Nec plus ultra. Non più oltre

Eppure dalle macerie d'Occidente sta nascendo un nuovo mondo

Oltre i confini. Le Colonne d'Ercole

di Jacopo Brogi

Nec plus ultra. Non più oltre.

Queste parole sarebbero state incise sulle Colonne d’Ercole cioè sul limite estremo del mondo, invalicabile e proibito a tutti i mortali.

Impossibile affrontare l’Oceano. Secondo gli antichi, avventurarsi verso Occidente avrebbe significato essere travolti da tempeste violente, come Dante pensava fosse accaduto a Ulisse.

E mentre gli antichi sapevano che la terra è tonda, nel medio evo si era diffusa la convinzione che fosse piatta.

Fatto sta, che senza mezzi nè consapevolezza, prevalgono sempre paura e diffidenza. Al contrario, quando si hanno mezzi pressochè infiniti e consapevolezza di sè, si tende a non aver limiti, e spesso si cerca di imporli agli altri.

Mentre l’imprenditore multimiliardario Elon Musk vuole ottenere il diritto di poter impiantare – entro sei mesi – chip in un cervello umano (che non è il suo) e per questo chiede il permesso all’authority per i farmaci del governo americano (1), in provincia di Venezia ben 309 panifici rischiano la chiusura causa caro bollette e non solo:

 

Le imprese di panificazione sono sempre più in difficoltà, travolte da una crisi dei consumi e una speculazione sulle materie prime ed energia che sta rendendo sempre più costosa la produzione (2).

Spiega Alessandro Cella, panificatore e presidente della Federazione Alimentazione della Confartigianato Metropolitana Imprese Città di Venezia:

Riuscire a calmierare i prezzi alla vendita è sempre più complicato, e con difficoltà i nostri forni stanno continuando a produrre questo bene primario la cui disponibilità e soprattutto accessibilità nel prezzo di vendita non può essere messa a repentaglio da chi speculando su tutto rischia letteralmente di togliere di bocca il pane alla gente. Per questo chiediamo al più presto interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. Da oltre due anni le imprese stanno affrontando una situazione di fortissima instabilità, riducendo sempre di più i margini di guadagno per non far mancare questo bene primario sulle nostre tavole, ma davanti i continui aumenti ora le produzioni sono al limite del sostenibile e molte attività rischiano di chiudere (3).

Ecco cosa l’imprenditore Cella chiede al governo italiano: semplicemente che l’economia reale possa continuare a vivere e a produrre pane e lavoro per la propria gente, prima di soccombere alle multinazionali del franchising alimentare.

Nec plus ultra. Non più oltre. Vivere liberamente e degnamente nella propria terra senza più dover emigrare per bisogno. Per questo dovrebbero essere limitati gli Elon Musk e le loro Corporation telepilotate da quei mega fondi di investimento (Blackrock, Vanguard e State Street) che detengono il 90% delle società quotate a Wall Street S&P, ossia delle 500 aziende americane a maggiore capitalizzazione. Sarebbe questo il compito primario degli “Stati democratici”, se non fossero ormai e per la maggior parte, la indiretta espressione dei voleri di quelle multinazionali, di cui sopra, che essi stessi dovrebbero provvedere a limitare.

E’ questo l’unico mondo possibile: la precaria condizione economica e sociale che viviamo è colpa nostra perchè abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità per oltre 40 anni; l’alta disoccupazione è causata dagli immigrati e dagli italiani svogliati; l’elevata propensione al risparmio e la casa di proprietà minano la dinamicità dell’economia e la mobilità nel mercato del lavoro; la pandemia e la crisi sanitaria sono colpa dei no vax; l’esplosione generalizzata e ad ogni età di malori improvvisi è dovuta all’inquinamento; ma il caro bollette è responsabilità di Putin; il riscaldamento climatico c’è, perchè siamo in troppi. Eppure siamo troppo pochi e dobbiamo importare immigrati che pagheranno pensioni che altrimenti non avremo più.

Nec plus ultra. Non più oltre. E però c’è chi decide di avventurarsi, di varcare l’Oceano lasciandosi alle spalle i luoghi comuni, gli stereotipi e le etichette, mettendo in discussione il mondo fin qui conosciuto.

E’ la consapevolezza di sè, giustamente senza limiti, ma capita anche questo: a volte si cerca di imporla agli altri.

Come se l’intero mondo fosse Occidente, l’unico mondo possibile, in cui la Storia è ormai finita (cit. Francis Fukuyama) e dove tutti quanti i governanti si son messi d’accordo per farci la pelle.

Nec plus ultra. Non più oltre. Parole che delimitavano quel mondo, la paura dell’ignoto, quella parte che oggi conosciamo dopo averla uccisa, estinta, stravolta, colonizzata, sfruttata e ora subita.

Nec plus ultra. Non più oltre. Non conosciamo affatto quelle parti del globo dove attualmente il potere politico (in varie forme e maniere) sembra prevalere su quello economico e finanziario; quegli Stati nazione dove la società naturale, la società tradizionale prevale sulle forme ingegneristiche in atto in Occidente. Dove i rapporti umani e la spiritualità sono in primo piano. Dove magari la sovrastruttura prevale sulla struttura. Dove l’economia è parte della società, ma non è la società. Dove i rapporti economici fanno parte del tutto, ma non sono tutto. Dove l’Uomo è il fine e non il mezzo.

Scriveva, nel lontano 2003 – quindi quasi 20 anni fa – Monsignor Gianfranco Ravasi su Avvenire:

C’è un’altra via più subdola per ridurre la persona umana in servitù ed è quella del condizionarne la mente, i comportamenti, le scelte riducendola a un soggetto che consuma o che si può manipolare secondo i propri interessi. (4)

Rincara la dose il giornalista e scrittore Massimo Fini nel suo “Manifesto dell’Antimodernità“, cofirmato fra gli altri anche dal filosofo francese Alain de Benoist:

Capitalismo e marxismo sono due facce della stessa medaglia. Nati entrambi in occidente, figli della Rivoluzione industriale, sono illuministi, modernisti, progressisti, positivisti, ottimisti, materialisti, economicisti, hanno il mito del lavoro e pensano entrambi che industria e tecnologia produrranno una tale cornucopia di beni da far felice l’intera umanità. Si dividono solo sul modo di produrre e di distribuire tale ricchezza. Questa utopia bifronte ha fallito. L’Industrialismo, in qualsiasi forma, capitalista o marxista, ha prodotto più infelicità di quanta ne abbia eliminata. Per due secoli Capitalismo e Marxismo, apparentemente avversari, in realtà funzionali l’uno all’altro, si sono sostenuti a vicenda come le arcate di un ponte. Ma ora il crollo del marxismo prelude a quello del capitalismo, non fosse altro che per eccesso di slancio. Su questi temi fondanti però si tace o li si mistifica. Anche le critiche apparentemente più radicali si fermano di fronte alla convinzione indistruttibile che, comunque, quello industriale, moderno, è ‘il migliore dei mondi possibile‘. Sia il capitalismo sia il marxismo, nelle loro varie declinazioni, non sono in grado di mettere in discussione la Modernità perchè nella Modernità sono nati e si sono affermati. Danno per presupposto ciò che deve essere invece dimostrato. (5)

E conclude:

Levate la testa, gente. Non lasciatevi portare al macello docili come buoi, belanti come pecore, ciechi come struzzi che han ficcato la testa nella sabbia. Infondo non si tratta che di riportare al centro di Noi stessi l’uomo, relegando economia e tecnologia al ruolo marginale che loro compete.

(…) Abbiamo bisogno di forze fresche, vogliose, determinate, di uomini e donne stufi di vivere male nel “migliore dei mondi possibili“. (6)

Nec plus ultra. Non più oltre: queste parole potrebbero essere ancora incise sulle nuove Colonne d’Ercole a baluardo della nostra mentalità. Impossibile affrontare e confrontarsi pensando che ci possano realmente essere, nel nostro presente, Stati – nazione non allineati, società diverse che non siano come noi. Mentre gli antichi sapevano che la terra è tonda, nel medio evo si era diffusa la convinzione che fosse piatta, oggi che è tutta uguale e magari governata da una stanza.

Comunque sia, senza mezzi nè consapevolezza, prevalgono sempre paura e diffidenza. Al contrario, quando si hanno mezzi pressochè infiniti e consapevolezza di sè, si tende a non aver limiti e si cerca di imporli. A chi ha la curiosità, l’altruismo di conoscere e scoprire gli altri, i loro sistemi e le loro culture. Per cooperare, tra pregi e difetti, e non fare guerre. Si chiamino oggi Brics o Brics+, poco importa.

Modernità o meno, è il capitalismo che ci ha trasformato e ridotto così: tanti individui, tanti solisti, senza più una società.

Che si chiami nuovo socialismo o altro, manca l’alternativa: sta anche a noi andare oltre l’Orizzonte per capire cosa c’è davvero e ciò che potremmo realizzare qui. Sta a noi superare noi stessi.

A partire dalla solidarietà e dal ritrovare il rispetto reciproco: il distanziamento sociale è iniziato molti anni prima del Covid, e non per decreto.

Sappiamo di non sapere, di non conoscere e già questa è una buona base per affrontare il Nuovo Mondo, ovvero ciò che sta nascendo dalle macerie d’Occidente.

NOTE

(1) = https://tg24.sky.it/tecnologia/2022/12/01/elon-musk-neuralink-chip-cervello-umano

(2) = https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/caro_energia_trecento_panifici_a_rischio_le_maxi_bollette_ci_faranno_chiudere-7077301.html?refresh_ce

(3) = https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/caro_energia_trecento_panifici_a_rischio_le_maxi_bollette_ci_faranno_chiudere-7077301.html?refresh_ce

(4) = Ravasi Gianfranco, L’Uomo come fine, Avvenire, 09.10.2003 – https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/l-uomo-come-fine

(5) = http://www.massimofini.it/

(6) = Ibidem

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