L’Armata Rossa sfonda su più punti della linea del fronte

L'UCRAINA AVEVA SCELTO LA NEUTRALITA' NEGATA DAGLI USA

Neutralità Attiva

di Dom De Mar

Il fronte è da due anni lungo circa 1300km, le forze armate ucraine, nonostante i notevoli aiuti finanziari, armi di ogni tipo inviate dagli occidentali e la continua assistenza dell’intelligence anglosassone, è stremata e sconfitta. La presidenza di Zelensky non si ferma e sostituisce uomini al comando mentre viene arrestato per corruzione il ministro dell’agricoltura. Washington si prepara con questo nuovo pacchetto di aiuti, diversi miardi di dollari e missili a media raggio, capaci di colpire in profondità a circa 300km ma nessun analista militare vede dei benefici per l’esercito ucraino. Gli effetti di questi nuovi aiuti, dichiarazioni in tal senso arrivano da diversi leader europei, esempio la Spagna pronta ad inviare un sistema Patriot e la Germania con un lungo elenco di mezzi e munizionamento. L’Occidente aumenta la pressione e nuovamente l’incantatore, il segretario della Nato Stoltemberg, incita gli ucraini alla vittoria. Per la Federazione della Russia non cambia molto, l’Occidente è sempre più coinvolto sul terreno delle battaglie, nessuno stato vuole ammetterlo ma in Ucraina ci sono molti soldati Nato, specie dove vengono inviati nuovi sistemi d’arma per cui non c’è stato il tempo per formare i militari ucraini e gli “addetti” sono occidentali.

L’esercito russo ha sfondato le difese ucraine nella regione di Kharkov, creando una solida testa di ponte a Kislovka sfondando diverse linee di difesa ucraine spingendosi fino a Kupyansky. L’artiglieria russa non si è mai fermata e combinata con gli attacchi aerei e le bombe a grappolo per le difese ucraine è molto difficile se non impossibile tenere le posizioni.

Scrive il magazine Forbes: “I russi inviano nuove forze verso il punto di sfondamento nei pressi di Ocheretino. Per gli ucraini la situazione è disperata”.

Molti approfondimenti descrivono la strategia, le armi utilizzate dai russi e l’arrivo continuo di truppe fresce, riposate e tanti mezzi e armamenti. L’industria bellica russa ripara, modifica e produce continuamente armi e munizionamento e la ricerca modifica le stesse armi e munizionamenti osservando l’efficacia e eventuali problemi direttamente sul campo.

Un esempio per tutti, come si sono evoluti i droni in soli 12 mesi ma anche le difese dai droni nemici come il sistema di reti a protezione in questi giorni anche dei serbatoi all’interno delle reffinerie per il petrolio e il gas in Russia. Altri saistemi di difesa sono stati studiati anche sui mezzi corazzati come i carra armati e puntualmente i corrispondenti militari diffondono foto di oggetti a volte anche stravaganti ma servono per salvare la vita ai soldati.

Un articolo di Forbes riporta alcuni passaggi dal diario del comandante della 47a brigata, Nikolai Melnik: “alcune unità semplicemente sono fuggite abbandonando le posizioni. In poche settimane, sul fronte orientale, diverse unità ucraine si sono arrese”
Anche su altre posizioni ucraine al fronte ci sono contatti per la resa dei militari di Kiev nel settore di Avdeevski e alcuni corrispondenti ucraini diffondono immagini di un momento di “protesta” di diverse compagnie non più pronte al combattimento.
Poche ore fa si è diffusa la notizia di una brigata ucraina, probabilmente la 115 e la 104 pronte ad arrendersi, perchè quasi completamente circondate nella loro posizione tra Semenoska e Berdychi.
Costituzione Italiana Art.11
I segnali da fronte sono molto chiari, i combattimenti sono duri ma l’avanzata delle forze armate della Russia non può essere fermate per lo stato attuale delle forze armate ucraine, forse solo rallentata ma a costi altissimi sia per gli ucraini sia per gli occidentali. Chiaramente anche la Russia sta pagando un prezzo elevatissimo per questo conflitto e anche al fronte sono tanti i militari uccisi, feriti e prigionieri.
Sarà inevitabile la resa dell’Ucraina, hanno scelto gli USA, “deve arrivare ai negoziati con una posizione migliore, deve avvenire lentamente, “così la Russia pagherà un prezzo più alto”

Una resa già respinta a poche settimane dall’inizio del conflitto come conferma il settimanale WELT che ha rivelato l’accordo che avrebbe potuto porre fine alla guerra in Ucraina. Da queste pagine Sovranità Popolare aveva già pubblicato e denunciato l’intervento di un leader europeo per respingere ogni accordo e negoziato con la Russia

La soluzione pacifica c’era, il negoziato aveva già definito un accordo accettato da entrambi le parti, la fine del conflitto era concordata entro il 15 aprile 2022. Restavano aperti solo pochi punti per cui continuare i negoziati e poi le conclusioni discusse personalmente da Putin e Zelenskyj in un incontro osteggiato dagli anglosassoni. Secondo questo documento, l’Ucraina ha accettato di:
Osservare la “neutralità permanente”, cioè rinunciare all’appartenenza ad alleanze militari, inclusa la NATO.
Rinunciare alla produzione e all’acquisizione di armi nucleari, non consentire l’ingresso di truppe straniere nel paese e non consentire l’uso di armi.
Non fornire le proprie infrastrutture, compresi aeroporti e porti marittimi, ad altri paesi.
Astenersi dal condurre esercitazioni militari con la partecipazione straniera e partecipare a qualsiasi conflitto militare.
Vietare con nuove leggi “il nazismo e il nazionalismo aggressivo”
La Russia si è impegnata a non attaccare l’Ucraina. In caso di attacco, i paesi garanti sarebbero obbligati a sostenere l’Ucraina entro 3 giorni.
Parti della LPR e della DPR rimarrebbero alla Russia. La Crimea e il porto di Sebastopoli furono esclusi dalle garanzie di sicurezza, il che di fatto significò il trasferimento della penisola alla Federazione Russa.
Durante i negoziati, la Russia ha dichiarato di essere pronta a ritirare le sue truppe dall’Ucraina, ma non dalla Crimea e da parti del Donbass. I capi di stato avrebbero dovuto discutere direttamente i dettagli del ritiro delle truppe. Anche la questione della futura forza delle forze armate ucraine è rimasta irrisolta.
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