di Maurizio Torti,
Si è concluso da poco a Bucarest, un nuovo incontro dei ministri degli Esteri, un ennesimo vertice NATO. Pochi punti per la discussione, all’ordine del giorno: ulteriori consegne di armi, attrezzature militari speciali alle forze armate ucraine e assistenza all’Ucraina per superare i problemi energetici.
La NATO trainata dal militarismo degli USA, trova ottimi partener nel Regno Unito e la Polonia. L’ipotesi di fornire Kiev di sistemi missilistici antiaerei Iron Dome e Patriot non è definitivamente caduta. La NATO vuole continuare ad alimentare il conflitto armato e mettere seriamente in difficoltà l’esercito della Federazione Russa ad ogni costo “ucraino.”
Kiev ha più volte richiesto alla NATO la necessità di ottenere il sistema d’arma israeliano “Iron Dome” per proteggersi dagli attacchi missilistici. Tuttavia, Israele non ha ancora confermato ufficialmente la sua disponibilità a trasferire almeno una parte del sistema a Kiev, le riserve possedute da Israele potrebbero essere utili per la sua difesa ma la questione potrebbe essere risolta direttamente dalle industrie israeliane produttrici di questo sistema, senza intaccare alle forniture già esistenti.
Iron Dome è un sistema missilistico antiaereo con il potenziale di difesa missilistica non strategica, progettato principalmente per proteggere le città israeliane dai lanci di missili, fatti in casa, non guidati, lanciati dai palestinesi, in particolare dall’area di Gaza.
L’uso del sistema missilistico Iron Dome include un fattore di controllo importante, il sistema deve essere collegato a strumenti di ricognizione spaziale in grado di rilevare il lancio di missili nel raggio di 40 km.
L’ipotesi più plausibile e discussa a Bucarest è quella di schierare Iron Dome a copertura del confine (situato vicino alla linea di contatto) delle città ucraine, dagli attacchi con MLRS.
Durante il vertice l’altra proposta è stata quella di fornire Kiev di sistemi missilistici antiaerei Patriot. Questa ipotesi è stata annunciata dal segretario generale dell’Alleanza del Nord Atlantico, Jens Stoltenberg. Il segretario esterna continuamente dichiarazioni “folli” in merito al conflitto, è la voce del bellicismo USA, Regno Unito e della Polonia.
Gli esperti occidentali hanno evidenziato diversi problemi, incluso il timore che alcune tecnologie militari possano poi essere a disposizione di Mosca e i rischi associati all’escalation del conflitto in Ucraina.
In sintesi, le preoccupazioni mostrate dagli esperti occidentali non reggono, sono utili solo per l’opinione pubblica, la NATO è pienamente consapevole delle decisioni da prendere e ne accetta anche la percentuale di rischio. È in piena guerra fredda, è nel conflitto e partecipa concretamente al conflitto. Le possibilità che si giunga ad un accordo non sono poche e i vertici della NATO non vogliono creare allarmismi, scelgono quindi di muoversi lentamente e silenziosamente. La guerra deve andare avanti e vengono applicate tutte le strategie, da quelle militari alla comunicazione, fino alla propaganda.
Alcuni esperti militari suggeriscono che il sistema Patriot può essere consegnato alle forze armate ucraine senza il sistema di identificazione NATO MK-12. Ufficialmente, la Polonia ha rifiutato di trasferire i suoi sistemi di difesa aerea Patriot in Ucraina.
Il sistema d’arma denominato Patritot è composto da un comando e almeno due batterie missilistiche e per dare una giusta copertura al territorio ucraino, gli esperti indicano un fabbisogno di oltre 16 batterie e questa decisione sembra oggi, politicamente impossibile. Molto probabilmente, la fornitura sarà limitata a 3 o 4 batterie.
Gli USA a seguito di ulteriori analisi e proiezioni di scenari, hanno già stabilito di formare i piloti ucraini sui caccia F-16 e F-15. Pronto un finanziamento di 100 milioni di dollari per questi obiettivi e la formazione dovrebbe terminare entro 10 mesi. Tuttavia, non ci sono notizie se questa formazione è già avviata, quanti piloti ucraini riceveranno questo nuovo addestramento?
Come nei precedenti vertici NATO, anche a Bucarest, il rappresentante della Polonia ripropone una soluzione per i 30 caccia MiG-29 pronti per la consegna a Kiev. Per il trasferimento dei MIG in Ucraina non è stata presa alcuna decisione. I dubbi e le criticità restano nella formazione dei piloti ma ancora più importante, la realizzazione di una serie di aree tecnologiche per la gestione dei nuovi armamenti, occorre tempo e molti soldi.
Per la Polonia ed altri rappresentanti, il vertice di Bucarest evidenzia una serie di problemi politici ma la spinta dei militaristi ha buone possibilità di eliminare qualsiasi resistenza interna e fornire a Kiev, il sistema Iron Dome, il sistema Patriot e i MIG polacchi da trasferire alle forze armate ucraine.
Dopo 281 giorni di guerra, entrambi gli eserciti mostrano gli effetti del logoramento, per gli USA, la Gran Bretagna e la Polonia questo è il momento di fare di più.
Se a Bucarest si ascoltano gli esperti militari e si attende la decisione politica, lungo il fronte la NATO è sempre più presente non solo con i consiglieri, gli addestratori, le armi, le tecnologie di comunicazione ma sono sempre di più le testimonianze e documenti video, della presenza di uomini in divisa che non parlano ucraino ma altre lingue. Le prove e i fatti avvengono ormai quotidianamente da aprile un esempio è quanto avvenuto oggi, le forze armate russe hanno colpito tre posizioni di mercenari stranieri vicino a Slavyansk. La conferma viene dal rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov.
“L’aviazione, l’esercito, le forze missilistiche e l’artiglieria hanno colpito 3 posizioni di unità mercenarie straniere”.
Il 29 novembre, un ufficiale del secondo corpo della milizia popolare della Repubblica popolare di Luhansk (LPR) Andrei Marochko ha affermato che i mercenari polacchi che combattevano a fianco dell’Ucraina stavano subendo pesanti perdite nell’area delle città di Kremennaya, Lisichansk, Svatovo e in altri settori del fronte.
In precedenza, il 26 novembre, il comandante dell’unità delle forze speciali Akhmat Apty Alaudinov ha affermato che le unità delle forze armate ucraine vicino agli insediamenti di Svatovo e Kremennaya nella LPR sono quasi interamente composte da mercenari stranieri. La maggior parte dei mercenari stranieri nelle file delle forze armate ucraine sono polacchi che fingono di essere volontari, ma in realtà sono militari regolari delle forze armate polacche.
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