Aviazione israeliana bombarda Gaza e con i droni attacca la città di Isfahan Iran

L'ultimo giorno di occupazione israeliana sarà il primo giorno di pace per la Palestina

Esercitazioni esercito dell'Iran
In Terra Santa a Gerusalemme un attacco di un giovane palestinese ha colpito e ucciso 7 israeliani, evento preceduto dalla strage di Jenin compiuta dall’esercito sionista che ha ucciso 11 Palestinesi.
L’aviazione israeliana bombarda Gaza e ha avviato un azione con droni contro la città di Isfahan. L’attacco ha visto prima una serie di droni quadcopter, probabili obiettivi esca, poi seguiti da (MAV) micro veicoli aerei, droni di dimensioni ridotte e molto più silenziosi dei primi ma armati con testate esplosive.
Il bersaglio, probabilmente sedi di ricerche e sviluppo nell’ambito dell’arricchimento dell’uranio e laboratori per la costruzione dei droni o per il munizionamento missilistico. Questa area era stata menzionata da responsabili della CIA che denunciavano la pericolosità del sito. L’Agenzia Irna conferma l’attacco, non cita alcun particolare la nota ufficiale del ministero: “uno dei complessi di laboratori è stato attaccato da alcuni micro veicoli aerei (MAV), ma le difese aeree del complesso hanno respinto con successo l’attacco. L’attacco non ha provocato vittime e ha causato solo lievi danni al tetto della struttura di attrezzature per la difesa”. Sempre nella nota non c’è alcuna traccia di accuse verso gli Stati Uniti come invece riportato dalla stampa occidentale. Per ora dal MInistero della Difesa iraniano non c’è alcun commento su chi è l’autore dell’attacco con droni. Da alcuni giorni su tutta la costa sudorientale dell’Iran sono in corso ampie esercitazioni militari.
L’azione criminale del nuovo governo israeliano di estrema destra razzista, presieduto dal corrotto Benyamin Netanyahu non si è fatta attendere. Prima con la provocazione del ministro Ben Gvir sulla Spianata di Al Aqsa e giovedì con questo nuovo crimine di guerra e contro l’umanità nel Campo di Jenin.
All’alba del giovedì 26/1/2023, le forze d’occupazione israeliane hanno fatto irruzione nel Campo profughi di Jenin in Cisgiordania, compiendo l’ennesimo massacro, 11 palestinesi assassinati, fra questi una signora di 61 anni, decine di feriti e fra questi diversi bambini, utilizzando lacrimogeni, ordigni , impedendo con la forza delle armi l’intervento delle Autoambulanze di soccorrere i feriti e attaccando anche il reparto pediatrico dell’Ospedale di Jenin.
Quello che ci stupisce e ci amareggia non è solo la violenza criminale dell’esercito sionista al quale ci siamo abituate, ma di più il vergognoso silenzio della Comunità Internazionale, la complicità delle cosiddette democrazie occidentali, l’ipocrisia e la falsità della macchina propagandistica occidentale, particolarmente quella europea che ha permesso persino ad una rete TV (Rai 3), una volta era progressista ed obiettiva a diffondere la solita tesi del portavoce dell’esercito israeliano: operazione di difesa dell’esercito israeliano a Jenin, contro i miliziani dei gruppi jihadisti islamici e Hamas (quasi inesistente a Jenin) minaccia vendetta…
L’irruzione di Jenin è una tappa di una guerra dichiarata, annunciata al mondo dal primo giorno della formazione del nuovo governo di estrema destra di Netanyahu che sarà una invasione, aggressione, occupazione e annessione di tutti i territori palestinesi allo stato sionista, che fa parte anche del suo piano nazi-fascista di annullamento dell’esistenza dell’identità palestinesi, attraverso l’apartheid, la pulizia etnica, l’espulsione forzata e del raggiungimento del piano politico sionista, cioè della creazione del “Grande Israele”, espresso nella bandiera israeliana: la tua terra Israele, è dal Nilo (in Egitto) fino all’Eufrate (in Iraq), le due righe blu e la stella di Davide in mezzo (cioè quasi tutto il mondo arabo).
La risposta palestinese non si è fatta attendere e non si farà più mancare, è stata una dura battaglia che entra a fare parte della lunga storia palestinese di lotta e di Resistenza, con martiri, feriti, distruzione, però una risposta netta e chiara che il popolo palestinese è deciso a proseguire e intensificare la sua lotta popolare di liberazione, per liberare i suoi territori occupati e creare lo Stato libero, laico e democratico di tutti i suoi concittadini, senza discriminazione di razza, di colore, di religione o di qualsiasi natura. La dirigenza palestinese, in risposta all’ennesimo atto criminale e di provocazione, alla violazione di tutti gli accordi firmate quasi 30 anni fa e della legalità internazionale, ha annunciato una serie di passaggi importanti:
il blocco di qualsiasi tipo di collaborazione di sicurezza con l’attuale governo israeliano, rivolgersi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e alla Corte Penale Internazionale, ai quali anche la risposta USA si è fatta sentire immediatamente, che non permetteranno tutto ciò ai palestinesi, invitandole a continuare a trattare con Netanyahu. Anche la risposta palestinese è stata veloce ai protettori e gestori della politica del cane di guardi per i loro interessi in Medioriente:
Il rifiuto totale del ruolo privilegiato USA sul processo di pace in Medioriente, chiedere la convocazione di una Conferenza Internazionale per la Pace in Medioriente sotto l’egida dell’ONU e chiedere alla Croce Rossa Internazionale e all’Organizzazione Mondiale della Sanità ad assumersi le loro responsabilità dinanzi alle violazione israeliana alle Convenzioni Mondiali e l’invio di una forza internazionale di garanzia e protezione alla popolazione palestinese sotto l’occupazione israeliana.
Il Diritto alla Resistenza è un diritto sacro santo, riservato e riconosciuto a tutti i popoli oppressi e sotto occupazione disumana e brutale.
La Comunità Internazionale e particolarmente l’Europa, anche responsabile della tragedia palestinese, non possono continuare a subire la politica del ricatto e della minaccia sionista, basata sull’uso strumentale della Shoah e dell’antisemitismo quando si tratta dei diritti del popolo palestinese.
I palestinesi non sono stati responsabili delle atrocità nazi-fascista nei confronti dei nostri fratelli ebrei. Noi palestinesi abbiamo sempre vissuto per secoli insieme e senza problemi e vogliamo continuare a fare oggi e domani, però non è giusto continuare a farci pagare un orrendo crimini commesso da altri e non da noi. Noi siamo gli originali semiti, perciò è naturale dichiararci Antisionisti e non antisemiti. Bisogna uscire dall’equivoco: gli israeliani non sono gli eredi delle vittime della Shoah e non possono impadronirsi dei termini e del loro uso: semitismo, olocausto ed altro…
Israele è una potenza coloniale ed occupante di Palestina, occupa tutta la Palestina e priva il suo popolo di ogni diritto, non si può continuare a trattare Israele al di sopra di tutte le leggi e la legalità internazionale, ciò che lo incoraggia a proseguire la sua aggressione e i suoi crimini. Israele rappresenta per noi terrorismo di stato e violenza criminale e la Palestina rappresenta la Resistenza, la lotta partigiana per la libertà e la liberazione.
L’Europa non può falsificare la verità e non può definire la lotta palestinese come atto di terrorismo, trasformando il carnefice in vittima e la vera vittima in carnefice.
Chiamiamo tutti gli amanti della libertà, della giustizia e della pace a fermare il mostro e lo sterminio del nostro popolo. Israele non ha futuro nella guerra e i suoi padroni, prima o poi lo porteranno alla distruzione.
L’occupazione della Palestina dovrà finire, non esiste la pace senza giustizia, come non esiste giustizia senza i legittimi diritti del popolo palestinese.
L’ULTIMO GIORNO DI OCCUPAZIONE SARA’ IL PRIMO GIORNO DI PACE – Marwan Bargouthi
Dr. Yousef Salman
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