militari armati a dare il proprio voto, le testimonianze raccontano la gioia e qualcuno afferma: “finalmente sono otto anni che aspetto questo momento”, altra cittadina, mostra il suo passaporto ucraino, lo fa a pezzi, è felice ora di poter scegliere della sua vita.
Già dalle prime ore e nel primo giorno del referendum, sono arrivati nei luoghi dei seggi gli “osservatori stranieri”, non è chiaro se hanno un ruolo ufficiale ma sono li, egiziani, inglesi, siriani, brasiliani e sono annunciati altri arrivi. Sono osservatori e garantiscono, con la loro presenza e vigilanza, lo svolgimento regolare di tutte le operazioni di voto.
Le percentuali dei partecipanti già da primo giorno sono degli indicatori molto precisi di cosa stia realmente accadendo in questi territori, “I referendum nelle regioni DPR, LPR, Zaporozhye e Kherson sono conformi al diritto internazionale. Questa è la realizzazione dei diritti legittimi dei loro residenti”. i primi dati: 15,31% nella regione di Kherson, 20,52% nella regione di Zaporozhye, 21,97% nel LPR e 26,54% nel DPR.
I seggi sono aperti dal 23 al 27 settembre.
Le reazioni del regime di Kiev restano nell’ambito della barbaria, sono solo impegnati a bombardare i centri abitati, in particolare la città di Donetsk e a produrre una serie infinita di false notizie, condite con la solita propaganda. Dalle diplomazie estere, tuonano i cinesi, gli Usa e la Turcha: “non riconosceremo alcun risultato di questi referendum”. Probabilmente anche le reazioni diffuse da altri Stati europei e Nato non sarà molto diversa ma a questo comportamento politico corrisponde un dato certo, una ipocrisia diffusa in quasi tutti i Paesi del mondo.
Il riconoscimento dell’autodeterminazione dei popoli è la più grande ipocrisia che il mondo non riesce a sostituire con fatti concreti.
Il principio dell’autodeterminazione dei popoli è affermato nella Carta Atlantica (14 agosto 1941) e nella Carta delle Nazioni Unite (26 giugno 1945; art. 1, par. 2 e 55), il principio di autodeterminazione dei popoli è ribadito nella Dichiarazione dell’Assemblea generale sull’indipendenza dei popoli coloniali (1960); nei Patti sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali (1966); nella Dichiarazione di principi sulle relazioni amichevoli tra Stati, adottata dall’Assemblea generale nel 1970, che raccomanda agli Stati membri dell’ONU di astenersi da azioni di forza volte a contrastare la realizzazione del principio di autodeterminazione e riconosce ai popoli il diritto di resistere, anche con il sostegno di altri Stati e delle Nazioni Unite, ad atti di violenza che possano precluderne l’attuazione.
Nel diritto internazionale, l’affermazione dell’autodeterminazione dei popoli è da sempre un processo contrastato dai paesi occidentali e non solo, L’ONU, organismo garante è per molti casi di autodeterminazione, immobile o incapace, con strumenti per nulla efficaci nello specifico di alcune richieste di autodeterminazione. In teoria la autodeterminazione dei popoli è un diritto, un principio riconosciuto ma in pratica è tutto il contrario e questo spiega la risposta di alcuni paesi che continuano a commettere crimini internazionali, la dominazione coloniale, l’occupazione e i regimi di segregazione razziale (apartheid) o altrimenti gravemente lesivi di diritti umani fondamentali.
La Cina ha al suo interno conflitti territoriali per l’autodeterminazione del popolo in Tibet e non solo, la Turchia con i Kurdi, la Spagna con la Catalogna, gli USA e l’Europa con la Palestina e l’elenco è molto più corposo.
Questa è la grande ipocrisia degli Stati, non possono avere un’altra risposta per quanto sta accadendo con i referendum a Donetsk, Luhantsk, Zaporozhye e Kherson. Non c’è altra soluzione se non quella di rispettare il principio per l’autodeterminazione dei popoli e risolvere i numerosi conflitti attivi oggi, la negazione del riconoscimento dei referendum nelle regioni del Donbass non è una risposta politica degli Stati, perché sarebbe automaticamente una confessione dei loro crimini internazionali, delle loro politiche di colonizzatori, in regime di segregazione razziale, di apartheid come accade tutti i giorni in Palestina e in altri conflitti.
L’elenco dei paesi che non riconosceranno i referendum a Donetsk, Luhantsk, Zaporozhye e Kherson non conta a livello internazionale proprio un bel nulla e ne sono assolutamente consapevoli nella Federazione della Russia, riconoscimento o no, i referendum continuano, ci sono milioni di persone che attendono dal 2014.
Dai fronti di guerra
Nel settore di Kherson
Il comando ucraino si prepara per una nuova controffensiva sulla linea Novoznesenskoye – Kostromka, l’obiettivo è l’accesso a Arkhangelskoye.
Sono segnalati movimenti di truppe e mezzi anche in direzione di Lubomirivka-Kreschenivka.
Come da manuale, per i preparativi all’offensiva, l’artiglieria delle forze armate ucraine, ha aperto il fuoco contro le posizioni delle forze armate russe. In questo conflitto si sperimentano anche nuove armi, l’utilizzo dei droni dal cielo ma anche droni che viaggiano a pelo dell’acqua. I droni potrebbero essere per molte battaglie una carta vincente. In questo caso, sulla linea del fronte sono in volo droni Bayraktar decollati dall’aeroporto ucraino di Kanatovo.
Nel settore di Liman
Le Forze armate ucraine hanno più volte tentato di sfondare sulla sponda orientale del fiume Oskol ma tutti i tentativi sono stati respinti dalle difese russe, costringendo i militari ucraini ad indietreggiare fino alle linee originarie. Lo stesso svolgimento è sul fronte nei pressi di Redkodub e Karpovka, dal lato di Lozovoy, gli attacchi sono stati tutti respinti. Nell’area di Koroviy Yar e Karlovka sono in corso contrattacchi da parte delle forze armate russe.
La città di Drobyshevo e i villaggi circostanti, le linee di difesa russe, sono da 4 giorni impegnate in duri combattimenti, le forze armate ucraine non sono riuscite a sfondare il fronte, costrette a trincerarsi alla periferia del villaggio di Novoselovka, mentre a Novoselovka e Drobyshevo, le forze armate ucraine bombardano con artiglieria, missili, sono segnalati anche munizionamento al fosforo. L’artiglieria russa risponde colpo su colpo su tutti i fronti impedendo un nuovo tentativo di offensiva su Liman.
Lo svolgimento del conflitto non sembra presentare le stesse situazioni determinatesi nell’area di Kharchiv, ne sono consapevoli le forze ucraine, quasi in maniera disperata, continua a mandare in battaglia moltissimi uomini, nel ricordo delle vittorie conseguite a Kharkiv. L’obiettivo resta sempre Kupiansk e Liman e guadagnare terreno sul territorio della Repubblica Popolare di Luhansk. Lungo tutto il fronte si stanno svolgendo pesanti e sanguinosi combattimenti. È l’ennesimo massacro inutile. L’esercito russo continua la sua offensiva nella DNR.
Le forze armate russe continuano a concentrare gli sforzi per occupare l’intera regione di Donetsk. L’esercito russo avanza nelle zone di Petropavlovka, Vyemka, Bakhmutskoye, Zaitseve, Opytne, Otradivka, Nevelske e Novomikhailovka.
Le forze armate russe hanno effettuato diversi attacchi missilistici e sono in aumento le operazioni condotte da missioni dell’aviazione in particolare a: Artemivsk, Mykolayivka, Kalynivka, Mykolaiv, Sukhoy Stavok, Yuzhnoye e Malye Shcherbaki.
Il fronte interno
È da riconoscere il notevole impegno della Federazione della Russia, assicurare lo svolgimento e la partecipazione dei cittadini al voto, la sicurezza durante i referendum, tenere i fronti, rispondere gli attacchi degli USA, dei Paesi Nato, e dei paesi europei, alleati dell’Ucraina e belligeranti contro la Russia ma c’è ancora di più, contrastare la disinformazione e contenere le attività delle organizzazioni presenti in Russia particolarmente attive negli ultimi sette giorni.
In relazione alla mobilitazione parziale annunciata questa settimana, i media e i movimenti contro la guerra sono diventati più attivi in Russia. L’obiettivo principale delle loro campagne di informazione è stato quello di creare panico nella popolazione, oltre a invitare a rivolte e incendi dolosi. Anche le organizzazioni separatiste sono state coinvolte nella campagna, pubblicando manuali su come e dove fuggire dalla mobilitazione e diffondendo la tesi secondo cui soprattutto i membri delle minoranze nazionali sarebbero stati inviati in zona di guerra.
In un primo momento, i messaggi rivolti alla popolazione esortano i cittadini russi a fuggire dal Paese per evitare la mobilitazione. Nel tentativo di creare nel paese, un clima e una atmosfera intollerabile. I media dell’opposizione hanno iniziato a pubblicare articoli in cui si affermava che il modo migliore per evitarla era emigrare. A questo scopo, su molti portali sono apparsi manuali, quasi identici, con istruzioni su come lasciare rapidamente il Paese. Dai media internazionali, questa campagna è stata accolta ma condita con falsi, puntualmente smentiti, come le lunghe fila al confine con la Finlandia. Altri Stati, in questo caso solo la Germania, ha diffuso l’appello ai disertori, aggettivo completamente errato, per invitare chi rifiuta la guerra di riconoscergli il permesso di entrare in Germania ma anche in questo caso le contraddizioni sono enormi, da un lato la chiusura delle frontiere ai russi, dall’altro l’invito a fuggire dal Paese. Questo è segno della follia Occidentale, non esiste più razionalità e scelte ponderate, anche l’Europa, assolutamente cieca e sorda, insegue la follia della guerra e sceglie di uccidere i cittadini russi.
La propaganda ucraina non rinuncia e entra i questa campagna, invitando i militari russi ad arrendersi alle forze armate ucraine. Ignorando completamente le torture, la violenza e i crimini di guerra subiti dai prigionieri russi ad opera dei carcerieri ucraini.
Il movimento giovanile Vesna ha tenuto il 21 settembre una manifestazione contro la guerra nelle città russe, l’adesione non è stata generale.
Nell’annuncio delle nuove azioni del 24 settembre, gli “obiettivi contro la guerra” sono stati sostituiti da “vittoria sul regime di Putin”. Ma anche questa formulazione non è riuscita ad attirare molta partecipazione alle manifestazioni. Non è facile opporsi alla guerra ma il movimento contro la guerra europeo, quello italiano, americano e inglese dove sono? Cosa promuovono? Nessuno dei movimenti contro la guerra ha apertamente dichiarato, manifestato e sostenuto il movimento contro la guerra nella Federazione della Russia. Perchè? In Italia conosciamo solo le numerose azioni “umanitarie” verso la popolazione ucraina, nulla, neanche come azioni umanitarie verso la popolazione del Donbass, perchè? È purtroppo anche questo un indicatore di ipocrisia, forse di debolezza, non c’è ancora la forza di dimostrare una piena neutralità ed organizzare aiuti da consegnare anche ai cittadini di Donetsk, Luhantsk, Zaporozhye e Kherson, da 8 anni vittime del regime di Kiev.
Il comitato editoriale di DOXA, in una newsletter contro la guerra, ha esortato i lettori a commettere atti di sabotaggio e terrorismo in Russia. Ad esempio, incendiando gli uffici di arruolamento della polizia e dell’esercito nel tentativo di liberare i detenuti. Inoltre, gli studenti sono incoraggiati a occupare le loro istituzioni scolastiche. È questo un movimento nonviolento e contro la guerra?
I movimenti separatisti hanno utilizzato il tema della mobilitazione parziale per promuovere la tesi che sono le minoranze nazionali a essere inviate nella zona di guerra in Ucraina. Non potevano mancare, il Feminist Anti-War Resistance con il lancio del bot “Stand Down”, gli attivisti promettono di identificare i numeri dei centri di reclutamento militare. La notizia è stata immediatamente riportata da pubblicazioni straniere e organizzazioni “solidali”.
Non tutto è vero non tutto è falso.
Le false notizie
Segnaliamo il lavoro della propaganda ucraina sui fatti di Izyum, le fosse comuni e le denunce delle organizzazioni
È il caso di Amnesty International, indicata dalla propaganda ucraina di aver realizzato indagini e confermato le atrocità, le torture e le fosse comuni ad Izyum ad opera dei militari russi. La notizia, creata dalla propaganda ucraina ha fatto il giro del mondo, e come al solito la verità è un’altra, Amnesty International non ha fatto alcuna indagine sulle fosse comuni a Izyum ma il colpevole è certo la Russia. L’agenzia di informazione L’Antidiplomatico ha contattato il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury e raccolto questa dichiarazione: “SI, l’informazione è corretta”. Nessun giornalista italiano ha chiarito e messo in luce la verità, anche questo episodio è ignorato ma se non si è liberi dalle catene del “padrone” la verità sarà sempre nascosta o distorta e la macchina della propaganda ucraina non è più una sorpresa.
Anche in Italia si vota domenica 25 settembre ma non per l’autodeterminazione del popolo, anzi è l’autodeterminazione degli stessi, inutili cognomi e simboli su un pezzo di carta da inserire in una scatola chiusa. Qualcuno suggerisce che queste siano le elezioni più importanti, altri di quelle più insignificanti, partiti e leader che non hanno assolutamente niente da proporre ai e per i cittadini italiani.
Accogliamo e volentieri pubblichiamo la lettera di StK ai cittadini e votanti italiani
Cari italiani ed italiane, le proposte elettorali e dei simboli dei partiti, per qualcuno assumeranno le sembianze di un ventaglio, un vestito di Arlecchino, a qualcuno un supermarket fornito di mille delizie. Il ben di Dio del tempo che fu, quando il gas fluiva da noi a “bon marche”, a qualcun altro il libro dei sogni, dei bonus rinforzati.. ma tranquilli: l’armonia di fondo resta quella di sembrare uniti, come una falange macedone, la 51° stella appiccicata alla Stars and Strips, di Biden, il padrone del mondo che al caldo, fa la guerra per procura alla Russia, usando i cittadini ucraini come carne da cannone, costringendo al freddo l’Europa e voi tutti, striderete i denti per il freddo. La voce del padrone è una ed una sola: “…the professional ancestors of war” questo il messaggio alla colonia Europa per il tramite del Partito Unico che si presenta a Voi come Arlecchino servo di un solo padrone.
Memorandum per il 25 settembre: gli italiani per l’ennesima volta scelgono i padroni pronti a svendere l’Italia, perdere i posti di lavoro, perdere i turisti, scegliere di pagare caro il gas e rinunciare a contratti più vantaggiosi. Il 25 settembre gli italiani affidano i propri soldi per il nuovo o vecchio finanziatore, pronto a regalare i vostri soldi e finanziare l’Ucraina, disposta ad uccidere tutti i cittadini russi. Il 25 settembre gli italiani scelgono di riconoscere stipendi folli, di lusso, privilegi e vizi, a chi si renderà responsabile della morte di ogni singolo cittadino russo, perché il 25 settembre otterrà il vostro consenso nel continuare la guerra contro la Russia.
Tutti alla votazione!
Commenta per primo