Dialogo tra Russia e USA: sul tavolo solo opzioni militari

Propaganda e disinformazione alimentano il conflitto

Patriot sistema missilistico

di Maurizio Torti,

Dall’inizio del conflitto, gli editori di quotidiani e testate televisive italiane continuano a falsificare eventi bellici di chiara natura, accusando sempre ed esclusivamente le forze armate russe. L’elenco delle falsificazioni è lungo. Non mancano le immagini di questo conflitto garantite dalla presenza di decine di corrispondenti lungo tutto il fronte ma è chiaramente una volontà politica quella di preferire all’informazione la propaganda, al fine di “confondere” il lettore e il telespettatore italiano. Non è l’ultimo episodio quello dell’inviata del TG3 Romana Fabrizi che nel descrivere le terribili immagini, conseguenze dei quotidiani bombardamenti ucraini sulla città di Donetsk, “precisa” di missili lanciati dall’esercito di Mosca. Un altro grave episodio, stesso metodo ma questa volta è una corrispondente della RAI da Odessa, mentre parlava dei bombardamenti russi sull’Ucraina, sulla sua voce scorrevano le immagini dei bombardamenti ucraini sul mercato di Donetsk. Come è possibile questo lungo elenco di errori? Dopo 290 giorni di conflitto, la propaganda e la manipolazione sono oramai un metodo quotidiano anche nel raccontare della politica estera e della diplomazia.

Le scelte editoriali, dei pochi editori italiani, si trasformano in un coro generale e in queste ultime 24 ore, la propaganda diventa l’esclusiva di un’apertura al dialogo, dopo le ultime dichiarazioni di Putin ma è solo nelle colonne di alcuni articoli della stampa italiana e ripetute da televisioni e radio. Un modo per evidenziare le “debolezze” della Russia.

Oggi in prima pagina del Times: titolo – “Gli Stati Uniti non insistono più sul fatto che le forze armate ucraine non attacchino il territorio della Russia.

Gli Stati Uniti non insistono più sul fatto che l’esercito ucraino non debba colpire il territorio russo, poiché hanno meno paura di un’escalation da Mosca. Il giornale afferma che ora Washington chiede solo di non attaccare la popolazione civile russa e di non uccidere specifici individui. È ora più probabile che gli Stati Uniti forniscano all’Ucraina armi a lungo raggio, ha affermato una fonte del Pentagono.

Washington ha rivisto la sua valutazione della minaccia rappresentata da Mosca e non insiste più affinché Kiev non colpisca il territorio russo, scrive il quotidiano britannico Times, citando una fonte del Pentagono. Secondo il giornale, ciò è accaduto dopo che la Russia ha iniziato a colpire l’infrastruttura energetica dell’Ucraina.

In precedenza, la politica degli Stati Uniti si basava sul fatto che l’Ucraina sarebbe stata fornita di armi americane a condizione che non le utilizzasse per attacchi sul territorio della Federazione Russa e che la scelta dell’equipaggiamento fornito sarebbe stata limitata per non provocare un conflitto aperto tra Russia e NATO.

La fonte del Times afferma che gli Stati Uniti sono ora meno preoccupati che gli attacchi dell’esercito ucraino sul territorio russo possano indurre Mosca a intensificare drasticamente la situazione. Come spiega il Times, il Pentagono in precedenza temeva che il Cremlino avrebbe risposto agli attacchi ucraini con armi nucleari tattiche o con un attacco ai vicini paesi della NATO.

“Usiamo ancora gli stessi calcoli di escalation, ma la paura dell’escalation è cambiata dall’inizio delle ostilità. La situazione è cambiata”, ha detto la fonte.

Ora è più probabile che gli Stati Uniti forniscano all’Ucraina armi a lungo raggio, osserva la
 fonte. Tuttavia, secondo lui, Washington non vuole che tutti vedano come concede a Kiev un “via libera” riguardo agli attacchi sul territorio russo.

“Non diciamo a Kiev: “Non colpire i russi 
sul loro territorio o in Crimea”. Non possiamo dire loro cosa fare. Spetta a loro decidere come usare le armi. Tuttavia, quando usano armi fornite da noi, insistiamo solo che l’esercito ucraino segua le leggi internazionali di guerra, ha detto un anonimo funzionario del Pentagono.

Il Times sottolinea che le
 forze ucraine, con la 
”tacita approvazione” del 
Pentagono, stanno compiendo tentativi più aggressivi e più persistenti di attaccare obiettivi utilizzando nuovi armamenti, compresi i doni Tu-141 da ricognizione modificati per questo scopo.

Un cambiamento nella posizione del governo degli Stati Uniti potrebbe significare che all’Ucraina verranno fornite armi a lungo raggio che Kiev ha chiesto ripetutamente a Washington, compresi i missili balistici ATACMS con una portata fino a 310 km e i droni MQ-1C Grey Eagle che possono essere equipaggiati con missili AGM-114 Hellfire.

Se gli Stati Uniti decidessero di fornire all’Ucraina armi a lungo raggio in grado di colpire il territorio russo, i timori di una potenziale escalation potrebbero aumentare notevolmente, osserva il quotidiano.

Ma i funzionari del Pentagono hanno chiarito che stanno prendendo seriamente in considerazione le richieste di Kiev di armi americane a lungo raggio. “Tutto è possibile”, ha detto un alto funzionario del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

“L’amministrazione del presidente degli Stati
Uniti Joe Biden si sta trattenendo troppo a causa della minaccia di una presunta possibile spirale di escalation, che è in gran parte un’illusione”, ha dichiarato l’ex sottosegretario alla difesa degli Stati Uniti Eric Edelman.

“L’opzione migliore per tutte le parti interessate è garantire che gli ucraini possano vincere il più rapidamente possibile. Pertanto, ha senso fornire loro ATACMS, Grey Eagle e preparare in aggiunta un lotto di carri armati ed altri mezzi militari”, ha affermato.

Il rappresentante permanente russo presso le Nazioni Unite Vasily Nebenzya, a eseguito delle dichiarazioni pubblicate dal giornale britannico ha dichiarato: “gli americani partecipano attivamente all’utilizzo dell’HIMARS MLRS e che il targeting viene effettuato utilizzando i satelliti militari americani”

Continua, “sul campo sta coordinando le informazioni satellitari e di intelligence, caricando coordinate precise, software MLRS e monitorando l’efficacia dell’uso delle installazioni”. Aggiunge: “i droni ucraini erano puntati sugli aeroporti strategici “Dyagilevo” ed “Engels” utilizzando il sistema GPS americano.

Nebenzya ha affermato che la Russia: “osserva e registra attentamente tutte queste azioni criminali degli Stati Uniti e dei suoi alleati. “Avranno conseguenze legali specifiche per tutte le persone coinvolte”.

La risposta degli USA viene dal segretario di Stato americano Anthony Blinken: “gli Stati Uniti non stanno aiutando l’Ucraina a colpire obiettivi al di fuori dei suoi confini?.

“Non incoraggiamo gli ucraini a colpire il territorio della Russia e non offriamo loro l’opportunità di effettuare tali attacchi”. Aggiunge: “continueranno a trasferire armi all’Ucraina”

Ad ogni evento bellico di un certo rilievo, il caso dell’attacco alle navi russe e al ponte verso la Crimea, gli Stati Uniti negano sempre ogni loro coinvolgimento ma l’industria bellica degli USA parla con un altro linguaggio, l’Air Force vuole inviare i suoi droni Reaper in Ucraina.

L’Air Force ha deciso di inviare i suoi vecchi droni Reaper in Ucraina circa un mese dopo l’invasione della Russia alla fine di febbraio. Ma le preoccupazioni per il trasferimento di questa tecnologia, e il fatto che alcune sarebbero quasi certamente abbattute, ha portato a uno stallo lungo mesi, secondo alcuni consulenti coinvolti nella decisione di inviare questa tipologia di armamenti a Kiev.

È diventato un braccio di ferro tra la politica e l’industria delle armi americane e la soluzione paventata è il gioco delle “tre campanelle”. La proposta più recente nel National Defense Authorization Act fiscale del 2023, che richiede il trasferimento di 100 droni Reaper a un’altra agenzia governativa, potrebbe plausibilmente estrapolare alcuni dei droni da inviare in Ucraina. L’Air Force è già operativa in Europa e ha iniziato a usare i droni Reaper dalla Romania.

Anche un’altra agenzia, l’AFSOC è operativa con 50 droni Reaper e sono dotati di un sistema video full-motion non presente nel sistema di base.

La General Atomics, dopo una notevole pressione di lobbying a Washington ha applicato una soluzione per modificare la sua tecnologia Grey Eagle per soddisfare le richieste statunitensi di esportabilità. Una sfera elettro-ottica/a infrarossi prodotta da Raytheon Technologies sulla Grey Eagle fornisce informazioni, targeting e tracciamento in tempo reale.

In sintesi, l’industria bellica degli USA, con la complicità di alcune agenzie per la sicurezza è alla ricerca di una soluzione per l’invio dei nuovi armamenti a Kiev, evitando il coinvolgimento politico dell’amministrazione Biden.

Alcuni consulenti militari evidenziano l’opportunità, perché è diventato chiaro, per gli apparati militari degli USA che in Russia non ci sono strutture strategiche da considerare assolutamente sicure.

Sul fronte degli alleati NATO è da segnalare, le convocazioni inviate a circa 200000mila cittadini polacchi per partecipare a nuove esercitazioni militari. “Secondo la bozza di risoluzione del Ministero della Difesa della Polonia, nel 2023, 200.000 uomini possono essere richiamati per alcune esercitazioni obbligatorie. Inoltre, circa 17.000 persone possono essere richiamate per il servizio militare attivo come soldato professionista.

L’articolo cita la storia del diciottenne Pole Michal, che ha ricevuto una convocazione al campo di addestramento. È interessante notare che il ragazzo quando si è presentato al commissariato militare del luogo di residenza, gli è stata assegnata la categoria di idoneità senza alcun esame. “Gli è stato dato un questionario personale da compilare. Doveva inserire stato civile, titolo di studio, istruzione e gruppo sanguigno. Secondo lui non si è sottoposto ad alcuna visita medica o psicologica. Michal non nasconde la sua sorpresa per tutta la situazione”

Se tra la Germania e la Polonia i rapporti diplomatici non sono stati mai privi di contrasti, sulla questione dei missili Patriot si è arrivati ad una conclusione. Con molta probabilità, la Germania consegnerà due sistemi Patriot alla Polonia ma resta ancora incerto se verranno poi consegnati direttamente a Kiev.

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1 Commento

  1. se tu, caro lettore, sarai dialogatore, che cosa potresti rispondere al America che stima ucraini a bombardare la Crimea o altra terra russa lontano dalla frontiera? che cosa puoi proponere, tu, italiano, che è uno dei tanti cofinanziatori dell’obbiettivo americano?

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